“VARIG, volo RG 7201 con destinazione Rio de Janeiro è in partenza…”. è il nostro volo! Finalmente si parte… una nuova vacanza per me, mio marito Alex, la mia amica Paola ed il suo compagno Simon. Inizia la nostra vacanza a lungo sognata. Vivere il carnevale di Rio! Dieci giorni spensierati, nel caos del carnevale di una città fantastica. Uscendo dal terminal dell’aeroporto di Rio, veniamo investiti dall’aria surriscaldata da un sole splendente.
Ci sembra di rinascere. Lasciato a Roma un freddo pazzesco e dopo 10 ore di viaggio nella comodità della prima classe, ci godiamo finalmente il caldo di Rio de Janeiro. Rio è stupenda, rimaniamo incantati a guardare lo spettacolo che si gode dalle nostre camere. Il “Rio Othon Palace” Hotel è stupendo; al centro di Copacabana, in Avenida Atlantica 3264, dalle sue finestre si gode la vista stupenda, con quel marciapiede bianco con le onde nere che costeggia la spiaggia bianca che si immerge nell’oceano. è la seconda volta che veniamo in Brasile; la scorsa volta non avevamo vissuto il Carnevale, ma un altro evento ugualmente spettacolare per i brasiliani: il Capodanno. Inoltre, la scorsa volta, il nostro viaggio in Brasile è stato itinerante, con tappe a Rio, Igua”u, Fortaleza, Bahia e Natal. Rimaniamo a guardare per un po’ il via vai di persone sul lungomare. Una massa variopinta ed eterogenea, nella quale ci immergiamo anche noi qualche ora dopo quando, fatto uno spuntino al magnifico ristorante dell’albergo, scendiamo in spiaggia.
C’è di tutto, rimaniamo incantati da quello spettacolo. La spiaggia è piena di tipi stravaganti, che però passano inosservati. Almeno così sembra.
Nessuno sembra badare a nessuno! Ci sono signore di cinquanta anni, paffutelle, sculettare lungo il bagnasciuga con degli slip minutissimi infilati tra le natiche. Uomini attempati, palestrati, con codino e tatuaggi. La spiaggia è anche piena di belle ragazze, tipo Giorgiñha del Barbiere di Rio, il film con Diego Abantatuomo: sfoggiano i loro corpi fantastici, valorizzati dai costumi quasi inesistenti. è pieno anche di giovani atletici, che fanno sport sulla spiaggia, sfoggiando muscoli imponenti. Sembrano passare inosservati anche dei trans che sfoggiano dei corpi fantastici; sembrano delle vere donne. Ci sentiamo subito a nostro agio. Ci spalmiamo con cura le creme protettive, a protezione quasi totale per proteggere la pelle da questo sole cocente. Purtroppo il due pezzi è d’obbligo per me e per Paola. Tanga si, ma con un reggiseno sopra, seppur minuscolo. Qui il topless è vietato. Si viene arrestate per questo, per poi essere rilasciate dopo aver pagato una salata multa di svariati Reais. Circa un anno fa, un gruppo di femministe ha sfidato la polizia proprio qui a Copacabana e poco più lontano da qui, a Ipanema, esibendo i loro topless. è finita con una maxi-retata al commissariato e dei tafferugli, ed ora nessuno sembra aver voglia di sfidare di nuovo la polizia locale. Sdraiateci al sole, continuiamo a guardarci intorno. Un uomo sdraiato, a pochi metri da noi, abbronzatissimo, robusto, la pelle arsa dal sole, tesa sotto i muscoli scattanti; due ragazzi invece con la pelle pallida, appena ambrata dalle lampade che probabilmente si saranno fatti prima di partire, senza nessun fascio di muscoli; parlano francese, e pensiamo che forse sono gay. Chissà se riusciremo ad avere anche noi un’abbronzatura brasileira alla fine della vacanza! Rimaniamo in spiaggia poco tempo. La paura di scottarsi è tanta. Dopo una doccia rilassante, scendiamo a fare una passeggiata sul lungo mare. è un ambiente da sogno, un fiume di gente che passeggia, vestita in ogni modo, che è sospinta dalle note del samba che riempiono l’aria, provenienti dai chioschetti di bibite e di “Coco verde sum gelato”, ossia il cocco verde che viene bucato, ci si infila una cannuccia e si beve il suo succo, rigorosamente gelato.
Dopo cena torniamo a fare due passi sul lungomare, sempre pieno di gente, prima di andare verso mezzanotte, all’Help, la più grande discoteca di Rio, che tra l’altro dista non più di 50 metri dell’Othon Palace. La sera bisogna stare più attenti nel girare per Rio. è facile imbattersi nei “niños”, bambini di non più di 10 anni ma che hanno già il coltello in tasca e che ti possono accoltellare per 10 Reais. In giro c’è gente vestita in tutti i modi. Spesso non si capisce se sono mascherati o meno. Ne siamo affascinati. Incrociamo ragazze favolose, vestite quasi di niente su tacchi vertiginosi.
Tutti sono poco vestiti. Il caldo è forte. Passando vicino ad un chiosco di cocchi e di bibite, per un attimo crediamo di vedere un gruppo mascherato, ma poi ci accorgiamo che non lo è; in realtà sono dei veri travestiti. Superiamo il chiosco, poi torniamo indietro per osservarli meglio. Alcuni sono patetici, ma altri sono bellissimi. Con difficoltà ci si accorge che sono travestiti. Aspettano tutti di entrare all’Help. Alcuni sono vestiti in modo spinto, diciamo da marciapiede, altri sono più sobri. La cosa fantastica è che nessuno li deride ed inorridisce. Certo non passano inosservati, ma sono molti gli uomini che li guardano interessati. Mentre superiamo di nuovo il chiosco, Alex e Simon vengono colpiti da una ragazza che arriva in di fronte a noi. Molto carina, molto femminile. Indossa dei sandali col tacco a spillo con le striscette sottili, un paio di calzoncini aderenti sgarbatissimi e una maglietta che gli copre appena la vita. I capelli lunghi e lisci, tenuti a mò di cerchietto dagli occhiali da sole nonostante siano le dieci di sera. Gli occhi sono evidenziati da un leggero trucco. è carioca, cioè di Rio de Janeiro. Ci scambiamo due parole seduti ad un tavolino, nel nostro approssimativo portoghese. Dice che raggiungerà delle sue amiche all’Help. Quando si alza, rimaniamo tutti e 4 affascinati dallo spettacolo che la ragazza ci offre allontanandosi dal chiosco sculettando. Ha delle cosce fantastiche, come fantastico è lo spicchio di natica che rimane scoperto dalla sgambatura dei mini-shorts. “Le leccherei volentieri la fica! ” esclamo io ad Alex, Paola e Simon! La seguiamo un po’ con lo sguardo, poi torniamo in albergo a cambiarci. Tiro fuori dalla valigia un paio di mini-shots, simili a quelli che indossava la ragazza di prima. Li indosso. Mi guardo allo specchio, mi stanno benissimo, da vera troia! Sandali con il sopra in lattice trasparente, la zeppa ed il tacco a spillo da 15 cm. argentati. Sopra non indosso nulla, lascio il seno nudo, coprendo i capezzoli con due stelle dorate che si attaccano con delle piccole ventose sul seno. è l’inverosimile del Brasile! Ti arrestano se stai in topless in spiaggia, ma se durante il carnevale vai in giro con le tette di fuori, coprendo solo i capezzoli oppure colorando il tuo seno con del colore, magari dorato, nessuno ti dice nulla! Chissà che effetto farei se andassi in giro per Roma così! Non lo potrò mai sapere, verrei fermata dalla polizia sicuramente! Anche Paola si veste da mega-troia: una mini gonna inesistente color argento, sandali da 15 cm. con i tacchi a spillo, un reggiseno color argento. A mezzanotte l’Help è strapieno: c’è di tutto dentro! Sballati, ubriachi, gente normale, puttane, trans, gay. Vestite come siamo io e Paola, attiriamo sicuramente l’attenzione. Dopo un paio d’ore, io ed Alex conosciamo Rubinha, un trans fantastico.
Chiacchieriamo, beviamo, ci dice di essere attizzato da entrambi, mi scoperebbe volentieri e si farebbe inculare volentieri da mio marito. Ci invita nei bagni delle donne a fare una situazione. Entriamo, e lì sembra di entrare in un girone dantesco. I lavandini, incassati nel marmo, che sono nell’antibagno, sono il piano d’appoggio, per numerose ragazze e numerosi trans, dove sopra preparano enormi strisce di coca. Cinque bagni sono chiusi e da dietro le porte arrivano ululati e gemiti di gente che sta fottendo. Entriamo in un bagno anche noi tre. Rubinha ci offre una striscia di coca anche a noi. Non l’avevo mai fatto, mi sento immediatamente più carica, attiva e soprattutto arrapata. Si tira su la minigonna, sposta il tanga e sfodera un arnese che già da moscio è lungo quasi quanto la mia mano. Mi inginocchio e glielo prendo in bocca, in pochi secondi diventa una mazza enorme e dura degna di uno scopatore professionista! Anche mio marito tira fuori la sua mazza e spompino anche lui, alternando i due cazzi nella mia bocca. Poi Rubinha mi fa alzare, mi sistema appoggiata fronte al muro, mani appoggiate sulla parete e gambe larghe a cavallo del water, facendomi sporgere in fuori il culetto. Mette il profilattico e poi mi pianta la sua mazza enorme nel culo, invitando mio marito a fare altrettanto con lui. Diamo vita così ad un formidabile ed estasiante trenino, con il trans Rubinha che mi incula e mio marito che incula il trans! Io e Rubinha iniziamo a ululare dal piacere, ma il ritmo praticamente lo da mio marito che affonda i suoi colpi nel culo di Rubinha e lei, o lui fate voi, che di rimando, affonda la sua mazza nel mio culo. Godo intensamente, prima che Alex esce dal culo di Rubinha e, sfilandosi il profilattico, viene a spruzzarmi il suo succo sul viso. Rubinha invece, seguita a stantuffare il mio culo ancora per un bel po’, prima di riempire nel mio culo il profilattico di sperma. Torniamo in pista a ballare, vedo che Paola ha agganciato un ragazzo brasiliano molto carino, ma, ahimè per lei, quando la mia amichetta zoccola gli propone di andare a fare qualcosa in tre, anche con il suo Simon, il ragazzo scappa a gambe levate! Qui in Brasile, infatti, scopriamo, parlandone con Rubinha, che non c’è molta concezione del sesso di gruppo, così come accade da noi i Italia. Ci dice che il Brasile è un paese molto cattolico, molta gente è veramente infervorata religiosamente, e il sesso di gruppo non è ben accetto da tutti. Preferiscono le scappatelle e le avventure a due. Io e Paola ricominciamo a ballare freneticamente, mezze nude e sempre più provocanti, sotto gli sguardi compiaciuti dei nostri uomini. Dopo un po’ si avvicina a noi Rubinha, che lì all’Help è molto conosciuta, e ci dice che un gruppo di spettatori ci ha invitate a bere qualcosa. Accettiamo senza pensarci troppo, a patto che i nostri uomini siano presenti. Gli spettatori che ci hanno invitate a bere sono quattro, e tutti italiani. Conversiamo davanti a dei drink molto alcolici, anche loro ci offrono della polvere bianca. Sembra che qui vada più dell’acqua questa roba. Rifiuto questa volta, una tirata mi è bastata e avanzata. Ci invitano ad andare tutti quanti, Rubinha compresa, nel loro appartamento, che hanno affittato a Rua do Catete, in pieno centro di Rio. Lì beviamo ancora qualcosa, poi uno dei quattro mette un po’ di musica e ricominciamo a ballare. I quattro sono eccitatissimi; non sono turisti, sono degli industriali venuti a Rio a per una gara d’appalto di una concessione di telefonia mobile. La loro età va dai trentacinque ai cinquanta. Sono molto distinti ed educati, persone che in Italia frequentano senz’altro le società bene della loro città, che è Torino. Ed io e Paola ora, siamo qui, vestite da troie, a ballare per loro! Sono contesa da due di loro. Gli altri due si sono buttati su Paola, mentre Alex, Simon e Rubinha si godono lo spettacolo.
Mi ritrovo tra le braccia di uno dei due, quarantacinque anni ben portati, snello ma dai muscoli ben definiti. La cosa mi eccita. Mi eccita sentire il cazzo duro dell’uomo premere contro il mio ventre, mentre la bocca dell’uomo cerca la mia. Mi fa sdraiare sul divano, mi sfila gli shorts ed il tanga, rimango con le scarpe e le due stelline dorate che coprono i capezzoli. L’uomo si abbassa tra le mie gambe ed inizia a leccarmela. Mi piace, mi piace sentire la lingua dell’uomo slappare il mio clitoride, fino a farmi venire. La troia che è in me ormai ha preso il sopravvento, è insaziabile e vuole essere appagata. Dopo avermi fatta venire, mi ritrovo l’uccello dell’uomo tra le mani: è grosso, duro. Me lo infilo in bocca. Il suo sapore mi piace. Lo lecco e lo succhio con avidità. Lo spompino con gusto, ma ben presto desidero che quel pistone di carne mi sbatta. Metto un preservativo all’uomo e poi mi metto alla pecorina per essere scopata, ma inaspettatamente sento le dita dell’uomo infilarsi tra le chiappe ed un dito spingersi nel mio buchetto perverso. Mi vuole inculare e la cosa non mi dispiace affatto. L’uomo mi sfila il tanga, poi mi infila l’uccello tra le chiappe. Spinge con delicatezza ed in un attimo la mazza dura mi scivola dentro. Sento subito un piacere folle, un gusto da impazzire. L’uomo inizia a pompare sempre più forte, come un ossesso, e in poco tempo scarica dentro il profilattico un fiume di sborra. è durato pochissimo, ma ecco che l’altro uomo che prima si era buttato su di me, prende il posto del precedente uomo dietro di me ed ora inizia a scoparmi. Mi afferra per i piedi e mi tira a se ad ogni affondo dei suoi colpi, facendomi sentire la sua mazza fino all’utero, ma, ahimè, anche quest’altro uomo è super-arrapato e sborra in pochi secondi nel preservativo! Non è stata una grande scopata, ne per me ne per Paola, che più o meno ha avuto la stessa sorte con gli altri due imprenditori, ma la cosa più simpatica e che quando ce ne andiamo, nel darci la mano, ci passano cento dollari arrotolati per una. Siamo riuscite a fare le puttane anche a Rio de Janeiro! La mattina dopo, nel ristorante dell’Othon Palace, a colazione, facciamo amicizia con quattro ragazzi italiani di Terni, in vacanza per il carnevale anche loro. Sono giovanissimi, due hanno 19 anni, uno 20 ed un altro 21. Classici figli di papà, pieni di soldi, che invece che passare il carnevale al massimo a Viareggio, se la spassano a Rio. Si chiamano Fabio e Fabrizio, che sono due fratelli, Manuel e Roberto. Notiamo subito che sono attirati da me e Paola, e noi stiamo al gioco. Ci propongono di passare la giornata a Ipanema, l’altra spiaggia celebre di Rio. Accettiamo. Sulla spiaggia, i quattro ragazzi nascondono a fatica le loro erezioni davanti ai nostri tanga ed alle minuscole striscioline che coprono le nostre tette. Io, Paola, Alex e Simon ci guardiamo divertiti! Passiamo una bella giornata, ma niente di più. La loro timidezza dei loro vent’anni, l’essere completamente al di fuori dal nostro mondo, li ha portati a non osare mai. Prendiamo però appuntamento per domani, a colazione, per poi tornare a Ipanema. La mattina ci ritroviamo a colazione e poi di nuovo a Ipanema; passiamo nuovamente tutto il giorno con loro, e gli occhi dei quattro ragazzi ci spogliano con più intensità, ma niente di più. La sera noi quattro, andiamo al sambodromo a vedere la sfilata dei carri e poi torniamo all’Help, ma anche qui, oltre a far drizzare cazzi a dismisura, io e Paola non combiniamo di più! La mattina dopo, il quarto giorno della nostra vacanza, la giornata non è delle più belle ed a colazione, insieme ai quattro ragazzi, decidiamo di andare a visitare il Corcovado e il Pao de A”ucar. Sulla funicolare che ci porta al Pan di Zucchero, Fabio, il più giovane dei quattro, in piedi dietro di me, mi appoggia sul sedere il suo cazzo duro, approfittando del fatto che la cabina è piena, spingendo bene per farmi sentire la sua consistenza. Ne parlo con Paola, con mio marito e con Simon, dicendo loro che vista la giornata di tempo incerto e visto che quello che ho sentito appoggiarmi sul culo dovrebbe essere qualcosa di veramente notevole, potremmo rientrare in albergo e cogliere l’occasione per divertirci un po’, svezzando i quattro marmocchi! Alex però mi fa notare che la sua presenza e quella di Simon potrebbe imbarazzare non poco i quattro giovani, non essendo abituati a questo genere di situazioni, e che quindi, forse sarebbe meglio se loro due non partecipassero. Io e Paola avalliamo la cosa, promettendo ai nostri uomini che dopo gli racconteremo tutto nei minimi dettagli! Così Paola propone ai quattro ragazzi di andare a prendere un aperitivo sul lungomare di Copacabana, passando prima però in hotel per poterci cambiare d’abito. Loro accettano, scendiamo dal pan di Zucchero, riprendiamo il taxi e tornati all’Othon io e Paola li invitiamo a salire, mentre Alex e Simon rimangono nella hall dell’albergo. Li facciamo accomodare nel salottino della nostra suite formata da due stanze da letto e da un piccolo soggiorno, mentre noi ce ne andiamo in camera. Io e Paola ci spogliamo nude, infilandoci soltanto uno dei nostri paia di scarpe da gran troie da 15 cm. col tacco a spillo! Usciamo dalla stanza ed a questo punto vediamo che i ragazzi sono imbarazzatissimi! Li invitiamo a spogliarsi, poi faccio sedere sul tavolo Paola allargandole le gambe e dico loro:
“Sono tre giorni che vi arrapate a guardarci, ora fateci vedere quello che sapete fare! ” Poi mi inchino tra le gambe di Paola ed inizio a leccarle la fica. Nessuno dei quattro ragazzi ha il coraggio di muoversi, quindi ne prendo uno e spingendolo dalla testa gli sbatto la faccia fra le cosce di Paola, dicendo agli altri “Dai ragazzi che non è difficile! Dai fateci assaggiare i vostri cazzi e venite ad assaggiare le nostre fiche bollenti! ” Ci spostiamo nella stanza sul letto, e mi ritrovo tutti e quattro i ragazzi che mi toccano e baciano da tutte le parti, incitati da Paola che ora ha cominciato a darsi da fare con la bocca per indurire i loro cazzi. Come uno lo ha fatto diventare duro, lo manda a farsi spompinare da me. Ora i ragazzi si sono sciolti un pochino e notiamo che tra l’altro, i due fratelli hanno dei cazzi di dimensioni asinine. L’impressione che avevo avuto sulla funicolare, quando Fabio, il più piccolo, mi aveva appoggiato la sua mazza dura sul sedere, non è sbagliata! Paola ora inizia a fare la regista della situazione, facendo sdraiare Fabio, il più dotato quindi, sul letto e me lo fa cavalcare inserendo la mazza del ragazzo nella mia fica bollente con la sua mano.
Prende altri due, Fabrizio e Roberto e li sistema ai miei lati, in modo che a turno posso prendere il cazzo ora di uno e poi dell’altro nella mia bocca.
Poi Paola si mette alle mie spalle e con le sue mani inizia a bagnarmi e ad aprirmi il buco del culo, chiamando poi il quarto, Manuel, invitandolo a sbattermelo dentro. Manuel me lo sbatte dentro in un solo colpo, ed ora Paola incita Fabio e Manuel a pomparmi, mi sento aperta in ogni buco, grido, gemo e godo come una vera vacca in calore. Intanto ricevo la prima sborrata in bocca, è quella di Fabrizio, poi, quasi contemporaneamente, Fabio e Manuel escono da me e, sfilati i profilattici, mi schizzano il loro seme bollente sulle tette e sulla schiena. L’ultimo, Roberto, mi viene un po’ in bocca e il resto in faccia. Paola, che fino a quel momento aveva solo guardato e diretto i giochi, dice che vuole assaggiare anche lei il nettare dei ragazzi, si butta sulle tette, sul mio viso e sulla mia bocca e comincia a leccare il frutto del godimento che mi cola addosso. Poi, vogliose e porche più che mai, iniziamo a leccarci e succhiarci le patatine bagnate e ci lanciamo in un 69 stupendo, fino a raggiungere entrambe l’orgasmo. Intanto i ragazzi, ammirando il nostro splendido 69, sono di nuova in tiro; questa volta sono io a fare la regista, e faccio fare a Paola ciò che ho subito io prima, ed anche lei gode come una vacca in calore e viene riempita di sborra in bocca, in faccia, sulle tette e sulle chiappe. Ci rilassiamo tutti e sei per alcuni minuti, poi scendiamo nella hall dell’hotel dove ci sono Alex e Simon ad attenderci, ed andiamo a prendere il nostro aperitivo in uno dei bar di Copacabana.. Tornati in hotel e saliti su nella nostra stanza, io e Paola raccontiamo tutto ai nostri uomini, scopando furiosamente con loro, felici e contente di farci sbattere per bene ancora una volta. I cazzi di Alex e di Simon erano incredibilmente in tiro, vogliosi dei nostri corpi. Mio marito inizia a toccarmi, le sue mani, la sua bocca, la sua saliva è in ogni parte del mio corpo; la stessa cosa è per Paola con il suo Simon. Alex mi penetra, prima in fica, poi in culo, godo come una troia, una, due, tre, quattro volte, poi mi inonda con la sua sborra calda, impiastricciandomi il corpo, sulle tette, in faccia, in bocca, sui miei due buchi, ora aperti come non mai! Due ore di estasi e orgasmi senza fine, che solo mio marito mi può regalare, che solo lui può farmi provare! Grazie amore mio per regalarmi ogni volta delle sensazioni sempre più belle!
FINE