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Nascita di una pornostar

A quarant’anni, Marisa poteva ancora considerarsi una bella donna.
Da quando aveva avuto il primo figlio, aveva abbandonato il suo lavoro, dedicandosi alla casa ed alla famiglia, ma non per questo aveva rinunciato a curare se stessa ed il proprio aspetto.

Benchè fosse sempre stata fedele a suo marito, non aveva per questo rinunciato al piacere d’incrociare gli sguardi ammirati degli uomini che incontrava per strada.
Le gonne si erano progressivamente allungate con il passare degli anni, più per il suo innato senso del gusto estetico che per nascondere le imperfezioni del suo corpo, per altro limitatissime.

Marisa aveva sempre pensato che una donna, anche una bella donna, non dovesse cercare di opporsi all’inevitabile trascorrere degli anni.
Pensava che fosse necessario assecondare l’avanzare degli anni mutando, adeguandosi, sapendo sfruttare le cose positive.
Così, l’esuberante e prorompente bellezza giovanile, aveva lasciato gradatamente spazio al fascino, all’armonia ed alla pienezza delle forme all’eleganza dei vestiti.

Per lei sondare ogni giorno l’effetto che faceva sugli uomini era sempre stato un piacevole gioco, una volta con i colleghi di lavoro, oggi con gli uomini che incontrava per strada.
Un piacere al quale non avrebbe potuto rinunciare nemmeno per suo marito Alfonso, che amava moltissimo malgrado i quasi 20 anni di matrimonio.

Da qualche giorno, nel corso dei suoi abituali percorsi, aveva notato quel giovane.
Non poteva essere una coincidenza, troppe volte l’aveva notato.
Si era aspettata che lui l’abbordasse, ci provasse, e si era preparata a toglierselo di torno, ma non era accaduto.
Dapprima aveva pensato di essersi sbagliata, ma gli incontri si ripetevano, sempre più frequenti, ed il giovane la guardava tanto apertamente da non lasciare alcun dubbio.

Un pomeriggio molto caldo, Marisa si fermò ad un bar, a bere qualche cosa per ristorarsi dalla calura estiva e finalmente il giovane si decise.
Se lo ritrovò a fianco quasi senza accorgersene,
“Mi scusi, posso disturbarla per qualche minuto ? ” le domandò con molto garbo, e Marisa incuriosita, fece un cenno con il capo cercando di non dimostrare particolare interesse.

“Credo di doverle delle spiegazioni, la osservo da qualche giorno e credo che lei se ne sia perfettamente accorta e non vorrei si facesse un’idea sbagliata” esordì il giovane. Marisa annuì nuovamente
“Non so cosa lei intenda per idea sbagliata, ma sono certa che una donna inseguita per giorni da un uomo non può che pensare al solito corteggiatore…. ” ribattè.

Il giovane sorrise
“Ne sono perfettamente consapevole, e per questo mi sono deciso a disturbarla. Volevo tranquillizzarla, personalmente trovo che lei sia una bellissima donna, ma il mio interesse è strettamente professionale non ho intenzione di corteggiarla, anche perchè ho notato che lei è sposata…… ”
rispose prontamente il giovane con un largo sorriso ed un briciolo di sottinteso quale le volesse dire
“se però tu sei interessata…. “.

Marisa scacciò dalla mente il pensiero e si concentrò su quanto aveva detto il giovane
“Cosa intende per professionale ? ” domandò
“Sono un fotografo, faccio un poco di tutto, ma una consistente parte dei miei guadagni deriva da lavori che faccio per piccole ditte di abbigliamento, nulla di veramente importante, ma anche queste piccole ditte hanno bisogno di cataloghi, e per i cataloghi servono modelle. I budget dei miei clienti non consentono l’ingaggio di modelle professioniste, così io mi guardo in giro e quando vedo una donna che faccia al caso mio, le propongo di fare la modella….. ” rispose il giovane.

Marisa scoppiò a ridere
“Ragazzo mio lei giunge con vent’anni di ritardo…. ” gli disse incredula della proposta, ma allo stesso tempo lusingata.
Ma il giovane non si fece scoraggiare dal modo in cui lei aveva accolto la sua proposta
“Guardi che io sono estremamente serio, non la sto prendendo in giro il mio cliente, produce una linea di vestiti eleganti e non mi posso certo avvalere di ragazzine, ho bisogno di donne di classe, belle ma non irraggiungibili, e lei farebbe proprio al caso mio… ” insistette approfittando per lusingarla.

Marisa, scosse nuovamente la testa, poi si alzò
“Mi dispiace deluderla ma non m’interessa, ora devo proseguire ed anche lei avrà di meglio da fare che perdere tempo con me” disse, lui si alzò e le porse la mano
“Grazie comunque per essermi stata ad ascoltare”, a Marisa piacque la stretta decisa del giovane e mentre lui la tratteneva un poco più del necessario lui fece l’ultimo affondo
“Un vero peccato, sarebbe stata una modella stupenda, se per caso ci ripensasse…. ” ed abbandonandole la mano le passò un biglietto da visita.

Marsisa si allontanò ridacchiando, completò il suo giro e tornò a casa, ma il pensiero le ronzava nella mente.
Si sorprese anche ad osservarsi allo specchio compiaciuta di quello che vedeva, le lunghe e bellissime gambe, il viso aggraziato, la morbida curva dei fianchi ed il seno ancora pieno e sodo.

Alla sera, quando rimase sola con Alfonso, suo marito, non seppe trattenersi dal raccontargli quanto accaduto e rimase sorpresa quando lui le domandò
“Cosa intendi fare, accetterai ? ” sembrava che l’unica a pensare di non poter essere una modella fosse lei
“Mi stai prendendo in giro ? ” gli domandò. Ma lui le sorrise e le disse
“Se il ragazzo è effettivamente un fotografo ed è serio, perché no, io francamente ti preferisco alle ragazzine….. ”

Il complimento la scaldò e quando andarono a letto fu lei per una volta a prendere l’iniziativa, scivolando silenziosamente sotto le coperte ed impossessandosi rapidamente del membro di Alfonso…….

Nelle settimane successive, continuò a pensare alla proposta del giovane fotografo, sino a che non si trattenne più e gli telefonò
“E` ancora valida la proposta ? ” domandò, lui le rispose di si, e l’indomani s’incontrarono per definire i dettagli.

Alcuni giorni dopo, Marisa iniziava il suo nuovo lavoro di modella, ed per evitare ogni sorpresa, si fece accompagnare da Alfonso, costringendolo a prendere un giorno di ferie.
Il servizio ebbe un gran successo, e da quel giorno per Marisa, la professione di modella divenne un piacevole diversivo, un modo per rompere la quotidianità.

Marisa scoprì che quel gioco le piaceva, che amava indossare bei vestiti e farsi fotografare.
Ruggero, il fotografo, era molto bravo, molto professionale, sapeva metterla a suo agio, guidarla e nello stesso tempo lasciarla spontanea, tra i due ben presto s’instaurò un’ottimo rapporto.
Quando si trattò di posare per una linea di costumi da bagno, per la prima volta Marisa si sentì imbarazzata nel mostrare il suo corpo al giovane, nell’assumere pose calde e sensuali.

Ma passata la paura iniziale, Marisa, incominciò a divertirsi, e gli elogi di Ruggero, la inorgoglirono ed eccitarono, godeva nel mostrare il suo corpo all’obiettivo, nell’immaginare l’effetto che quelle immagini avrebbero fatto suglio uomini che avrebbero sfogliato i cataloghi.
In una pausa, si accorse che anche Ruggero si era inequivocabilmente eccitato e quando ripresero il lavoro Marisa, senza nemmeno accorgersene, fu ancora più calda e provocante e lentamente si eccitò sempre di più.

I grossi e scuri capezzoli incominciarono ad ergersi, premendo contro la stoffa del costume, sentì il calore diffondersi dal suo ventre in tutto il corpo.
Un profondo silenzio regnava nello studio di Ruggero, spezzato solo dagli scatti e dai loro respiri sempre più pesanti, lui si avvicinò a lei, scattandole primi piani esagerati, lei lo ricambiò con sguardi sempre più intensi ed ad un certo punto, lui si arrestò fissandola con la macchina fotografica in mano.

Quando si chinò su di lei, Marisa non si sottrasse e le loro labbra si unirono, la lingua di Ruggero si fece largo tra le morbide labbra, lo sentì posare la macchina, poi sentì le mani sui suoi seni, scostare avidamente la stoffa, raggiungere i capezzoli stuzzicandoli piacevolmente.
Marisa mugolò, mentre le sue mani si muovevano rapide, raggiungendo la lampo dei pantaloni di Ruggero.

Era come impazzita, con rapide mosse, liberò il membro del giovane, lo accarezzò e poi si staccò dalle labbra di Ruggero.
Lui si rialzò e Marisa si ritrovò con il glande di fronte al proprio viso.
Le labbra si dischiusero e lo accolse in bocca, Ruggero mugolò, mentre la sua mano le accarezzava gli scuri capelli.
Il contatto con la carne calda e vibrante, l’esaltò, e Marisa si mise a succhiarlo con foga affondandoselo profondamente in gola, frullando frenetica la lingua.

I pantaloni di Ruggero caddero a terra, lui si liberò dell’impaccio delle mutande mentre Marisa non si staccava dal suo membro, Ruggero dovette staccarla di forza e la fece stendere infilandosi tra le sue cosce.
Le mani ansiose di Marisa scostarono le mutandine del costume scoprendo il folto e scuro cespuglio.

Quando il durissimo membro si appoggiò tra le sue grandi labbra, e spinse con decisione iniziando ad affondare in lei, Marisa si strinse con forza a Ruggero, premendogli i seni contro il petto ed iniziò a godere fremendo sotto il corpo del maschio.

Ruggero non era meno eccitato di lei, prese a muoversi con foga, scorrendo profondamente nel suo caldo ventre.
Marisa gli passò le gambe intorno alla vita, lo aiutò ad affondare ancor di più in lei.
La bocca di Ruggero le stuzzicava i capezzoli, succhiandoli e mordicchiandoli, ravvivando nuovamente la sua eccitazione.
Sentiva le mano avide palparle le cosce, stropicciarle le natiche e quando lui esplose dentro di lei, anche Marisa venne scossa anch’ella da un violento orgasmo ed i due si ritrovarono abbracciati ed esausti.
Non parlarono nemmeno quando iniziarono a ricomporsi.
Marisa si rivestì e se ne andò, mentre iniziava ad essere assalita dai sensi di colpa.
Per la prima volta in vita sua aveva tradito suo marito…….
Era appena arrivata a casa quando il telefono squillò.
Era Ruggero,
Lei riconobbe la voce ed ammutolì mentre una tempesta d’emozioni la sconvolgeva.
Lui parlò lentamente
“Marisa scusami, è stata tutta colpa mia, non accadrà più ma non lasciare che questo cambi nuovamente la tua vita. Ti piace fare la modella, lo so, ne sono certo e non voglio che per colpa mia tu decida di abbandonare….. ” iniziò a dire Ruggero.

Quando ebbe finito, Marisa non riuscì comunque a parlare e lui aggiunse
“Hai bisogno di tempo, prenditi un po di tempo, ti richiamerò io…. ” e dal momento che lei non parlava ancora Ruggero riattaccò, Marisa rimase ancora a lungo con il telefono in mano prima di decidersi a posarlo.

Passarono i giorni, e per Marisa, rimanere a casa, tornare alla solita quotidiana routine dopo aver assaporato l’ebbrezza di quel nuovo mondo, diveniva ogni giorno più insopportabile, ben presto superò i sensi di colpa, mentì a se stessa dicendo che era stato solo un episodio casuale, che non sarebbe mai più accaduto ed alla fine, ritornò a posare per Ruggero e, come inevitabile, divenne la sua amante.

Il loro era un continuo gioco, lei lo stuzzicava assumendo pose provocanti indossando abiti scollati, gonne cortissime e facendosi fotografare.
Lui la incitava, la spronava e la elogiava in continuazione sino a che non finivano l’uno tra le braccia dell’altra scatenati in interminabili amplessi.
Lui la convinse a posare nuda, in pose sempre più audaci e poi addirittura oscene.

Per la prima volta in vita sua Marisa si ritrovò a giocare con il proprio corpo ed un immenso dildo proprio davanti all’obiettivo di Ruggero che continuava a scattare.
Un giorno, Marisa, rovistando nell’archivio di Ruggero, scoprì una sterminata raccolta di foto pornografiche.
Fu dapprima sconvolta dalla crudezza di quelle immagini, poi incuriosita nello scoprire di cosa fossero capaci le ragazze delle foto.

Ruggero rientrò e lei non seppe trattenere un sussulto, quasi fosse una bambina scoperta a rubare la marmellata.
Lo fissò senza parlare tenendo in mano le foto.
Lui le sorrise e le si avvicinò
“Non faccio solo servizi di moda, anche questo genere è molto richiesto e soprattutto ben pagato.
Vieni, andiamo a guardarcele con calma, c’è sempre qualche cosa da imparare nella vita……. ”

La prese per mano e la portò nel retro dello studio, sul letto dove tante volte si erano scatenati assieme.
Si spogliarono, e lui prese ad accarezzarla, mentre insieme sfogliavano le foto, e lui continuò a parlare sempre raccontandole di come avesse tante volte desiderato di farle quello che accadeva nelle foto.
Marisa ebbe un sussulto quando lui le indicò una foto dove una giovane brunetta veniva furiosamente sodomizzata da un’imponente stallone di colore.

Suo malgrado Marisa si eccitò, lui se ne accorse ma continuò accarezzandola con sempre maggior decisione, mentre iniziava a mostrarle nuove foto, sempre più forti, con gigantesche ammucchiate, più donne impegnate con un solo uomo, o più uomini impegnati con una sola donna.

Alla fine gettarono a terra le foto e si allacciarono baciandosi i rispettivi sessi, poi Ruggero la scopò in mille posizioni sino ad esplodere proprio davanti al suo volto irrorandola con il proprio caldissimo seme.
Si era fatto tardi, e Marisa quel giorno fu costretta a rivestirsi e tornare a casa, ma in seguito tornarono sull’argomento, e Ruggero incominciò ad insistere perché lei estendesse il suo campo d’azione divenendo modella anche per i suoi servizi pornografici.

Le sue insistenze erano fatte con molto tatto, lui stuzzicava la fantasia di Marisa, il suo orgoglio paragonando il suo corpo maturo a quello delle insipide ragazzine dei suoi servizi.
Dapprima Marisa rispose con sonore risate, fermamente convinta che lui scherzasse o fosse impazzito, ma lentamente venne soggiogata dall’idea.
Un pomeriggio, mentre lei e Ruggero erano sdraiati sul letto ancora abbracciati dopo un furioso amplesso lui incominciò a raccontarle un sogno che aveva fatto e che ora desiderava poter realizzare e fotografare.

Naturalmente il sogno la vedeva protagonista impegnata in mille acrobazie sessuali e mentre lui parlava con voce calma e sognante, anche Marisa incominciò ad immaginarsi le scene che lui le descriveva ed incominciò ad eccitarsi.
E fu allora che Marisa confessò a Ruggero di essere stata sempre torbidamente attratta dalle donne, ma di non aver mai avuto il coraggio di avere rapporti lesbici.
Lui la lasciò parlare, continuando ad accarezzarla dolcemente e Marisa proseguì, quasi fantasticando, e raccontandogli che le sarebbe piaciuto provare un gioco a tre con la brunetta della foto che l’aveva tanto colpita il primo giorno ed il nero che in quella foto la sodomizzava con il suo enorme bastone d’ebano.

Lui le sollevò la testa e la baciò, poi le sussurrò
“Muoio già dalla voglia di vedervi e fotografarvi, sarai la protagonista ed allo stesso tempo la regista delle tue fantasie…. “.

L’attesa del gran giorno per Marisa fu estenuante, ma alla fine Ruggero le confermò di aver organizzato tutto per il giorno successivo e quella notte non riuscì a dormire ed eccitatissima fece all’amore più volte con suo marito.

Per lei poi fu un vero tormento dover scattare le foto che aprivano il servizio, le parve che il tempo non trascorresse mai mentre una tempesta d’emozioni la scuoteva nell’animo e nel corpo.
Poi finalmente giunse il momento fatidico, e secondo quanto concordato, Marisa allungò la mano iniziando ad accarezzare le cosce di Elena, la brunettache sarebbe stata sua partner nel servizio, risalendo sempre più.

La mano quasi le tremava mentre la giovane si voltava a sorriderle e lentamente divaricava le belle cosce per facilitarle il compito.
Poi seguendo l’istinto Marisa sollevò completamente la gonna della giovane scoprendo il pube completamente depilato e il roseo splendore della vagina.
Elena emise un leggero gemito mentre le dita di Marisa iniziavano a frugarla tra le grandi labbra alla ricerca del clitoride.

Poi Marisa si chinò e per la prima volta in vita sua iniziò a leccare una donna.
Ruggero si avvicinò per immortalare con un bel primo piano la sua lingua che scorreva tumida sul clitoride di Elena, e la consapevolezza dell’oscenità di quell’immagine la sconvolse ed iniziò a pensare a quanti maschi si sarebbero masturbati guardando quelle immagini.

Era giunto il momento in cui doveva entrare in azione il nero, Marisa sentì le forti mani di John, afferrarla per i fianchi, sollevarle la gonna ed abbassarle le mutandine.
Le labbra carnose del nero presero a scorrere sulle sue sode chiappe, mentre le mani l’accarezzavano abilmente, Marisa aveva cercato di prepararsi mentalmente a quell’istante ma fu comunque sorpresa dalla forza della sua reazione e quando la ruvida lingua del maschio si posò tra le sue grandi labbra, smise di leccare Elena ed iniziò a gemere sotto le inarrestabili sferzate del suo primo orgasmo.

Marisa non si era ancora completamente ripresa che le mani possenti di John la costringevano a sollevarsi ed iniziavano a spogliarla.
Anche Elena dopo essersi rapidamente liberata del vestito partecipò ed alla fine Marisa rimase solo con le calze ed il reggicalze.
Venne nuovamente fatta sedere sul divano. John spinse Elena ad inginocchiarsi tra le cosce di Marisa ed ancora una volta la donna esplose in un gemito incontrollato quando la brunetta iniziò a leccarla.

Ma ben presto la sua bocca spalancata per l’urlo di piacere, venne colmata dall’enorme e nerissimo cazzo di John e Marisa iniziò a succhiarlo con avidità mentre le sue mani vagavano sull’erculeo corpo del nero.
Gli succhiò la cappella cercando invano di ingoiarlo completamente, poi si dedicò a cesellare con la lingua l’asta ed i coglioni mentre il nero si spogliava con lentezza.

Rimasto nudo si chinò stando attento a non sottrarre a Marisa il membro.
Le sue dita divaricarono le chiappe di Elena e poi profanarono il giovane sfintere. Marisa continuava a succhiare ed allo stesso tempo fissava morbosamente la scena.
Il gigantesco nero, le sorrise poi si staccò da lei e si portò alle spalle di Elena e con pochi decisi colpi affondò nel suo delizioso culetto.

Per un poco Marisa rimase immobile a guardare ed a gustarsi la lingua di Elena, poi irresistibilmente attratta si spostò ed andò a fianco del nero a leccare il bastone che scorreva veloce nel culo della brunetta.
E poco dopo sentì le dita di John penetrare nel solco delle sue natiche e premere con decisione sul suo stretto sfintere.

Non era nei piani, non faceva parte del copione, eppure ad un tratto Marisa si ritrovò a desiderare che quell’enorme cazzo le sfondasse il culo, si alzò e baciò freneticamente il nero poi si mise carponi a fianco di Elena e lo implorò d’incularla.
E John l’accontentò.
Marisa urlò, si contorse, ma non si sottrasse mentre Ruggero immortalava le sue smorfie di dolore e di selvaggio piacere.

Scossa dai potenti affondo del nero Marisa venne in modo travolgente, e poi crollò a terra mentre John continuava a stantufare in lei.
Elena si stese con il viso sulla schiena di Marisa ed il nero ormai prossimo all’orgasmo all’ultimo istante estrasse l’enorme membro e ricoprì di bianchissimo sperma le giunoniche chiappe di Marisa ed il bel viso di Elena……

Ruggero posò la macchina fotografica e fissò l’espressione distrutta ma felice di Marisa e ne fu certo, per lei a quarant’anni, quel giorno segnava l’inizio di una nuova vita……. FINE

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