è un po’ di giorni che soffro di mal di testa e mi sembra che con il trascorrere dei giorni questo dolore aumenti di giorno in giorno.
All’inizio era una emicrania leggera e continua, ma ero già preoccupato dato che mi capitava raramente di soffrire così a lungo per queste cose, ma mi dicevo che era lo stress o l’aria di questa Milano.
Poi il dolore continuò ad aumentare, non mi dava pace, non mi faceva dormire, andava a onde: momenti di relativa pace a momenti di intenso dolore, sempre più crescente.
Incominciai a fare ogni possibile esame e il dottore, dopo l’esito negativo dell’ennesimo esame, incominciava ad insinuare che probabilmente non c’era una vera causa fisica ma che magari era dovuto a qualche causa psicologica.
E il dolore non cessava, ero costretto a stare a casa continuamente,
finchè un giorno spinto dalla necessità di andare a comprare qualche cosa da mangiare mi decisi ad uscire.
Il dolore era in una fase calante, o almeno cosi mi sembrava, così presi la macchina e mi avviai al supermercato, percorsi la strada in uno stato di paura, una paura che non mi abbandonava già da tempo, la paura che il dolore aumentasse e mi soffocasse.
Parcheggiai la macchina e senti il dolore come fluire verso la mia testa aumentare e riempire piano piano ogni incavo del mio cranio, divenire insopportabile, sempre più insopportabile, mi piegai sulla strada e all’improvviso vidi buio.
Aprii gli occhi proprio quando qualcosa, un viso credo che si china su di me e sento un sibilo non so cosa sia , piano piano incomincio a distinguere meglio i suoni e a vedere meglio.
è un infermiera !! che mi dice:
-Come sta? Signor G. mi sente come stà? si sente meglio? .
Cerco di aprire bocca ma ogni minimo movimento mi sembra pesante, come se mi richiedesse uno sforzo che non sono in grado di compiere.
Non mi resta che fissare l’infermiera con uno sguardo spaventato e allo stesso tempo interrogativo.
L’infermiera sembra capire:
-Non si preoccupi lei è sotto sedativi è la cosa migliore dopo quello che le è successo.
Questa risposta fa aumentare i dubbi che già avevo e che vagano nella mia testa come pesci in un liquido 10 volte più denso dell’acqua,
e non mi resta che consolarmi con il fatto che l’infermiera è proprio carina e riesco a intravedere l’inizio dei seni quando questa si piega su di me.
Mi rendo conto di essere in una stanza da solo e il posto non sembra un ospedale normale, il letto è di quelli da clinica di lusso con i comandi elettronici e la stanza e molto luminosa e con l’aria condizionata, di certo non posso permettermelo!!
Dopo un po’ è arrivato un dottore:
-Salve signor G. il suo caso è decisamente singolare, per questo lei è stato portato qui, sicuramente si sarà accorto che questo non è un ospedale normale, infatti noi trattiamo casi come lei con i suoi problemi e le sue caratteristiche.
Non riuscivo a capire il senso del suo discorso allora dissi le parole che ogni malato dice in un letto d’ospedale:
-Che cosa ho dottore?
-Perchè sono stato portato qui?
-Lei non è malato signor G. di questo non si deve preoccupare, ma le risposte a tutte le sue domande non possono essere date adesso.
Possiamo solo dirle che lei si è accasciato a terra in un parcheggio di un centro commerciale e poi chiunque si avvicinava al suo corpo veniva respinto da una misteriosa forza, per questo siamo intervenuti noi.
Il dottore dette queste parole guardò la mia cartella e diede un occhiata ai monitor e se ne andò lasciandomi solo, impietrito dalle sue parole.
Nei giorni seguenti il mal di testa era misteriosamente svanito lasciando dietro di sè solo un continuo ma sommesso ronzio nella mia testa, nonostante questo ero debole e non riuscivo a muovermi completamente ne tantomeno ad alzarmi mi sentivo come drogato..
L’infermiera continuava a venire ad intervalli regolari sia la prima sia altre 2 altrettanto carine e nonostante la mia debolezza stranamente incominciavo a fantasticare sui loro corpi e la mia eccitazione saliva di giorno in giorno.
Potevo premere un pulsante per chiamarle in qualsiasi momento.
Una sera però mi svegliai all’improvviso da un sogno terribile di cui non ricordavo niente e che mi aveva lasciato madido di sudore e con la gola come se fosse stata un deserto.
Avevo una sete una tremenda sete e non riuscivo ad afferrare il pulsante di chiamata, il bicchiere già pieno era sul mio comodino poco distante da me, ma non riuscivo ad alzarmi e la gola era tanto secca che no riuscivo a parlare, mi sembrava di impazzire guardavo il bicchiere ma non riuscivo a farci niente.
E all’improvviso accadde qualcosa di strano, forse stavo ancora sognando, il bicchiere si alzo leggermente rimase per un attimo sospeso e si spostò leggermente e poi cadde per terra, lasciandomi oltre che sorpreso con una spossatezza infinita.
Il rumore dello schianto doveva essere stato udito dall’infermiera che entrò quasi subito, e l’ultima immagine che vidi fù l’infermiera che si chinava per raccogliere il bicchiere lasciandomi la bellissima visione delle sue gambe e il desiderio almeno di vedere qualche cosa di più, subito dopo caddi addormentato.
Quando mi svegliai c’era l’altra infermiera a cui ho chiesto cosa era successo la sera precedente.
“Niente di particolare Lucy mi ha detto che durante la notte l’unica cosa che era successa era stato un bicchiere che è caduto nella tua stanza, si vede che era stato messo male, insomma proprio una noia! .
A volte questo lavoro non riserva molta avventura! .
Ma allora era vero non era un sogno quello che è successo questa notte!!
Per alcuni giorni seguenti rimasi sempre tra il cosciente e l’incosciente, poi incominciai a essere sempre più lucido ma sempre invalido anche incominciava a farsi sentire l’astinenza di troppo tempo!! Segnale che mi sentivo bene.
Comunque non mi riuscivo ad alzare.
Un giorno durante il turno di Stefy quella della domanda del bicchiere, non la più carina delle tre.
Ma oggi era particolarmente eccitante.
Sotto il camice abbottonato al 4 bottone faceva bella mostra una camicetta bianca di lino che faceva vedere l’attaccatura dei suoi bei abbondanti seni, che premevano prepotentemente sul tessuto.
Stefy stava sistemandomi il letto e io non riuscivo a staccare gli occhi dal suo seno, era diventata la mia luce, mi ipnotizzava.
Volevo vedere di più avrei voluto toccare quel paradiso!
E all’improvviso mentre guardavo spudoratamente quel ben di dio , saltò un bottone della camicetta poi un altro e seguito, quasi in una scena al replay, dal terzo.
Il suo seno esplose dal suo petto e io potei vedere due magnifici capezzoli con un aureola scura e un capezzolo rosso intenso.
Stefy rimase sorpresa e quasi meravigliata da quello che era successo , poi si rese conto della situazione e con calma quasi come se infondo non volesse si mise un braccio sul petto e anche l’altro coprendosi.
Proprio mentre io cercavo di alzare la mia mano, però troppo lentamente!!
Stefy disse che si scusava, si girò e si fermò per un po’ e poi uscì.
Mi sentivo stanco ma meno di quanto ero stato l’ultima volta.
Incominciavo ad avere un dubbio.
Ero stato io? Io credo di si!
Sarebbe incredibile , non è possibile, e se posso fare questo, cosa altro posso fare? FINE
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