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Un’incontrollabile attrazione

Tutto accadde in una torrida giornata estiva di qualche anno fa, avevo quindici anni allora, ed ero solito passare le mie giornate in compagnia di una ragazza, di qualche anno più grande di me, con la quale ero praticamente cresciuto insieme. Di conseguenza la consideravo più una sorella che una semplice amica, è proprio in base a tale tipo di considerazione, non avrei mai pensato a lei in relazione al sesso. Ma tale mio modo di pensare e di vedere le cose, quel giorno cambiò radicalmente. Forse fu a causa di qualche scarica ormonica particolarmente intensa, oppure una semplice necessità biologica, fatto sta che quando mi recai a casa sua quel giorno (cosa che accadeva abitualmente) e la vidi, qualcosa scattò nella mia testa. Fu come se qualcuno avesse improvvisamente acceso una luce in una stanza, che fino ad allora era stata completamente buia, e la vidi per quello che realmente era, una donna, o quanto meno una ragazza che si apprestava a divenire tale. Lei era lì di fronte a me, come era stata tante altre volte in passato, eppure così inspiegabilmente diversa. , bella di una bellezza che mai avrei immaginato in lei. Ricordo quei suoi lunghi capelli corvini, e quel suo sguardo così intenso fra le nere e folte ciglia. Di come mi ero perso nei suoi occhi, limpidi ed azzurri come un cielo estivo, e del modo in cui mi sorrideva, con quelle sue labbra carnose e rosse, quasi purpuree, ed in quel sorriso mi parve d’intravedere una sorta di maliziosa ingenuità, che mai avevo scorto prima. Ma se il suo viso mi aveva affascinato, il suo corpo non era certo da meno: indossava una maglietta troppo stretta per contenere il suo seno sodo e prosperoso, ed una minigonna nera che lasciava in bella mostra le sue gambe statuarie. La mia eccitazione accrebbe quando mi resi conto che sotto la maglietta non indossava nulla, ne ebbi la prova inequivocabile quando vidi distintamente la forma dei suoi capezzoli delinearsi sotto il tessuto leggero della maglietta. Riflettendoci bene, di tutto quello che accadde, l’unica cosa che non riesco a spiegarmi, è il motivo di tutta quella improvvisa e incontrollabile attrazione che provavo nei suoi confronti, in quanto l’avevo già vista altre volte abbigliata in modo analogo, e non aveva sortito in me alcun effetto. La solo considerazione che posso fare, è che la natura umana è alquanto strana a volte, quando credi di averla finalmente compresa ti rendi conto che è incomprensibile. Non so se si accorse dello strano modo in cui la guardavo, ma credo fosse così evidente che se ne sarebbe accorto anche un cieco. Comunque per non sembrare più strano del solito, decisi di sedermi sul divano, cercando di apparire il più disinvolto possibile. Impresa che si rivelò più ardua di quanto avevo inizialmente previsto, quando lei mi si sedette accanto, accavallando le sue sinuose gambe. Me ne stavo lì solo con lei (i suoi erano fuori per lavoro) cercando disperatamente di intavolare un discorso, possibilmente coerente, tanto per distrarmi e tenere un certo contegno. Mentre il mio sguardo, per quanto mi sforzassi continuava a soffermarsi sul suo seno così invitante, e sulle sue gambe. Non so se quel giorno fosse davvero caldo come io lo ricordo, l’unica cosa che so per certo, è che io mi sentivo soffocare. Alla fine lei dovette rendersi conto del mio stato d’animo, poiché mentre ero ancora intento a cercare di controllare le mie reazioni, mi prese dolcemente la mano, e se l’appoggiò sul seno dicendomi: “Puoi toccarlo, se è questo che vuoi. ” Io dopo alcuni interminabili attimi di terribile imbarazzo, riuscì a guardarla negli occhi, ed in essi vidi albergare lo stesso incontenibile desiderio che sentivo bruciare nei miei, allora mollai ogni indugio e cominciai a palparle il seno con entrambe le mani. La sensazione che mi diedi il contatto con quel seno sodo e corposo, fu indescrivibile. Tanto che persa ormai ogni inibizione, le sollevai la maglietta e vi affondai il viso, baciandolo ed accarezzandolo. Le strinsi quei suoi grossi e rosei capezzoli, iniziando a mordicchiarli e leccarli, sentendoli ben presto divenire turgidi di desiderio, sotto i colpi della mia lingua. Poi la mia mano scivolò languidamente fra le sue cosce calde e vellutate, infilandosi maliziosamente sotto la gonna, fino a percepire il pulsare frenetico della sua fica, attraverso le mutandine, che presi ad accarezzare dolcemente, prima di intrufolarmi in esse e sentire sotto le dita un cespuglio di peli ispidi e folti, la sua vulva era bollente ed umida d’eccitazione. Presa anche lei, credo, dalla frenesia del momento, aprì le cosce, di modo che potessi meglio massaggiarle la fica, mentre con una mano, resa tremante dall’eccitazione, iniziò a sbottonarmi i pantaloni. Devo ammettere che per me fu una vera e propria liberazione, perché sentendo e vedendo quel giunonico corpo che mi si donava con tanta voluttà, il cazzo mi si era talmente irrigidito, che lo sentivo premere dolorosamente nella patta dei Jeans. Tant’è vero che quando tirò giù la lampo, sgusciò fuori, grosso e duro come non l’avevo mai visto prima, e la mia eccitazione si tramutò in vero e proprio godimento quando sentì la sua mano che lo afferrava avidamente, iniziando a masturbarmi in un movimento che divenne in breve frenetico. Nella mia mente esplosero una miriade di piacevoli sensazioni, come fuochi d’artificio in una notte stellata, quello che stavo vivendo era talmente bello, che ebbi un solo desiderio, condividerlo con lei. Farle provare lo stesso intenso piacere che lei stava donando a me. I movimenti della mia mano fra le sue cosce, divennero allora più intensi, e le mie dita annasparono fra i suoi folti peli, avvertendo la cedevole carne che contornava il suo invitante buchetto, che penetrai dolcemente, ma inesorabilmente, spingendomi sempre più a fondo dentro di lei. Fino a quando non la sentì contrarre i muscoli delle cosce al ritmo con cui il mio dito si muoveva nella sua fica bagnata, facendola mugolare di piacere. Sentendo crescere in me il desiderio di baciarla, di sentire le sue labbra sulle mie, alzai il viso da quel seno, su cui avrei voluto giacere dopo un’intensa notte d’amore, alla ricerca della sua bocca, del suo essere donna, e quando vidi il suo viso, su di esso vi era un’espressione che era insieme di libidinoso piacere e di estasiata felicità. Da ogni suo lineamento trasudava l’essenza stessa della sua sensualità. Poi le nostre bocche si unirono in un bacio che sperai non dovesse mai avere fine. Mentre sentivo le sue labbra calde ed umidi sulle mie, e le nostre lingue che si intrecciavano e avviluppavano in un vortice di passione, la sua mano continuava ad andare su e giù convulsamente sul mio cazzo ormai pronto ad esplodere, ed il mio dito penetrava sempre più a fondo dentro di lei. Quando mi resi conto che stava per venire, staccai le mie labbra dalle sue, e presi a penetrarla con maggior vigore, facendola sussultare in tutto il corpo. Quelli che fino a pochi istanti prima

erano stati semplici mugolii, divennero vere e proprie grida di intenso e inarrestabile piacere. Ansimava sotto i colpi del mio dito che la possedeva, finché non raggiunse un intenso e travolgente orgasmo, che le fece serrare le cosce, bloccandomi in esse la mano e spingendomi il dito ancora più a fondo dentro la sua fica ormai bagnata ed appagata. Rimase così per qualche minuto, come se fosse esausta, poi dischiuse le gambe liberandomi la mano, mi guardò con fare malizioso, avvicinò le sue labbra carnose al mio orecchio e mi sussurrò: “Ora voglio farti venire”. La sua mano, infatti, che nella convulsione dell’orgasmo aveva smesso di masturbarmi, riprese a scivolare su e giù sul mio cazzo. L’eccitazione in me era forte, e ben presto raggiunse il suo culmine, schizzandole sulla mano il mio seme caldo e bollente. FINE

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