Era ormai da tempo che avevo in mente di trascorrere una vacanza nel deserto e per questo motivo mi ero aggregata ad un gruppo di persone che si era ben organizzata con jeep e guida.
Il tour prevedeva parecchi giorni di viaggio con pernottamenti in tenda, in oasi attrezzate.
Il fatidico giorno della partenza era ormai arrivato e senza alcun intoppo e in poche ore ci siamo trovati in una terra completamente diversa dalla nostra, tutto, colori, odori , suoni e clima erano una piacevole scoperta, misteriosa ed eccitante al tempo stesso.
Il gruppo era composto da due ragazze, verosimilmente amiche , e da tre ragazzi, oltre al capogruppo , che vantava una ormai consolidata esperienza nel territorio medio-orientale.
Al secondo giorno del tour, l’anatomia del gruppo ormai era assai chiara: le due ragazze non avevano molto socializzato con i restanti componenti, forse c’era qualcosa di più che semplice amicizia tra le due, mentre noi cinque eravamo molto affiatati.
La serata prevedeva una sosta all’oasi, con cena e pernottamento in una tenda beduina, in un reale campo nomadi.
Mentre all’esterno la tenda sembrava una catapecchia, l’interno era completamente diverso: tappeti riccamente intessuti coprivano il pavimento, mentre lampade ad olio illuminavano l’ambiente, conferendo una luce ambrata e calda a tutte le suppellettili presenti, compresi i divani, stuoie colorate, ricche di cuscini, dove ci siamo sdraiati dopo esserci tolte le scarpe.
Mentre un gruppo di suonatori iniziava a modulare una musica molto caratteristica, alcuni beduini ci avvicinavano dei narghilè, invitandoci a fumare con loro.
Le due ragazze del nostro gruppo hanno subito declinato l’invito, invece i restanti membri del gruppo, me compresa, accettavano con entusiasmo di fare anche questa esperienza.
Per un po’ non ho provato altro che la stessa sensazione che si prova quando si fuma una banale sigaretta, per cui mi gustavo la musica, il caffè forte che ogni tanto dei solleciti beduini ci fornivano, le battute dei componenti del nostro gruppo.
La musica era molto ritmata e stava salendo di intensità, anche gli stessi suonatori sembravano muovere i loro corpi seguendo le note che essi stessi emettevano.
Non so come, ma mi sono ritrovata in piedi ed ho iniziato a danzare, sempre più presa dal ritmo.
Avevo molto caldo, così ho iniziato a spogliarmi lentamente, via un pezzo, poi un altro, presto sono rimasta solo con gli slip, per niente preoccupata di essere l’unica donna in mezzo a sguardi avidi, più che dei miei compagni di viaggio, che mi sembrava si confondessero con i tappeti, ero osservata con interesse dai suonatori e da altre figure che come per incanto erano apparse nella tenda.
Ma la musica mi stava prendendo sempre di più, avrei potuto volteggiare e contorcermi per ore e ore, non sentivo nessuna fatica.
Due uomini in particolare attiravano la mia attenzione, di loro vedevo solo gli occhi, scuri come due carboni, la loro espressione era intensa , ormai non esistevano più gli altri desideravo solo avvicinarmi a questi due personaggi velati.
Così ho fatto, uno dei due è scattato in piedi e mi ha costretta ad inginocchiarmi di fronte all’altro beduino, che ora si era scoperto il volto, mostrando una carnagione sorprendentemente chiara ed una barba e baffi estremamente curati.
Ero ancora in ginocchio quando ha iniziato ad accarezzarmi, le sue mani scorrevano sulla mia pelle, le sue dita giocavano con i miei capezzoli, poi repentine tornavano sul mio viso, scorrevano sulle mie labbra e penetravano nella mia bocca, ed io le succhiavo avidamente, desiderando disperatamente di poter leccare ogni centimetro del suo corpo, ancora nascosto.
Ero ancora in ginocchio quando si è alzato in piedi, e mi ha preso dolcemente la testa, spingendomela verso la sua tunica bianca.
Contro la mia bocca ho avvertito un inconfondibile gonfiore, allora con entrambe le mie mani l’ho afferrato ed ho potuto apprezzare tutta la sua maestosità, poi ho iniziato a sollevare la tunica bianca e finalmente mi è apparso, per subito scomparire nella mia bocca che lo ha succhiato e leccato avidamente, fino a quando con un sussulto mi ha inondato dei suoi umori.
La musica nel frattempo continuava incessante e solo allora mi sono resa conto che ero rimasta completamente nuda e che l’ultimo baluardo, gli slip, era stato eliminato da due mani avide, le stesse che mi stavano frugando dentro e che poi si aggrappavano alle mie mammelle, mentre venivo riempita dal secondo beduino, fino ad allora rimasto pazientemente in attesa.
La musica era sempre più incessante e le sensazioni che provavo erano sempre più forti, dolore e piacere erano un tutt’uno, in un parossismo che alla fine mi faceva perdere il senso della realtà, lasciandomi nella più totale incoscienza.
Il giorno dopo i miei compagni di viaggio erano già svegli di primo mattino, pronti per un’altra giornata nel deserto, nessuno mi ha mai fatto menzione de ciò che era successo nella serata precedente, eppure ancora oggi cerco di ritrovare, in tutte le persone che incontro, quei due occhii scuri , come carboni, che mi scrutavano e frugavano implacabili, nella speranza di poter provare ancora le stesse sensazioni di quella notte magica e misteriosa. FINE