Settembre 1982
La sua famiglia era povera…ed anche se a Anna sarebbe piaciuto continuare a studiare al termine della terza media fu costretta a smettere ed a cercarsi un lavoro inizialmente provò in fabbrica, ma non era portata… la sua mente fantasiosa… che spesso si estraneava dal mondo reale per inseguire i suoi sogni mal si adattava alla monotona routine della catena di montaggio… con effetti disastrosi che per due volte le fecero perdere il posto con la conseguenza più penosa per Anna… dover sopportare i rimbrotti di suo padre e sua madre.
Nei mesi successivi lavorò a ore… facendo le pulizie ora qua ora la sino a che un giorno recandosi al lavoro non vide il cartello appeso alla porta del banco dei pegni “Si cerca commesso tuttofare….”. Senza riflettere entrò.
Il signor Albrighi la guardò… Anna si rese conto che non avrebbe fatto una buona impressione e si maledisse per non aver riflettuto. Indossava i vestiti da lavoro… Jaens con le bretelle di suo fratello che le andavano larghissimi esaltando la magrezza del suo corpo alto e sottile.. una maglietta scolorita ma ricca di macchie ormai indelebili ed un cappellaccio che copriva i capelli ribelli.
L’uomo dopo l’iniziale sorpresa le sorrise “Ciao… che cosa posso fare per te ??” le disse “Ho visto il cartello…sarei qui per quel posto da commessa…” l’Albrighi annuì “Veramente io cercavo un commesso …. Potrebbe capitare di dover fare lavori pesanti…” rispose, ma Anna non si fece scoraggiare “Non si faccia ingannare dalle apparenze… sono magra ma robusta….” Disse piegando l’ossuto braccio e mostrando il bicipite. Sortì almeno l’effetto di far almeno ridacchiare l’Albrighi.
“Quanti anni hai ?? Hai finito la scuola ????” le domandò e Anna rispose decisa “Quasi quindici….e la scuola l’ho finita… se vuole le porto il certificato…..”Non c’è bisogno…. Guarda che la paga è bassa 50 la settimana, e il lavoro non è gran che….” Le disse ed Anna rispose “La paga va bene e per quanto riguarda il, lavoro…. Se quando mi annoio mentre lo faccio penso ai fatti miei pensa che sarà un problema ???” .
“Cosa intendi dire ???” domandò l’Albrighi guardandola con un poco di sospetto…. Lei si limitò ad alzare le spalle e a spiegare…”Mi dicono spesso che ho la testa tra le nuvole….. ho già perso due posti quando lavoravo alla catena di montaggio…..” rispose con sincerità. L’uomo rise “Questa non sarà una catena di montaggio….. penso che avrai spazio per sognare un pochino…. Comunque vedremo, ti prendo in prova per un mese….” Il volto di Anna s’illuminò “Fantastico… quando incomincio…. “Domani ti va bene….” E quando lei annuì aggiunse “Alle 8 allora… qui davanti e si puntuale…”. Anna rimase un poco li impalata sorridendo senza sapere bene che cosa fare sino a che lui non la scosse “E adesso fila via… ho da fare… ci vediamo domani”, la giovane uscì e felice.
Dicembre 1983
Anna piuttosto di malumore si mise sulla via del ritorno. Non aveva potuto svolgere la commissione che Albrighi le aveva affidato dal momento che aveva perso l’autobus ….a causa di uno stupido ragazzo che l’aveva importunata. Così aveva pensato di dare un colpo di telefono per avvisare del ritardo ed era venuta a sapere che non le avrebbero consegnato il pacco sino al primo pomeriggio… avrebbe dovuto spiegarlo all’Albrighi e la cosa non gli faceva piacere.
Quello dei ragazzi incominciava a diventare un vero problema……non c’era abituata anche se sapeva benissimo che quelle cose potevano capitare… ma a lei non era mai successo prima. Eppure a lei sembrava di essere sempre la stessa e non riusciva a capire perché ora si comportassero in quel modo e la cosa non le piaceva affatto. Se avesse capito forse avrebbe potuto evitarlo …. Ed invece….
Giunse davanti alla porta e fece per entrare ma la trovò chiusa…..solo allora vide il cartello “Torno subito….” Albrighi non sapeva che lei sarebbe tornata così presto ed evidentemente avendo bisogno d’uscire aveva chiuso. Per fortuna Anna aveva la chiave. La cercò nella tasca dei jeans troppo larghi e poi aprì entrando.
Stava togliendosi il giaccone ed appendendolo quando senti una risata che la fece trasalire….per un attimo ebbe paura, qualcuno doveva essere entrato per rubare…. Approfittando dell’assenza di Albrighi. Si guardò intorno alla ricerca di qualche cosa di pesante per difendersi… e darsi sicurezza… poi avrebbe gridato ed attirato l’attenzione dei passanti…. Individuò un pesante candelabro in bronzo e, cercando di non far rumore si avvicinò per prenderlo. Teneva sotto controllo la porta dell’ufficio di Albrighi con la paura di vederne uscire qualcuno prima di essere pronta a difendersi….
“Dio Valeria… mi sai spiegare perché facciano i reggiseni così maledettamente difficili da togliere ???” sentì dire…… e si bloccò riconoscendo la voce dell’Albrighi “Ma non era uscito ???? Che ci fa qui se ha messo il cartello….” Pensò Anna “Autodifesa mio caro ……potete riuscire a sfilarcelo solo se noi ve lo consentiamo…..” rispose una voce di donna. Ora che aveva sentito il nome Anna riconobbe la voce della signora Martini… era lei che aveva riso poco prima. La Martini era una donna che tutti giudicavano bellissima… ma che Anna trovava molto antipatica… sempre elegantissima… dalle movenze strane… che solidamente Anna vedeva solo al cinema o in televisione.
“Lascia fare a me….” Riprese la Martini “Tata !!!!!” imitando il suono della banda al circo “Ti piacciono ????” le sentì domandare “…. Le più belle tette della città……” rispose Albrighi con un’intonazione di voce che Anna non gli aveva mai sentito. Anna stentava a credere a quello che le sue orecchie le suggerivano….. eppure dalle parole sembrava proprio che la Marini si fosse tolta il reggiseno e se ne stesse di fronte all’Albrighi a seno nudo.
Anna era incerta… aveva il presentimento che sarebbe stato meglio per lei andarsene… ed in fretta, ma d’altra parte la sua curiosità la spingeva a rimanere per capire che cosa stesse realmente accadendo…. dopo pochi secondi la curiosità ebbe il sopravvento “Sembrano fatti apposta !!! Tu che ne dici….” Sentì dire alla Martini “Dico che non te la cavi male Valeria….” Rispose l’Albrighi.
Anna iniziò ad avvicinarsi a piccoli passi, attenta a non fare rumore. Giunse vicino alla porta socchiusa e potè sbirciare dalla fessura tra lo stipite e la porta stessa, sicura di non essere vista. Quello che vide la lasciò molto perplessa… Non vedeva gran che per la verità. Franco Albrighi se ne stava seduto sulla sua poltroncina… mentre Valeria era davanti a lui… inginocchiata…. La testa era chinata e i lunghi capelli biondi ricadevano in avanti nascondendole il viso…. Anna era solo certa di una cosa… indossava la gonna ma al di sopra di quella non c’era più nulla… se ne stava con le tette al vento…..
Sorpresa ed ulteriormente incuriosita Anna si domandò che cosa stesse facendo la donna in quella strana posizione… ad un tratto la vide alzare la testa gettando indietro i capelli. “Buonissimo.come al solito….” Disse ridacchiando la Marini “Anna non ci fece molto caso…. I suoi occhi erano fissi sul petto della donna… che lei giudicava enorme….e che Valeria teneva tra le mani… quasi a voler stringere i seni l’uno contro l’altro. Ma non fu quello a calamitare la sua attenzione…. Fu quella strana cosa che spuntava tra i due seni… era grossa e di un color rosso intenso…. Anna stentava a credere che potesse essere quello che lei pensava che fosse.
Le era capitato di vedere suo fratello nudo… e quindi sapeva com’erano fatti gli uomini… ma non poteva nemmeno immaginare che potesse diventare una cosa simile…. Rimase ancor più stupita quando vide la Martini chinarsi e la tumida lingua iniziare a lambire la grossa escrescenza rossa come se fosse un cono gelato “Brava… leccalo bene che tra poco ti sistemo io…..” ruggì Albrighi con una voce che fece tremare Anna… ma che provocò solo una risatina della Martini “Non aspetto altro”.
Anna poco dopo vide l’Albrighi alzarsi e prendere a sfilarsi i pantaloni… ora Anna non poteva avere più dubbi…. Il cazzo… in quel momento non le veniva in mentre nessun altro nome… anziché starsene pendente tra le gambe come aveva visto in passato se ne stava diritto… quasi come se fosse stato di legno….. qualcuna delle ragazze che conosceva qualche volte aveva favoleggiato di un simile evento, ma Anna prima di allora non vi aveva mai prestato fede.
Subito dopo vide l’Albrighi prendere Valeria e farla alzare…. Le sollevò la gonna ben oltre i fianchi e Anna potè vedere chiaramente che non portava le mutandine. Poi Albrighi la fece sedere sulla scrivania ed infilatosi tra le gambe di lei spinse il durissimo membro dentro di lei….. Ora Anna sapeva chiaramente cosa stavano facendo quei due… guardò la scena con un misto di paura e di curiosità… senza riuscire a staccare lo sguardo. La sorprendeva soprattutto il viso di Valeria… sembrava deliziata… ed invece Anna aveva sempre sentito sua madre parlarne malissimo… ed anche una ragazza che si era vantata di averlo fatto aveva confessato che era “Molto doloroso….” Sul viso della bionda non vi era alcuna traccia di dolore… anzi… ed anche se Valeria gemeva… quei rantoli non potevano certo essere scambiati per gemiti di dolore…..
Rimase li a guardarli sino a che non vide l’Albrighi spostarsi… questa volta teneva il suo cazzo in mano… ed agitava freneticamente la mano…. Vide Valeria alzarsi e tornare ad inginocchiarsi davanti a lui…. la bionda spinse la lingua fuori dalla bocca e contemporaneamente la spalancò. La lingua prese a scorrere velocemente sulla punta del cazzo di Albrighi continuando sino a che Anna non sentì l’uomo emettere strani gemiti e ruggiti…. Poi la giovane vide uno strano liquido bianchiccio schizzare dalla punta del cazzo di Albrighi… alcune gocce finirono nella bocca di Valeria… sulla lingua… altre sul viso e sui biondi capelli…. Poi la pioggia improvvisamente come era iniziata cessò anche se i gemiti di lui continuarono ancora un poco mentre la bionda chiedeva la bocca deglutendo e leccandosi le labbra.
Dai movimenti dei due Anna intuì che tutto doveva essere finito e che per lei era meglio togliersi dai piedi…. Uscì prendendo il cappotto e richiudendo con cautela la porta.
Maggio 1984
Se qualcuno avesse osservato dall’alto l’affollatissima via si sarebbe accorto che stava accadendo qualche cosa d’insolito. Apparentemente era una giornata come un’altra… un istante tra mille altri… eppure non capitava spesso di vedere tanta gente voltarsi al semplice passaggio di una ragazza, e non solo uomini soli, ma anche quelli che camminavano al braccio della legittima conserte o fidanzata non riuscivano a trattenersi dal voltare lo sguardo mentre le passavano a fianco…. Quella sera in molte case ci sarebbero state serie discussioni….
Era alta….anzi senza esitazioni la si sarebbe definita altissima se non fosse stato per l’incertezza sulla statura reale legata agli altissimi tacchi. Il suo viso poteva far impazzire qualunque pittore in cerca d’ispirazione e sotto l’elastico e leggero maglioncino girocollo risaltavano nettissime le forme opulente di un seno sodo ed orgogliosamente alto dai capezzoli grandi e decisamente prominenti. Non indossava ne gonna ne pantaloni, ma solo microscopici ed aderentissimi pantaloncini che lasciavano interamente scoperte le sue cosce lunghissime e perfette… almeno sino a quando le gambe non si perdevano negli altissimi stivali di pelle. Portava anche un lunghissimo soprabito scuro… ma malgrado l’aria fosse ancora tutt’altro che primaverile lo teneva ostentatamente aperto.
La visione d’assieme poteva sicuramente provocare più di un problema ai deboli di cuore……
Anna entrò nel Banco dei Pegni allegra e spensierata come al solito… da qualche tempo aveva scoperto che iniziare la mattina con una sana passeggiata poteva essere un’esperienza assai piacevole se non addirittura eccitante. Non esitava ammetterlo con se stessa, constatare lo scompiglio che poteva generare semplicemente camminando per strada le piaceva, le piaceva vedere quei sorrisi stralunati sui volti degli uomini che la ammiravano apertamente e, perché no, le piacevano anche gli sguardi furenti che le legittime compagne degli stessi le lanciavano.
Per Anna tutto quello era relativamente nuovo “Ciao Franco… sono arrivata…” disse “Ciao Cigno… stragi di cuori anche questa mattina ???” le rispose Franco. Da poco più di due Anni Franco le aveva appioppato quel soprannome “Cigno” riferendosi appunto alla strabiliante trasformazione che la ragazza aveva subito quasi improvvisamente. Anna sorrise ripensando alla prima volta che si era presentata a lui, alta magrissima… priva di qualunque femminilità…. ricordava il suo imbarazzo 3 anni prima quando improvvisamente il suo corpo era parso esplodere assumendo con sorprendente rapidità rotondità sino ad allora sconosciute che si erano di giorno in giorno accentuate e perfezionate sino a rasentare la perfezione ed allora lui aveva detto “Il mio brutto anatroccolo si è trasformato in un cigno…” confortandola in uno dei momenti di scoramento che in quel periodo l’assalivano.
“Nessun infarto… ma probabilmente in giornata qualcuno inizierà le pratiche per la separazione…” ridacchiò lei rispondendo alla sua battuta. Dopo aver appeso il soprabito si voltò e lo vide sulla porta del suo ufficio, la guardava e scuoteva la testa “Per fortuna ho ormai una certa età…. Non credo che da giovane sarei mai riuscito ad abituarmi al modo di vestire di voi ragazzine…” disse “Tu questa mattina devi esserti dimenticata d’indossare la gonna o i pantaloni….” Aggiunse. “E questi cosa sarebbero ???” scherzò Anna eseguendo una piroetta e muovendo sinuosamente le anche “Ai miei tempi sarebbero stati considerati scandalosi persino come mutandine.. figuriamoci come pantaloni…..” replicò lui.
Franco si voltò e ritornò nel suo ufficio. Diventava sempre più difficile convivere con Anna… lui l’aveva sempre considerata come una figlia o una nipotina… si era sinceramente affezionato a lei…. Ma ora era veramente difficile continuare a mantenere tali sentimenti. Ormai aveva quasi 50 anni compiuti, mancavano solo pochi mesi al suo compleanno, i suoi istinti incominciavano ad attenuarsi leggermente per cui poteva anche rimanere indifferente di fronte ad una bella donna… ma non certo di fronte ad Anna…. lei era troppo anche per un cinquantenne vissuto come lui…. “Dovrei farmelo tagliare…..” pensò con un poco di rabbia verso se stesso e la propria debolezza.
Anna si sedette alla sua scrivania ridacchiando tra se…. Anche quella mattina era riuscita a turbarlo, lui si sforzava di non mostrarlo, ma leggere il suo sguardo era per lei più facile che leggere uno di quegli immensi cartelloni pubblicitari che da qualche anno avevano preso a spuntare come funghi. Per lei era molto lusinghiero…
Franco non era un uomo qualunque e lei lo sapeva bene… poteva solo fare una stima approssimativa delle donne che aveva avuto negli ultimi 3 anni e il solo pensiero di quale sarebbe stata la cifra complessiva tenendo conto dell’età che aveva la faceva rabbrividire
Sentì il campanello della porta suonare e vide entrare una giovane, decisamente carina… solo di qualche anno più vecchia di lei Anna decise di approfittarne per stuzzicare Franco. Lui uscì dal suo ufficio e si avvicinò al banco dicendo come al solito “Buon giorno… cosa posso fare per lei ??”. Anna, che sapeva di non poter essere vista dalla ragazza che le dava le spalle, si divertì a scimmiottarlo.
Lo tenne d’occhio per tutto il tempo in cui parlò con la ragazza, poi quando la giovane se ne fu andata gli si avvicinò provocandolo “Che cosa ti succede ??? Stai forse male ?” gli domandò “Perché ?” rispose lui “Non è da te lasciarsi sfuggire così un simile bocconcino….” continuò Anna
Lui scosse le spalle “Sarà la vecchiaia….” ma lei non si lasciò scoraggiare.
“A giudicare dal sorriso della signora Malinverni l’altro giorno non direi che sei poi così invecchiato….” Da quando molto tempo prima aveva trovato il coraggio di confessargli che sapeva dei suoi incontri Anna si divertiva a sfruttare le occasioni opportune per ricordarglielo. Lui annuì “La signora Malinverni è una tranquilla signora di 38 anni… non una scatenata ventenne… ho imparato a conoscere bene i miei limiti….” Anna assunse un’espressione sconfortata.
“Vuoi dire che non ho speranze ??? E pensare che dal momento che sto per andare a vivere da sola pensavo di chiederti un prestito……” . Franco lasciò cadere lo scherzo, ma si dimostrò interessato alla notizia che lei gli aveva appena dato in anteprima “Vai a vivere da sola??? E perché mai ??” le domandò “Non stai bene a casa ?? Hai qualche problema ???” lei annuì pensosa.
“Prima credevo che scherzassi… ma mi sa che avevi ragione… sei proprio vecchio!!!! Perché mai dovrei avere problemi a casa solo perché voglio andare a vivere da sola ??? Sveglia nonnetto, siamo negli anni 80 ed è normale che una ragazza di quasi vent’anni, con un impiego sicuro, anche se con uno stipendio da fame, se ne vada a vivere da sola” lo canzonò rispondendogli “Ragazzina, per quanto riguarda lo stipendio se trovi di meglio….” Rispose Franco canzonandola a sua volta facendo il gesto di sgomberarle la strada che conduceva alla porta.
Anna assunse un’espressione altezzosa e postasi una mano sul fianco fece alcuni passi sculettando esageratamente “Credi ancora che non ci riuscirei ???” gli domandò fermandosi e sorridendogli lui fece una smorfia “Certo ma chi te lo farebbe fare ??? Non è forse un posto magnifico questo ???.
L’arrivo di un cliente interruppe la loro conversazione ed Anna tornò al suo lavoro soddisfatta per quanto era riuscita a fare. Fu sorpresa quando poco dopo che il cliente se ne fu andato Franco tornò da lei con tutta l’intenzione di rincominciare il discorso “Davvero Anna, cerchiamo di essere seri ora, perché vuoi andare a vivere da sola ???” le domandò. Questa volta fu lei a trovarsi a disagio, lui aveva assunto un atteggiamento al quale non era abituata… le sembrava quasi di sentire parlare suo padre.
“Dai Franco, c’è bisogno che te lo spieghi ??? Tu certe cose dovresti capirle!!!” rispose un poco infastidita “Ho quasi vent’anni e non mi va di dovermi giustificare con mia madre o mio padre ogni volta che faccio tardi o dover discutere ogni giorno per come mi vesto, per chi frequento…..” aggiunse per essere più chiara. Franco annuì “Ti ho vista crescere e non mi sembra che tu non ti sia mai fatta troppi problemi a fare sempre e comunque di testa tua….” Le rispose lui sorridendo sarcasticamente. Seppur irritata Anna non riuscì a trattenere una risatina….sapeva che quello che lui diceva era vero. “Non ti si smonta facilmente vero ???” e lui annuì “Solo con la verità…” le rispose lui.
Anna si sciolse e ridacchio “Dai Franco… non dirmi che non capisci…. Mi sono stufata di fare certe cose in posti scomodi generalmente freddi e decisamente poco ospitali….” Si sorprese nel vedere l’espressione che assunse il viso di Franco anche se lui si limitò a dire “Volevo sentirtelo dire…” e subito dopo abbozzò un sorriso che però risultò chiaramente forzato.
La mattinata passò e quando chiusero per andare a pranzo Franco disse ad Anna che quel pomeriggio sarebbe andato a fare il suo solito giro per riscuotere le rate in scadenza “Attento all’infarto nonnino….” Scherzò come al solito Anna e lui fece finta di stare al gioco. Ma subito dopo che fu uscito il suo volto si rabbuiò.