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L’uomo del banco dei pegni

Gennaio 1957
La notizia lo aveva raggiunto all’improvviso strappandolo dalla spensieratezza dell’aula scolastica nella quale si trovava. Frastornato era stato portato a casa ed aveva dovuto affrontare lo strazio della madre piangente….poi come in un incubo vi era stato il sopralluogo, la visita in questura per le domande di rito. Per qualche tempo aveva creduto che quello fosse quanto di peggio gli potesse capitare, ma poi aveva dovuto ricredersi…..
Gli ci erano voluti giorni per capirlo, per afferrare le vere conseguenze di quanto era accaduto. Passate le incombenze burocratiche per l’organizzazione del funerale, scemata la pressochè ininterrotta processione di conoscenti ed amici venuti a portare conforto ed attenuatosi lo straziante dolore della madre, fu costretto a guardare in faccia la realtà.
Suo padre era morto, ucciso dalla mano assassina di un ragazzo come lui poco più che ventenne… per pochi miserabili soldi ed ora per lui era finito il tempo dei giochi e la vita aveva deciso per lui quale avrebbe dovuto essere il suo destino spazzando per sempre i beati sogni d’infanzia, Non avrebbe potuto continuare i suoi studi… laurearsi come aveva progettato. Non c’era tempo per trovare un lavoro adeguato, che gli consentisse di mantenere con decoro la madre….
Si sarebbe mai ripresa ??? Si domandò…. Sua madre appariva improvvisamente invecchiata, svuotata di quell’energia vitale che lui da sempre ricordava, totalmente dipendente da lui rimasto unico suo punto di riferimento.
Improvvisamente si sentì in trappola, provò un desiderio quasi irresistibile di fuggire, di ribellarsi…. Ma subito lo represse rassegnandosi all’unica alternativa possibile. Per quanto odiasse anche solo l’idea avrebbe proseguito l’attività del padre… si sarebbe occupato del Banco dei pegni…..la sola idea gli dava la nausea…. Si era sempre domandato come avesse potuto suo padre sfruttare così le disgrazie degli altri……
Lo aveva disprezzato per questo… anche se sapeva che in fondo lui non se lo meritava. Nel quartiere era rispettato e ben voluto…. Mai nessuno si era lamentato anzi sembrava che addirittura avesse aiutato tanta gente che ogni anno nelle occasioni importanti si ricordava di loro con regali o anche solamente auguri… ricordava ancora le parole del prete in chiesa…. Nell’estremo addio…..ma la verità era quella lui lo aveva disprezzato, o meglio aveva disprezzato il suo lavoro… quel lavoro che ora si apprestava a iniziare anche lui……

Giugno 1985
Dopo tanti anni si stupiva ancora che potesse essere accaduto…ed ancora accadere, ed ancora si domandava ogni volta quale giudizio dovesse dare di se stesso. Da una parte si biasimava e considerava il proprio comportamento molto severamente, dall’altra non poteva fare a meno di domandarsi se qualcun altro al posto suo si sarebbe comportato diversamente.
Motivi per giustificarsi ve ne erano molti….lui poteva tranquillamente affermare di non aver fatto nulla per creare quella situazione e, anche se con un poco di cinismo, di non aver mai fatto male a nessuno anzi….. come suo padre prima di lui era stimato ed apprezzato in tutto il quartiere e non pochi potevano raccontare di essersi salvati dalla rovina grazie al suo aiuto…..certo se quelle stesse persone avessero saputo…. Forse avrebbero mutato la loro opinione su di lui…
Ricordando i primi tempi in cui aveva iniziato la sua attività al Banco dei Pegni dopo la morte di suo padre…. Non poteva fare a meno di sorridere……
Febbraio 1957
I primi giorni tutto era andato normalmente, la gente veniva da lui, gli proponeva di lasciare qualche cosa in pegno e dopo qualche contrattazione raggiungevano un accordo. Generalmente si trattava di piccole cose e per brevi periodi di tempo, tutti tenevano molto alle cose che impegnavano e non si correvano troppi rischi.
Il lavoro continuava a non piacergli, ma si rendeva conto di porlo sopportare sino a quando…. La vide entrare nel negozio e ne fu sorpreso…. la signora Beatrice era una sua vicina di casa, ed era anche stata sua maestra alle elementari. Era una donna minuta, sempre vestita sobriamente e molto amata e rispettata. Malgrado la notevole differenza di età Franco l’aveva sempre trovata molto carina e nel periodo in cui era stata la sua maestra se ne era anche perdutamente innamorato come capita a molti studenti.
Franco non aveva mai pensato possibile vederla al Banco, lei e suo marito vivevano una vita dignitosa se non addirittura agiata grazie ai due stipendi. Avevano un unico figlio e possedevano l’appartamento in cui abitavano…. Non riusciva a vedere un solo motivo per cui lei si trovasse qui.
“Ciao Franco…” disse lei un poco a disagio “Signora Beatrice, come mai da queste parti ??? Cosa posso fare per lei ???” disse Franco a sua volta a disagio. “Cosa puoi darmi di questo ???” disse semplicemente lei abbassando gli occhi e sfilandosi l’anello di brillanti che portava al dito. Franco lo prese sentendo accentuarsi la situazione di disagio…. “Io non sapevo signora Beatrice mi dispiace….” Non seppe trattenersi dal dire.
Lei annuì “… tuo padre era una persona molto discreta….” Rispose, e Franco ne rimase ancora più sorpreso intuendo che la sua visita al Banco non doveva essere una novità bensì una dolorosa routine. Imbarazzatissimo si sforzò di concentrarsi sull’anello… la fattura non era gran che, ma le pietre erano vere e molto belle… pur non ritenendosi ancora un esperto Franco non ne dubitava, un gioiello che poteva valere anche 600000£…. Un capitale per l’epoca. Normalmente non avrebbe offerto più di 300000…. Era sempre difficoltoso realizzare nel caso di mancata restituzione del prestito….
Ma si trattava della signora Beatrice….diamine non poteva fare il tirchio con lei “Posso darle 500000£” disse sollevando lo sguardo e sorridendo certo di leggere negli occhi di lei almeno un lampo di gioia. La vide scuotere il capo ” … tuo padre mi dava di più….700000″ Disse la donna confermando i precedenti sospetti di Franco lui annuì senza per altro riuscire a capire. Gli pareva incredibile… era una cifra superiore al valore dell’anello, probabilmente superiore anche al valore da nuovo.
Beatrice si accorse della sua perplessità “…. È molto lo so…. Ma devi capire che tuo padre si fidava di me… sapeva che avrei restituito tutto, interessi compresi…..” la sentì dire, ma la sua perplessità rimase… forse suo padre era un uomo migliore di quanto avesse mai sospettato… iniziò a pensare. Beatrice lo incalzava con la sua presenza e lui quasi non riusciva a pensare.
La vide voltarsi ed allontanarsi….. ancora un attimo d’esitazione poi si decise…. Stava già per dirle di fermarsi quando si bloccò vedendola compiere un gesto che non si sarebbe mai aspettato. La donna aveva chiuso la porta a chiave ed aveva girato il cartello che indicava il negozio aperto. Quando si voltò la vide sorridere. Tornò ad avvicinarsi a lui e gli prese una mano “ci si può fidare di me Franco…. Dovresti saperlo….. Comunque darò a te le stesse garanzie che davo a tuo padre……” continuò a dire Beatrice.
Franco la seguì senza nemmeno osare immaginare che cosa stesse per accadere lei non parlò più, ma lo portò nell’ufficio nel retro, e con dolcezza lo spinse a sedersi sulla poltrona… Franco inebetito la guardò inginocchiarsi davanti a lui, accarezzargli dolcemente le cosce risalendo sempre più verso il suo pube… poi le piccole ed eleganti mani iniziarono a slacciargli i pantaloni sino ad aprirli… lui non osava nemmeno più guardarla, ma non riusciva nemmeno a fermarla mentre una poderosa erezione lo sconvolgeva. Rabbrividì al contatto con la mano di lei e poi ancor di più quando la tumida lingua lo lambì giocandovi… umettandolo prima di accoglierlo tra le labbra e lasciarlo scivolare nella calda bocca. Si sentì sprofondare guidato dal morbido tocco della lingua, percepì il contatto con il palato di Beatrice e poi ancora più a fondo con la sua gola mentre la peluria del pube veniva raggiunta dalle morbide labbra.
Reclinò la testa e si abbandonò alle stravolgenti sensazioni che lo assalivano… si ridestò solo quando le prime devastanti fitte di piacere dell’imminente orgasmo irruppero nella sua mente…. Il suo prime pensiero fu di orrore… stava per godere e le sarebbe venuto in bocca “Dio… non posso farle una cosa simile…..” pensò… ma prima che potesse reagire e sottrarsi a quell’abile bocca fu troppo tardi iniziò a contrarsi spasmodicamente nella gola di lei…. Beatrice quasi avesse percepito il suo pensiero, gli pose una mano sul petto fermandone ogni movimento mentre non smetteva di muovere su e giù la testa….
Un gemito sfuggì dalle labbra di Franco mentre lo sperma sgorgava copioso ed inarrestabile…. Franco percepì l’osceno rumore di lei che ingoiava caldissime boccate di bianco e denso liquido ed il suo orgasmo parve trovare nuovo vigore e non volere arrestarsi mai…… alla fine giacque esausto sulla poltroncina mentre lei gli ripuliva amorevolmente il membro che andava ammosciandosi.
“Vieni dobbiamo tornare di la e riaprire il negozio o qualcuno s’insospettirà……” gli disse riscuotendolo dal torpore che si era impadronito di lui. Franco si ricompose il più in fretta possibile e la seguì. Non vi fu bisogno di parlare, ripose l’anello e prese i soldi… quindi compilò la ricevuta che lei controfirmo senza esitazioni. Prima di andarsene lei gli diede un leggero bacio su di una guancia e gli sussurrò “Il mese prossimo quando verrai a casa mia ad incassare la I rata faremo con più calma….”. Avesse vissuto mille anni Franco ne era certo non avrebbe mai dimenticato quel giorno.
Ricordava benissimo anche i giorni e le settimane successive, ricordava il continuo alternarsi di sensi di colpa e desiderio che sconvolgevano la sua anima…… Ogni giorno che passava acuiva il suo desiderio di tornare a trovare Beatrice… ricordava la promessa di lei. Ma questo lo faceva anche stare male… si era approfittato della situazione, aveva dato sfogo ai suoi bassi istinti sfruttando la situazione di bisogno in cui ella si trovava il giudizio che dava su se stesso e soprattutto su suo padre era terribile… ma non sufficiente ad impedire che i suoi desideri si manifestassero…..
Quando venne il giorno di andare da Beatrice a riscuotere la rata mensile, si sentiva saldo nei suoi propositi…. Le avrebbe parlato, le avrebbe chiesto scusa e l’avrebbe rassicurata confermandole la validità dell’accordo senza che fosse per lei necessario sottostare a quell’odioso ricatto a cui suo padre l’aveva abituata…..
Quando lei gli aprì la porta sfoderando quel suo dolce sorriso per un attimo le sue convinzioni vacillarono…. Era così bella e dolce… con quel viso da eterna bambina che le rughe che incominciavano a comparire non alteravano minimamente…
Si fece forza ed iniziò a parlare “Signora Beatrice le devo chiedere scusa non so come sia potuto succedere io…” mentre parlava teneva gli occhi bassi ma lei lo costrinse ad alzarli e le sue labbra calde e tumide sfiorarono quelle di lui….. “Parleremo dopo…. Ora non è il momento….” Gli sussurrò e la sua voce gli penetrò nell’anima abbattendo ogni suo proposito… Franco cercò la sua bocca e la trovò… le loro lingue si fusero in un caldo ed umido abbraccio.
Lei lo condusse in camera… si spogliarono con dolcezza scoprendo l’un l’altro le meraviglie dei loro corpi… si baciarono ed accarezzarono facendo salire lentamente il loro desiderio sino a che Franco non resistette e scese a baciarle i piccoli ed ancora sodi seni, meravigliato dal turgore dei rosei capezzoli.
Poi scese ancora più giù la ove desiderava arrivare… la sentì gemere al contatto con la sua lingua, la sentì calda ed eccitata e se ne meravigliò… sembrava che le piacesse. Quando Beatrice si accinse a ricambiarlo.. lui le concesse solo pochi istanti… sapeva di non poter resistere troppo a lungo alle delizie di quella bocca ed invece la voleva…. La costrinse a sollevarsi e la baciò mentre la stendeva sul letto.
Le fu sopra ed il suo membro sfregò tra le grandi labbra, lei gemette quando lambì il turgido clitoride e gemette ancora sentendolo affondare in lei. La bocca di lui non lasciava un istante i meravigliosi capezzoli, succhiandoli e mordicchiandoli in modo da regalarle dolorose fitte di piacere sino a che con insospettata forza lei lo costrinse a girarsi ed a stendersi sulla schiena e lui si ritrovò a fissarla mentre danzava sopra di lui ansimando per lo sforzo ed il piacere.
Mani di Franco vagavano senza soluzione di continuità sul corpo di Beatrice, dai piccoli seni alle natiche più rotonde di quanto avesse immaginato. Quando lei si staccò da lui e si mise carponi sul letto lui ne fu estasiato e si affrettò a raggiungerla. Si chinò baciandole le natiche vellutate, spingendo la lingua in basso sino alla morbida peluria. Poi si rialzò e la penetrò spingendosi profondamente in lei sino a portare il proprio pube a contatto con le natiche.
Le sue mani si portarono sui fianchi di Beatrice e guidarono il ritmo che voleva fosse calmo e dolce ma che ben presto fu incapace di controllare. La vista di lei china davanti a lui, del suo delizioso culetto e del suo membro che scorreva veloce e madido d’umori nel ventre di Beatrice era qualche cosa di troppo eccitante… il tranquillo passeggio divenne ben presto trotto sempre più veloce e poi galoppo sempre più furioso… i gemiti estasiati di lei non erano che uno stimolo per lui che lo portò alle soglie del piacere… ebbe solo la lucidità sufficiente ad staccarsi da lei… a depositare il membro vibrante nel solco della natiche…. Lo sperma eruppe in bordate furiose…. Le bianche gocce caddero pesanti e roventi sulla schiena della donna e le prime più copiose raggiunsero pesino il collo ed i capelli di Beatrice.
Affranto Franco si accasciò su di lei che si lasciò mollemente andare rimanendo stesa sotto di lui “…. È stato bellissimo….” Gli sussurrò ” so quello che provi Franco… ma non ti devi sentire in colpa… non sei tu a farmi del male……” proseguì ed a Franco parve che il cuore si fermasse mentre improvvisamente malgrado le parole di lei tornò a sentirsi in colpa.
” La cosa è iniziata tantissimi anni fa….. tu eri ancora un bambino ed io ero sposata da poco ed avevo appena avuto Gisella la mia prima figlia…..” Beatrice parlava con calma… la sua voce era rilassata e priva di ogni traccia di sofferenza….”improvvisamente il mondo parve cadermi addosso… dovevamo pagare la rata del mutuo della casa ed improvvisamente scoprii che in banca c’erano pochissimi soldi…. ne parlai con Alfio, mio marito, e ma lui mi accusò di non saper gestire le spese di casa….. ero disperata e mi decisi ad impegnare l’anello di fidanzamento….. ” “E fù allora che mio padre iniziò a ricattarti …..” la interruppe Franco con voce carica di tensione e rancore…..
“Non fare il bambino…. stai zitto ed ascolta come sono andate realmente le cose prima di esprimere giudizi….” Gli rispose lei fissandolo con sguardo indispettito. Franco tacque abbassando lo sguardo. “Tuo padre non mi ricattò….. non mi ha mai ricattata….. mi aiutò invece…. Mi disse che si fidava di me e mi diede il massimo che poteva darmi… forse qualche cosa di più….. Ne uscii, ma malgrado prestassi sempre la massima attenzione la cosa si ripetè….non facevo in tempo a tirarmi fuori dai guai ed a tirare un sospiro di sollievo che mi ritrovavo di nuovo alla disperazione…..”.
Franco ascoltava colmo d’impazienza senza capire perché lei gli raccontasse tutte quelle cose…. Per lui era tutto così chiaro….., ma rimase in silenzio. “…. Mi ci volle molto tempo prima di scoprire la verità, ma alla fine ci riuscii. Era mio marito, il bastardo, che si spendeva tutto al gioco e con le sue puttanelle…….” Franco s’irrigidì a quella rivelazione ma non disse nulla.
“… puoi immaginare quanto fossi furiosa… non solo mi tradiva, ma per farlo gettava al vento i soldi che dovevano servire a farci vivere decorosamente e per assicurare un futuro a suo figlio….. ed inoltre aveva avuto il coraggio di accusare me per coprire i suoi misfatti…… decisi che lo avrei ricambiato adeguatamente…..” Beatrice fece una pausa “… è qui che entra in gioco tuo padre….lui era sempre stato corretto con me… un vero amico… eppure io sapevo di piacergli… lo sapevo da come mi guardava a volte…… fui io a proporgli il patto lui ebbe l’unica colpa di accettarlo…..l’unica che possa averne sofferto è stata tua madre…. Ammesso che abbia mai saputo…”.
Franco era esterrefatto, mai si sarebbe aspettato una cosa simile… si sentiva confuso ” ma cazzo… ti ha trattata come una puttana……” seppe solo dire scuotendo la testa “… mi ha trattata come io volevo che mi trattasse… come volevo che mi trattassi tu ???? Non ti sembro un poco puttana ??? Ti sembra da donna per bene scoparsi un ex allievo di scuola che ha almeno venti anni meno di te ???? ” Ridacchiò lei… contribuendo solo ad aumentare la confusione e lo smarrimento di Franco “Non sei convinto… adesso ti do altre prove …..” continuò Beatrice.
Franco la vide scivolare lungo il suo corpo, accarezzare il membro che rispose prontamente e poi accoglierlo in bocca. Lavorò a lungo… mostrando un’abilità sorprendente sino a portarlo alle soglie del piacere… poi lui sentì la lingua di lei scendere, sfiorare i durissimi coglioni ma non fermarsi e proseguire con le mani lei lo spinse a spostarsi girandosi leggermente su di un fianco.
La piccola mano ora si agitava sul durissimo membro… per un attimo lei lo fissò sorridendogli e poi abbassò nuovamente la testa. Franco sobbalzò nel sentire la lingua di lei spingersi tra le sue natiche… raggiungere l’ano ed iniziare a saettarvi mentre la mano accentuava il ritmo… la piacevolissima sensazione che provò lo sconvolse quasi quanto il pensiero della perversione di quel gesto…. L’estremo limite fu rapidamente sorpassato e lui si ritrovò a gemere incoerentemente mentre il membro sussultava nella mano di Beatrice iniziando a spruzzare sperma che gli ricadeva in grosse gocce sul ventre e sul petto….. lei non smise di leccarlo sino a che l’orgasmo di lui non fu completamente cessato… poi Franco la vide raccogliere le bianche gocce con le dita e portarsele perversamente alla bocca.
Ridacchiando lei avvicinò il suo viso a quello di lui “Allora che ne dici…. Sei senza parole vero ????” e poi lo baciò e… Franco rispose con calore a quel bacio incurante dello sperma che ancora imbrattava leggermente le sue labbra….
Giugno 1985
Franco ripensò al loro rapporto che era proseguito anche in seguito e rimasto sempre un poco speciale anche se lui aveva ben presto scoperto che non era l’unica con la quale suo padre avesse instaurato “Contratti particolari”. Da tempo aveva smesso di giudicare…così prese a cogliere ciò che la vita gli offriva senza farsi troppi problemi. Ben presto imparò a conoscere a fondo le donne…ad intuire certe cose che altri non riuscivano nemmeno ad immaginare.. ed a trarne vantaggio. Nella vita di Franco vi furono da quel giorno decine e decine di donne che lui aiutava con generosità e che lo ricambiavano della stessa moneta. Operaie impiegate studentesse casalinghe signore per bene o chiacchierate…con ognuna era diverso ma sempre uguale…….nessuna uguale a Beatrice nessuna sino a poco tempo prima…………
La porta del negozio si aprì e Franco si distolse malvolentieri dai suoi ricordi ma subito il suo volto si aprìin un sorriso

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