Era una sera di dieci anni fa.
Tornavo come al solito dal lavoro attraversando i giardinetti del quartiere. Il clima estivo si faceva sentire e l’abbigliamento era molto leggero.
Curiosando tra la gente che popolava le panchine, il mio sguardo è stato rapito da una signora sui 50 anni che si dirigeva dietro la casetta che il comune utilizza come deposito.
Allargando un po’ la mia traiettoria la vidi che si accovacciava a terra.
Mi avvicinai curioso: mi sarebbe piaciuto coglierla sul fatto mentre orinava!
Quando mi accorsi che non portava le mutandine mi eccitai da pazzi.
Lo spettacolo di quella figa pelosa a pochi metri da me era fantastico.
Stavo pensando al da farsi quando lei mi vide: cazzo ! E adesso? ?
Pensando che in fondo era lei ad essere in una posizione poco consona, mi decisi di resistere e di affrontare gli eventi.
Lei molto meno preoccupata di me e per niente imbarazzata, mi espose ancor di più la visione delle sue bellezze sollevando del tutto la gonna.
Il mio cazzo era ormai duro e lo si vedeva dal bozzo dei calzoni di cotone.
Lei comincio a pisciare e per la prima volta vidi una donna compiere quel gesto.
Con le dita si allargava le labbra della figa, mentre con l’altra mano si reggeva ad un albero.
Il getto era intenso e lei non staccava gli occhi dai miei.
Sarebbe stata capace di farmi sborrare telepaticamente!!
Al termine continuo a tenersela aperta con le dita, mentre ora usava il dorso dell’altra mano per asciugarsela.
Sicuramente era eccitata anche lei, la porca!
Cazzo, quello era ormai un ditalino bello e buono!
La mano continuava imperterrita a frugare le labbra della sua figa che era davvero molto pelosa, mentre continuava a fissarmi.
Si tocco una tetta da sopra il vestito e si umetto le labbra con la lingua.
Me la sarei scopata in mezzo al vialetto, ma ero imbambolato a guardarla.
Ad un certo punto credo che raggiunse l’orgasmo: chiuse gli occhi e agitandosi quasi cascò in terra.
Con la mano in tasca mi accarezzavo la testa del mio cazzo che era prossimo a scoppiare.
Lei si passò le dita ancora fradice sulla cocca e si succhiò i polpastrelli uno ad uno, con gusto.
Con calma si ricompose la peluria e si diede un po’ di fresco facendo svolazzare i lembi della gonna.
Quando si rialzò ed usci dal suo “nascondiglio” la guardai meglio e ci feci un bel pensierino.
Mentre lei si avvicinava a me mi senti chiamare a voce alta: chi cazzo…….
Era Riccardo, un mio ex collega, che stava portando a spasso il cane.
Cominciò a parlare di un sacco di cazzate, mentre lei si stava allontanando.
Provai a liberarmi del mio amico, ma niente: ferie, moglie, figli, …….
Dopo cinque minuti si decise a mollarmi e se ne andò. E adesso?
Ero incazzato, disperato, rassegnato, quando la vidi… era ferma su una panchina in fondo al vialetto.
Il cuore mi batteva all’impazzata, cosi come il sangue scorreva nelle vene del mio uccello…
Quando le passai davanti mi disse ciao…. FINE