Dammi tempo di pensarci, ne parleremo in privato io e Vito e poi ti darò una risposta.”
Ci lasciamo così un po’ a denti stretti per dedicare la nostra attenzione agli ospiti che poco dopo la mezzanotte si accomiatano.
Dormo male quella notte, continuo a svegliarmi col pensiero ricorrente della zia che si concede a Piero, la sogno che gode nel suo letto mentre io sono impotente nel portargliela via, grido e non mi esce la voce, cerco di colpire il rivale con i pugni ma non riesco mai ad arrivare al bersaglio.
Posso solamente assistere passivo al loro amplesso e, colmo della rabbia, ho il sesso che mi scoppia da tanto è duro, cerco di penetrare la vulva della zia, ma vengo respinto e deriso, perchè, perchè…?
Mi sveglio che sto urlando, forse è stata la mia stessa voce a svegliarmi, sono madido di sudore e in pieno affanno, maledizione!
Sono incazzato come se tutto quello che ho sognato fosse realmente accaduto, guardo l’orologio, ma sono appena le cinque del mattino e del sonno non c’è più traccia, ho la gola riarsa dalla sete e decido di scendere in cucina per bere un sorso d’acqua.
Sto bevendo davanti al frigorifero quando la zia mi raggiunge e mi scompiglia i capelli col suo solito vezzo:
“Che c’è Vito? Ti ho sentito gridare poco fa, forse non ti senti bene?”
“No zia sto bene, ho avuto solamente un incubo… un brutto sogno, non preoccuparti.”
“Ti tormenta ancora la pretesa di Angela?”
“Lei è la causa che ha scatenato tutto, ma nel brutto sogno c’eri tu!
Tu che facevi l’amore con suo marito e mi cacciavi via quando cercavo di impedirtelo, per questo credo di aver gridato, ma il peggio è stato che mi sono svegliato sessualmente eccitato perchè mi piaceva vederti far l’amore con lui e avrei voluto partecipare anch’io.
E’ una strana situazione perchè nello stesso tempo sto soffrendo maledettamente, sono geloso di te zia!”
“Non pensarci più ora, ne riparliamo domani mattina con calma.”
Mi bacia sulla bocca scompigliandomi ancora i capelli con le dita e mi rispedisce a letto con le parole di affetto che avrebbe usato una madre col proprio figlio.
Sono quasi le dieci e siamo appena arrivati in spiaggia, seduto ai piedi dello zio sotto l’ombrellone sto ascoltando una cassetta di musica attraverso le cuffie, la zia mi interrompe inginocchiandosi vicino a me:
“Vito non è che porteresti la tua zietta a fare un giro in moscone? Ho voglia di prendere un po’ di sole sul mare, andiamo?”
“Andate, andate! – interviene lo zio – Un po’ di remo non può farti che bene.”
Appena usciamo in mare la zia mi sorride
“E’ l’unica maniera che abbiamo per poter parlare in pace senza essere disturbati, allora mio bel gelosone, cosa ti succede?
Ti peserebbe davvero così tanto se dicessi di si a Piero e sua moglie?
Anche a me non va per nulla l’idea di andare a letto con lui, ma Angela ci tiene per i capelli dopo quello a cui ha assistito ieri.”
“Può darsi zia, ma se lei può andare a raccontare in giro di noi, a nostra volta possiamo sputtanarla nel suo ambiente e non so fino a che punto se ne può fregare.”
La zia è pensierosa e non mi risponde subito, è evidente che sta ponderando il pro e il contro.
“Metti il caso che se ne freghino e che spifferino tutto allo zio, sai che casino ne viene fuori?
Io come minimo me ne dovrei andare di casa e anche i nonni caccerebbero te per quello che hai combinato al loro figlio.”
“E allora devi per forza farti sbattere da Piero? Anche se non ti piace?”
“Non ho mai detto che non mi piace, è solo il loro modo di fare che non mi va. Hai visto anche tu come si comporta la moglie, se Piero mi avesse fatto un po’ di corte o usato qualche parola gentile per farmi sapere che mi desiderava, forse gli avrei detto di si già da tempo, ma invece no, lui manda avanti la moglie con questi viscidi ricatti.
Se vogliamo uscire da questa situazione senza subire danni credo proprio che dovremo accettare, però dovrai essere d’accordo anche tu, altrimenti… sia fatta la volontà di Dio.”
Adesso tocca a me essere pensieroso, è vero che Angela mi ha fatto girare le palle col suo comportamento, però non mi dispiacerebbe scopare ancora con lei e da quanto ho capito anche alla zia, tutto sommato, andrebbe bene andare a letto col marito.
“Va bene se sei convinta che sia opportuno accettare e che questa sia l’unica via d’uscita, sono con te, ti chiedo solo che il rapporto con quelle persone non diventi un’abitudine… io ti voglio solo per me!”
Si china verso di me per darmi un rapido bacio sulle labbra e mi invita a non pensarci più per il momento, giro col moscone intorno allo scoglio di Bergeggi e poi mi dirigo alla nostra spiaggia.
Verso mezzogiorno Angela ci raggiunge al nostro ombrellone e ci invita a fare due passi lungo il bagnasciuga.
“Allora ne avete parlato?”
“Si, siamo d’accordo ad avere un incontro – le risponde la zia – ma uno solamente e che poi non se ne parli più, inoltre non a casa nostra, meglio lontani da mio marito.”
“Vediamo…siccome anche Piero è impegnato tutte le sere col torneo di carte… vi andrebbe bene il pomeriggio a casa nostra? Magari anche oggi.”
La zia mi guarda ed io mi stringo nelle spalle per farle capire di fare come meglio crede.
“Va bene oggi, diciamo alle tre?”
“Vi aspetto con ansia! A più tardi.”
La guardo allontanarsi ancheggiando nel suo bichini nero che le fa risaltare le forme piene delle natiche e delle gambe lunghe e affusolate, sarà anche antipatica ma senz’altro è una gran bella donna.
Con la macchina della zia ci inerpichiamo su una strada in salita che ci porta ad un gruppo di villette poste quasi in cima alla collina che sta alle spalle di Spotorno.
Siamo accolti con gentilezza in un ambiente dove il lusso si spreca ed è ostentato a tal punto da dare fastidio, Angela chiude a chiave la porta d’ingresso e ci guida al piano superiore.
Entriamo in una stanza dove l’arredamento è fatto apposta per certi tipi di incontri, tappeti e cuscini sono disposti ovunque e al centro della camera troneggia un letto circolare a dir poco gigantesco.
Piero, in veste da camera, ci attende mollemente sdraiato su dei cuscini e ci invita a raggiungerlo per bere un drink.
Ci sediamo a nostra volta su dei morbidi piumoni rivestiti di raso di seta e sorseggiamo il brandy impacciati per tutta quella messa in scena, per quanto mi riguarda mi aspettavo una cosina alla buona tipo: ci buttiamo su un letto e ci diamo da fare fino a che durano le forze e poi addio e chi sè visto, sè visto.
Quella teatralità mi ha invece colto alla sprovvista e giro fra le mani il bicchiere senza sapere che pesci prendere.
Per fortuna Piero prende l’iniziativa e rompe il gelo che si è formato:
“Ora tu Tina ti metti qui in ginocchio davanti a me e ti fai spogliare da Angela, ti voglio vedere mentre ti masturbi… e tu – si rivolge a me – ti spogli e ti dedichi a mia moglie, farai quello che ti dice.”
Eseguiamo i desideri del padrone di casa come bravi scolaretti, in un attimo sono nudo e mi sto dando da fare coi seni di Angela che vuole essere palpeggiata.
Piero fa dischiudere le gambe alla zia e le chiede di toccarsi fra le cosce:
“Masturbati davanti a me… così entra con le dita nella vagina, muovile più velocemente… guardami anch’io me lo sto menando per te… guardami il cazzo, ti piace…?”
Le esibisce un randello di tutto rispetto e lo agita con energia.
Il satiro mi sorprende, non so perchè, ma mi ero fatto l’idea che fosse mezzo impotente e invece ha una stanga che farebbe felice la più difficile delle donne.
Le dita della zia frullano veloci in mezzo al vello serico che le nasconde la vulva, Angela la bacia e le accarezza le mammelle e si cominciano ad udire i primi sospiri di piacere anche perchè pure io le sto accarezzando la vagina tormentandole il clitoride.
Piero è accovacciato sui talloni fra le cosce di Tina, usando entrambe le mani le accarezza la pelle vellutata delle gambe con movimenti leggeri, parte dalle ginocchia per arrivare ai fianchi, le sfiora le natiche per ridiscendere sulle cosce e quindi risalire al sedere.
Ora le chiede di portare le mani dietro alla testa, sulla nuca e Angela l’aiuta a piegarsi all’indietro fino a farle appoggiare la schiena su un cuscino.
In quella posizione è tutta divaricata e aperta alle attenzioni dell’uomo che si china sul suo ventre a ricoprirlo di baci, passa la lingua intorno all’ombelico e in mezzo al pelo del pube dove si sofferma a mordicchiare il monte di Venere.
Noto con disappunto, perchè sono roso dalla gelosia, che Piero ci sa fare, sa come far godere una donna e nello stesso tempo come trarne piacere dal suo corpo.
La zia gode e si abbandona al piacere lubrico di quelle carezze che le tormentano il sesso, anche lei si avventa con la lingua fra le cosce di Angela che le si è accosciata sul viso e le affonda la lingua nel taglio della vulva in un bacio saffico senza fine.