Ulula parole senza senso mentre è rapita dall’orgasmo e si agita come un’ossessa impedendomi di abbandonarla troppo presto.
Ora si muove quieta, la furia dei sensi si sta lentamente placando e mi bacia il viso, gli occhi e la bocca.
“Resta così per un po’, non uscire… ti voglio sentire dentro di me. Ah come è stato bello!
A te è piaciuto? Gioia mia non lasciarmi mai!
Voglio essere la tua donna, la tua amante, sempre disponibile ogni volta che lo vorrai… il tuo cazzo è ancora duro… muovilo, chiavami ancora… ti prego fallo ancora…. ahhh come è bello… chiavami!”
Riprendo a muovermi dentro di lei, sono colmo di una libidine senza freni e la cavalco con forza, la prendo senza alcuna gentilezza con colpi impietosi che mirano solo al mio piacere.
La chiavo come ho sempre sognato di fare durante le mie masturbazioni solitarie, come fosse una troia di strada e non mia zia, solo un corpo da usare per fottere, per il mio unico piacere.
“Sei la mia troia… voglio che tu lo sia… solo per me… sto per godere ancora dentro di te…”
“Si Vito, lo sarò solo per te, tutta per te… ogni volta che lo vorrai… potrai fare l’amore con me come ti piacerà di più… continua più forte… colpiscimi in fondo sull’utero… ahh come mi piace… spaccami tutta… ahh ti sento, ti sento!
Quanta sborra! Come mi piace… godo ancora!
Non lasciarmi… eccomi amore… godo con te…”
Ci abbandoniamo esausti, l’uno sull’altra la bacio sulle labbra dischiuse dalle quali esce il respiro affannoso per l’ultimo orgasmo.
Mi sdraio al suo fianco accarezzandole i seni che si sono come svuotati poi prendo dalla tasca dei pantaloni il fazzoletto e cerco di asciugarla come posso.
Lei vuole ricambiarmi il favore, ma non potendo riutilizzare lo stesso fazzoletto ormai completamente intriso dei nostri umori, mi pulisce il pene forbendolo con la lingua.
Sotto l’azione delle sue carezze labiali mi ritorna immediatamente duro, si affretta ad ingoiarlo e lo pompa con le labbra, si stacca solo per dirmi:
“Ti piace? Se ti piace te lo farò tutte le volte che lo vorrai, prima mi hai detto che vuoi che sia la tua troia e queste sono le cose che fanno le troie.”
Riprende a pomparmi fino a portarmi all’orgasmo, ma quello che ha detto mi fa nascere il timore di averle mancato di rispetto e non appena finisco di godere nella sua bocca cerco di scusarmi.
“Non devi prendermi alla lettera, queste parole sono quelle che si dicono in certi momenti, quando la lussuria prevale sulla ragione, non ho mai pensato veramente che tu lo sia davvero.”
“Non devi giustificarti, so perchè l’hai detto e ti assicuro che alle mie orecchie quella parola è suonata come un complimento, ecco perchè ti ho detto che se lo desideri saprò esserlo per te ogni volta che lo vuoi.”
L’abbraccio di nuovo accarezzando il suo corpo meravigliosamente nudo, il pene palpita sul suo ventre anelando un nuovo amplesso, ma dobbiamo riprendere la strada di casa perchè si sta facendo tardi, ci succhiamo le lingue in un ultimo bacio poi l’aiuto a rivestirsi.
Sedute ai vari tavolini da gioco le coppie si stanno cimentando nella prima partita del torneo, svicoliamo senza disturbare al piano di sopra e ci buttiamo sotto la doccia.
Finalmente ho l’opportunità di guardarmi la zia completamente nuda a mio piacere.
“Sei bellissima! Ora mi rendo conto che non solo mi piaci, ma credo di essere sempre stato innamorato di te.”
Ci asciughiamo a vicenda e andiamo a sdraiarci sul letto in camera mia, accarezzo le sue forme con mano leggera soffermandomi sulle mammelle che sono sempre state il punto principale della mia attrazione.
Mi chino a baciarle i capezzoli e passo la lingua in una carezza voluttuosa vellicandone le punte brune che subito si induriscono.
Le accarezzo il ventre piatto raggiungendo il vello biondo del pube, subito dischiude le cosce per permettere alla mano di raggiungere il centro dei miei desideri, ma non parla, mi guarda in silenzio con quei suoi occhi azzurri che mi penetrano nel più profondo dell’anima e che mi mettono in imbarazzo.
“Perchè mi guardi così e non dici nulla? Sei dispiaciuta per quello che ti ho portato a fare?”
“No, no! Rifarei tutto da capo, non sono pentita, solo… solo che mi sembra di conoscerti per la prima volta, sto scoprendo di te cose che non avevo mai sospettato, sei così giovane che ho paura di perderti troppo presto.
Sappi fin d’ora che non ti imporrò mai delle catene; so che un giorno tutto questo finirà perchè troverai la tua donna, quella che riempirà la tua vita ed è questo pensiero che è venuto a turbarmi un poco, il motivo del mio silenzio, ma ora non voglio più pensare a quell’evento, voglio vivere questo momento di insperata felicità vicino a te… baciami… tienimi stretta a te!”
Non è possibile stringere fra le braccia questa meravigliosa creatura ed evitarne le conseguenze, un’erezione prepotente fa ergere il mio bastone ed è un attimo scivolare fra le sue cosce affondando nelle sue carni morbide.
Con la bocca incollata alla sua mi muovo nel ritmo lento che ho imposto al coito, voglio godere a lungo del suo corpo e mi fermo ogni volta che sento innescarsi l’onda che porta al piacere.
Godo nel sentirla godere, è un piacere della mente quello che provo ogni volta che la zia perviene ad un orgasmo, la sto chiavando in ginocchio tenendola sollevata per i fianchi, le mani strette alle sue natiche che sento fremere ad ogni mia spinta, ad ogni mio colpo.
La penetro con la mente lucida per percepire tutto di lei, come se il mio glande avesse la sensibilità delle dita, tasto l’interno della sua vagina, percepisco l’umido delle sue secrezioni, il vibrare ed il contrarsi delle sue pareti interne che a cicli alterni si stringono e si rilassano avvolgendomi il pene in una carezza voluttuosa.
Sottovoce mi sussurra il piacere che sta provando, invoca il mio godimento, vuole sentire il mio seme sprizzarle nel sesso e si aggrappa alle mie spalle piantandomi le unghie nella carne.
Al mulinare delle sue anche rispondo con colpi vibrati con forza maggiore e mi sciolgo in lei, mi annullo nelle sue viscere che riempio di sperma nel momento di supremo piacere.
Riposiamo fianco a fianco, ma all’improvviso un pensiero mi agghiaccia le membra: “Zia… e se ti ho messo incinta?” Ride con allegria, “Non temere Vito, non lo sai che non posso avere figli? Non è colpa dello zio anche se oggi non gli funziona più tanto bene, sono io che ho la macchina guasta.”
Rassicurato la bacio sulla bocca cercando la sua lingua, ma ci dobbiamo ricomporre subito perchè sentiamo salire il tono delle voci dei giocatori che probabilmente stanno concludendo la loro serata.
Ci diamo la buonanotte con un ultimo abbraccio e mi corico nel mio letto a luci spente, il sonno mi coglie mentre sto riandando con la mente agli eventi di quella giornata.
Il giorno dopo siamo tutti sulla spiaggia e ogni volta che guardo o parlo con lo zio mi prende il rimorso per quello che ho fatto, ma mi basta guardare la zia perchè tutto passi e riesco perfino a trovarmi delle giustificazioni.
La giornata trascorre pigramente, lo zio frequenta quasi esclusivamente i suoi amici e si dimentica di noi per la maggior parte del tempo, la cosa anzichè darmi fastidio mi dà un senso di sollievo, anzi sono felice perchè così non devo dividere con nessuno le attenzioni della zia.
Durante tutta la giornata non abbiamo avuto un solo momento di intimità e abbiamo dovuto prestare molta attenzione a non eccedere negli atteggiamenti per non dare adito a sospetti o chiacchiere, ma ora che la sera sta scendendo a coprire ogni cosa con le sue lunghe ombre, mi si apre al cuore la speranza di poter rimanere ancora solo con zia Tina.
La cena, volutamente frugale e leggera, è da poco terminata e già arrivano gli ospiti dello zio.
Le varie coppie si siedono ai tavoli assistiti da un paio di persone, che non ho capito bene se fungano da arbitri o da camerieri, per dimostrare un interesse che non ho, mi apposto in piedi alle spalle dello zio ad osservare il gioco che non conosco, ma vengo fermamente, anche se gentilmente, invitato ad allontanarmi e a non disturbare.
Me ne vado con l’anima in festa perchè il loro desiderio autorizza me e la zia a rimanere per conto nostro, non dovremo neppure cercare più delle scuse per le nostre sparizioni.
Esco in giardino con lei e ci portiamo sul retro della casa camminando come se non avessimo di meglio da fare, ma appena siamo fuori della vista di tutta quella gente, entriamo da una porta di servizio e rapidamente saliamo in camera mia.
Mi chiudo la porta alle spalle e faccio girare la chiave nella toppa.
“Non si sa mai.”
Dico alla zia che ha nello sguardo una muta domanda.
“Potrebbe venire qualcuno a cercarci per un qualche motivo, una precauzione in più.”
In un attimo siamo l’uno nelle braccia dell’altra, le bocche si cercano affannosamente, le lingue si intrecciano in giochi vorticosi di guizzi repentini, la bacio sul collo strappandole gemiti di voluttà.