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Quella volta con Rossana

Tutto iniziò un giorno d’estate che ero a casa di Annamaria la mia ragazza: lei aveva 23 anni io 28. Eravamo usciti per andare a casa di Daniela una sua amicA: arrivati qui ci siamo accorti di esserci dimenticati una cosa a casa e mi propongo di andarla a prendere. Tornai a casa ed entrai con l’intenzione di dirigermi nel bagno di giù. Essendo sovrapensiero non sentii l’acqua scorrere: aprii la porta e riflesso nello specchio vidi la mamma di Annamaria, Rossana, sotto la doccia tutta insaponata. Furono attimi interminabili: io la guardavo e lei sosteneva il mio sguardo non facendo niente per coprirsi, anzi ebbi l’impressione che addirittura indugiasse nel massaggiarsi la vagina. Le tette erano abbondanti e cadenti con i capezzoli turgidi e immensi. Mi ripresi e chiusi la porta, imbarazzatissimo, ma enormemente eccitato. Molte volte avevo sognato di vederla nuda: era una donna che mi turbava nella sua semplicità. Quello non fu che l’inizio.
Il giorno dopo, infatti, andammo tutti a mare. Era pomeriggio e faceva molto caldo: mentre tutti dormivano sotto l’ombrellone, mi alzai e andai a sedermi sul bagnasciuga. Dopo pochi minuti si sedette accanto a me Rossana: istintivamente mi girai e vidi che Annamaria e il padre continuavano a dormire. Cominciammo a parlare del più e del meno. Ad un certo punto ci passo vicino una bella ragazza e Rossana disse: “Come vorrei avere 20 anni di meno.. “. “Non si deve lamentare è sempre una bella donna” risposi un po’ imbarazzato. “Ti piaccio? ” chiese lei, “Certo” ribattei. “Ieri mi sono molto eccitata quando mi guardavi e volevo che tu entrassi…” disse di botto, arrossendo e subito dopo “Scusami, scusami dimentica quello che ti ho detto, non so cosa mi è preso.. “. Fece il cenno di alzarsi, ma io la bloccai. “anch’io mi sono eccitato moltissimo”. Ormai era chiaro che l’attrazione sessuale era fortissima: ebbi un’erezione che lei notò subito. Entrai in acqua mi stesi e mi rivolsi verso di lei dicendole: “Me la faccia vedere”. “Ma cosa dici…” sorridendo e voltandosi.
“Dai stanno dormendo. Deve solo scostarsi un po’ il costume non ci vede nessuno”. Si vedeva che aldilà dell’imbarazzo, la cosa la eccitava. Girò la testa intorno e con la mano destra spostò il costume di lato: il pube era stato depilato accuratamente. Le labbra erano umide e gonfie dall’eccitazione. “Andiamo in acqua” le dissi. Io ero di spalle alla spiaggia lei di fronte e controllava aldilà delle mie spalle se qualcuno ci guardava. Infilò la sua mano nel mio costume e cominciò a masturbarmi. Nessuno poteva capire cosa stavamo facendo. Il suo movimento era lento e cadenzato che tradiva una certa esperienza. Venni quasi subito con un orgasmo violento. Rimanemmo lì a rilassarci. “Dobbiamo andare a casa da soli, ho voglia di fare l’amore” disse. E così mentre lei tornava sotto l’ombrellone, io mi feci una nuotata liberatoria.
Quando tornai, erano tutti e tre che parlavano all’ombra. “Pino, – mi disse lei – mi potresti accompagnare a casa che devo cominciare a preparare per stasera” . Ovviamente mi dichiarai subito disponibile. Mi infilai la maglietta mentre lei indossò quel vestito di jeans abbottonato davanti che adesso mi appariva molto arrapante. Indossato il vestito si levò il pezzo di sopra. Io nella mia mente vidi i suoi capezzoli strisciare contro il vestito ruvido e la cosa mi fece avere una violenta erezione. Non vedevo l’ora di prenderla. Entrammo in auto. “Togliti gli slip dissi” lei obbedì prontamente. Adesso stava seduta vicino a me, le gambe divaricate. Lo spacco del vestito lasciava intravedere l’interno delle cosce ma nient’altro. Non ce la facevo più. E così mentre guidavo cominciai a infilarle due dita nella vagina completamente bagnata. Lei cominciò a gemere e i gemiti si trasformarono in urla quando venne, aggrappandosi fortemente alla maniglia della portiera e movendo convulsamente il bacino. Si girò verso di me: mi sorrise era tutta sudata. “Fai qualcosa non resisto più” le dissi. Lei mi tirò fuori il pene dal costume e lo prese in bocca. Non ci potevo credere: stavo guidando e la madre di Annamaria mi stava succhiando il pene. Lo prendeva solo con la bocca. Le sue mani erano appoggiate la destra sulla mia gamba e la sinistra sul sedile di dietro. Le venni in bocca: al primo schizzo lei emise un mugolio. Continuò a succhiare fino a quando l’ultima goccia di sperma uscì. Il tempo per arrivare a casa non passava mai. Quando giungemmo, parcheggiai la macchina e ci incamminammo verso l’ingresso principale. C’era la nonna di Annamaria che ci salutò. “Tu comincia ad entrare” disse Rossana mentre lei andò a parlare con la madre. Entrai in casa e guardai attraverso il vetro del salone. Rossana discusse di qualcosa con la madre e poi si diresse verso casa: il vestito lasciava intravedere le cosce e io sapevo che sotto non aveva nulla. Ebbi un’altra erezione e mi tolsi il costume. Lei entrò mi vide. Chiuse la porta talmente violentemente che la madre si girò. Io potevo vederla lei no. Lasciò cadere la borsa per terra, si aprì il vestito e cominciammo a baciarci appassionatamente. La spinsi contro il muro accanto il vetro. Scesi e cominciai a leccarle le tette enormi: quando le succhiai i capezzoli le mi spinse forte la testa. Mi rialzai, le misi una mano sotto la coscia sinistra le alzai la gamba e la penetrai in piedi. Ad ogni spinta che davo, lei mugolava succhiandomi il capezzolo sinistro. Sapevo che ormai era in mio potere: mi staccai e la feci mettere alla pecorina con le mani appoggiate sul marmo del vetro. Le andai dietro: infilai l’indice nella sua vagina (cosa che la fece tremare) e con i suoi umori le bagnai l’ano. Lei agitava il culo: la cosa le piaceva. Il suo ano si dilatò. Era il momento. Poggiai il mio pene al suo buchino e piano piano la penetrai:
“Mi fai male!! ” disse, ma non era convinta visto che si tiro indietro per facilitarmi il compito. Man mano che entravo i suoi gemiti di dolore si mutavano in gemiti di piacere. Cominciai a sbatterla: da dietro vedevo la sua testa abbassata e i suoi capelli che ondeggiavano ad ogni mio colpo. Guardai fuori e vidi la nonna di Annamaria seduta sul muretto indaffarata a fare non so che. Era stupendo: lei li tranquilla e io che inculavo la figlia. Quando capii che Rossana stava per venire le cominciai a strofinare il clitoride con le dita. Ebbe un orgasmo violentissimo. Per non urlare si mise una mano davanti alla bocca. Venni pure io inondandole l’intestino di sperma. Ci staccammo. Lei si girò e si appoggiò al muro con le gambe allargate: dall’ano si vedeva uscire lo sperma. Si voltò verso di me e mi sorrise: era tutta sudata, le tette erano bagnate e seguivano il ritmo del suo affanno con i capezzoli ancora turgidi. Io ancora non avevo realizzato: mi ero scopato la madre di Annamaria!! – FINE

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