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Mamma

Sono uno studente di 21 anni e vivo in casa con i miei genitori e mia sorella Giulia di 17 anni.
Mio padre è ingegnere e spesso è fuori per lavoro, anche per delle settimane, mia madre è invece insegnate liceale. Mia sorella frequenta la scuola dove insegna la mamma ed è al quarto anno. Io, mi chiamo Giorgio, studio ingegneria. Mia madre ha 43 anni ed è veramente una bella donna. La storia ebbe inizio alcuni mesi fa. Rientravo dall’università.
Mi madre era seduta nello studio correggendo dei compiti, con lei c’era un ragazzo che prendeva ripetizioni da lei; stava studiando intanto che mia madre consultava i lavori degli alunni. Era vestita con un abito di quelli lunghi con tutti i bottoni sul davanti, nero, era aperto sulle gambe fino a scoprirle le cosce quasi, sopra aveva i bottoni slacciati fino al secondo. Questo faceva si che le si potesse vedere la linea che divideva i seni, che lei non sosteneva mai con un reggipetto, pur avendo una quarta misura abbondante.
– Ciao Giorgio, scusa sono occupata. – Mi disse salutandomi.
– Non ti preoccupare. – Risposi, chinandomi a baciarla.
Rimasi in piedi dietro di lei per un po’ ammirandole la scollatura dove stava torturando una collana di perle con le dita. Notai che il ragazzo buttava ogni tanto lo sguardo sulle tette di mia madre, e non potei fare a meno di rilevare una certa eccitazione tra le sue gambe.
Credo che anche lei lo notasse, ma non sembrava darci peso, oppure lo faceva apposta; evidentemente la situazione la divertiva. La cosa però non divertiva me, così me ne andai in cucina a farmi un panino. Mentre stavo tagliando il salame sentii il ragazzo che salutava e se ne andava. Passò poco e mia madre entrò in cucina.
– Allora tutto ok all’università? – Chiese
– Si. E te tutto ok con il tuo ragazzetto? – Risposi un po’ piccato.
– Povero il mio bambino, – disse deridendomi, – è geloso della mammina… !! –
– Ma dai che centra esser geloso, però se continui a vestirti cosi! –
– Perché? Cosa c’è che non va? Non ti piaccio? –
– Certo che mi piaci, ma io sono tuo figlio… –
– E cosa centra. Sei un uomo no? –
– Be sei vuoi saperlo: sei bellissima! –
– Grazie caro, sei un tesoro, – disse sfiorandomi le guance con un bacio.
Aveva un profumo dolcissimo, inebriante. Il tintinnio degli orecchini quando si era sporta per baciarmi era una musica. Gli occhi mi caddero inevitabilmente sul bel seno, lei se ne accorse e dandomi uno sbuffetto mi rimproverò non troppo convinta:
– Ma che fai mi sbirci le tette? –
– Scusa – dissi io.
– Non devi scusarti. Sciocco. Alle donne fa piacere essere guardate, anche dal figlio, perché no? –
– Be, – continuai imbarazzatissimo, – sai non volevo pensassi….. –
– Ma va la stupidone! Dai qua che faccio io – disse togliendomi dall’imbarazzo e continuando lei a preparare il panino.
Andai in camera mia rimuginando sull’accaduto, e sul fatto che forse mia madre era meno all’antica di quanto pensassi. Pensai a quanto doveva essere bella a vent’anni. Lo era adesso!
Passai il resto del pomeriggio preparandomi per un esame di matematica, che mi stava facendo impazzire. Ogni tanto entrava mia sorella per chiedermi un aiuto per i suoi compiti quotidiani; anche lei è una bella ragazza, molto sensuale.
La sera ci ritrovammo a cena noi tre, mio padre era fuori città per lavoro.
– Oggi tuo fratello mi ha fatto una scenata di gelosia, sai Giulia? – Esordì mia madre.
– Ma che dici? – Protestai.
– Ma dai? Davvero mamma? – L’interrogò lei.
– Certo che è vero! è geloso di Claudio, quel ragazzo che viene a ripetizione.
– Non le dar retta Giulia, la mamma sta scherzando. – Dissi io.
– Se… se… intanto ti stai arrabbiando. – Proseguì mamma.
– Non è vero! – Quasi gridai.
– Non sono arrabbiato, è che… non mi vanno…. certe cose.. –
– Che cose? – Chiese Giulia.
– Tuo fratello pensa che io non mi vesta in maniera consona alla mia età. –
– Va bene, ne ho abbastanza: buonanotte! – Le salutai perentorio alzandomi da tavola ed andando in camera mia.
Le sentii parlare ancora per un ora circa, poi mia sorella avvertì mia madre che sarebbe uscita, ed il rumore del portone che si chiudeva mi diceva che mamma le aveva dato il permesso.
Mi preparai per andare a dormire, si erano fatte le undici ed ero un po’ stanco. Avevo appena spento la luce, che sentii la porta socchiudersi.
– Giorgio dormi? – Era mia madre naturalmente.
– Pss… Giorgiooo? – Quasi sibilò lei.
Tenni gli occhi chiusi, ero arrabbiato con lei, e non volevo darle soddisfazione. Sentii la porta richiudersi, ma percepii i passi di lei che si avvicinavano al letto.
– Dai non fare lo gnorri con me. – Disse sedendosi sul bordo.
Io continuavo a far finta di dormire; lei accostò le labbra al mio orecchio:
– Lo so che non dormi furbacchione. Sei arrabbiato con me? Dai cucciolo facciamo la pace vuoi? –
– Mamma, non sono arrabbiato, solo che… –
– Solo che sei geloso! – Finì lei.
Mi voltai supino, e adesso l’avevo praticamente sopra di me; lei aveva appoggiato le mani sui lati del letto, e così facendo la scollatura si apriva ancora di più alla mia vista. Non potei fare a meno di guardarla. Lei se ne accorse, e dopo uno sguardo al suo seno disse:
– è questo che vuoi? –
– Co.. cosa? – Ribattei.
Lei mi prese le mani e se le appoggiò sul petto, iniziando a massaggiarlo lentamente. Era incredibilmente sodo ed allo stesso tempo morbido. Senti un erezione crescermi nel pigiama.
– Mamma… –
– Shh… non dire niente. – Disse.
– Ma mamma che …. che fai? …. Io.. io… – balbettai.
– Shh…. sto solo colmando d’amore mio figlio. –
Mi tolse le mani, ed iniziò a sbottonarsi il vestito; sotto indossava solo le mutandine che presto fecero la fine del vestito. Mi liberò delle coperte e vide la mia erezione, io l’ammiravo rapito: era davvero bella!
Entrò nel letto e la sua bocca si unì alla mia, la lingua esperta cercò la mia, succhiandola avidamente. Mi sbottonò pian piano la giacca baciandomi e leccandomi il torace.
Sentivo i suoi capelli solleticarmi la pelle, la sua bocca si chiudeva sui capezzoli mordicchiandoli e baciandoli. La mia erezione era veramente grande. Mentre mi baciava la sua mano andò a cercare il pene eretto, le dita cominciarono a scorrere su di esso, stringeva gentilmente la cappella e poi con le unghie stuzzicava i testicoli gonfi. La lingua trovò l’ombelico e lo esplorò a lungo. Allungai una mano per stringerle un seno, lei ebbe un gemito al contatto.
– Ti piace? – Chiese sussurrando.
– Oh mamma ….. sei bravissima. –
Intanto che la sua lingua leccava la pancia, i suoi seni strusciavano abilmente sul pene. Le sue mani l’aiutarono ad imprigionarlo tra essi. Cominciai a muovere il bacino per fa scorrere il cazzo tra le tette. Lei alzò la testa per guardarmi mentre mi stava facendo la spagnola, i nostri sguardi si incrociarono; le misi un dito in bocca che lei prontamente succhiò.
Il movimento si fece sempre più frenetico, il mio respiro sempre più affannoso.
– Piano… piano Giorgio, non avere fretta. – Mi sussurrò.
Allentò la presa leggermente, ora era la sua lingua a stimolarmi la cappella, le mani si strinsero per prendere a coppa i testicoli alzandoli un po’, li strofinava e li stringeva delicatamente; potevo sentire le sue lunghe dita arrivarmi al buco del culo. Abbassò la testa sotto i coglioni, e dopo avermi fatto sollevare le gambe, mi leccò il culo appunto, continuando a masturbarmi con una mano. Sentivo le sue labbra calde chiudersi intorno l’ano succhiandolo morbosamente, la lingua si infilava nell’orifizio saggiandone il sapore, sempre più in profondità, un dito prese il posto della lingua ed io ebbi un gemito di disappunto, subito sostituito da uno di piacere. Il dito mi scorreva nel culo in modo esperto, non tanto da farmi male, ma abbastanza da darmi piacere. Stavo impazzendo, avevo scopato con diverse ragazze, anche molto belle, ma nessuna così brava come mia madre.

Riprese il cazzo tra i seni ed il movimento lento e sinuoso andò man mano crescendo, questa volta deciso da lei. Sentivo scorrerlo tra quelle pareti morbide, solo il rumore che faceva mi eccitava tantissimo. Lo sperma mi stava salendo dalle palle impetuoso.
– Dai….. Giorgio… dai…. vieni…. sulle…. tette… di.. mamma… dai.. sborrami sopra. dai.. dai.. dai… ohhh!! –
– OHHH!!!! …… vengoo…. ssiii… ahh.. ahh… ohh…… sborroo… –
La sborra le schizzò fin sopra i capelli, lei continuava freneticamente a masturbarmi con le tette mentre lo sperma le inondava il seno ed aiutava a lubrificare il movimento. Gli schizzi le imbrattarono il collo, le mani era lorde di sperma. La sua lingua intanto cercava di cogliere qualcosa di quel liquido che la colpiva. Finita la sborrata lei ripulì il tutto con la bocca, le sue mani, il seno, la mia pancia. Dopo venne a baciarmi, ed i miei umori si mischiarono alla sua saliva, e dividemmo così il gusto del mio seme. Era sdraiata sopra me, ed approfittando della mia erezione ancora in atto se lo infilò nella fica, cominciando a cavalcarmi furiosamente quasi. Ansimava, le mani mi stringevano i capezzoli, mi metteva le dita in bocca, mentre io le stringevo i seni. La vedevo sopra me inarcarsi con movimenti del bacino che mi lasciavano senza fiato; appoggiò le mani dietro di se per spingere più forte con la fica. Il cazzo era risucchiato dalle labbra, io lo accompagnavo inarcandomi a mia volta. Pensavo che il letto si sarebbe sfondato. Lei si ripiegò in avanti per baciarmi sulla bocca, mi strinse i capelli gridando quasi:
– Si.. sii… sii… scopami così.. dai.. daii… fottimi.. più forte… daiiii!!! .. –
Eravamo fradici di sudore, tanto che la presa delle tette mi era difficile, aveva i capezzoli ormai enormi. Glieli strinsi con forza, gridò di dolore e di piacere. La sua fica era bollente.
Si mise le mani in testa tirandosi su i capelli, era bellissima così eccitata, una vera bellissima troia. Sempre tenendosi la testa continuava a saltare praticamente sul cazzo sempre più freneticamente. Il suo respiro si fece spezzato ed affannoso, il sudore le colava dal collo sui seni; ci prendemmo per le mani come a respingerci l’uno contro l’altro, ma allo stesso tempo tirandoci a vicenda. Mi misi seduto stingendola a me da sotto le ascelle e tenendola adesso per i capelli da dietro la nuca. Tirandola così lei buttò la testa all’indietro ed io le baciai la gola, succhiandogliela.
Ad un tratto mi alzai con lei avvinghiata a me; la voltai e la presi alla pecorina. Eravamo in piedi, lei piegata a novanta gradi con le mani poggiate alla parete, le gambe larghe, la fica spalancata.
I miei colpi si facevano sempre più violenti ed i suoi gemiti diventarono quasi delle urla di piacere; sentivo la cappella toccare il fondo della vagina ad ogni spinta. La schiena bellissima e lucida di sudore, s’inarcava per accompagnare il mio movimento; le schiaffeggiai violentemente le chiappe, con cattiveria quasi.
– Si… oh si… fammi male…. dai… fammi male. – Gridò.
La presi per i capelli come fossero delle briglie, e reggendomi ad essi continuai a penetrarla furiosamente.
Stavo per venire, lei se ne accorse e subito si voltò per ricevere quel nuovo fiotto di sborra in bocca, non lasciandone cadere neanche una goccia. Bevve tutto avidamente, ripulendomi di tutto lo sperma. Mi inginocchiai anch’io per abbracciarla, sentivo il seno premermi addosso. Ci baciammo contenti e svuotati. Restammo a terra abbracciati non so per quanto continuando a guardarci negli occhi ed a baciarci; fu una cosa dolcissima. Lei mi accarezzava dappertutto, le sue dita scorrevano su di me esperte, mi prese il cazzo ora molle e lo baciò come si bacia un bambino. Rimase con la testa adagiata su di esso e credo che ci addormentammo per un po’ cosi.
Mi confessò che anche lei aveva avuto un orgasmo bellissimo, e che aveva desiderato da tempo fare l’amore con me; mi disse anche che adesso doveva andare in camera sua perché Giulia sarebbe tornata da un momento all’altro, ma che non sarebbe finita lì. Non avrebbe rinunciato ad un amante come me. Io pensai che non avrebbe dovuto preoccuparsi, perché neanch’io avrei rinunciato ad una donna come lei, e glielo dissi. Si rivestì e dopo esserci baciati di nuovo, andò a dormire, mentre io impiegai almeno un ora per ritrovare la calma per cercare di addormentarmi.
Ma il sonno arrivò, ed il mattino dopo mi svegliai con la paura di essermi sognato tutto. Ma il suo ingresso in camera con il caffè, e soprattutto il bacio che mi diede, mi confermarono che era successo tutto per davvero.
– Buongiorno amore – Mi salutò baciandomi sulla bocca.
– Ciao mamma, pensavo d’aver sognato – le dissi.
– Dai vestiti. Sbrigati che hai lezione. Tua sorella è già uscita, ed anch’io sono in ritardo. –
Fu così che dopo esserci preparati uscimmo insieme da casa. FINE

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