La mia storia ha origini quando ero ancora fidanzato con Stefania. Io vivendo al sud con cinque anni di fidanzamento ero da considerare quasi sposato.
Tutto cominciò in un giorno afoso di mezz’estate… ero andato a casa della mia ragazza verso le 15, suono alla porta e stranamente mi apre Sara (mia futura suocera), di solito quando arrivo a quell’ora prontamente si fa trovare Stefania.
“Ciao Vittorio, finalmente sei arrivato? ” un secondo a pensare un po’ sorpreso.
“Salve Signora, non c’è Stefania? ” e lei
“è uscita mezzora fà per andare da Carla che ha avuto una crisi di nervi, aveva bisogno di compagnia e Stefania è andata.
Mi ha chiesto di comunicarti che mancherà per tutto il pomeriggio” io risposi
“Va bene allora io ritorno più tardi”.
Sara mi guardò, e mi disse
“Perché non resti e mi aiuti a risolvere un problemuccio? ”
Anche se mi rompeva aiutarla, in compenso poteva far felice Stefania che davo una mano alla madre e quindi risposi
“Certamente Signora sono a sua disposizione. ”
Tipo ruffiano.
Mentre mi faceva accomodare continuò
“Bene mentre mi aiuterai possiamo occupare il tempo parlando di te e Stefania
“Io dietro a lei imprecavo silenziosamente pentendomi di aver deciso di aiutarla.
Erano discorsi che mi facevano cadere in paranoia, tipici discorsi ottusi della tradizione del sud.
Arrivati al salotto m’indicò i divani
“Ho intenzione di rivoluzionare la stanza cambiando le posizioni dei divani, mobili, quadri, apparato hi-fi ed altro”
Mi sono bloccato e risposi
“Ci vuole una squadra per sistemare come dice lei! ” mi rispose con modo garbato e un po’ malizioso
“Allora perché l’ho chiesto a te? Sono sicura che con i muscoli che ti ritrovi non farai nessuno sforzo”.
Ero lusingato e mi aveva fregato, ora dovevo impegnarmi.
“Ok Signora incominciamo, cosa ne facciamo dei divani? ” e lei
“Non avere tutta questa fretta, vuoi un caffè freddo, una lattina o una fresca birra? “.
Io assetato e accaldato per la giornata afosa risposi
“La ringrazio Signora, desidererei una birra? “.
Lei un po’ seccata mi disse
“Sai che mi sono stufata che mi chiami Signora? È da cinque anni che ci conosciamo e ancora non vuoi darmi del tu! ”
Era più forte di me, non ci riuscivo, era una cosa strana dare del lei alla madre della mia ragazza e la cosa più strana è che mi sono capitate situazioni del genere a dare del tu a delle persone più grandi di me e non avevo avuto problemi, ma con lei non riuscivo.
“Cercherò di darle del tu Signora”. Un po’ rassegnata
“Si, si ho capito”.
Non mi ero accorto che davo sempre del lei.
Ci siamo seduti nel divano, io con un certo distacco.
“Allora Vitto vedo con soddisfazione che Stefania è proprio innamorata di te, mi fa molto piacere, so che sei un bravo ragazzo e sono sicura che mia figlia non avrà alcun problema, intendo sentimentalmente. ”
Io cercavo di interpretare quel sinistro codice che voleva significare a mio parere – sei fottuto caro Vittorio ora cerca di sbrigarti a sposare mia figlia -.
Si accorse che ero pensieroso e mi domanda
“Cosa hai Vitto ti vedo preoccupato? “.
Io subito ripreso dallo sconforto
“No Signora stavo pensando a Stefania, in questo momento è da Carla, la sta aiutando, è da apprezzare mi domando cosa farei senza di lei”.
Mi facevo schifo, proprio un bel ruffiano, ma mi ero salvato in curva, avevo detto una cosa che la colpì.
Era soddisfatta. Avevo finito la birra mi alzai
“Allora incominciamo? “.
Lei fini di bere il sorso di birra che rimaneva nella bottiglia e mentre la osservavo tranquillamente aspettando che finisse, quando ho avuto un flash.
Il modo in cui le labbra carnose venivano bagnate dalla birra mi fecero venire un formicolio in tutto il corpo.
Ero strano, sorpreso da quella sensazione che non sapevo cosa fosse.
Restai immobile fissandola.
Vedevo sfocato, e quando mi ripresi mi vidi in piedi davanti a lei come se ci fosse una telecamera che riprendeva la scena.
Non ero più in quella stanza, non ero là.
Ero davanti ad una televisione dove proponevano un teleromanzo intitolato – Io e la mia futura suocera -.
Ero confuso non sapevo cosa fare, immobile quasi costretto a guardare le scene, vedevo solo la televisione nessuno sfondo soltanto un grande schermo.
Pensavo, forse sogno oppure la birra mi ha rincoglionito.
Ora che succede?
Lei chiede al virtuale Vittorio nello schermo di aiutarla ad alzare dal divano.
“Sono stanca, oggi non mi andava di mangiare per il caldo e dopo questa birra mi sento un po’ brilla”.
Subito a voce alta davanti alla televisione dissi
“Sei una grande troiona, mi hai rotto il cazzo in questi 5 anni, dai Vittorio vendicami gliela devi fare pagare”.
Speravo che succedesse qualcosa di divertente in quella scena, qualcosa d’imbarazzo per lei, lei che mi metteva sempre in imbarazzo.
La scena continua con lei che si avvicina al divano e cerca di spostarlo, allora il Vittorio virtuale prontamente l’aiuta.
Dietro lo schermo dico
“Il solito ruffiano, devi cambiare”.
Subito Vittorio nello schermo mi guarda incazzato, non era una coincidenza mi aveva sentito.
Sorpreso esaminai la situazione
“Allora mi devo vendicare, tu Vittorio nello schermo mi vuoi aiutare?
Almeno in sogno voglio vincere io. ” Il Vittorio Virtuale rispose appena si allontanò Sara dalla stanza
“Ok, non ti preoccupare, ci penso io. Stai zitto e goditi la scena”.
Lui sì che era un uomo non si spaventava di Sara, era quello che volevo essere io. Rientra Sara nella stanza e Vittorio subito le dice
“Senti Sara, mettiamo il divano in questa zona di luce, mentre l’altro lo posizioniamo in quell’angolo”
Era un tono deciso, potente e le aveva dato del tu.
Sara era piacevolmente sorpresa ed anche io che guardavo la scena.
Quindi lei rispose
” Oh, finalmente ti sbottoni un po’, sono contenta che mi dai del tu, mi piace. ”
E lui “Si era ora che mi decidessi”.
Chiusa questa parentesi lei incalzava parlando di Stefania
“La mia bimba è una brava ragazza spero che tu non la fai mai pentire di… ”
Interrotta dal Vittorio virtuale
“Senti mi sono rotto di sentire queste cazzate, ogni volta è la stessa storia” Io dietro la tivù ero sorpreso, mi imbarazzavo pur sapendo che non ero io ed era un sogno, comunque curioso guardai la reazione
“Ma… io… veramente”
Era bellissimo lei era imbarazzata non sapeva che fare, lei la donna superiore di fronte a questa situazione stava crollando.
Quindi lui di nuovo in attacco
“Ma… io… veramente… Il cazzo!!! ” a sfottere il suo imbarazzo.
“Tua figlia mi piace, ha un bel culo, un bel paio di tette e una fica calda e stupenda che aspetta solo il momento di essere penetrata.
Quindi non ti preoccupare, tanto me la sposo, non me la faccio scappare”
Sara era sorpresa a momenti sveniva ed io che mi gustavo la scena e me la ridevo tutta. Il virtuale continuò
“E poi se viene come sua madre… tanto meglio, una grande porcona e troiona. Mi piace l’idea”.
Guardando Sara in televisione mi accorsi quanto era bella, una signora di 40 anni portati stupendamente, un corpo tutte curve, un culo sodo e grande, due seni prorompenti di quinta misura.
Ero turbato prima non vedevo così Sara, mi faceva sempre imbarazzare e quindi non essendo in tranquillità non potevo immaginare situazioni eccitanti con lei.
Quel giorno poi era un programma, aveva dei pantaloncini di Stefania aderentissimi, una T-shirt sempre della figlia che a contatto con i suoi seni diventava aderente alla linea del corpo che va dalla vita fino al collo.
E poi portava ai piedi un paio di zoccoli, e pensavo guarda guarda non l’avevo mai vista così , sarà per il caldo. I capelli castani, un viso non truccato che le donava, ma soprattutto quelle labbra carnose, rosse, senza un filo di rossetto.
Un po’ tremante Sara si dirige verso la cucina, doveva rinfrescarsi un po’ e studiare la situazione.
Vittorio Virtuale fermo e deciso aspettò che si allontanava e disse
“Allora Vitto, ti è piaciuta la scenetta?
Ho intenzione di fare dell’altro, che ne dici? ”
Ed io “Dai continua, sorprendimi” e lui
“Ti sorprendo sì, guarda attentamente, sta arrivando” Io ormai eccitato mi gustavo il tutto.
Appena giunta in camera Sara dice
“Senti Vittorio non so cosa ti sia preso, sto male, è meglio che vai, sono confusa”.
Io guardando la scena ero stupito come mai non si era infuriata, era veramente confusa, non sapeva che pesci prendere, allora Vittorio…
Volevi essere aiutata, no?
Allora vieni che ti aiuto io, tanto Stefania è fuori, quel coglione di tuo marito non viene fino a stasera, abbiamo tutto il tempo per… ” interrotto da lei che era inorridita
“Per cosa? Cosa hai in mente, non vorrai mica… violentarmi? ” e lui…
“Non ho intenzione di violentarti, ma di scoparti in tutti modi e a te deve piacere. ”
Io vedendo la scena avevo il cazzo duro come l’acciaio che stava esplodendo dentro i jeans.
Lui si avvicinava lentamente, fissandola, arrivato con le labbra vicine alle sue, le sussurrò…
“Ho una voglia matta di possederti, di farti male e contemporaneamente farti godere”
Lei stupefatta, incredula, lo fissava e disse
“Per favore… no” Nel dire queste parole sfiorò le labbra di Vittorio, era troppo vicina , le tette che erano praticamente appoggiati al petto di lui, facevano capire a Vittorio che era ipereccitata, i capezzoli duri erano come due olive e sentiva anche il cazzo che le strusciava piano piano la fica ormai in un turbine di liquidi del suo umore.
Lei cercava di resistere ma quando il Vittorio Virtuale prese l’iniziativa per lei non ci fu più speranza. Io vedendo la scena ero soddisfatto e gridavo
“Dai trombala, spaccala in tutte le posizioni, deve capire chi è Vittorio, deve capire che sua figlia è fortunata” almeno così Sara non poteva avere più dubbi.
Vittorio in tivù le baciava tutto il viso, con una velocità un po’ brutale, ma aveva il suo effetto, Sara era in estasi all’idea che stava per essere scopata dal futuro genero, magari pensava che era giusto, doveva controllare per sua figlia, ne doveva essere sicura, quindi si lasciò andare voleva fottere con Vitto.
La spogliò in poco tempo era fragile nelle mani di Vitto il corpo quasi abbandonato spostato di qua e di la. Un po’ violento ma sensuale ed eccitante.
Vittorio le prese la testa e disse
“Ora succhiami la verga, fammi sentire la tua bocca calda e la lingua, succhia, succhia troia”.
Mi sono spogliato e restai davanti lo schermo nudo, intento a spararmi una sega paurosa.
Nella tivù continuava la scena, Sara fissò in ginocchio Vitto, spalancò la bocca e fece uscire la lingua e piano piano si avvicinò al glande.
Slinguettò un po’ la cappella per poi ingoiarla.
Vittò eccitatissimo, io che mi masturbavo con colpì secchi e duri, Sara faceva avanti e indietro con la testa con rumori osceni di saliva.
Lui mi guardava soddisfatto, e mi strizzava l’occhio, facendomi capire che mi stava vendicando.
La prese con forza, la gettò nel divano e le divaricò le gambe dicendo
“Ora mamà fatti leccare la fregna voglio succhiarti il clitoride” e lei ansimava al solo pensiero.
Mentre lui lavorava di lingua Sara presa da coraggio disse sempre ansimando
“Dai Vitto… leccami…. fai felice tua suocera… Oooh….. continua, mordimi, possiedimi con la bocca” e spingeva sempre più la testa di Vitto tra le gambe.
Tutto attorno alla fica era bagnato degli umori di Sara, veniva in continuazione, avendo orgasmi multipli mai provati prima.
Sempre Sara disse
“Lo voglio, dai Vitto fottimi da tutte le parti” e lui per eccitarsi di più
“Ehi ma tuo marito non ti soddisfa? ” e lei
“Quel coglione non sa che significa far godere una donna” si mise con un aria impetuosa quando raccontava di suo marito e continuava
“Si merita le corna da tutte le parti, voglio godere, fammi godere, e offendi mio marito”.
Io guardando la scena stavo notando che la situazione stava capovolgendo, ora era lei che ordinava. Vitto nello schermo quasi intuendo quello che pensavo subito l’acchiappò per i capelli e strattonandoli un po’ disse
“Senti troiona sono io quello che comando, tu devi solo obbedirmi e fare la brava puttanella!!!
Ti posso far male se voglio e prima devo godere io e poi forse puoi godere anche tu. ”
Lei replica dicendo
“Dai allora sfondami, fammi male, voglio sentire il dolore perché è così che godo”.
Eccitato da quelle parole Vitto la prese la mise a pecorino e disse
“Allora incominciamo dal culo, te lo spacco”
Con Violenza e con un po’ di fatica Vitto le allargò le natiche appoggiò il cazzo nello sfintere e disse
“Ed ora come dici tu ti farò godere” un colpo secco e si ritrovò dentro il culo di Sara che strillava soffocata nel cuscino.
Vitto sentì un bruciore alla cappella, un piacevole bruciore e lei strillava di dolore ma poi si mise a ridere in modo sguaiato, lussurioso.
Ansimando Sara invogliò Vitto
“Pompa dai, pompa, voglio che mi inculi a sangue”.
Incominciò un moto lento, avanti ed indietro, lento che prendeva velocità con colpi più secchi.
Il corpo di Vitto che sbatteva contro quello di Sara procurava dei suoni come dei schiaffi, ormai erano sudati, avvampati.
La prese per i capelli e la montava, glieli tirava sempre di più poi da dietro le acchiappò i seni e li strizzò così tanto che le procurò graffi e lividi.
Dopo le afferrò i fianchi uscì il cazzo e lo infilò nella fica ormai fradicia.
L’alone nero del buco del culo era arrossato e d insanguinato.
Lui allora eccitato disse
“Sai Sara, credevo che il tuo culo era già rotto, ora però ho provveduto io” e lei godendo disse
“Mio marito non ha mica il cazzo che hai tu, sono sicura che da adesso in poi con lui non sarò più soddisfatta sessualmente e questo perché mi stai sfondando da tutti i buchi.
Ora sarai tu quello
che lo sostituirà sessualmente”. Io dietro lo schermo ero impazzito stavo per venire, ma non potevo far finire tutto così, mi trattenevo a stento, ormai avevo il cazzo anche io arrossato dalla sega impetuosa che facevo.
Vitto pompava nella fica di Sara, la quale si muoveva col bacino per ottenere così più penetrazione.
Lui disse “Ora sto per venire” e lei
“Per favore vienitene fuori” e lui
“Col cazzo. Io voglio venirmene dentro la tua fica e tu ti devi stare zitta” continua lei
“Per favore… no… ti prego… Ooh… no…. Ooh… si…. si… si, dai vieni allora, riempimi tutta!! “.
Vitto con forza diede una decina di colpi secchi e dalla fica di Sara incominciò ad uscire un impasto di sperma e umori.
Uscito il cazzo, lo avvicina alla bocca di lei, che come una cagna incominciò a lavorare di lingua per pulire il tutto.
Lei leccava e fissava negli occhi Vitto, e succhiava più forte, ormai era una schiava, era eccitata sapendo che non ne poteva più farne a meno.
Così lei disse
“Come facciamo con Stefania, le parlerai? E lui “Ma sei pazza, così la perdo… ” interrotto lei risponde
“Ma ci sono io che posso altamente sostituirla, lascierò il coglione cornuto, non poso fare a meno del tuo cazzo, vengo a vivere con te” e lui sorpreso
“Ma sei scema… io sposerò Stefania e ogni tanto per farti contenta ti fotterò qualche volta, così tanto per farmi una sveltina.
Poi inviterò qualche amico e ti faremo anche la festicciuola, che ne dici? ” e lei
“Quello che tu desideri, io sono sottomessa al tuo volere”.
Io dietro lo schermo ero intento ancora alla sega quasi alla eiaculazione.
Vitto non contento afferrò al collo Sara e disse “Ora ricominciamo!!!
Sei pronta puttanella ti rifaccio il culetto, ormai il sangue si sarà cicatrizzato ed è più divertente sfondarti il tutto accompagnato dalle grida” lei in sottomissione disse
“Mi sottometto al tuo ordine sperando che il tutto sarà di tuo gradimento” e lui
“Dai troia poche chiacchiere, che ora ti farò tanto male”.
Presa stavolta di fronte, Vitto le alza le gambe appoggiandole sulle sue spalle, si abbassa e le porta le ginocchia vicino alla faccia, in questa posizione sentiva meglio il buco del culo incrostato di sangue che gli strusciava la cappella.
Con un colpo violento e col il sorrisino diabolico la penetra di brutto, lei urlava dal dolore tanto che stava svenendo, lui godendo a quella vista disse
“E se adesso ti dilato il culo con la mia mano, la voglio infilare tutta fino al polso, che dici, ti piacerà? Ma tanto non me ne frega se ti piacerà o no, anzi al dire il vero desidero che soffri”.
Lei spaventata non sapeva che fare, si preoccupava e disse
“Ma così mi spaccherai tutta, non potrai per tanto tempo penetrarmi” e lui
“Dici? Ti inculerò anche se ti daranno i punti, anche poco dopo che te li daranno.
Non hai capito che ormai non vali niente sotto il mio dominio, se deciderò di frustarti ti dovrai fare frustare, se deciderò di infilarti elettrodi nel culo e nella fica ti prenderai senza storie scariche elettriche, ti infilerò anche una bella candela grossa nel culo, l’accenderò e mentre mi farai pompini, la vedrò spegnersi nel tuo culone da troia”.
Inorridita ed eccitata allora si mise alla pecorina e prese la mano di Vitto e l’avvicinò all’ano invitandolo alla penetrazione.
Vitto soddisfatto e con aria di padrone unì le dita a mò di cono, lecco il buchetto ormai intriso di sangue per la recente inculata, assaporò con gusto la mistura ottenuta dal suo cazzo e spinse le dita.
A poco a poco si vide lo sfintere allargarsi, Sara mordeva il cuscino dal dolore, non ce la faceva più, lui continuò imperterrito arrivando alle nocche, il culmine del dolore di Sara.
Dopo di ciò spingendo era più rilassante, finché Vitto non vide ingoiata la sua mano dentro il culo, e spingeva a piccole mosse la mano, per poi fare un po’ di avanti ed indietro.
Io dietro la tivù restavo allibito, non proferivo parola, intento alla sega più bella della mia vita.
Vitto con l’altra mano si sparava anche lui una sega, Sara era impazzita tra il dolore e la goduria mai provati prima.
Alla fine io e Vitto ci scambiammo uno sguardo e ce ne siamo venuti contemporaneamente.
Lui in faccia a Sara ed io sullo schermo, tanto di quello sperma che imbrattai paurosamente la tivù; latrati, grida, ululati che sembravano di tutto ma non umani.
Mentre cadevo indietro dalla fatica notavo da quelle immagini ormai opache la figura di Vitto e di Sara esausti in una mistura di sudore, sangue, umori e sperma.
Cadendo su un qualcosa di soffice mi addormentai per poi svegliarmi su un letto matrimoniale.
Ero io, avevo sognato e dissi
“Cazzo che sogno, sono fradicio di sudore, di sperma appiccicoso… ” sorpreso e cercando di capire
“Minchia!!! Sono pure nudo!!! “.
Una voce da lontano
“Vittorio dove sei? “.
L’ho riconosciuta, una voce impetuosa, carica di potere… era la Signora Sara che mi cercava.
Capendo che avevo sognato restai immobilizzato dal terrore, ero super imbarazzato cercavo di capire cosa era successo, forse per il caldo, per la birra, per la situazione, forse avevo chiesto di poter riposare un po’ prima di aiutarla.
Ero nell’immenso panico, nudo in erezione, sudato fradicio, quando poi con un sorrisino diabolico mentre pensavo, pensavo e pensavo, dissi
“Signora sono qua, venga!!! “. FINE
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