Mi accovacciai accanto a mia suocera mentre lei si era sistemata seduta a terra con la schiena appoggiata al divano e con le gambe rannicchiate al petto. Da sotto risaltava la sua fessa e ancor più sotto potei notare una piccolissima traccia di sangue:
– Accidenti, ma ti esce sangue dal culo. Poco, ma ti esce.
– A volte, quando sono particolarmente eccitata, mi succede di essere troppo irruente e di conseguenza qualche piccola lacerazione…
– Credo allora che sia il caso prima di fare qualcosa.
– Hai ragione, ma credo che basti una bella doccia fredda. Se mia aiuti…
– Ma certo, andiamo.
Una volta nel bagno aprii l’acqua fredda della doccia e la invitai a entrare nella vasca. Poi la feci chinare in avanti e con le mani le allargai le gambe. Lo spettacolo che mi si presentò era davvero unico: aveva il buco del culo largo quanto una palla da tennis e quando vi indirizzai il getto d’acqua fece il rumore di una bottiglia che si riempie. Quello strano rumore ci fece ridere entrambi. Dopo poco era scomparsa qualsiasi traccia di sangue. La feci alzare e messa l’acqua ad una temperatura leggermente tiepida iniziai a docciarci.
– Che ne dici se dopo la doccia ci mangiamo qualcosa. Praticamente a tavola non abbiamo toccato nulla.
– è vero, hai ragione. Pensandoci bene ho una fame che mangerei un cavallo.
Dopo pochi minuti eravamo a tavola che mangiavamo come se avessimo appena terminato un mese di digiuno. Una volta sazi ci dirigemmo sul divano dove ci accomodammo girandoci l’uno verso l’altro.
– Lo sai che hai veramente un bel paio di zizze?
– Non dire sciocchezze. Ormai sono piuttosto cadenti e molli.
– Si, ma è proprio quando sono così che si possono prendere a piene mani.
– Mi fa piacere, ma questo vuol dire che quelle di tua moglie non ti piacciono.
– In effetti per i miei gusti le ha un po’ piccole.
– Già, ma se ricordo bene sono particolarmente sensibili.
– È vero, non le si può neanche sfiorare che … Ma tu… Che ne sai?
– Lo so, lo so. Ma non precipitare e ascolta.
Mia suocera iniziò il suo racconto con il preambolo che la sua vita, sin da giovane, era sempre stata contraddistinta da un forte desiderio di sesso. Mi raccontò che da ragazzina aveva assistito ad un incontro a tre tra sua madre, suo padre e suo zio:
– Ricordo come fosse ora mio padre nudo seduto in poltrona che si masturbava, mentre la mamma e suo fratello, anch’essi nudi, erano intenti in un 69. Avevo il cuore in gola mentre spiavo dalla porta socchiusa. Poi vidi papà alzarsi brandendo il suo cazzo come fosse una spada. Si avvicinò ai due e appoggiò il suo arnese al culo di mio zio. Gli fu dentro in un sol colpo e zio Carlo invece di ribellarsi iniziò a gemere ancora di più dal piacere. Ad un certo punto vidi papà che staccò i due e sostituì mamma. Lo vidi chiaramente imboccare il cazzo di suo cognato che dopo pochi attimi gli sborrò in bocca ricevendo a sua volta lo sperma di mio padre. Mamma a cosce completamente spalancate si stava masturbando violentemente con l’aiuto di una spazzola. A quel punto non ce la feci più e dovetti correre nella mia camera. Sentivo un fuoco tra le cosce. Mi denudai completamente e mi misi davanti allo specchio. Non avevo peli sulla fessa e potevo guardarla per bene. Iniziai a toccarmi. Poi il mio sguardo fu attratto dal pomello della pediera del letto. Non era eccessivamente grande e la voglia di sentirmelo dentro era enorme. Ma sapevo che infilarmelo nella fessa significava sverginarmi e non era certamente quello che volevo. Ricordando come mio zio lo aveva preso nel culo da mio padre decisi allora di fare più o meno la stessa cosa. Prima di tutto sputai un bel po’ di saliva sul pomello, poi ci appoggiai sopra il mio buchetto posteriore. E qui accadde l’imprevedibile: scivolai con i piedi e caddi a peso morto sul pomello. Il dolore allucinante che provai mi fece capire che mi ero impalata squartandomi il culo. Al mio urlo disumano i miei genitori corsero, compreso mio zio. La situazione era più che chiara: io ero in lacrime per il dolore con il pomello del letto ficcato nel culo ed essendo completamente nuda non ci potevano essere equivoci. Per fortuna che anche loro erano completamente nudi e quindi non ci fu bisogno di imbarazzanti spiegazioni. Mamma si chinò per meglio rendersi conto dell’accaduto e lo sbiancare del suo volto ci fece capire che la cosa era piuttosto seria. Dovetti ricorrere alle cure di un medico e anche per parecchio tempo. Dovetti stare diversi giorni a casa perché prendevo un lassativo per farmi andare di corpo quanto più molle possibile. Mi è comunque rimasto un ricordo tangibile: quello di avere il buco del culo rotto. Ma a dire il vero questo è stato un vantaggio. Comunque quando, diciamo così, fui guarita, una sera papà e mamma si sedettero accanto a me sul mio letto e iniziarono a farmi le domande che giustamente fino ad allora avevano evitato di fare. Visto però che ormai io ero stata scoperta, volli giocare di rimando rivelando il fatto che li avevo visti scopare con lo zio e che la cosa mi aveva talmente eccitato da cercare piacere in quell’insano atto. I miei sbiancarono in volto ed in modo particolare papà che balbettando mi chiese cosa di preciso avessi visto. Dissi tutto per filo e per segno, ma dissi pure che il fatto che loro si divertissero non mi dispiaceva affatto anche se la mamma aveva rapporti incestuosi con lo zio. Devo dire che fui molto furba nel chiedere a mamma se lei non ci trovava niente di male ad avere rapporti con il fratello e quando lei mi rispose che l’incesto era considerato un taboo solo dalle persone grette , le proposi di partecipare ai loro giochi. Mamma e papà strabuzzarono gli occhi e quasi mi stavano per picchiare. Ma io li fermai facendo ricordare loro le parole dette poco prima da mamma. Fu così che iniziai a partecipare anche io. Papà dettò le regole. All’inizio mi era solo concesso di assistere alle effusioni tra mamma e papà da sotto la porta, poi, sempre da lontano mi fu concesso di guardare proprio quando chiavavano. Ricordo ancora come se fosse ora mamma con il culo in aria china sul cazzo di papà a succhiarlo. Era una di quelle donne antiche con i fianchi grossi e una fessa pelosissima. Le sue zizze facevano impaurire anche le mie. Un giorno mamma mi chiamò e mi disse che quella sera sarebbe venuto anche zio Carlo e che se volevo potevo anche entrare nella loro camera. Le chiesi se a papà piaceva zio Carlo e lei sorridendomi mi disse questa frase: “Dove c’è sesso non c’è sesso”. Voleva dire che nel momento in cui il sesso provoca piacere non ha importanza se lo si fa con una donna oppure con un uomo. Rimasi per un attimo smarrita, poi le chiesi se lei lo avesse mai fatto con una donna. Accarezzandomi tra i capelli mi sorrise ma senza rispondermi. La sera a cena zio Carlo sembrava piuttosto nervoso. Allora io per sdrammatizzare, quando mi chiese come andavano le mie cose, gli risposi che se per “cose” intendeva il mio buco del culo allora andavano bene. Dopo un attimo di silenzio papà scoppiò in una sonora risata e tutti noi lo seguimmo. Dopo cena zio Carlo disse che aveva portato una sorpresa e da una misteriosa valigia che aveva con se tirò fuori un proiettore con un paio di pellicole. All’epoca non esistevano ancora i videoregistratori. Lo zio però era dubbioso sul caso che io assistessi, ma stesso mia madre gli disse che ormai avevo l’età per capire certe cose. I miei si accomodarono sul divano ed io mi misi sulla poltrona di fianco. Dopo un buon quarto d’ora (lo zio era piuttosto imbranato) fu tutto pronto per la visione. Mamma diminuì le luci ed il film iniziò. Le immagini proiettate oggi non farebbero specie neanche ad un tredicenne, ma all’epoca erano sconvolgenti. C’erano due uomini e una donna completamente nudi su di un letto. I dettagli dei loro organi sessuali non erano inquadrati di continuo, ma in una ripresa potei notare per bene che uno dei due uomini aveva un cazzo di dimensioni asinine. I tre cominciarono la loro performance. La luce del film stesso illuminava molto bene i nostri volti e potei notare perfettamente quello di mio padre paonazzo per l’eccitazione. Con una mano si toccava il cazzo da sopra i pantaloni e con l’altra toccava le cosce di mamma che sedeva in mezzo ai due uomini. Io sulla poltrona cominciai ad avvertire delle forti fitte al basso ventre e la tentazione di toccarmi era enorme. Nel frattempo il vestito di mamma era risalito quasi oltre le mutande e alla mano di papà sulle sue cosce s’era aggiunta timidamente quella di zio Carlo. Quando poi si videro i due protagonisti uomini del film baciarsi un forte gemito uscì dalla bocca di papà. Era l’evidente segnale che ormai non resisteva più. Mamma allora si sbottonò completamente il vestito. In un attimo zio Carlo glielo sfilò completamente lasciandola solo in reggiseno e mutande. Fu papà che ancora più velocemente dapprima le sfilò le mutande scoprendo il suo foltissimo pelo nero e poi le slacciò, tirandolo via di colpo, il reggiseno: due enormi mammelle ebbero come un esplosione. Erano veramente enormi, con due capezzoli grossi quanto la punta di un mignolo. I due si tuffarono a succhiarle. Mamma li fermò dicendo che era meglio se si fossero spogliati. I due eseguirono l’ordine e in breve furono completamente nudi. I loro cazzi sembravano aste di bandiera. I tre si abbracciarono e le loro lingue s’intrecciarono. Quando poi vidi il cazzo di papà e quello di zio Carlo strusciarsi tra di loro non ebbi più forza di resistere. Mi strappai completamente quel poco che avevo addosso ed iniziai a masturbarmi furiosamente. Mamma fece stendere a terra il fratello e si accovacciò sul suo viso mettendogli la fessa in faccia. Poi fece segno a papà di accovacciarsi anche lui, ma non sul volto, bensì sul cazzo dello zio. Papà non se lo fece ripetere e con entusiasmo si sedette sullo zio. Con la mano si sistemò il cazzo al buco del culo e con un colpo se lo ficcò dentro. Dal suo gemere capii che la cosa gli piaceva un mondo. Mamma nel frattempo incitava lo zio a leccarle per bene la pucchiacca e poi di sborrare nel culo di papà. All’improvviso vidi che zio Carlo ebbe degli spasmi. Papà allora si sfilò dal culo quel cazzone enorme dal quale usciva ancora dello sperma e vi si tuffò sopra a succhiarlo. Mamma come presa da un raptus si buttò a capofitto sul cazzo di papà e prese a succhiarlo voracemente. In un attimo la sua bocca fu riempita si una quantità enorme di sperma che all’istante provvide a riversare nella bocca di zio Carlo. I due uomini giacevano a terra stremati dall’orgasmo, ma mamma era lì senza aver ancora provato godimento. Fu un lampo: i nostri occhi s’incrociarono. Mamma si avvicinò a me e presa una mia mano se la portò in mezzo alle cosce. Era bagnatissima e mi bastò spingere pianissimo per entrarle con due dita nella fessa. Mamma ebbe un sussulto e buttandosi a terra mi tirò su di se cacciandomi un metro di lingua in gola. Risposi a quel bacio. Risposi con ardore. Cercai di riversarle in bocca quanta più saliva possibile e altrettanto faceva lei con me. Poi fui io a prendere l’iniziativa. Mi girai e mi misi accovacciata sulla sua faccia. Non ebbi bisogno di chiedere niente perché immediatamente iniziò a leccarmi la fessa. Mi chinai allora in avanti e anch’io la leccai. Per me era la prima volta che sentivo il sapore di una donna e la cosa mi piaceva un mondo. Ebbi diversi orgasmi e anche mamma godette più volte della mia lingua. Alla fine stremate avemmo solo la forza di unirci a mio padre e mio zio in un grande abbraccio. Ecco, questo in effetti si può dire essere l’inizio della mia vita sessuale.
– Porca miseria…
Furono le uniche parole che riuscii a dire in quel momento. Nella mia mente vorticavano le immagini di quel racconto: il nonno di mia moglie che si sfotteva il cognato, il fratello che leccava la fessa della sorella, la figlia che leccava la mamma…
Ma mia suocera disse che il racconto era appena iniziato e che questo che avevo sentito non era che una delle tante sorprese che mi attendevano. FINE
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