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Che giornata!

Era una bella giornata di sole anche se fredda. Insomma tipicamente autunnale. Dentro casa si stava bene al calduccio sul letto. Stavo leggendo un libro erotico che mi stava facendo fantasticare parecchio e naturalmente una parte di me stesso stava assumendo forme particolari. Avevo un bisogno urgente di liberarmi, sfogarmi un po’ ma allo stesso tempo volevo resistere per poter provare successivamente tutto il piacere possibile. Ero eccitatissimo a leggere quei racconti così succinti e scandalosi ma il piacere era tale che qualsiasi remora spariva. Mi massaggiavo la patta delicatamente sottoponendo il mio membro ad una gratificante tortura. Mi sentivo umido e il cuore più che nel torace lo sentivo al bacino. Per calmarmi mi alzai dal letto e accesi una sigaretta. Aprii la finestra e mi rinfrescai un po’ grazie alla pungente aria autunnale. Stavo ancora pensando alle mie precedenti letture quando una luce si accese nel palazzo di fronte illuminando una stanza da letto le cui tende quasi del tutto aperte lasciavano intravedere i movimenti di un corpo femminile. Iniziò davanti i miei occhi uno spettacolo di notevole goduria. Una donna di circa trent’anni aveva cominciato a spogliarsi noncurante del apertura delle tende. Si tolse il tailleur grigio e rimase con uno stupendo completo intimo in pizzo nero e dei collant autoreggenti neri. Si struccò davanti uno specchio quindi levò via le scarpe coi tacchi e iniziò a denudarsi completamente. Rimase con il perizoma che sottolineava un fondoschiena morbido e abbondante. Aveva due gambe tornite e un fisico notevole nonché due mammelle piccole ma graziose molto erotiche sormontate da capezzoli che sembravano due bacche rosee e turgide. Infine tolse lo slip e rimase nuda. La sua figa era strepitosamente depilata e da quella distanza potevo vedere le labbra pendule della sua vagina. Si cosparse il corpo di crema massaggiando la pelle in modo delicato e si distese sul letto. Io ero impietrito ed eccitatissimo ma incapace di qualsiasi movimento se non quello del mio pene che premeva nelle mutande ormai fradice di umori sessuali. Intanto lei seduta a gambe divaricate aveva acceso la televisione e ad un certo punto mise la sua mano sul pube e con mio grande godimento aveva iniziato a sditalinarsi e a toccarsi lascivamente i capezzoli ormai diventati turgidi e di dimensioni notevoli. Fu uno spettacolo vederla masturbarsi e godere come una fontana più di una volta finchè spossata si adagiò sul cuscino per dormire sogni per lei beati non prima di aver chiuso con mio sommo dispiacere la luce della stanza. Io ormai ero un lago e alla vista di quello spettacolo ero venuto senza toccarmi minimamente. Decisi di andare a dormire non prima di essere passato dal bagno a ripulirmi un po’. A quel tempo abitavo da solo perché i miei genitori erano all’estero per lavoro ma per mia somma fortuna era venuta ad accudirmi mia zia materna. Era una donna di 45 anni ma giovanile e devo dire molto bella e attraente e a quel tempo si era separata dal marito. Impazzivo per la biancheria intima che portava : perizomi, tanga, guepiere, tutto pizzo e trasparenze. Lei era appena uscita dal bagno e quando entrai ebbi la fortuna di trovare nel cesto del bucato una sua mutandine. La presi, mi ripulì il pube e decisi che la precedente visione doveva essere onorata con l’ausilio di quell’indumento ancora odoroso degli umori di quella cavallona di mia zia. Andai in camera, mi spogliai di tutto e nudo mi adagiai sul letto. La mia mano destra trastullava il mio pisello inguainato dalle mutandine e la mano sinistra accarezzava il mio scroto. Ero eccitatissimo e il mio gioiello aveva raggiunto una dimensione ragguardevole. Nella mia mente ripercorrevo le immagini della figona del palazzo di fronte e naturalmente pensavo alla mia cara zietta che stava nella camera accanto alla mia. Ero completamente assente e non mi accorsi dell’irreparabile. Mentre un orgasmo squassava la mia mente con relativa sborratona, le mie orecchie sentirono un grido:
“Marco ma cosa cavolo stai facendo? Vergognati depravato!! “. Era mia zia che in sottoveste era sulla soglia della camera incollerita e schifata. Cercai di coprirmi con le sole mani che erano impiastricciate del caldo liquido del piacere. Farfugliai qualcosa scusandomi ma lei avvicinatasi stava per iniziare un rimbrotto anche se ora era più calma e il suo sguardo era comprensivo. Mi stavo alzando quando mi bloccò dicendomi che prima avrebbe ripulito lei. Viste le mutandine mi lanciò uno sguardo accusatorio. Non ce la feci più e liberate le mani presi un klenex e mi ripulì il glande mentre lei cambiava le lenzuola. Il silenzio era solcato dalle sue parole di rimprovero e di compassione, per lei la masturbazione era un fatto naturale per un ragazzo della mia età, ma non nel modo in cui l’avevo fatto io. Io ancora nudo mi avvicinai a lei seduta sul letto e piansi a causa delle sue parole dure. Mi abbracciò e cerco di consolarmi con parole dolci tali da tranquillizzarmi ma allo stesso tempo mi intimò a percorrere altre strade per il piacere che non fossero le continue seghe che lei aveva intuito facessi in qualunque momento della giornata.
Le appoggiai il viso sulle spalle che le strinsi con un abbraccio per me consolatorio. Potevo sentire la morbidezza della sua pelle sotto l’impalpabile tessuto della sua camicia da notte, mentre il contatto del suo seno sodo e abbondante mi gratificava a tal punto da una tempesta ormonale si stava scatenando dentro me. Lei intanto cercava di calmare le mie lacrime scaturite dallo sfogo che ebbi parlandole delle mie difficoltà con le ragazze di cui andavo pazzo ma che non riuscivo ad abbordare per la mia timidezza pur essendo a detta di tutti un bel ragazzo. Ad un certo punto ebbi un erezione al contatto con il capezzolo grosso di quel fantastico seno. Si accorse la mia cara zietta di questa mia eccitazione, ma stavolta non fece nessun rimbrotto, anzi, nei suoi occhi serpeggiò un lampo di sorpresa per le dimensioni del mio gioiello: “Ma lo sai che hai proprio un bel pivellino, ti ha fatto bene mia sorella. Però dovresti calmarti sei sempre vicino a tua zia non con una persona qualsiasi”. Ed io:
“Scusa zia ma il contatto con il tuo corpo mi sta eccitando… “”Ma bene allora le mie mutandine che usi per masturbarti celano qualcosa… vorrà dire che per calmarti dovremo usare un altro metodo”. Io ero impaurito ma vidi che il suo sguardo aveva una strana luce. La sua mano dalla mia spalla scese sul viso accarezzandomi e poi sul ventre e giù giù fino ai peli del pube. Ero al massimo dell’eccitazione. Lei si spogliò. Davanti ai miei occhi apparve un corpo magnifico: gambe tornite, curve abbondanti in un fisico asciutto e snello, due mammelle sode e grandi da quarta misura con rosee e larghe aureole a circondare capezzoli sporgenti e, con mio sommo piacere, una figa eccitante tutta depilata se non per un leggero ciuffo rossiccio di peli. Ero senza parole.
“Ora ti calmerò io… ” Le sue dita affusolate e curate mi presero il pisello e iniziarono un massaggio delicato. Partiva dalle palle accarezzandole e poi stringeva l’asta pulsante fino alla punta e scendendo scappellava. Anche lei si stava eccitando e presami una mano se la posò sul seno che iniziai a palpare, quando lei con mia grande meraviglia e piacere si abbassò e con le sue morbide labbra cinse il mio glande. La sua lingua era fantastica. Lo prese tutto fino in gola mentre io mi sollazzavo con le sue tette che sobbalzavano sulle mie cosce e con una mano accarezzavo il suo splendido fondoschiena fino ad arrivare in mezzo alle sue natiche dove raggiunsi prima il buchetto e poi la sua figa che ormai era diventata un lago di umori che assaggiai goduriosamente. Ero ormai ai limiti quando il contatto contemporaneo delle labbra sul glande e delle sue dita sotto le palle e vicino al mio ano mi fecero venire. Sborrai in faccia alla mia zietta che non sazia leccò avidamente tutto il succo che era fuoriuscito. Ero esausto, un solo pompino di quella infoiata di mia zia mi aveva prostrato. Chissà da quanto tempo la mia zietta non provava i piaceri del sesso. Mi adagiai sul letto e stanco per tutte quelle emozioni caddi tra le braccia di Morfeo. Quando mi svegliai avevo la sensazione che era stato tutto un sogno. Andai in cucina e trovai mia zia coperta da un negligé che la mostrava in tutto il suo splendore. Offrendomi il caffè mi diede un bacio e mi accarezzò il pube già eretto ed eccitato. No, non era stato un sogno! Lei mi disse:
“Sarà una bellissima giornata”. E così iniziò una giornata particolare in cui quel pezzo di figa di mia zia soddisfò tutte le mie voglie e io le sue ma questa…. è tutta un’altra storia!!!! FINE

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