Iniziò per caso in ufficio.
Mancavano due giorni a Natale e di pomeriggio ero al lavoro, faccio la settimana corta con 5 rientri pomeridiani. Quel giorno eravamo in tre in ufficio, io, un mio collega e Daniela, la ragazza delle pulizie. Improvvisamente squilla il telefono
“Tony, sono Sandro. Ti volevo avvisare che sto andando in verifica con Giuseppe (uno spedizioniere che conosciamo) e che prevedo rientrare verso le 18: 00. Siccome da domani non ci sono, ti auguro Buon Natale”
“Buon Natale anche a te”. A quel punto rimango in ufficio con Daniela .
A un certo punto Daniela (quel giorno stava sostituendo la madre) entra nella mia stanza, con cui, ormai, ci diamo del tu.
“Ciao Tony” disse con tono confidenziale, visto che ormai ci conosciamo abbastanza bene
“Ciao Daniela – risposi – Questa è l’ultima stanza che devi fare? “.
“Confermo, questa è l’ultima stanza che devo pulire. Sei solo soletto?
“Si. Ma meno male che c’è uno splendore di ragazza come te a tenermi compagnia. ”
“Dai, non dire così, mi fai arrossire”
“Se tu non avessi il ragazzo, ti farei la corte”
“E magari – rispose scherzosamente – Mi porteresti a casa tua per scoparmi. ”
“A casa mia! – risposi esclamando. Cogliendo la palla al balzo e avvicinandomi a lei, continuai – non ti scoperei a casa mia, ma lo farei qui, in questo istante. “.
A quel punto diventò rossa e rispose
“Ma dai – rispose credendo che non avevo il coraggio di farlo – non ne saresti capace”
” Ah si ! ” e, appena finito di parlare, le fiondo un bacio sulle labbra.
“Ma che fai, ti ricordo che stò felicemente con un ragazzo e…. ”
“…. non è qui insieme a te – risposi, continuando la sua frase – Per cui, fino a quando non hai la fede al dito, sei libera di scoparti tutti gli uomini che vuoi. ”
“Pensi che sia una troia? ”
“Non l’ho pensato minimamente. Ma, una volta ogni tanto, bisogna farsi una scopata liberatoria”.
Solo all’idea di scoparmela mi si indurisce l’arnese e sembra che vuole sfondare i pantaloni.
“Complimenti – disse – Noto che ti si è indurito”
“Hai ragione. Ma se vuoi, ti ci puoi divertire un po’”. A quel punto la “santarellina” si mise in ginocchio di fronte a me, abbasso la cerniera lampo, lo tirò fuori ed esclamò
“Spero di essere all’altezza di questo bell’arnese”. Finita la frase, si mise subito all’opera. Prima iniziò a leccare la cappella e, poi, lo leccò da cima a fondo, infilandoselo fino ad arrivare alle palle. La leccata fu sublime a tal punto da farmi sborrare subito e lei non se l’è fatta dire due volte. Dopo aver ospitato nella sua bocca tutta quella sborra, mi ripulì a dovere l’arnese.
“Cavolo! – esclamai – Sei brava a fare i pompini”
“Modestamente – rispose – Mi sono allenata con il cazzo del mio ragazzo. Adesso vediamo se il tuo arnese è all’altezza di farmi godere”.
Detto fatto. Si toglie pantaloni, slip, si siede sulla mia scrivania e divarica le gambe, mostrando la sua fica. Le porto il bacino quasi al limite del tavolo, le faccio inarcare la schiena all’indietro e le sfondo la fica con l’arnese. Daniela ebbe un sussulto, ma si riprese subito. Dopo un po’ che ho iniziato a pompare e vedo la sua faccia fare delle smorfie di goduria. Le sbottono la camicia, le tolgo il reggiseno e le prendo le sue tette, iniziando a palparle. La faccio distendere sul tavolo e le alzo le gambe fino a fare appoggiare le caviglie sulle mie spalle.
“Aaaah … Aaaahh… Ti supplico di non fermarti, Quanto mi piace sentire un bel cazzo che mi entra dentro la fica. Che bellooooo…. Vai cosììììì….. Oh mammaaaa miaaaa…. E vaiiiiiiiiiiii….. Siiiiiiiiiiii….. Godooooooooooooo. I miei complimenti – disse appena si è ripresa dalla sborrata – Abbiamo fatto una stupenda cavalcata ed è una bella soddisfazione sentire tutto il tuo sperma dentro di me”. Si distende totalmente sul tavolo e facciamo un bel 69, ripulendo a dovere le parti intime dell’altro.
Appena finito aspetto che lei scese dal tavolo, l’acchiappo per i fianchi, la giro, posizionandola a 90°, e le divarico le gambe.
“Ti prego di non sfondarmi il culo, quello lo voglio donare solo al mio ragazzo per il giorno del suo compleanno”
“Mi dispiace – risposi – Ma lo devo collaudare a dovere”. E detto fatto. Afferrai il cazzo e lo conficcai nel culo di Daniela, la quale sobbalzo dal forte dolore.
“AAAAAH! – urlò – M’hai fatto male”. Dopo aver aspettato un attimo per farla riprendere, parto con l’ingroppata che, talmente fu forte, da fare spostare il tavolo.
“Finalmente abbiamo finito. Adesso il tuo culo è pronto per ospitare il cazzo del tuo ragazzo e sono felice di averti soddisfatto. ”
” Anzi, ti devo ringraziare io – rispose – M’hai fatto passare una bella giornata prima di Natale e, adesso, sono pronta per soddisfare il mio ragazzo “.
Ci siamo ricomposti e ha ripulito il tavolo dai residui della cavalcata.
“Buon Natale. ”
“Buon Natale a te – risposi – e felice “cavalcata” con il tuo ragazzo”. Da quel giorno non l’ho più rivista, ma non dimenticherò quel magnifico pomeriggio in ufficio. FINE