Era una bella giornata di un caldo giugno di due anni fa.
Ormai ero con Angela da quasi un anno, non avrei mai potuto pensare che il nostro rapporto potesse funzionare così bene: avevamo un’ottima intesa sia mentale che fisica, ci dicevamo sempre tutto e ci capivamo al volo. Adoravamo discutere e confrontare le nostre idee, a letto tutto funzionava splendidamente, lei sembrava soddisfatta ed io impazzivo letteralmente per quel suo corpo perfetto: il seno non troppo grande, le cosce lunghe e il sedere “brasiliano”, insomma un monumento a quella che era la mia idea di femminilità!
Faceva caldo, eravamo al mare, per ragioni di lavoro, non distanti dalla nostra città, ed era ormai giunta l’ora di andar via, con il sole quasi già tramontato, scherzando la buttai in acqua. “Bravo” fece lei, uscendone “ed ora come faccio col costume bagnato? è tardi e dobbiamo assolutamente passare in centro prima che chiudano i negozi! ”
Era vero, glielo avevo promesso, ma che noia accompagnarla quando doveva acquistare dei capi di vestiario: era capace di farsi tirar fuori tutto un negozio per poi dire candidamente: “Grazie, ma non mi piace niente! ”
Si asciugò con il telo, poi raccolse tutte le nostre cose dicendomi di sbrigarmi, infine con fare sicuro afferrò quello che lei definiva “copricostume” e che per me invece era un eccitantissimo vestitino di colore blu, molto corto e scollato, e lo indossò, quindi si sedette sul lettino e oplà: ecco slacciato il “top” del bikini che con abile mossa viene sfilato via, infine guardandosi intorno con aria circospetta sfila via anche le mutandine, dicendo “andiamo, speriamo di non trovare traffico! ” In macchina le chiesi “ma non vuoi tornare prima a casa? “, mi rispose “non ce la faremmo mai, e poi non ti eccita la situazione? ” In realtà, da quando si era sfilata le mutandine del bikini, ero in preda ad una violentissima erezione, ma mi sforzavo di mostrare grande indifferenza in modo da coinvolgerla in una specie di sfida! Durante il tragitto in auto parlammo di varie amenità senza affrontare nessun tema “caldo”. Dopo aver trovato miracolosamente un parcheggio, ci avviammo verso il centro commerciale, nostra meta. All’improvviso mi resi conto che il vestitino blu, tanto eccitante per me in situazioni pre e post mare, attraeva gli sguardi del 90 per cento della popolazione maschile presente; le spalle e le braccia abbronzate, le cosce lunghe e tornite e poi, accidenti, ma il vestitino era veramente corto! Realizzai che sarebbe bastato un colpo di vento o un chinarsi, anche leggero, in avanti per scoprire tutto, ed io come avrei reagito? Non sono mai stato un tipo possessivo, anzi ho sempre considerato la gelosia una emerita idiozia; sì certo, ma prima di conoscere lei! Una volta stavo per fare a botte con un tipo solo perché non le toglieva gli occhi di dosso, ed ora? Un batticuore crescente mi sconvolgeva il petto, mentre osservavo gli sguardi di un gruppo di ragazzi; cosa avrebbero fatto se avessero saputo che la mia donna, sotto
il vestito era completamente NUDA? Entrammo in un negozio, lei sembrava totalmente a suo agio, io mi dibattevo tra eccitazione e gelosia, quando la commessa esclamò: “venga su signorina, per questo capo dovremmo spostarci al piano superiore! ” quindi si avviò su per le scale seguita da Angela. Io attesi un attimo poi le seguii: il vestitino non poteva assolutamente
coprire il sedere perfetto della mia ragazza, che infatti apparve in tutta la sua solare nudità: era semplicemente stupendo, perfetto; giunta al penultimo gradino, per un attimo che a me parve eterno, finse di sistemarsi una scarpa chinandosi in avanti: potevo addirittura scorgere un ciuffetto di peli! A quel punto il mio unico desiderio era quello di tornare a casa per scoparmela a più non posso, ma come sempre, in quel negozio non c’era nulla che si adattasse ai gusti della mia compagna. Uscimmo e lei fece “Come va? ” “Tutto bene! “, risposi.
E lei, ridendo, “Anche qui? “, si voltò verso di me e baciandomi sulle labbra me lo toccò testando l’erezione che ormai era marmorea! Io fingendo calma e naturalezza balbettai con poca credibilità:
“Sono reazioni normali vedendo un culo come il tuo! “. In realtà era proprio la situazione “pubblica” , era proprio il “pericolo” che gli altri potessero rendersi conto, magari per caso, della nudità di Angela a rendere tutta la situazione così maledettamente eccitante! Ma come era possibile lasciare che la propria donna esibisse il suo corpo senza cercare d’impedirglielo, anzi favorendo la situazione? Nel negozio ero talmente preso dall’eccitazione che non avevo badato alla presenza di altre persone ai piedi della scala, forse qualcun altro già aveva goduto della visione del culo della mia donna, ed io non lo sapevo, ma cazzo, più pensavo a questa possibilità più mi eccitavo!
Incredibile! Allora le chiesi, mentre camminavamo tra la folla: “E tu cosa provi? ” “Mi sento nuda in mezzo alla gente” rispose, e aggiunse “ma mi piace moltissimo pensare che lo sai solo tu, e poi… non ridere, ma ho scoperto una sensazione deliziosa! ” “Quale? ” chiesi, “L’aria! L’aria che accarezza dolcemente proprio quelle parti dove non le diamo mai la possibilità di penetrare! ”
Certo, aveva ragione, anche a me piaceva stare nudo, ma nell’intimità della casa, non per le vie del centro! E ripensavo a quelle mattine quando alzandomi dal letto, la trovavo in cucina che preparava la colazione indossando la T-shirt bianca, quella che le copriva a mala pena l’ombellico, lasciando fuori la passera ed il culo stupendo. E quante volte ho fatto tardi in ufficio perché non resistevo e dovevo scoparmela, magari lì, davanti ai fornelli! Ed ora cosa stava accadendo? Forse non le bastava più la nostra intimità, forse non le bastavo più io?
Mentre ero assorto in tutti questi pensieri lei fece: “Ora entriamo qui! ” Oddio, un grande magazzino! Col cuore in gola la segui. Entrammo e lei si avviò verso la scala mobile, questa volta però, come in preda ad un raptus, invece di seguirla, mi affiancai mettendole un braccio intorno alle spalle montando sullo stesso gradino dove era lei.
Inutile dire che il mio pensiero era fisso su quello che avrebbero potuto vedere quelli che ci seguivano; ma m’interessava anche cercare di capire quello che pensava e provava lei: era eccitata, era sconcertata dal mio comportamento, si rendeva conto di quello che accadeva o no? Mi voltai per un attimo e vidi un uomo sulla cinquantina dietro di noi, che, essendo molto vicino, sembrava non essersi accorto di nulla; allora spostai il mio braccio destro dalle spalle ai fianchi e, accarezzandole leggermente la natica, le sollevai di un poco il vestito. “Che fai? ” disse subito, “sei impazzito? ” e si divincolò dal mio abbraccio! A quel punto non so dire se ero più eccitato o più incuriosito; volevo capire lei, ma volevo capire anche me stesso, fino a che punto saremmo stati capaci di arrivare?
Giunti al piano superiore, all’improvviso si accovacciò praticamente seduta sui talloni di fianco ad uno scaffale posto a poca distanza dal pavimento, dicendo “Guarda come sono carini questi bicchieri! ” Mi accovacciai a mia volta trattenendo il respiro, poi lei si guardò intorno e quando fu sicura di non essere vista da nessuno, incominciò lentamente a divaricare le cosce, finchè non me la mostrò in tutto il suo splendore. A mia volta controllai che non arrivasse nessuno e gliela toccai profondamente scoprendo tutta la sua eccitazione! “Sei uno stronzo! ” disse “Non sono mai stata così bagnata in tutta la mia vita! ”
Non connettevo più: l’afferrai per un braccio, uscimmo di corsa e di corsa ritornammo a casa dove scopammo con una foga inaudita. Subito dopo, senza giri di parole le chiesi: “Ma ti eccita sentirti guardata da uno sconosciuto? ” Mi baciò leggermente sulle labbra e alzandosi disse: “Vado a fare una doccia! “. Mentre la guardavo allontanarsi nella sua stupenda nudità pensavo che tutto quello che era avvenuto quel giorno mi aveva fatto scoprire, senza ombra di dubbio, che esibire la mia donna mi eccitava da morire. Questo fatto mi sconcertava e al tempo stesso mi spaventava, ma quello che veramente mi attanagliava il cervello in quel momento, era capire cosa frullasse nella mente di Angela, perché se e vero che nel negozio non aveva battuto ciglio dinanzi alla possibilità che una serie di persone la scoprissero nuda, poi era stata molto attenta a mostrarla solo a me. Insomma le piaceva o no esibirsi? E se si, fino a che punto si sarebbe spinta?
La risposta arrivò dopo pochi giorni……
Ed, infatti, dopo pochi giorni tornammo al mare, era una giornata calda e ventosa; io ero decisissimo a cercare di capire fino a che punto lei si sarebbe spinta e quanto il mostrarsi la faceva eccitare: infatti, avevo portato con me anche un’arma “segreta” acquistata il giorno prima.
Nel pomeriggio presi l’iniziativa: la spiaggia si era quasi svuotata ed i pochi presenti erano lontani e sonnecchiavano pigramente; noi eravamo distesi sui lettini affiancati e orientati verso il sole calante in maniera da cogliere anche l’ultimo raggio prima del tramonto. Io mi voltai verso, di lei, presi dalla borsa la crema abbronzante e dissi “Te ne spalmo un po’? ” Sapevo che era una cosa che adorava: infatti, rispose “Certo! ” girandosi su se stessa a faccia in giù sul lettino e slacciandosi il reggiseno del bikini. Prima le spalmai la crema, poi con movimenti lenti e profondi incominciai a massaggiarle il collo e le spalle, quindi indugiando delicatamente sulla schiena, feci compiere alle miei mani dei giri concentrici che allargandosi sempre più, arrivarono sempre più vicini alle mutandine del costume. Lei di tanto in tanto, emetteva dei leggerissimi sospiri di soddisfazione, mentre io spingendomi ogni volta più giù, giungevo a massaggiarle i glutei. Mi guardai intorno, nessuno sembrava far caso a noi e quindi continuai: le abbassavo sempre di più il costume e dopo un po’ il culo della mia ragazza era quasi completamente scoperto! Le mie mani indugiavano sui fianchi e sui glutei, quando lei improvvisamente, sollevò di un
poco il bacino: io capii al volo e con un movimento veloce le abbassai completamente le mutandine, fin quasi alle ginocchia! Emise un gemito sommesso, poi con un fil di voce, ma sempre lucida, disse: “Prendi un asciugamano e tienilo a portata di mano per coprirmi! “; infatti, sconvolto dall’eccitazione, non avevo assolutamente pensato a cosa avrei fatto se qualcuno fosse passato nei nostri pressi; obbedii, e ricominciai immediatamente a massaggiarle il culo ormai completamente nudo, esposto potenzialmente agli sguardi di chiunque ci avesse notato! Non me ne fregava niente di nulla e di nessuno, eccitatissimo m’infilai una mano sotto il costume e comincia a toccarmi, lei continuava a gemere soddisfatta quando, inaspettatamente, si voltò di scatto, si tirò su le mutandine, e coprendosi con l’asciugamano il seno disse: “Guarda là! ” Guardai e vidi in lontananza un gruppo di ragazzini che si avvicinava, con pallone a corredo, e che evidentemente, stavano cercando un posto buono dove impiantare un improvvisato campetto di calcio. Ancora una volta avevo avuto la dimostrazione di come le donne sanno mantenere una lucidità di gran lunga superiore a quella di noi poveri maschietti, in ogni situazione e in qualunque avvenimento della vita: grazie a quella lucidità avevamo evitato una situazione veramente incresciosa che forse ci avrebbe condizionato in futuro nell’effettuazione dei nostri giochi “in pubblico”.
La baciai teneramente e le dissi: “Sì, però io adesso sono eccitato oltre ogni misura umana! ” Rispose “Anch’io! ” riallacciandosi il reggiseno. Al che le proposi: “Diamoci una calmata, andiamo a prendere qualcosa al bar! ” Raccogliemmo le nostre cose e ci avviammo verso il bar dello stabilimento balneare che, collocato in posizione elevata rispetto alla spiaggia, era costituito da un’enorme terrazza; di notte, una volta privata dei tavolini, questa era usata come pista da ballo, trasformando così, quel luogo in una accorsata discoteca all’aperto. Una volta giunti ci rendemmo conto che il bar era completamente deserto: non vi era traccia né di clienti, né di personale addetto! “Aspettami qui, vado a rivestirmi; nel frattempo qualcuno arriverà! “, disse Angela, rovistando nel borsone e tirandone fuori una busta colorata che non avevo notato in precedenza; le chiesi cosa fosse e lei mi rispose “Una sorpresa! ” aggiungendo “E tu invece, cos’hai qui dentro? ” indicando la scatola che avevo nascosto sul fondo della borsa: sorrise maliziosa e si avviò verso lo spogliatoio dicendo: “Comincia a prepararla! “.
In quel momento realizzai di avere con questa ragazza un’intesa che surclassava i miei precedenti rapporti, c’era una complicità pressoché totale: mi capiva al volo e mi assecondava! Mi sedetti ad un tavolino e tirai fuori dalla scatola la mia arma segreta: una videocamera 8mm!
Mentre il bar continuava ad essere deserto, dopo pochi minuti lei ritornò: era semplicemente stupenda; aveva raccolto i capelli ed aveva indossato un top nero, molto scollato che le copriva appena i seni ed una minigonna gialla molto ariosa (tipo ballerine brasiliane) che accentuava la gran sensualità del suo incedere, mentre mi si avvicinava. Ebbi un sussulto: quella mise era stata acquistata per l’occasione, quindi era lecito pensare che anche lei come me, dopo l’esperienza avuta per negozi, aveva voglia di continuare il gioco! Infatti si avvicinò, prese una sedia, la pose di fronte a me e, sollevando un poco la parte posteriore della gonna vi si sedette. Con aria indifferente disse: “Uffa, ma non c’è proprio nessuno? Ho sete! ” Poi come seguendo un copione, da attrice consumata, accavallò le gambe, afferrò con una mano la caviglia della gamba accavallata e la portò leggermente verso di sé, offrendomi così la visione della sua meravigliosa passera completamente nuda. Poi disse: “Fai presto ad usare quell’arnese che ti sei portato dietro perché, se aspetti ancora un po’ inizierà a gocciolarmi! ” Riuscivo a percepire tutta la sua eccitazione, però colto da una strana lucidità incominciai a riprendere, suggerendole le varie posizioni che doveva assumere per favorire la ripresa; sembrava una modella professionista, assumeva docilmente tutte le pose che man mano mi venivano in mente, era veramente stupenda! Ad un tratto le dissi: “Affacciati alla balaustra che dà sulla spiaggia! ” Subito eseguì, appoggiando i gomiti e spingendosi un po’ in avanti. La scena che mi si presentò era semplicemente divina: la minigonna gialla era agitata dal vento che, di tanto in tanto, quando le folate erano più forti, si sollevava scoprendo completamente il suo monumentale culo. Lei non sembrava curarsene per niente ed, anzi, dava quasi l’impressione di favorire l’effetto “atmosferico” spingendo ogni volta un po’ indietro il sedere. Io ero intento a filmare quella scena paradisiaca, quando improvvisamente udii come un fruscio provenire dalla mia destra: mi voltai e intravidi una figura seminascosta dietro la macchina distributrice di bibite. Mi spostai in avanti, fingendo di continuare a riprendere, e giunto più o meno ad un metro e mezzo da Angela, riuscii a rendermi conto della situazione: da quella posizione lo vedevo bene, era il barman, un ragazzo bruno sulla ventina, che, con gli occhi semichiusi ed una smorfia di piacere sul viso, il costume abbassato completamente, si masturbava con grande impegno! Cercai, allora, di non far niente che gli potesse far rendere conto di essere stato scoperto, ma la mia eccitazione era alle stelle! Cercavo di riassumere nella mia mente la situazione: dunque c’era la mia donna che, scoprendo il suo culo, stava facendo impazzire, non solo me, ma anche, inconsapevolmente, un perfetto sconosciuto, che annebbiato dall’eccitazione fregandosene di trovarsi in un luogo pubblico, si menava l’uccello come se fosse un marinaio di un sommergibile atomico in navigazione da otto mesi!! Cosa sarebbe accaduto se Angela si fosse resa conto della presenza del barman-marinaio? Non potevo rischiare di rompere l’esile equilibrio di quella situazione e quindi continuai a fingere la ripresa, quando poco dopo lei voltandosi mi disse:
“Ma al bar non c’è ancora nessuno? ” In quel momento una folata di vento le scoprì completamente il pube provocandomi quasi l’esplosione del costume che indossavo! Con un faccia a dir poco bronzea, la presi per mano e la condussi dinanzi al banco del bar, esclamando a gran voce:
“Non c’è nessuno? ” Dopo un po’ comparve il barman, viola in viso e che con gli occhi bassi, mi chiese cosa gradivamo, io gli sorrisi per tranquillizzarlo e gli ordinai due bibite. Mentre andava a prenderle, Angela mi disse in un orecchio “Chissà cosa farebbe se sapesse che sono completamente NUDA! ” Le risposi “A me sembra già eccitato! Comunque se Eolo ci aiuta ora che andiamo via lo scoprirà! ” Le presi la mano e le feci constatare la mia erezione: “Sei un porco! ” rispose iniziando a sorseggiare la bibita che il ragazzo le aveva appena porto senza guardarla.
Finii la mia bibita, riposi la telecamera nella borsa e salutai gentilmente il barman che sembrò quasi rinfrancato dalla mia cordialità;
abbracciai Angela e ci avviammo verso l’uscita. Camminando mi disse: “Non so se mi giudicherai male, ma sono eccitatissima solo all’idea che quel ragazzo potrebbe vedermi il sedere, voglio scopare appena arriviamo in macchina! ” Arrivarono due o tre folate di vento, una le sollevò talmente la gonna da farla arrivare a toccare la mia mano che era appoggiata sul fianco destro di lei: praticamente camminò per alcuni secondi col culo completamente di fuori, ma eravamo ormai abbastanza lontani dal bar e non incontrammo neanche nessuno nel tragitto fino al parcheggio, che era uno spiazzo realizzato su un fianco della struttura balneare. Erano quasi le venti e nel parcheggio c’erano pochissime macchine tutte vuote; aprii la portiera ed entrai in auto, lei a sua volta aprì la portiera ma non entrò: in piedi, con mossa lesta, sfilò via la gonna, restando col solo top, passera e sedere completamente nudi; prese la gonna la mise nella borsa e si avviò così verso
il portabagagli, lo aprì e vi ripose la borsa, lo richiuse e tornò in macchina, si sedette appoggiando il culo nudo sul sedile, chiuse la portiera esclamando: “Ecco fatto! “. Io nel frattempo, mi ero tolto il costume e mi stavo masturbando furiosamente; balbettando le dissi: “Ma ti sei resa conto che hai fatto un giro intorno alla macchina con la passera di fuori? ”
Lei non rispose, mi scostò la mano dall’uccello, e chinandosi verso di me, me lo prese in bocca d’un fiato, fino alle palle.
Mentre ansimavo per il piacere, mi resi conto che succhiandomelo, si sgrillettava violentemente: era evidentemente eccitatissima, perlomeno quanto me! Tra i gemiti di piacere le dissi: “Lo sai, non te lo detto prima, ma mentre eri di spalle, affacciata alla balaustra del bar, il barman era nascosto dietro la macchina delle bibite che ti guardava! ” Staccò la bocca dal mio pisello, si raddrizzò e disse: “Quindi mi ha visto il culo? ” Risposi: “Ne sono certo! ” Come in preda ad un raptus si sfilò il top, restando completamente nuda, si mise a cavalcioni su di me con una gamba tra sedile e portiera e l’altra tra i due sedili, e dette inizio così alla più grande e bella scopata da quando c’eravamo conosciuti! Subito arretrai al massimo il sedile per darle più spazio (aveva il volante piantato nelle spalle! ), e iniziai a spingerle l’uccello sempre più in profondità; i suoi seni saltavano al ritmo della scopata, quando le dissi: “Sai, il ragazzo si è masturbato guardandoti il culo! ” “Cooome? ” fece lei fermandosi per un attimo, “Sì, risposi forse è anche arrivato! ” Riprese a cavalcarmi come una forsennata, questa volta impostando lei il ritmo; mentre scopavamo mi chiedeva: “Ma l’hai proprio visto? ” e via un gemito, “Proprio col cazzo di fuori? ” e giù un urlo, “Col cazzo di fuori mentre il vento mi alzava la gonna! ” e via ancora più veloce fino all’urlo finale causato dall’orgasmo raggiunto. Le urlai a mia volta: “Staccati, sto per venire! ” Mi rispose:
“Non me frega niente, voglio sentirti venire dentro! ” E così fu: le venni dentro la fica, urlando come un pazzo! Dopo, entrambi esausti, ci rendemmo conto che eravamo completamente nudi, fermi in macchina in un parcheggio e non era ancora notte! “Te ne importa? ” Mi chiese. “A me no! ” le risposi, aggiungendo però che in futuro avremmo dovuto fare attenzione perché, purtroppo, non tutti la pensano come noi, e la possibilità di beccarsi una bella denunzia per atti osceni in luogo pubblico esiste sempre! Poi mi chiese, mentre amorevolmente mi asciugava il pisello con un fazzolettino di carta: “Ho capito che mi fa eccitare da pazzi il mostrarmi nuda, ma tu come mi giudichi? ” “Una donna meravigliosa, carica di sensualità! ” risposi e aggiunsi “Penso che ogni donna abbia piacere a mostrarsi: è un fatto naturale, fa parte del gioco della seduzione che è sempre esistito e che è funzionale alla continuazione della specie! Sono solo i retaggi della società, cosiddetta civile, che impediscono alle donne di mostrarsi senza pudori e agli uomini di godere nell’esibire le proprie donne, passando per maniaci o per cornuti! Il vero tradimento sta nel non rispettarsi, nel non essere reciprocamente sinceri, nel non donarsi totalmente! ” “Ti amo! “, mi rispose baciandomi teneramente, “Senza di te non sarei mai stata capace di comprendere a fondo il mio essere donna! C’e un solo pericolo: che tu diventi troppo importante per me e io troppo dipendente da te! ” Il mio orgoglio maschile era al massimo, ma riuscivo solo a pensare quanto l’amassi! ” Dopo un altro bacio, mi disse scherzando:
“Ora esci dalla macchina col pisello dall’aria e prendimi il vestitino blu che è nella borsa che ho messo nel portabagagli, mica vuoi che torni in città completamente nuda? Là veramente ci arrestano! ” Non me la sentii e vigliaccamente indossai il costume abbandonato in macchina, le presi il vestitino, glielo consegnai e, dopo aver indossato una maglietta, misi in moto. Mentre facevo retromarcia vidi comparire in mezzo alla siepe, posta alle nostre spalle, il ragazzo del bar: mi salutava sorridendo insieme alla sua ragazza, avevano indosso solo due corte magliette; avevano appena fatto l’amore mentre ci guardavano!
Il telefono squillò distogliendomi dal lavoro: era Angela! “Hai finito di lavorare, muoviti, sono venuta a prenderti! “. Le risposi che ne avrei avuto ancora per un’altra mezz’ora, al che mi disse: “Cerca di accelerare, ho indossato il nuovo miniabito che ho acquistato stamattina, vorrei sapere se ti piace; sai, nella fretta di venire da te non ho indossato nient’altro…. “Che significa nient’altro, cosa volevi mettere di più? Fa un tale caldo? ” dissi, fingendo di non capire, ma già eccitato terribilmente, “Significa che sotto non ho né reggiseno, né mutandine!! ” rispose. Allora le chiesi: “Ma il miniabito, quanto è mini? ” “A giudicare dagli sguardi allucinati, direi parecchio mini! ” Allora le chiesi, infilandomi una mano nei pantaloni, incurante del fatto di trovarmi in ufficio: “Ma come sei venuta da casa fin in qui? ”
“In taxi! ” rispose. “Quindi il tassista, quando ti sei accomodata in macchina, ha potuto godere tutto il panorama? ” chiesi, quasi gemendo. “Assolutamente no! Mi sono seduta dietro di lui e ho prestato attenzione che dallo specchietto
non potesse sbirciare nulla!! Tu devi capire una cosa: sei parte integrante della mia eccitazione nel mostrarmi, se non ci sei, la cosa non funziona! “.
Invece a me faceva impazzire pensare che era uscita di casa da sola, senza mutandine e che poi, sempre senza mutandine, si era seduta in un’auto pubblica, con uno sconosciuto che chissà cosa avrebbe fatto se lo avesse saputo. Le dissi allora che sarei sceso subito, al diavolo il lavoro: ricomponendomi, mi precipitai in ascensore, uscii di corsa dal palazzo! La vidi bellissima e supersexy come sempre, il vestito leggero ed aderente le rendeva grazie delle sue splendide forme. Mi venne incontro e baciandomi disse: “OK, il gioco è ora nelle tue mani, cosa facciamo? ” Restai un attimo silenzioso ammirando i fianchi e le cosce stupende, poi sorridendo esclamai deciso: “Voglio regalarti un paio di scarpe, di quelle col tacco alto che mi fanno impazzire! ”
A lei non piacevano molto le scarpe col tacco, infatti ne aveva solo poche
paia che indossava in occasione di qualche cerimonia o quando glielo chiedevo io a scopo erotico, ma nonostante ciò subito acconsentì mormorando
“Sei un maiale, però il negozio lo scelgo io! ” Ci avviammo abbracciati per le vie del centro e dopo un po’ entrammo in un elegantissimo negozio, si avvicinò decisa ad un commesso e gli chiese: “Vorrei provare quel paio di scarpe in vetrina, quelle in basso a destra col tacco alto! ”
“S’accomodi qui, signora” rispose lui, un giovanotto magro sulla trentina, aggiungendo “torno subito” mentre lanciava uno sguardo furtivo alle cosce abbronzate di Angela, la quale, nel frattempo, con fare sicuro si era seduta sul divanetto rosso; mi sorrise maliziosamente, si sistemò il vestitino allungandolo per quanto possibile, e quindi accavallò le gambe una sull’altra in maniera talmente veloce da non farmi intravedere nulla. Pensare che era completamente NUDA sotto il vestito, mi faceva scoppiare il cuore nel petto e l’uccello nei pantaloni, ma quello che mi eccitava ancora di più era questa sua sicurezza, questo suo gestire la situazione senza tentennamenti.
Il commesso ritornò dopo poco con un paio di scatole, le posò in terra, si accovacciò su di un ginocchio di fronte ad Angela e, delicatamente, le sfilò dal piede destro la scarpa che indossava.
Aprì una delle scatole lanciando un lungo sguardo alla stupenda coscia accavallata che aveva di fronte, che si mostrava in tutta la sua lunghezza, dal piede fin quasi al gluteo; parve quasi indugiare un attimo dinanzi a quello spettacolo, poi, prese una scarpa dalla scatola e la calzò con decisione al piede di Angela, la quale favorì l’operazione, spingendosi un po’ in avanti. Il giovanotto prese ad allacciarle lentamente il cinturino senza staccare lo sguardo dalla coscia, poi si voltò di scatto verso di me, come se si fosse ricordato all’improvviso della mia presenza, con un’aria timida e quasi mortificata.
Io, che nel frattempo mi ero sistemato lateralmente rispetto a loro, gli sorrisi ed esclamai, con un’aria imbecille: “Bella scarpa, vero? ” sorridendo per tranquillizzarlo. Angela posò il piede in terra, tenendo le cosce ben serrate, poi si alzò in piedi, fece pochi passi e ritornò esclamando: “Mi sembra un po’ grande, proviamo l’altra misura”, si sedette dinanzi al ragazzo che era rimasto accovacciato nella stessa posizione, e riaccavallò le gambe, questa volta con un movimento leggermente più lento. In piedi da dove mi trovavo non avevo potuto rendermi conto di cosa si era potuto vedere, ma solo l’idea mi sconvolgeva! Il ragazzo slacciò il cinturino e sfilò via la scarpa, la ripose e ne prese una di diversa misura dall’altra scatola; questa volta però, a sorpresa, Angela aveva posato il piede nudo in terra, e affiancandolo all’altro e divaricò lentamente le cosce. Un brivido mi percorse la schiena!
Il commesso le sollevò delicatamente il piede, le infilò la scarpa, le allacciò il cinturino e poi sollevando lo sguardo disse: “Questa mi sembra che vada proprio be…. “, ma non finì la frase: le gambe erano ancora più divaricate ed il sua espressione completamente cambiata: tradiva un’incredulità mista ad un evidente eccitazione.
Ma non ebbe il tempo di guardare ancora perché Angela si rialzò, e facendo un breve giro su se stessa disse: “Mi sembra che vada bene! “, si riaccomodò sollevando leggermente il vestito lasciandomi intravedere per un attimo il culo a diretto contatto con la superficie del divanetto e chiedendo al commesso: “Vorrei provare anche la sinistra! ” Questi subito ubbidì, ma dopo aver allacciato l’altra scarpa, restò impietrito: Angela, fingendo di guardare le scarpe, si accarezzava la caviglia tenendo le gambe affiancate e larghe, non c’erano più dubbi: era NUDA e in pratica gliela stava sbattendo in faccia!! Il colorito del ragazzo mutò in rosso paonazzo: non riusciva a staccare lo sguardo dalla passera della mia donna, balbettò tra le labbra qualcosa di incomprensibile, poi allarmato si voltò verso di me, chiedendosi quale reazione potessi avere io rispetto al suo osservare insistente, chiedendosi, ancora, se fossi stato al corrente di quella nudità. Non mi persi d’animo: mi accovacciai accanto a lui e sorridendo dissi: “Secondo me calza benissimo, vero? ” ed eccitatissimo, a mia volta, lanciai uno sguardo tra le gambe di Angela oramai spalancate! E toccò a me restare senza fiato: la fica era completamente rasata, le labbra umettate, turgide ed arrossate per l’eccitazione, il grilletto in piena vista: uno spettacolo semplicemente sublime!! Non so dire quanti secondi restammo in quella posizione, so solo che all’improvviso Angela si alzò dicendo: “Vanno bene queste, le lascio al piede! ” poi, rivolta a me aggiunse: “Andiamo a pagare? “.
Ci scambiammo una strana occhiata, io ed il commesso rialzandoci, lui aveva capito che non mi dispiaceva mostrare la mia donna, ma dato il mio stupore, non riusciva a rendersi conto se il tutto fosse stato organizzato o no, cioè se io fossi al corrente o no che Angela andava in giro senza mutandine. In realtà ero sconvolto: non pensavo di ammirare per la prima volta la sua passera rasata, in un negozio, in pubblico! E fatto ancora più sconvolgente ed eccitante, lo stavo facendo insieme ad un perfetto estraneo! I nostri “giochi” stavano evidentemente subendo un evoluzione molto accelerata, ed il comportamento risoluto della mia lei, lo confermava!
Usciti dal negozio fummo inseguiti dal commesso che voleva consegnarci una scatola contenente le vecchie scarpe, si avvicinò e concitatamente sussurrò: “Tornerete presto? ” Angela, decisa, gli rispose: “Ci può giurare! ” Mentre ci allontanavamo le dissi: “Quando fai la troia sei irresistibile! ”
“Smettila! ” disse lei, “sono già abbastanza eccitata, torniamo subito a casa! ”
“Lo dici a me? Io quasi non posso camminare per l’eccitazione! ” le risposi, e con mossa veloce le toccai il culo, potendo apprezzare così la leggerezza della stoffa del vestitino che subito reagì al mio tocco andandosi ad infilare deliziosamente tra le natiche! Eravamo in centro, in una delle vie più eleganti della nostra città, in mezzo a migliaia di persone!! “Ora basta, disse lei, non ce la faccio più, o prendiamo un taxi, o entriamo in quel bar e scopiamo in bagno! ” A quel punto compresi che, dato il suo stato di eccitazione, avrei potuto osare ancora qualcosa in più, infatti le dissi: “Ho un idea: torniamo a casa in autobus!! ” “Tu sei pazzo! “, mi rispose, “Non essere così sicuro di poter controllare sempre le situazioni: non tutti sono corretti e educati come quel commesso: non mi sento tranquilla! “. Parlai per buoni cinque minuti per cercare di convincerla del fatto che, data la zona nella quale ci trovavamo, anche gli autobus sarebbero stati frequentati da persone di un certo livello! Forse! “E poi, ” le dissi, “non è proprio il rischio che rende tutto ancora più eccitante? ” Quando oramai mi ero quasi rassegnato, a sorpresa lei fa: “Corri, sta arrivando il nostro autobus! ” Arrivammo in un baleno alla fermata e saltammo sul mezzo pubblico:
era stracolmo! Ancora col fiatone, abbracciandomi sussurrò: “Sei soddisfatto? ” Dire che ero soddisfatto, era un eufemismo; il pensiero che un solo sottile strato di stoffa separava la nudità della mia donna dal corpo di tanti estranei, mi offuscava la mente! Tra la folla che ci pressava si voltò verso di me, schiacciandomi i seni sul petto; l’abbracciai facendole avvertire tutta la mia marmorea erezione: il movimento del mezzo favoriva un continuo sfregamento delle nostre zone genitali, potevo quasi avvertire il pulsare della sua passera a contatto col mio uccello, purtroppo ingabbiato dai calzoni! L’espressione di Angela era completamente persa, sembrava sull’orlo di un orgasmo travolgente, quando prese a baciarmi sul collo, con gli occhi chiusi e quasi gemendo iniziò a toccarmi il cazzo da sopra i pantaloni. Avvolto dai fumi dell’eccitazione, ero in uno stato di semi-incoscienza, quando mi resi finalmente conto che alle spalle di Angela c’era un uomo sulla cinquantina, di aspetto distinto, ben vestito che, le era praticamente incollato alle spalle! Allora, come colto da un raptus, continuando ad abbracciarla, iniziai a sollevarle lentamente l’abito: non potevo rendermi conto di quanto, ma sicuramente l’orlo del vestito doveva essersi avvicinato molto all’inizio del culo. A quel punto l’uomo evidentemente afferrò la mia disponibilità, perché si voltò verso di me con un leggero sorriso d’intesa! Dunque, la mia donna era stretta a “sandwich” tra me e un perfetto sconosciuto, il quale, ora aveva preso a strusciarsi senza remore sul suo culo. Avrei voluto poter comunicare con Angela, per chiederle cosa stava provando, ma potevamo farlo solo con gli occhi e col corpo! Mi resi conto che era vicina all’orgasmo, d’altronde anch’io; ma cercai con tutte le forze di trattenermi per poter poi esplodere a casa parlando dell’episodio, (le narrazioni dei nostri giochi erano ormai il condimento delle nostre scopate) quando notai che lo sconosciuto aveva preso a tastarle con una mano il sedere, ma eravamo giunti a destinazione e quindi scendemmo dall’autobus, lasciando il tipo sconvolto e con un espressione del volto che sembrava dire: “Per favore, non andate via! ”
Ci buttammo a capofitto in ascensore: la tensione era alle stelle!
Le chiesi: “Lo hai sentito quello dietro di te? ” “Mi sembrava d’impazzire! “, rispose “Sentivo premere i vostri cazzi durissimi contro di me e mi eccitava oltre ogni misura sapere che ero io la causa della vostra eccitazione. Il vestito è talmente leggero che mi sembrava di avvertire addirittura le vostre sensazioni, ad un certo punto ho desiderato che mi veniste addosso tutti e due contemporaneamente ed ho goduto come una pazza! ”
Appena finì di pronunciare questa frase le sollevai il vestito fino a scoprirle addirittura il seno ed incominciai a baciarla dappertutto, mentre l’ascensore arrivava al nostro piano. Usciti sul pianerottolo, mi guardai attorno e non vedendo nessuno, le tolsi il vestito: era stupenda! Ansimava per il piacere, completamente nuda con indosso le sole scarpe dal tacco alto!!
Restai un attimo inebetito a guardarla, poi le porsi le chiavi di casa e mentre apriva la porta iniziai a leccarle la schiena scendendo lentamente fino ad insinuarmi tra i suoi meravigliosi glutei: restò ferma alcuni secondi con le chiavi in mano ad assaporare il piacere, poi entrammo in casa e corremmo a buttarci sul letto. La penetrai immediatamente assestandole colpi sempre più violenti, quando all’improvviso lei mi scostò e gemendo disse: “Per favore, vorrei che mi venissi addosso come ho immaginato nell’autobus! ” Uscii da lei e mi sedetti sulla sponda del letto, lei s’inginocchiò davanti a me e, prendendomelo voracemente in bocca, cominciò a sgrillettarsi furiosamente. Quando si rese conto che stavo per venire, me lo prese in mano facendomi inondare il suo viso ed il suo seno!! Appena ripresomi dall’estasi dell’orgasmo sfacciatamente le chiesi: “A questo punto saresti capace di essere coinvolta nel gioco al tal punto da scopare con un’altra coppia? ” Mi guardò con un espressione dolce e al tempo stesso quasi incredula, e disse: “Se è questo che vuoi ora, ti dirò che non sono ancora pronta né disposta a fare l’amore con uno che non sei tu: oggi se quel tipo nel pullman avesse effettivamente tirato fuori l’uccello, penso che avrei urlato! Ma come faccio ad ipotecare il futuro, dal momento che solo un anno fa, in spiaggia, non ero capace di stare col seno di fuori ed ora mi eccita da matti mostrarmi e vedere, mentre lo faccio, sul tuo viso quell’espressione di porco arrapato?
Ci godo tremendamente! ”
Era vero! L’estate precedente ci volle tutto un lungo lavoro psicologico, prima di farle togliere il reggiseno, e quando finalmente lo fece la prima volta, esclamò preoccupata: “Chissà cosa penserebbe mio padre, se mi vedesse! ”
Mentre pensavo a quanto era cambiata in poco tempo le dissi: “Da te non pretendo niente; se insieme abbiamo scoperto il modo di vivere la nostra sessualità liberandoci da ogni condizionamento, questo non significa che dobbiamo imporci cose che non sentiamo di fare! Lo sai bene, mi farebbe solo stare male, l’idea che tu faccia qualcosa solo per compiacermi! ” Si alzò, mi baciò teneramente e mi disse: “Ti amo! “, poi si avviò verso il balcone, lo aprì, uscì fuori e lentamente iniziò a ritirare la biancheria asciutta: indossava solo il nuovo paio di scarpe dal tacco alto… FINE