Sembrava un pomeriggio come tanti: cielo coperto, brezza leggera e un freddo che avrebbe intimorito un orso polare.
Ero solo in casa, immerso nella lettura quando il ronzio del campanello interrompe i miei pensieri.
Non aspettavo visite, così mi reco scocciato alla porta immaginandomi già la faccia del venditore di enciclopedie.
Apro e rimango di stucco: di fronte a me avevo una ragazza di circa 20 anni, alta, mora, occhi verdi, e con un seno che a stento stava nel maglione di lana.
Mi porge la mano e mi fa:
“ciao, io sono Laura, la nuova vicina.
Sto facendo il giro degli inquilini per conoscerli, ma a quanto pare oggi pomeriggio ci sei solo tu… “.
Rimango per qualche secondo senza parole, poi mi presento a mia volta e la invito a prendere un caffè.
La faccio accomodare vicino al caminetto e mentre metto su la caffettiera lei si toglie il soprabito.
Indossa una minigonna da urlo, mostrando due gambe mozzafiato.
Cominciamo a parlare delle solite cose, quando d’un tratto lei si blocca e rimane a guardarmi in silenzio, faccio fatica a sostenere il suo sguardo, ma non c’è né bisogno, le sue labbra si avvicinano alle mie e ci uniamo in un bacio lungo e appassionato.
Veloci le mie mani corrono sotto il suo maglione, accarezzando quel magnifico seno.
La prendo per mano e la porto in camera da letto. In un lampo siamo nudi, i nostri corpi si avvinghiano.
Comincio a baciarla sul collo, sulle spalle, sui capezzoli fino a scendere tra le sue gambe, comincio a giocare con il clitoride, mentre lei si muove a scatti sotto i colpi della mia lingua, pochi secondi e viene squassata da un lungo orgasmo.
Mi guarda e dice “ora tocca a me”, poi mi spinge dolcemente sul letto e in un secondo ingoia il mio membro.
Lo lecca come se fosse la cosa più naturale del mondo, cerco di resistere, ma alla fine le scarico il mio seme in gola.
Non se ne fa sfuggire una goccia, poi risale e mi bacia appassionatamente.
Si sdraia e mi invita ad appoggiare il mio fallo tra i suoi seni. Inizia un massaggio dolcissimo e in men che non si dica sono di nuovo sull’attenti.
Appena raggiunta la piena erezione mi sposta e mi prega in un orecchio di penetrarla.
Non me lo faccio ripetere, comincio a scivolare lentamente in lei, poi sempre più forte, ma non voglio venire così: mi giro sulle spalle e la faccio salire su di me, ora e lei a dare il ritmo, sempre più veloce, sento l’orgasmo salire in lei, veniamo insieme, in un abbraccio lunghissimo.
Mi bacia ancora e mi ringrazia, poi crolla al mio fianco e ci addormentiamo.
Quando mi sveglio la trovo già vestita, accoccolata vicino al fuoco. Mi rivesto e mi porto alle sue spalle.
La ringrazio in un orecchio e le chiedo di restare a cena da me. Accetta, ma prima deve andare a fare delle compere.
La lascio andar via, non dopo un ultimo bacio, e mi appresto a preparare la cena, già pregustando ciò che seguirà… FINE