Era inverno, anzi una di quelle prime giornate di primavera in cui piove a dirotto per tutto il giorno…
Stavo come al solito percorrendo l’Appia verso casa (abito ai Castelli Romani), quando dalla pioggio sbucarono fuori con il pollice teso due ragazzine con i capelli e i vestiti bagnati fradici.
A prima vista non mi sembravano avere più di 15 anni ciascuna.
Il mio animo nobile e generoso non poteva non essere sensibile a due gentili donzelle in difficoltà, e quindi, stimando nullo il mio rischio (se ne sentono tante ai giorni nostri… ), mi fermai e chiesi loro se potevo esser loro d’aiuto.
Ovviamente si precipitarono in macchina e, ringraziandomi, dissero che tornavano dall’università (quindi dovevano sicuramente essere maggiorenni… ) verso casa, a CastelGandolfo, ma dopo mezz’ora di attesa dell’autobus sotto la pioggia si erano decise a chiedere un passaggio.
Fortuna che passavo di lì io…
Risero entrambe a vedere come dai loro vestiti continuasse a gocciolare acqua che quasi mi si era allagata la macchina…
Iniziammo a chiacchierare.
Mi presentai…
Si presentarono…
Entrambe 18enni (non mi ero sbagliato di molto), iscritte a Lingue (… ? ! ? ! … ) alla Sapienza.
Monica, bruna, capelli a caschetto, occhi chiari, un velo di trucco… La guardai meglio (si era seduta accanto a me)…
Jeans, scarponcini, camicetta di seta leggera coperta da un largo maglione chiaro, dal quale spuntavano le protuberanze di due seni prorompenti.
Agnese, anche lei bruna (all’inizio ebbi qualche difficoltà a ispezionarla dallo specchietto, ma si era seduta in centro e mi permetteva di vederla bene… ), capelli lunghi e lisci, occhi neri, pelle scura (non da lampada o da sole… ma proprio di costituzione… ), gonna lunga alla caviglia, scarpe da ginnastica, cardigan e toppino (eh, si, cominciava già a fare caldo… ).
Da quello che potevo vedere anche lei mi sembrava ben fornita di attributi femminili…
Chiacchierammo un po’…
Sognavano un futuro da hostess o da accompagnatrici turistiche, ma, con un po’ di pessimismo e un po’ di autoironia, si vedevano insegnanti di inglese in un liceo della periferia romana…
E dire che le fisique du role ce l’avevano, eccome!!!
Oserei dire che, oltre alla prorompenza delle forme, mi colpì la bellezza dei loro visi!
Venni a sapere che nessuna delle due aveva un ragazzo fisso.
Solo Monica aveva avuto fino a qualche settimana fa una storia con un uomo molto più grande di lei, ma dopo 3 mesi di flirt era venuta a sapere che era sposato e aveva 3 figli e ogni sera tornava a casa dalla moglie all’Olgiata e non in un pensionato della zona di S. Maria Maggiore, come le aveva fatto credere!!!
Agnese, invece, non aveva
“mai cercato l’amore duraturo. Le piaceva avere storie brevi ma intense, per assaporare il piacere del sesso senza complicazioni… ”
Fu proprio lei a dire queste parole.
Figurarsi l’effetto che ebbero su di me, in astinenza forzata da alcune settimane!!!
Improvvisamente, a sentire quelle parole, mi si accesero tutta una serie di spie nel cruscotto del cervello e mi suonarono decine di allarmi…
Cercai ovviamente di saperne di più su quell’affermazione!
Scoprii che anche Monica se non una vera ninfomane era comunque una che amava trastullarsi con i maschietti…
Misi su una vecchia cassetta di Barry Manilow…
Un po’ stagionata, ma crea l’atmosfera…
Intanto eravamo sempre incolonnati sulla strada, e fuori pioveva forte.
Come se avesse capito qual’era il mio gioco, e sempre raccontandomi delle esperienze sessuali avute alla gita scolastica dell’anno prima in Austria (rapporti completi con due o tre compagni di classe, orge tra ragazze…
Ma sono veramente cambiati i tempi? ? ?
è vero che non frequento il liceo da svariati anni, ma … ), lamentandosi del caldo (in macchina non ho l’aria condizionata, quindi evidentemente altri erano i motivi dell’aumento della temperatura), si tolse di colpo il maglione.
Al contrario del maglione, largo e “castigato”, la camicetta sottostante era aderente e molto trasparente (forse era un po’ umida per la pioggia… ).
Ebbi un sussulto.
E quasi stavo per tamponare una Punto che mi stava davanti…
Mi soffermai come ipnotizzato a guardare i seni di Monica, che peraltro erano si ben coperti dalla camicia e dal reggiseno ma da questi erano ben messi in evidenza!
Anche lei capì, ma era fin troppo evidente, che qualche effetto c’era stato in me, tanto che si mise a ridere (innocenza giovanile… ) guardando il bozzo che mi si andava formando nei pantaloni.
Si rivolse quindi all’amica seduta dietro dicendo:
“Pare che il nostro ospite gradisca la nostra compagnia! ”
Anche Agnese mi dette una veloce occhiata alla patta e scoppiò a ridere! …
“Vediamo come funziona! ” la istigò…
E Monica: “Si si, gira un po’ in questa traversa a destra… ”
“Ma ragazze, non so dove porta! ”
“Non preoccuparti, lo sappiamo noi”
Dovetti assecondarle (che sacrifici che si fanno… ).
Mi guidarono in un piccolo viottolo di campagna fino ad un centro sportivo…
“è di mio papà” disse Agnese
“ma oggi è chiuso perché i campi di calcetto e di tennis si sono allagati con le pioggie dei giorni scorsi… Non temere, non c’è nessuno! ”
Intanto, per strada, avevo notato con piacere che anche Agnese si era tolto il cardigan e aveva messo a bella mostra due tette da favola dietro il top nero aderente.
Entrammo nello spogliatoio del centro (ma chissà perché Agnese ne aveva dietro le chiavi… ? ? ? ) e chiudemmo la porta dietro di noi.
Fino ad allora mi ero lasciato trascinare, come in trance, da queste due ragazzine procaci e intraprendenti…
Ma la parte del sedotto questa volta mi andava bene!
Monica mi disse “Bene, puoi metterti in libertà… ” e Agnese, di rimando, “No, lascia che ti aiutiamo noi! ”
Detto fatto, me le ritrovai entrambe ad armeggiare con i pantaloni, con la camicia, con la cravatta…
Mi ritrovai nudo ed in evidente stato di eccitazione.
Il sorriso di prima aveva preso l’aspetto di uno sguardo compiaciuto…
Agnese si inginocchiò subito e me lo prese in bocca.
Iniziò a leccarmi le palle, per salire sull’asta fino alla cappella… e poi riscendeva giù…
Poi se lo prese in bocca completamente e lo faceva andare su e giù finché non l’ebbe tutto in gola…
Intanto Monica le aveva sbottonato la gonna e tolto il top, le aveva tolto il reggiseno e da dietro le pastrugnava le mammelle, leccandole i lobi dell’orecchio…
La chiamai vicino a me, che sempre in piedi venivo divinamente spompinato, e la spogliai completamente.
Presi a succhiarle i capezzoli, mentre con una mano le stringevo le natiche.
Le passavo un dito nella fessura, da dietro, e tentavo di entrare, senza spingere con convinzione, ora nell’ano ora nella vagina.
E ci baciavamo.
Baciava come mai nessuna ragazza mi aveva baciato … e si che aveva solo 18 anni o poco più!!!
Quando mi decisi di peetrarla con il dito, vi ci trovai dentro anche il dito di Agnese.
Venne immediatamente, con due dita in vagina, una mano, la mia, che accarezzava, stringeva, punzecchiava le mammelle e un’altra mano, di Agnese, che la schiaffeggiava sulle natiche.
Anch’io venni, per l’opera … “orale” di Agnese, ma dopo i primi due-tre getti di sperma lo tolsi fuori dalla bocca perché volevo venirle sulle tette.
Ma, non domo, il mio inseparabile amico si riprese subito.
Feci sdraiare Agnese a terra, le montai a cavalcioni sul torace e le misi il cazzo in mezzo alle tette.
Anche Monica si mise a cavalcioni della faccia di Agnese, girata verso di me, e le diede la fica da leccare.
Dopo che il mio bastone fu di nuovo completamente a tiro, feci allargare le gambe ad Agnese e la penetrai.
Mentre la stantuffavo con foga, leccavo le tette dell’amica, la cui fica, a sua volta, era sulla faccia di Agnese.
Un incastro perfetto.
L’orgasmo ci colse tutti insieme.
Ma le due ragazze non erano per niente sazie, ed in particolare Monica.
Si diede subito da fare con il mio membro, leccando gli umori misti di secrezioni di Agnese e di sperma mio. Ridiventò subito arzillo, pronto alla tenzone.
Mi fece sdraiare per terra e si impalò di colpo.
L’amica, che piano piano si riaveva dalla fatica precedente, la cinse da dietro con le mani e prese a stimolarle i capezzoli, già duri.
Fu più faticoso ma più duraturo. Anche questa volta arrivammo insieme, io e Monica.
Agnese, che nel frattempo si sditalinava, cadde dalle nuvole…
“Ma… è tardi… dovevamo essere a casa almeno 1 ora fa!!! ”
“Fa niente” disse l’amica
“diremo che c’era traffico… e abbiamo dovuto prendere un taxi… ”
Ci scambiammo quindi i numeri di telefono, con l’intesa che se avessero avuto ancora bisogno di un passaggio… FINE