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Travestito

Non capivo ancora quella sensazione che mi pervadeva da quando ero salito in macchina, un misto di paura e di eccitazione, non credevo di poter essere arrivato a tanto e più volte lungo la strada fui tentato di fermarmi e tornare indietro. Ma questo non accadde.

Era sera inoltrata quando arrivai all’albergo, il portiere prese i miei documenti e mi consegnò la chiave della camera. “Aspetto una persona”, dissi molto timidamente “dovrebbe arrivare tra poco più di un ora. ” “Va bene, signore. ” rispose molto formalmente il portiere ed io abbassai subito lo sguardo per non vedere l’espressione del suo viso. Raccolsi la mia borsa e mi incamminai verso l’ascensore; in un attimo raggiunsi la camera assegnatami e quando la porta si chiuse alle mie spalle provai una grande sensazione di sollievo. Mi assicurai che tutte le finestre fossero ben chiuse e le tende tirate, quindi mi spogliai completamente e mi avvia verso il bagno per farmi una doccia.

Terminata la doccia e asciugatomi per bene, lasciai il bagno ancora invaso dal vapore e tornai nella camera; aprii subito l’armadio e trovai il solito specchio lungo montato sulla parte interna dell’anta. Mi fermai a guardare per un momento la mia immagine riflessa, il mio corpo completamente depilato tranne una piccola parte intorno ai genitali, la mia figura né magra né grassa, il mio viso. Superata un ultima esitazione feci cadere l’accappatoio che mi avvolgeva e mi diressi verso la borsa che avevo appoggiato sul letto matrimoniale al centro della stanza.

Il primo capo che tirai fuori fu un corsetto nero di seta e pizzo, con un rinforzo elastico lungo la parte posteriore dove una dozzina di gancetti metallici garantivano una salda chiusura; lo guardai un attimo, controllai che tutti i ganci fossero ben chiusi quindi vi infilai dentro prima una gamba e poi l’altra. Lo feci scivolare lungo le cosce e, non senza problema, oltre le anche; alla fine lo sistemai tirando la parte superiore fino a quando le piccole coppe di seta coprirono i capezzoli del seno che ovviamente non avevo. Successivamente presi dalla borsa un pacchetto piatto, lo aprii e vi estrassi un paio di calze nere molto velate. Una alla volte le arrotolai e le feci scorrere lungo le mie gambe, assicurandole alle quattro giarrettiere che pendevano dal corsetto, quindi mi recai verso lo specchio e controllai che le righe nere delle calze fossero dritte e ordinate. Toccava ora agli slip, neri anche questi, completamente in pizzo, con una sottile striscia tipo tanga che si insinuava in mezzo al mio

Frugai nella borse e ne uscì un paio di scarpe nere con tacco a spillo di 10cm, le indossai molto disinvoltamente e quindi assicurai le fibbie dei laccetti in cuoio che cingevano le caviglie. Feci un paio di passi. Stupende! Avevo sempre adorato quelle scarpe. Una camicetta bianca e una mini in pelle nera completarono l’abbigliamento; la mini lasciava vedere il punto in cui le giarrettiere mordono le calze e la camicetta scollata non riusciva a nascondere la parte superiore del corsetto. Così vestito presi il make-up set e mi diressi in bagno nuovamente.

Comincia a spalmarmi sul viso un fondo tinta bruno, facendo molta attenzione a coprire per bene tutte le imperfezioni della mia pelle. Quando il risultato fu soddisfacente presi una matita per gli occhi nera e tracciai delle righe su entrambe le palpebre, righe che continuavano fino oltre gli angoli degli occhi. Un ombretto grigio scuro, infine, servì molto bene a far risaltare i miei occhi azzurri. Successivamente fu la volta delle labbra: un rossetto rosso scuro e una linea di matita marrone che le circondava. Senza guardare il risultato del trucco, tornai verso la borsa sul letto, tirai fuori una parrucca nera e la indossai. I finti capelli erano di un bel nero scuro, lisci, cadenti lungo il viso fino a descrivere una dolce curva sotto il mento; una corta frangia ornava la fronte. Come ultima cosa persi una decina di minuti ad installare delle unghie finte molto femminili che avevano quasi lo stesso colore del rossetto.

Ecco, ora era il momento per una visione d’insieme. Mi girai con fare molto sexy verso lo specchio e ammirai il risultato del lavoro di trasformazione compiuto fino a quel momento; l’eccitazione mi investì e mi fece venire voglia di masturbarmi e di godere ma mi trattenni, cominciai a raccogliere gli abiti maschili che finirono nell’armadio insieme alla borsa, quindi sistemata la stanza mi sedetti sul letto e aspettai……. quella sera non ero lì solo per me.

Passò poco più di un quarto d’ora da quando avevo finito di prepararmi, dei passi si avvicinavano lungo il corridoio dell’albergo e si fermarono al di fuori della mia porta. Sentii bussare, fui preso da mille paure: se non è lui?
Se è uno scherzo?
Sentii bussare nuovamente, questa volta in maniera più decisa; dovevo decidere se fare finta di niente e aspettare che chi bussava alla porta della camera se ne andasse oppure aprirla e rischiare di non trovare chi stavo aspettando.
In quel momento, però, sentii il corsetto stringersi sul mio corpo, sentii il profumo del trucco che avevo addosso e, allungata una mano, la feci scendere lentamente lungo la gonna di pelle e le gambe avvolte nel nylon delle calze.
Un’eccitazione fortissima si impadronì di me e mi diede la forza e il coraggio di recarmi verso la porta per aprirla.
Afferrai la maniglia e la feci scendere lentamente, quindi cominciai ad aprire la porta col cuore che mi batteva in maniera forsennata.
“Sei bellissima. ”
Disse gentilmente rompendo il silenzio che accompagnava quel momento in cui ci stavamo fissando negli occhi senza sapere cosa dire.
“Grazie. ”
Risposi io cercando di farlo nella maniera più femminile che potevo e mi accorsi che avevo involontariamente abbassato lo sguardo; quella mossa doveva essere piaciuta molto a Claudio che entrò nella stanza e chiuse la porta appoggiando la sua mano sulla mia, ancora appoggiata sulla maniglia.
Quel tocco mi diede i brividi. Indossava un giubbotto lungo di vari colori scuri, una camicia di velluto verde scuro, un paio di pantaloni neri e delle scarpe marrone; un profumo fresco e molto maschile lo avvolgeva e fui sorpreso di scoprirmi eccitato da esso.
Lo aiutai a togliersi il giubbotto mentre pensavo tra me e me che non avevo la minima idea di come comportarmi e di cosa fare da quel momento in poi.
Per fortuna ci pensò lui a prendere in mano la situazione, mi diede una piccola carezza sul viso e mi disse sempre
Quando Claudio uscì dal bagno era ancora mezzo bagnato, aveva un asciugamano avvolto in vita e nient’altro, il suo fisico era proprio come lo si poteva immaginare vedendolo da vestito; io gli porsi il bicchiere che avevo preparato e lui lo prese sfiorando la mia mano e sorridendomi.
Mi ero preparato qualcosa anch’io, qualcosa di forte, ne avevo bisogno e mentre Claudio sorseggiava tranquillamente il suo drink, io finii il mio in un paio di sorsi. Quando anche lui ebbe finito, presi i bicchieri e andai verso il mobile per appoggiarli, ma non appena lasciati i bicchieri sentii che Claudio era dietro di me.
Un braccio mi cinse la vita e l’altro il busto, sentii la sua bocca avvicinarsi al mio collo e dei brividi percorrermi tutta la schiena.
Lasciai cadere la mia testa indietro e di lato, in modo tale da scoprire completamente la parte del collo che Claudio stava baciando; non capii subito quella sensazione che stavo provando ma poi….. sì, era piacere.
Un fortissimo piacere come non ne avevo mai.

Avevo gli occhi chiusi, la presa decisa delle braccia di Claudio attorno alla mia vita e al busto mi eccitava e mi faceva sentire intrappolato e alla sua mercé.
Sentivo la sua bocca salire e scendere lungo il mio collo, ora serrando le labbra sulla pelle, ora accarezzandolo con la lingua; potevo anche sentire il suo sesso che stava crescendo e che premeva su di me.
Le sue braccia cominciarono a muoversi, scesero lungo i miei fianchi e le sue mani cominciarono ad accarezzare le mie gambe, poi salirono e si fermarono a giocare con i ganci delle giarrettiere.
Mi sentivo in paradiso, sarei potuto rimanere in quella posizione per sempre, anche il mio sesso ormai era al suo massimo e le mutandine di pizzo che indossavo riuscivano a contenerlo solo per metà. Improvvisamente le sue mani lasciarono le giarrettiere, salirono lungo il busto, afferrarono le mie spalle e mi girarono con un movimento molto brusco.
Mi trovai faccia a faccia con Claudio, ci stavamo guardando negli occhi e io, appoggiato con
Quando la sua virilità cominciò a calare, Claudio mollò la presa sulla mia testa e sfilò l’uccello dalla mia bocca.
Fece un paio di passi indietro e si lasciò cadere sul letto dicendo con un gran sospiro: “Sei stata fantastica, erano anni che non mi facevano un pompino così! ”
“Grazie, tesoro. ”
Riuscii a rispondergli mentre mi pulivo la bocca con un fazzoletto di carta, ormai ero entrato completamente nella parte.
Mentre Claudio era sdraiato sul letto completamente nudo a raccogliere le sue forze sessuali, io ne approfittai per andare in bagno a mettermi a posto il trucco.
Volevo essere perfetto per quella persona che mi stava facendo sentire proprio come avevo sempre desiderato: una vera troia!

Mi guardai allo specchio del bagno, il trucco era a tutto a posto tranne il rossetto; sulle labbra non ne avevo quasi più ma in compenso c’erano delle tracce sbavate intorno alla bocca.
Lo pulii accuratamente e lo ripristinai pescando lo stesso colore dal mio make-up set. Tornai a guardarmi allo specchio, sentivo ancora il sapore e la sensazione di calore che lo sperma di Claudio mi aveva lasciato in bocca e lungo la gola; la cosa mi eccitò moltissimo e nuovamente sentii il mio sesso spingere contro le mutandine che lo contenevano.
Quando tornai nella stanza trovai Claudio ancora sdraiato sul letto, completamente nudo; il suo pene ara ancora moscio e lui mi guardava sorridendo.
“Mi hai proprio prosciugato con quel pompino” disse
“ma non vorremo mica far finire la serata così, vero? “.
Io mi avvicinai a lui cercando di camminare nella maniera più sexy che potevo, mi sedetti sul letto accavallando le gambe (non senza difficoltà a causa del gonfiore a livello genitali) e cominciai ad accarezzargli il petto fino a scendere sul suo membro stanco e afflosciato.
“Cosa ti piacerebbe facessi? ” gli chiesi continuando ad accarezzargli l’uccello e i testicoli.
“Spogliati! ” mi disse e quando io levai la mano per portarmela verso i bottoni della camicia, lui riprese
“Non qui, mettiti là, davanti al letto” e m’indicò il punto in cui un attimo prima lo avevo fatto godere bevendo il suo seme.
Io mi alzai lentamente, raggiunsi la posizione concordata e cominciai a sbottonare.
Feci un passo indietro, appoggiai il mio sedere nudo sul piano freddo del mobile su cui avevo appoggiato i bicchieri ed allargai le gambe, i miei piedi non toccavano più per terra ed io appoggiai la schiena contro il muro cui era appoggiato il mobiletto.
Una mano raggiunse i genitali e l’altra scese lungo una gamba, accarezzando le calze fino al bordo dove il nylon lascia il posto alla pelle morbida e liscia.
La mano che era sui genitali afferrò subito il membro ed io sentii subito la necessità di menarmelo; d’altronde era dal momento in cui mi ero vestito che ero eccitato e ce l’avevo duro e i brividi che cominciarono a percorrermi tutto il corpo mi fecero intuire che non ci sarebbe voluto molto prima di scoppiare in un orgasmo.
Mi masturbavo sempre più lentamente e con movimenti più accentuati, accompagnando ogni mossa della mano con un verso di piacere mentre l’altra dalle gambe era salita e accarezzava incessantemente tutto il mio corpo dal busto al viso. Quando arri
Quando riaprii gli occhi notai la figura di Claudio che, alzatosi dal letto, sparì dentro il bagno per uscirne poco dopo con in mano alcuni strappi di carta igienica; si avvicinò a me che lo guardavo ancora seduto a gambe larghe e sospirante per il piacere grandissimo provato poco prima.
Cominciò a pulirmi l’uccello, ormai piccolissimo, la zona intorno ai genitali e una coscia che era stata imbrattata dal mio seme.
Quindi mi prese la mano con cui mi ero masturbato e vi fece passare un altro strappo fino a quando fu completamente pulita, infine si chinò sul pavimento a pulire il lago creato dal mio piacere.
Finite le pulizie tornò in bagno dove lo sentii tirare l’acqua del WC e subito riapparve per venire verso di me; mi cinse la vita con le mani e mi baciò sulla bocca.
Mi prese poi per mano e mi trascinò sul letto dove mi fece stendere e sedutosi accanto a me cominciò ad accarezzarmi il viso; notai subito che la sua stanchezza sessuale aveva lasciato. FINE

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