Faccio parte del gruppo dei ragazzi più duri della città: Maurizio è il capo e Davide il mio amico più stretto che lavora con me in un negozio di alimentari di un certo signor Amilcare, un tipo che ha fatto un sacco di soldi vendendo prosciutti e non si sa in che altro modo.
Con i miei amici, di tanto in tanto facciamo casino con donne e ragazze in città e fuori.
Ce l’abbiamo sempre duro e siamo pronti a impalare anche i passeri per strada.
A una festa con gli amici abbiamo anche fatto la festa (che gioco di parole eh?) a Federico Raponi, un frocetto timido e impacciato che frequenta la stessa scuola di Maurizio.
Ieri sera invece insieme con Davide siamo stati a puttane. Veramente avevamo pensato di andare a dragare le donne n discoteca, ma lì nessuna ci ha dato retta (queste puttane del paese adesso preferiscono i negri e gli immigrati) e così abbiamo pensato di frae la stessa cosa anche noi andandoci a scopare una negra sulla statale fuori città.
Io e Davide abbiamo così pescato Luana, un transessuale di colore che per quattro soldi ti fa fare tutto quello che vuoi.
Le abbiamo chiesto di farlo in tre (ci sarebbe piaciuto sbattercela insieme, uno in bocca e uno nel culo, mollandole colpi davanti e di dietro come giocassimo a ping pong). La troia però non ha accettato e perciò ce la siamo fatta uno per volta, prima io e poi Davide.
Io me la sono prima palpata per bene (soltanto le tette, perché il cazzo non glielo guardo nemmeno a quelli così), e poi l’ho fatta girare e appecoronore per batterle fra le chiappe la mia nerchia tosta che a momenti la faccio scoppiare.
All’inizio strillava come un tacchino:
“Ahh!! Che grosso… Mi fai male!!”, ma io non la stavo neanche a sentire e la trombavo a più non posso stringendola per i fianchi e inculandola come un trapano.
Dopo un po’ ho sentito che quella gran zoccola, nonostante le dimensioni del mio bastone, ha cominciato a prenderci gusto e le ho detto:
“Allora, di la verità: ti piace eh, puttana!?”
E lei che era rimasta quasi senza fiato ha cominciato a guaire come una cagnetta in calore:
“Ahh, sììì… che bello!! Continua… non ti fermare!”
Non so quanto tempo l’ho pompata nel culo, ma a un certo punto le ho sparato dentro una ventagliata di sborra che secondo me le fa ancora oggi male il sedere per la potenza del getto.
L’ho lasciata che mi pareva tramortita e subito dopo è toccato a Davide (che poi a quattr’occhi mi ha raccontato che non solo se l’è inculata un’altra volta, ma si è pure fatto fare una pompa di quelle da manuale lasciandola mezza soffocata perché le è venuto in bocca senza pietà.
Insomma noi siamo così, facciamo quello che ci pare e lo facciamo quando ci pare. Stasera uscirò di nuovo con Davide e riproveremo a passare ancora per la discoteca. Ma se le italiane anche stasera non ci considerano perché danno retta hai negri ho già in mente di fare una bella spedizione punitiva a casa di certi immigrati che conosco io per fargli passare la vogli di venire qua a fregarci le donne.
E vedrai se gli passa la voglia.
FINE