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Quando vuoi, chiamami

Fu all’inizio di agosto. Era già passata una settimana da quando mia moglie era partita per una vacanza insieme alle sue amiche ed io già cominciavo a non poterne più di stare solo. Non ho mai avuto molti amici e i pochi che a volte frequentavo erano anche loro già partiti. Decisi così di fare una passeggiata per la città. Camminai a lungo senza una meta precisa pensando alla mia vita, a quanto fino a quel giorno fosse stata così povera di momenti vissuti intensamente, di esperienze travolgenti, di pazzie fatte solo per il gusto di “trasgredire”. Stavo passando davanti alla stazione quando sentii il bisogno di pisciare e così entrai dentro e mi avviai verso i bagni. Ne vidi uno vuoto e mi ci chiusi dentro. Mentre pisciavo cominciai a leggere le scritte sui muri, scritte di uomini e ragazzi che volevano spompinare, inculare, prendere cazzi di altri uomini e ragazzi. Rimasi colpito da un numero di telefono con sotto la scritta “Quando vuoi, chiamami”. Cosa voleva quel tizio che ha lasciato il suo numero? Chi cercava? Perché non era stato più preciso come gli altri? E da quanto tempo era lì quella scritta? Forse da mesi, o dal degrado dei bagni anche da anni, e forse quel numero di telefono non esisteva più. O forse era stato lo scherzo di qualche tipo ad un altro tipo che gli stava sulle palle, solo per infastidirlo…. e mentre pensavo tutto ciò mi ritornò in mente quello che stavo pensando prima di entrare a pisciare. Collegare il fatto che non avevo mai soddisfatto una mia curiosità senza ponderare sempre tutto, con la curiosità che mi aveva fatto venire quella scritta e quel numero di telefono, fu tutt’uno. Decisi così di chiamare, per sentire la voce di chi avrebbe risposto, e poi… “e poi chi se ne frega… ” mi dissi, alle brutte avrei chiuso la telefonata. Il fatto di chiamare mi sembrava già abbastanza trasgressivo, anche se sapevo che era solo una cazzata… una semplice curiosità da soddisfare. Ma da qualche parte dovevo cominciare per poter essere un “trasgressivo”… e in quel momento mi sarebbe bastata anche una cazzata come quella per farmi sentire meglio. Appena fui rientrato in casa mi buttai sulla poltrona accanto telefono e iniziai a comporre il numero. Mi batteva forte il cuore. Perché poi? L’altra persona non mi conosceva, e non c’era nessuno a controllarmi. “… che coglione che sono… ” pensai. Dopo qualche squillo sentii una voce maschile dire “Pronto? “. Era una bella voce, tranquilla e calda. Io non risposi. E poi ancora un “Pronto? “. Istintivamente dissi un timido “Ciao.. “. Allora la voce mi chiese “Chi è? … ci conosciamo? “.
“No, ho chiamato perché mi incuriosiva la scritta che ho trovato ai bagni della stazione, con il tuo numero di telefono … ma, intendiamoci, non voglio infastidirti e… e… ” non sapevo più cosa dire e stavo per riattaccare quando…
“Non mi infastidisci affatto, anzi, mi piacerebbe parlare un po’. Mi sento solo in queste giornate calde di agosto, e un po’ di compagnia non guasta mai. Come ti chiami? … quanti anni hai? … dimmi qualcosa di te”
“Dario, mi chiamo Dario… e ho 32 anni… e tu come ti chiami? ”
“Io Simone… ma senti, visto che hai questa curiosità da soddisfare, perché non incontrarci per conoscerci un po’? … e poi, anche se il mio numero l’ho scritto per uno scopo ben preciso… quello di scopare con un uomo… lascio comunque a te qualsiasi decisione… ” e fece una pausa come per aspettare una mia reazione a ciò che mi stava dicendo. Ma poi, sentendo che non dicevo una parola, aggiunse “non pretendo nulla da un nostro eventuale incontro. è normale se non ti fidi di me visto che non mi conosci… però ‘sta tranquillo che non sono un maniaco. ”
“Mah, non saprei… , io sono un uomo sposato, ho una vita molto regolare e non mi ha mai interessato il tipo di incontri che probabilmente stai cercando tu… non saprei nemmeno come comportarmi con te. Non so bene nemmeno perché ti ho chiamato… anzi scusa… “. Non sapevo più che dire. Ormai era troppo tardi per riattaccare il telefono in faccia a Simone. Anche se non lo conoscevo mi sembrava un pessimo comportamento da parte mia se l’avessi fatto. Ma di nuovo la mia curiosità stava prendendo il sopravvento.
“Comunque ti ripeto, non pretendo nulla da te, possiamo anche semplicemente chiacchierare un po’ solo per farci compagnia… Una cosa mi sembra evidente… credo che sia io che te ci stiamo rompendo le palle di stare soli in questa giornata di agosto… , in fondo anche se solo per parlare, le persone come me sono uguali a tutte le altre, non credi? ”
Il tono della sua voce mi stava rassicurando e poi anche io avevo voglia di stare in compagnia. “OK, ma dove ci vediamo? ”
“Puoi venire da me… vedersi a quest’ora per strada, con questo caldo… stiamo meglio a casa. Ti dico dove abito… ” e mi diede il suo indirizzo. Coincidenza! Era proprio a due passi da casa mia, e dopo dieci minuti ero già davanti al suo appartamento. Mi sistemai i capelli, asciugai il sudore sulla fronte. Suonai. Simone mi aprì la porta e lo vidi. Poteva avere circa trent’anni, biondo, alto e abbastanza muscoloso. Un tipo quasi nordico. Indossava solo boxer e canottiera bianchi che facevano risaltare la sua abbronzatura. Aveva un viso simpatico e allegro. Mi fece entrare. Mi fece strada e io lo seguii… e mi chiese subito se volevo qualcosa da bere.
“Sì, grazie”.
“Una birra va bene? ”
“Sì, certo… quello che vuoi, basta sia fresco. ” Mi portò la birra, e poi ci sedemmo su un divano che era al centro della stanza. Iniziammo a parlare di noi. La casa era piena di sculture strane, fatte con i materiali più svariati, e mi spiegò che quello era il suo lavoro, la sua passione per l’arte. Mi mise subito a mio agio con il suo modo di parlare tranquillo e chiacchierammo ancora un po’.
“Soddisfatta la tua curiosità? ” mi chiese sorridendo e mettendomi una mano sulla spalla.
“Sì, in un certo senso… anche se devo confessare che c’è qualcosa di strano oggi in me… mi sento ancora un po’ agitato… , non so… mi sembra così strano essere qui a parlare con te… ma comunque sono contento di averti conosciuto”.
Si alzò e si mise dietro il divano, dietro di me.
“Rilassati, forse è di questo che hai bisogno… ” e cominciò a massaggiare il mio collo e le mie spalle. Dapprima mi irrigidii, ma poi, forse per la sua abilità con le mani, a poco a poco mi rilassai e lo lasciai continuare.
Poi le sue mani passarono davanti, fino sul mio petto.
“No aspetta… non sono qui per questo” dissi con tono deciso. Ma lui continuò come se non avessi parlato. Mi disse solo “… stai tranquillo e pensa solo a rilassarti… C’è una cosa che ho già capito di te: che non ti rilassi mai, non ti lasci mai andare completamente. E invece dovresti farlo… “.
L’aveva capito subito che ciò che volevo era un momento solo ed esclusivamente per me, dove la vita che vivevo tutti i giorni poteva essere cancellata. E mentre pensavo a questo, sentivo un incredibile ed inaspettato piacere al contatto delle sue mani. Mi accorsi con sorpresa che il mio uccello cominciava ad ingrossarsi. Volevo fermarlo ma non riuscii a dire nulla… ero troppo meravigliato di provare piacere da un uomo. Mi slacciò la camicia e me la sfilò. Continuò a massaggiarmi il petto e il ventre, poi si soffermò sui capezzoli sfiorandomeli con il suo indice. Ormai ero visibilmente eccitato, ma ero anche spaventato da me stesso. Simone ritornò davanti a me e si inginocchiò ai miei piedi. In silenzio mi slacciò i pantaloni dai quali ormai il mio cazzo stava esplodendo.
“No, non lo fare! ” dissi sussurrando, ma nel frattempo il mio corpo si era staccato dalla mia volontà e il bacino si inarcò con naturalezza per aiutarlo a sfilarmeli. Ormai ero nudo di fronte a lui e terribilmente eccitato e lui ancora in ginocchio. Lentamente avvicinò la sua bocca alla cappella e la baciò. Poi con la punta della lingua cominciò a leccarlo dalla cappella fino alle palle, su e giù.
“Hai un cazzo bellissimo” mi disse, e con decisione lo prese tutto in bocca, fino all’attaccatura delle palle, e cominciò a farmi un vero pompino, come mai nessuna donna mi aveva regalato. Era vero quel che avevo sentito dire una volta… che gli uomini sanno fare dei pompini molto meglio delle donne.
La sua lingua scorreva ormai veloce lungo tutto il cazzo, le sue labbra lo avvolgevano dolcemente… Era meraviglioso, ma la mia eccitazione era così tanta che sentivo che volevo ancora di più, volevo anche io partecipare attivamente a ciò che stava accadendo tra me e Simone.
Mentre lui mi spompinava, gli tolsi la canottiera, e poi i boxer… ne schizzò fuori un cazzo durissimo e grosso che presi a massaggiare con insistenza. Stavo per la prima volta toccando un cazzo che non era il mio e mi sorprese il piacere che quel contatto mi dava.
Mi venne da ridere… trovavo buffo il fatto che io stessi facendo sesso con un uomo, e soprattutto mi meravigliava il fatto di essere così piacevolmente appagato dal lavoretto che Simone mi stava facendo sul cazzo. Era incredibile la bravura di Simone nel succhiarmelo, perché riusciva a mettere in pratica quelle che erano le mie voglie. Sentivo che stavo per venire, ma non volevo interrompere subito quei momenti di piacere. Così presi tra le mani la testa di Simone e la levai dalla cappella portandola più su, sul mio petto, poi davanti al mio viso. Mi mordicchiò le labbra e poi il collo e poi di nuovo le labbra. Dischiusi la bocca e sentii la sua lingua morbida entrare in me. Ci baciammo a lungo. Poi lui si mise in piedi mettendo il suo cazzo duro a portata della mia bocca. Non resistetti dalla voglia di provare a imitare ciò che lui mi aveva regalato qualche attimo prima. Così mi avvicinai e lentamente sprofondai il mio viso sul suo pube, facendomi strusciare il cazzo e le palle sul viso. Poi capii che aveva voglia di mettermelo in bocca e così lo afferrai con le mani e cominciai a succhiarlo con una abilità che non sapevo di avere. Quante sorprese trovavo in me… e tutte insieme! Lo leccavo e sentivo il sapore del suo bel cazzo, e non volevo che finisse mai quel momento. Dopo un po’ invece, sentii improvvisamente gemere Simone e un primo fiotto di sborra inondò la mia gola, e poi un altro, e poi un altro ancora. Il suo sperma era caldo e fluido che riuscii facilmente ad inghiottirlo. Era stato terribilmente piacevole e gustoso. Finii di leccare quello che era rimasto sul cazzo di Simone, meticolosamente, fino all’ultima goccia. Subito dopo Simone ricambiò ricominciando a spompinarmi e regalandomi le sensazioni più piacevoli che fino a quel momento avevo mai provato. Infilò il suo pollice nel mio culo mentre la mano massaggiava le natiche provocando così un movimento piacevolissimo dentro il mio sfintere. Intanto leccava e succhiava voracemente il cazzo. Venni quasi subito, e anche lui ingoiò quegli interminabili fiotti di sborra che schizzarono nella sua bocca calda.
Ci sdraiammo abbracciati sul divano in silenzio guardandoci negli occhi ed ogni tanto baciandoci. Poi mi prese per mano e mi portò in camera da letto. Ci sdraiammo… ancora qualche bacio. Ci carezzammo e ci coccolammo a lungo. Poi ci addormentammo, lui con il piacere di aver incontrato un nuovo compagno, io con l’imbarazzo di aver scoperto un lato di me che non conoscevo affatto, ma anche con il piacere di aver scoperto che la vita a volte riserva delle sorprese meravigliose.
Quella notte fu la più travagliata della mia vita. Ero rimasto a cena a casa di Simone. Avevamo parlato a lungo, come se fossimo stati dei vecchi amici. Quando mi chiese se volevo dormire da lui io avevo accettato. Sentivo che mi rispettava, che non voleva “costringermi”, ma solo aiutarmi a stare bene, a trovare quella parte di me che troppo a lungo avevo represso. Infatti, quando andammo a dormire, Simone si spogliò nudo, mi guardò negli occhi, sorrise e si distese sul letto. Ma non si fece avanti. Mi disse solo “Sono contento che sei rimasto… veramente. ” Mi spogliai completamente anche io e mi misi dall’altro lato del letto, accanto a lui, senza nemmeno sfiorarlo. Gli dissi solo “Buonanotte, Simone” e mi chiusi nei miei pensieri… ma mi addormentai subito. Mi svegliai all’improvviso nel cuore della notte… forse per il caldo… o forse no… solo perché ero agitato per ciò che era successo la sera prima.
Trovai vicino a me Simone che stava dormendo. Era nudo, come me. Che cazzo ci facevo lì, in quel letto, con uno sconosciuto? Mille domande mi assalirono… e anche mille rimorsi, mille sensi di colpa. Non avevo mai tradito mia moglie… ma quello era un vero tradimento? Mi ero sempre chiesto se avrei mai fatto questo passo… ma pensando ad una donna come partner. Mai avrei immaginato un uomo! Per questo dentro me cominciai a credere che quello non era un vero e proprio tradimento. Ma non ne ero convinto. E poi la paura che un giorno lei avesse potuto scoprirlo. Mi avrebbe certamente lasciato… e la mia vita non sarebbe stata più la stessa; quella vita per la quale combattevo ogni giorno… la mia vita. Stavo sudando… avevo un caldo terribile. Decisi di andare a bere qualcosa e mi alzai. Andai in cucina e trovai in frigo una bottiglia di acqua. Bevvi qualche sorso… ma non mi sentii meglio. Non era il caldo a farmi stare così… ero io. Mi stavo pentendo di ciò che avevo fatto? Volevo andarmene, ma c’era qualcosa in me che mi tratteneva. Potevo chiudere così questo capitolo della mia vita? Avevo scoperto di non essere ciò che pensavo di essere… praticamente un altro. Decisi di rimettermi a letto… e una volta a letto decisi che la mattina seguente avrei detto a Simone che non l’avrei più rivisto. Decisi che era una parentesi della mia vita che si sarebbe chiusa allo stesso modo di come si era aperta, e cioè in maniera immediata. Decisi che avrei cancellato quella giornata dalla mia vita. Decisi…
Non sapevo che non potevo decidere. Lo capii quando mi girai verso Simone, quando guardai il suo bel corpo muscoloso nella penombra, quando il mio sguardo si soffermò sul suo uccello. Mi piaceva guardarlo… come poter mentire a me stesso? Ecco di nuovo l’altra parte di me impossessarsi della mia mente. Cominciai a pensare a quanto piacere avevo provato a leccarlo, al gusto di ingoiare tutta la sborra che ne era uscita. Guardavo la bocca di Simone ed immaginavo il mio cazzo duro che sborrava tra le sue labbra… nella sua gola. Mi stavo nuovamente eccitando e il mio cazzo cominciò ad ingrossarsi. Fu allora che capii che qualcosa in me era cambiato, definitivamente, che non potevo più fare a meno di desiderare un uomo… e in quel momento ne avevo uno accanto, tutto per me. L’eccitazione cominciò ad annebbiare ogni mio pensiero, ogni mio dubbio veniva cancellato da un’immagine di me che scopava con Simone. Ero arrivato ad un punto di non ritorno alla mia realtà… ero ormai impossessato da quella parte di me che aveva dormito per tutta la vita.
Avvicinai la mia bocca al suo cazzo… lo sfiorai con le labbra. Era una sensazione bellissima. Cominciai a leccarlo delicatamente… poi lo presi tutto in bocca. Lo assaporai per bene e lui cominciò ad ingrossarsi.
“Wow… che bel risveglio… ! ” disse Simone. Si era svegliato sollecitato dal lavoretto che stavo facendo al suo bel cazzo ormai duro.
“Scusami… ma ne avevo proprio voglia” dissi con aria un po’ sottomessa.
“Ma sei pazzo? … fossero tutti così i miei risvegli! … ho solo paura che sia un sogno… non sto dormendo, vero? ”
“No, sono vero… e anche tu lo sei… ho voglia di scopare”
Credo che capì che c’era qualcosa di strano in me… ero sudato e credo che stavo anche tremando un po’. Si mise seduto sul letto… mi sorrise… mi accarezzò i capelli.
“Ho voglia di te… del tuo cazzo… ho voglia di scopare” gli dissi nuovamente. Non se lo fece dire un’altra volta… si girò su se stesso e si mise con il viso vicino al mio cazzo. Il mio primo 69. Non saprei dire cosa era più bello… se il sapore del suo pre-sperma o la sensazione del calore della sua bocca che avvolgeva il mio cazzo.
“Voglio che mi scopi… voglio sentirti dentro di me” mi disse Simone con voce dolce. Risalii il suo corpo continuando a baciarlo… il suo addome, il petto muscoloso, i capezzoli, il collo… la sua bocca. Mi misi sopra di lui, tra le sue gambe aperte. Sentivo il suo cazzo premere sul mio stomaco… era durissimo. Il mio si era andato ad infilare tra le sue natiche, proprio vicino al buchetto. Cominciai a spingere, ma era poco lubrificato. Pensai bene di rendere la cosa più semplice andando a leccagli un po’ il buco. Lui alzò le gambe e me lo mise alla portata della mia bocca. Lo lubrificai per bene con la lingua, facendoci scivolare sopra anche un po’ di saliva. Quando mi rimisi nella posizione precedente, sentii il cazzo farsi strada nel suo culo senza resistenza. Solo un piccolo gemito di Simone mi fece capire che stavo spingendo troppo.
“No, non ti fermare… il dolore è piacevole… infilamelo tutto… scopami! ” disse Simone ansimando. Non mi trattenni più. Cominciai a stantuffare dentro il suo culo, sempre più forte. Stavo godendo da pazzi… e lui godeva con me. Era bellissimo… aveva gli occhi chiusi e la bocca sembrava più carnosa… da baci! La poca luce che penetrava dalla finestra gli dava un’espressione sensualissima. L’abbracciai forte e lo baciai a lungo mentre i colpi di bacino che davo diventavano sempre più veloci. Le sue gambe erano incrociate sopra di me. Ci stringemmo forte… e venni dentro di lui con un’intensità che rimarrà sempre impressa nella mia memoria.
“Ora tocca a te venire… ” gli dissi. “Se vuoi ora puoi scopare me come io ho scopato te”
“No, Dario… faccio da solo… tu guardami. Mi piace quando mi guardi. ”
Allora mi sdraiai, e lui si mise in ginocchio sul letto, davanti a me. Cominciò a massaggiarsi il corpo, un po’ lucido e scivoloso a causa del sudore. Era proprio un bel ragazzo… i muscoli ben delineati, un viso dai lineamenti maschili ma regolari, e soprattutto aveva un cazzo bellissimo. Si sputò sulla mano e spalmò la saliva sulla cappella gonfia. Poi se lo prese tutto in mano e cominciò a scappellarselo mandando su e giù la pelle. Possibile? Mi stavo eccitando di nuovo. Ancora disteso iniziai a imitarlo smanettandomi l’uccello ancora non del tutto in tiro. Ma ci volle poco che stava già sull’attenti e pronto a venire nuovamente. Le nostre mani lavoravano abbastanza velocemente.
“Voglio leccare la tua sborra… avvicinati. ” gli dissi. Lui ubbidì e mise vicino la mia bocca il suo bel cazzo, continuandoselo a smanettare. Appoggiai le labbra aperte sulla sua cappella resa viscida sia dalla saliva che ci si era spalmata sia dal presperma che ne era uscito mentre se lo menava. Leccai delicatamente il buchetto e ne assaporai il succo. Era impossibile che tutto ciò era così naturale per me… ero diventato un’altra persona. Lo sentii gemere, stava per venire. Accelerai il movimento della sega che stavo facendomi per venire insieme a lui. Venni non appena sentii il primo fiotto bagnarmi la bocca. Cominciai a succhiarglielo avidamente e gli schizzi finirono quasi tutti dritti nella gola. E mentre venivo godevo anche del piacere che gli stavo dando con la mia bocca.
Quando finimmo lui si avvicinò a me e leccò il suo sperma che era colato dalle mie labbra. Mi ripulì per bene baciandomi… e continuandomi a baciare ripulì anche il mio sperma che era schizzato sul petto e sulla pancia.
Poi ci sdraiammo di nuovo… mi abbracciò e lo abbracciai… mi baciò, lo baciai…
Mi addormentai lasciandomi alle spalle tutti i pensieri… in quel momento il mio mondo era solo Simone. FINE

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