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OK in Autogrill

Da qualche giorno a questa parte, la mia voglia di cazzo aveva raggiunto livelli inenarrabili.
Da giorni ormai desideravo un bel maschione che mi sfondasse il culo.
Mentre fantasticavo sulle dimensioni dell’uccello che avrei voluto avere in culo, mi accorsi che sul cruscotto della macchina si era accesa la spia della benzina.
Era notte, pioveva, e, benché la quantità di carburante rimasta nel serbatoio mi avrebbe consentito di proseguire ancora a lungo, decisi di fermarmi alla prima area di servizio.
Fatta benzina, decisi di rilassarmi un po’ all’autogrill, mangiando un panino.
Prima di ripartire, per evitare di dovermi fermare nuovamente, mi recai in bagno a fare pipì.
Mentre salivo le scale verso la toilette, mi tornavano in mente quelle scritte che sempre si trovano sulle porte dei bagni degli autogrill e la cosa mi eccitò molto, benché avessi sempre pensato che si trattasse solamente di scherzi e nulla più.
Arrivato nei bagni, mi diressi verso uno dei gabinetti; aveva la porta accostata, la aprii con una certa violenza e davanti ai miei occhi si presentò una scena fantastica: due ragazzi, completamente nudi, che si stavano scopando nei cessi dell’autogrill… finalmente un po’ di cazzo a portata di mano.
Appena aperta la porta, i due terrorizzati tentarono di coprirsi e di richiudere la porta, ma io la bloccai con un piede e dissi:
“Di certo un terzo non vi farebbe schifo… “, dacché vidi le loro espressioni angosciate tramutarsi in sorrisi.
Uno biondo e uno moro, non troppo alti, di una bellezza che avrebbe fatto innamorare qualunque donna, non particolarmente dotati, ma con due cazzi bellissimi e due culetti da urlo.
Entrai rapidamente richiudendomi dietro la porta, in pochi secondi ero nudo anch’io… si sa, i gabinetti degli autogrill non sono poi così spaziosi, e sentirmi a stretto contatto con questi due ragazzi nudi mi eccitava a dismisura… in pochi istanti il mio cazzo raggiunse le sue massime dimensioni. Immediatamente, il biondo cominciò a baciarmi in bocca, con la forza di un trapano, mentre l’altro mi baciava le spalle e la schiena.
Rapidamente arrivò alle chiappe, tra le quali si fece strada con la sua lingua bollente.
Si soffermò poi sul buchetto roseo, provocandomi un piacere immenso, insistendo prima con la lingua e poi con un dito, dapprima in superficie e poi infilandolo dentro completamente: emisi un mugolio di piacere.
Mentre continuava ad incularmi con un dito, mi afferrò le palle da dietro e cominciò a massaggiarle, risalendo poi sul cazzo ed accarezzandolo dolcemente.
Il biondo smise di baciarmi e subito cadde ginocchioni: prese il mio cazzo in mano e cominciò a baciarlo sapientemente, accarezzandolo alla base e dando dei colpi di lingua sempre più profondi, fino a farsi scomparire in bocca tutta la cappella e poi tutta l’asta.
Nel frattempo, l’altro ragazzo aveva smesso di giocherellare col mio culo ma si stava apprestando ad incularmi sul serio: appoggiò la cappella fradicia e rovente sul mio buchetto e con un colpo secco (pensando di incontrare chissà quale resistenza… ) mi penetrò fino in fondo e cominciò a pomparmi lentamente e poi sempre più velocemente: il dolore iniziale si stava trasformando in enorme godimento.
D’improvviso, poi, il biondo smise il suo meraviglioso pompino e mi disse:
“Ora tocca a te! ” e si girò di spalle verso di me, piegandosi all’inguine e porgendomi il suo meraviglioso culo. Non me lo feci ripetere.
Senza nemmeno inumidirlo, gli appoggiai la cappella sul buco e, incontrando una forte resistenza, tanto da farlo urlare dal dolore, lo penetrai fino in fondo.
Sentivo il mio cazzo completamente avvolto dalle sue budella bollenti, stritolato in una morsa strettissima, il che mi eccitava, se possibile, ancora di più.
Ero in estasi: si era avverato il mio sogno, essere in mezzo a due maschioni che ti scopano e si fanno scopare, stavo godendo come non mai.
Con una mano, poi, afferrai il cazzo del biondo e gli sparai una sega fantastica: eravamo perfettamente sincronizzati, dopo pochissimi minuti esplodemmo tutti e tre in una sborrata: sentii il culo inondato da un fiume bollente, e altrettanta sborra riversai nel culo del biondino davanti a me.
Presi la sborra che avevo nelle mani e gliela passai sulla bocca, da cui la leccò tutta con gusto.
Eravamo esausti, con tutta la sborra che fuoriusciva dai nostri due buchetti ancora roventi e che colava lungo tutte le gambe.
Sentimmo dei rumori provenire da fuori, ci rivestimmo in fretta; prima di uscire il moro mi disse:
“Nel camion si sta più comodi: non ti va di fare il bis? “.
Non me lo feci ripetere due volte.
Avevo già il cazzo di nuovo in tiro nei pantaloni.
Saliti nel camion, ci spogliammo di nuovo tutti e tre, ancora tutti appiccicosi della sborra di prima, ci sdraiammo e cominciammo a baciarci su tutto il corpo: non volevo perdermi questa occasione, volevo godere come non mai, decisi di realizzare il mio più grande sogno, farmi inculare contemporaneamente da due cazzoni vogliosi.
Non volevo perdere tempo: mi girai quasi subito e spalancai le chiappe con tutta la mia forza.
I due ragazzi intuirono immediatamente le mie intenzioni.
Per primo mi penetrò il biondo, senza difficoltà e senza dolore, ma poi fu la volta dell’altro.
Superate le prime difficoltà, riuscì finalmente ad appoggiare la cappella sul buchetto di fianco all’altro cazzo e cominciò a premere con forza: il dolore era tale che mi scendevano le lacrime ma, appena entrato dentro, anche solo con la cappella, il dolore fortissimo cominciò a trasformarsi in piacere, un godimento fortissimo e profondissimo mai provato prima.
I due si sincronizzarono: ricevevo nel culo delle spinte fortissime, mi sentivo tutto lacerare, in un misto di dolore lancinante e piacere immenso.
Non so dire per quanto andarono avanti, ero in estasi e persi la cognizione del tempo.
Dopo parecchio tempo però i due si produssero nuovamente in una sborrata colossale, sentivo la loro sborra riempirmi il culo e colarmi sulle gambe.
Immediatamente uno di loro si avventò con la bocca sul mio uccello e bastarono pochissime boccate per farmi esplodere.
Ero sfinito, ci addormentammo tutti immediatamente.
Risvegliati la mattina dopo, eravamo tutti in forte ritardo e, nella fretta, dimenticammo di scambiarci i numeri di telefono.
Peccato, avremmo potuto incontrarci un’altra volta, magari per una bella notte in autogrill! FINE

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