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Lui e…lei?

Non sappiamo perché siamo insieme, nella stessa stanza, so solo che la luce del giorno filtra fioca attraverso le persiane oscurate, e fa caldissimo, sarà la vicinanza dei nostri corpi che fa salire la temperatura in maniera pazzesca, fa appiccicare i tuoi capelli alla fronte, ti fa dischiudere le labbra turgide per l’eccitazione.
Ti ammiro estasiato in religioso silenzio, i capelli morbidi che ti scivolano sulle spalle, la camicetta di seta i primi bottoni sono aperti che a stento contiene il tuo seno, la mini che ti modella i fianchi ricchi di sorprese, le gambe lunghissime, su cui perdersi esaltate dalle autoreggenti.
Ti voglio, come non ho mai voluto nessuno, ti sfioro, mi senti? Senti le mie mani su di te?

Sì, sento la tua presenza accanto a me, le tue mani che percorrono fameliche le mie gambe, accarezzano le calze, sento il serico rumore della pelle contro le autoreggenti.
Avvicini il viso al mio ventre… l’appoggi sulla mini… sono eccitata, lo senti anche tu il mio frutto ingrossarsi enormemente tanto che se intuisce la forma sotto la stoffa.
Alzo un po’ la gonna sopra la vita.
Le mutandine sono bianche di pizzo, le sento fasciarmi, sento la stoffa nel solco delle natiche.
Ti piace: osservi meravigliato l’esotico frutto che oscenamente le riempie… venti centimetri straripanti, ne esce, a volte, la punta rossa e turgida.
Avvicinati, la tua bocca mi lecca in mezzo alle gambe, segui il mio frutto con la lingua, attraverso la stoffa, si fa se possibile ancora più duro.
Mi sfilo le mutandine alle ginocchia, il cazzo svetta davanti a te, ti piace? Te lo passi sulle labbra, sul viso, sulla lingua, apri la bocca… ti entra dentro, lo sento nel tua bocca spingere sul palato, la lingua che ci gira attorno, le tue mani stringono la base dell’asta mentre muovi la testa su e giù.
Intanto io sfrego un piede tra le tue gambe eccitandoti, ti piace sentire le mie scarpe di vernice col tacco, il nylon delle calze intorno alla caviglia stretta.
Ogni tanto alzi lo sguardo, non ti sembra vero vedere una bella donna passarsi la lingua sulle labbra rosse ed invitanti e stuzzicarsi i capezzoli con le dita umide di saliva, mi sono infatti abbassata il reggiseno sotto la camicetta aperta e mi tocco le tette, belle turgide grandi.
Io sento che sto per scoppiare… fermati, ti esco dalla bocca, ci baciamo ti faccio una pompa alla lingua voglio sentire il mio odore.
Ti giri, ti pieghi un po’… appoggio il mio uccello sul tuo culo, ne senti il peso e la consistenza.
Ti voglio inculare, infilartelo dentro… anche tu lo vuoi, ti piace mi implori. lo spingo fino al buchetto, lo sento stretto, piano piano lo faccio entrare… emetti sol qualche gemito di dolore che presto si trasforma in piacere…

… sento la cappella calda e bagnata dalla mia saliva tutto intorno al buchetto, provo un brivido di piacere.
Te ne accorgi, nonostante ti dica di no, che non voglio, cominci a spingere, mi fai male, … aahhh…. ora la cappella è tutta dentro, la sento bruciare le mie viscere mentre avanzi sempre più con passo da conquistatore in territori (finora) inesplorati.
Rispondi ai miei gemiti sussurrandomi all’orecchio delle dolci oscenità, mentre la tua mano stenta a contenere il mio uccello che sembra scoppiare da un momento all’altro e accarezza le………
Ti spingi fino a profondità impensabili, mi tocchi l’anima una, due, tre volte, violandomi ormai a tuo piacimento ….. poi, proprio nel momento in cui entrambi stiamo per esplodere, ti ritrai, lasciando il mio fiore non più vergine ancora fremente e grondante di umori.
Ancora vogliosi, diamo tregua alla passione baciandoci e intrecciando le nostre lingue in complicati ghirigori mentre io ti accarezzo le tette gonfie indugiando sui capezzoli turgidi e tu, da femmina consumata, continui ad eccitarmi dolcemente col tacco delle tue scarpe….. la mia mano scende tra le tue cosce, si riempie del tuo ramo nodoso ancora pregno dei miei umori, scende ancora, palpeggia i frutti gonfi e maturi pendenti dal ramo, percorre la via che separa il frutto dal fiore e si prepara a cogliere quel fiore delicato, indugiando con le dita tra i suoi petali……

.. ci sfreghiamo l’uno sull’altra: mi lecchi il seno, la tua lingua gioca intorno ai capezzoli, mentre dal contatto, lì in basso, dei nostri cazzi sembra sprigionarsi elettricità, le due aste si strusciano, si bagnano. sento le tue mani arpionarmi il sederino, mi accarezzi dietro, allarghi le chiappe, stuzzichi il mio fiorellino con due dita bagnate di saliva e dei nostri succhi, ormai sono bagnatissima lì in mezzo alle gambe, le tue dita entrano ed escono facilmente dal mio culetto e quando ne infili una terza una scossa di piacere mi attraversa il corpo, passa lungo la schiena inarcata come quella di una gatta in calore, arriva alle tette, ai capezzoli duri e turgidi, alla bocca di rossetto dove esce un gemito di piacere.
Così allungo una mano ad afferrarti l’uccello, te lo masturbo sù e giù solo perché mi piace sentirlo in mano, toccare quant’è grosso (le mie dita scorrono lungo l’asta, stringono il tuo bastone, poi vellicano la punta, girano intorno alla cappella, col palmo l’accarezzo, la stringo un po’ e muovo il tuo cazzo in tutte le direzioni) mi stacco dalla tua lingua e ti sussurro all’orecchio:
“anch’io sono vergine dietro, voglio che tu mi faccia tua… insegna a questa puttanella ad essere donna… ti prego, inculami, voglio essere posseduta da te, fammelo salire fino all’anima, rompimi il culo”
Mi sdraio sulla pancia (indosso ancora le autoreggenti e le scarpe col tacco, la gonna e ridotta ad una striscia di stoffa intorno alla vita, anche il reggi e basso alla pancia, per lasciare libere le mie grosse tette) poggio la testa su un cuscino e alzo il culo verso di te, allargo le cosce più che posso.
Quando sento le tue mani aprirsi la via è fantastico, poi la tua lingua: intorno al buco, ci entra dentro anche, potrei venire solo così… ogni tanto passi la lingua anche al frutto che maturo pende davanti, lo ingoi goloso quasi non riuscissi a farne a meno: ma adesso ti aspetta un altro compito più dolce ancora… dai, ti prego mettimelo dentro….

…. le mie dita percorrono incessanti il sentiero del tuo piacere una, due, tre volte…. ora tutta la mia mano è persa nell’oscurità del tuo antro accogliente per una carezza lunga e bestiale che ti fa rantolare di dolore e di piacere insieme, facendoti muovere a scatti, come in preda ad una scossa elettrica, mentre il tuo ramo diventa duro come un palo di cemento e i frutti maturi, tesi, sono pronti ad esplodere.
L’uscita della mia mano provoca un grido acuto di dolore, con la faccia affondata nel cuscino mi implori di smettere, poi, quando senti la mia lingua carezzarti dolcemente e insinuarsi calda nel cammino ormai aperto, per poi cambiare direzione e raccogliere gli umori che ormai scorrono copiosi e caldi dalle tue sorgenti, mi supplichi di incularti, di prenderti fino all’anima, di farti diventare la mia troia……… appoggio la cappella ormai enorme sul tuo fiore spalancato e voglioso di cazzo, hai un brivido, con una spinta sono dentro di te, la tua bocca è spalancata e la lingua si esibisce in osceni ghirigori tra le labbra rosse e turgide aperte, quasi stessi spompinando un altro uccello immaginario.
Non hai più freni, ti abbandoni, dici che ne vuoi ancora, di più, che sei una mignotta, una vacca, che vuoi più cazzi insieme, mentre il mio palo di carne bollente ti riempie le viscere senza mai trovare fondo, strappandoti urla di piacere ad ogni avanzata.
Ti allargo le chiappe con le mani per penetrarti completamente, l’ultima parte entra a fatica vincendo le estreme resistenze del tuo corpo.
Ora sono completamente dentro di te, i miei peli vellicano il contorno del buchino, mentre le palle accarezzano dolcemente la pelle vellutata del solco.
Mi muovo lentamente dapprima, cercando il piacere profondo, poi sempre più velocemente, con colpi sempre più decisi, forti, violenti, assecondati dal movimento ondulatorio dei tuoi fianchi…….. la mia mano regge il tuo sesso enorme come la barra di un timone mentre ti dimeni invasata come un’ossessa…. mi urli di venirti dentro, di fecondare la mia donna ….. esplodo dentro di te in un orgasmo che sembra senza fine, spaventosamente lungo e copioso, proprio mentre fai la stessa cosa, spargendo tutto intorno e addosso il miele racchiuso nel tuo frutto proibito.
Esausti, sudati, ci separiamo, in attesa di nuovi piaceri, leccandoci avidamente su tutto il corpo, golosi dei nostri sapori……

.. siii sii che bello, ho sentito il tuo grosso bastone squassarmi l’anima mentre affondami in me sempre più giù, mi dimenavo come un’ossessa impalata sul tuo sesso… allargavo le gambe tentando di aprirmi più di quando facessero le tue mani e il tuo uccello, scalciavo con i piedi in aria mentre muovevo la lingua come a leccare un altro cazzo invisibile… finché non siamo venuti, ho esploso il mio seme tutt’intorno e sulla tua mano stretta intorno al mio frutto… tu mi sei venuto dentro, ho sentito il tuo miele fino nelle viscere riempirmi e quando hai estratto l’uccello dal canale che con tanta forza hai aperto il tuo liquido mi cola fuori, lungo le cosce scende a sporcarmi le calze… sono tutta zuppa là in mezzo, del mio e del tuo sborro… mi piace, me lo passo addosso, insudiciandomi, luccicando dei suoi riflessi, mi accarezzo l’asta, in mezzo alle gambe, lubrifico il buchino ora oscenamente aperto. mi sono macchiata tutta, anche la mini, sollevata sulla vita ha delle macchie di sperma, ma va bene così perché dimostra quanto sono troia…. infatti ne ho subito di nuovo voglia, mi avvento sul tuo corpo esausto, vicino al tuo uccello ancora luccicante… avvicino la testa, non resisto è subito duro… sono sempre più vicina, il mio respiro si fa più veloce, senti il mio fiato sulla cappella, alzo lo sguardo incontro i tuoi occhi imploranti… si… lo afferro con due dita per la punta e con la lingua lo lecco dalla base fino in cima, la passo lungo tutta l’asta, come un meraviglioso cono gelato, con la punta della lingua gioco intorno alla cappella mentre lo accarezzo con la punta delle dita laccate di rosso, adesso lo stringo nel pugno che muovo su e giù lentamente mentre bacio la testolina rossa e la metto in bocca, solo la punta: è di nuovo tornata quell’enorme asta di fuoco che mi impazzire, non riesco neanche a tenerlo tutto in mano, me lo sbatto sulla lingua, apro la bocca più che posso (si sporca di rossetto), sulle labbra, sul viso, con le mani spingi la mia testa in basso, mi costringi a prenderlo tutto in bocca…. muovo la testa sù e giù, a sincrono con la mano e la lingua che veloce si torce intorno al tuo cazzo, intanto con la mano libera gioco col tuo buchino dietro, lo apro divaricandolo e inserisco un dito, poi due, fai uno scatto di piacere, ti si inarca la schiena, comincio a muoverli dentro e fuori… il piacere non ti fa parlare… riesci solo a mormorare un numero… “sessantanove”….

…. sono sopraffatto dal piacere, di nuovo intenso.
Sento il sesso caldo bruciare nella tua bocca come un palo di acciaio rovente, le tue dita penetrarmi il culo, strappandomi gemiti di piacere ad ogni tuo movimento.
Ti voglio, ti imploro, ti giri mentre continui a succhiarmi senza pietà, mettendoti a cavalcioni del mio viso, poggiata sulle ginocchia, le gambe larghe, facendomi godere la vista meravigliosa del tuo giardino segreto lucido di miele e della caverna aperta da cui sgorgano umori bianchi e densi.
Ti lecco le calze e l’interno delle cosce assaporando la glassa bianca che le ricopre; poi, senza nessun pudore, la mia lingua si dirige verso il tuo frutto carnoso, già eccitato dalle leccate sulle cosce, toccandone maliziosamente la punta con colpi leggeri e invitanti, percorrendo l’asta con sapiente lentezza, titillando le palle rigonfie e ricoperte di glassa, che presto scompaiono nella bocca aperta per una mega succhiata, strappandoti un mugolio di piacere. Sento che stringi forte l’uccello in bocca, non resisto più, ma non posso venire senza averti prima fatto impazzire di piacere.
Il tuo frutto è proprio sopra di me, alzo leggermente la testa appoggiando le labbra socchiuse sopra la tua cappella per un bacio con risucchio languido e osceno, da gran mignotta.
Cadi nella mia trappola e con un colpo di reni mi riempi la bocca della tua carne fino alla gola.
Ora vorresti uscire, resistermi, ma sei ormai prigioniera ed ogni colpo, ogni tentativo, ogni movimento per cercare di liberarti non fa che aumentare il tuo piacere.
Cerchi ancora di resistermi mentre mi succhi l’anima, vuoi farmi venire per primo sperando che questo serva a liberarti, ma non ce la fai.
Al momento giusto, quando sei al culmine dell’eccitazione, mi basta farti una carezza leggera e titillare un po’ il tuo fiorellino aperto per sentirlo contrarsi in uno spasmo e ricevere in bocca fiotti copiosi della tua calda crema (ma quanta ne avevi ancora ! ? ).
Rimango però vittima del mio stesso gioco e, non potendo più resistere, ti vengo in bocca, in faccia, dappertutto con una sborrata lunga e violenta, che mi lascia esausto….. mi vieni vicino, ti accarezzo dolcemente il corpo mentre ci diamo un lunghissimo bacio, mi dici “ti amo”, poi ti addormenti sfinita tra le mie braccia…….. FINE

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