Ho 26 anni e sono direttore d’azienda.
Non ha importanza come ci sono arrivata, ma è importante il lusso che mi posso permettere: quello di scegliere la mia segretaria personale.
Risponde all’inserzione una bellissima ragazza bionda appena diplomata, blillante, con bei capelli biondi e lunghi.
Mi promette serietà, intraprendenza, ecc..
Non ci penso due volte e l’assumo.
“Puoi cominciare da subito” – le dico ben inquadrando quelle tette grandi e sode e quel culo da favola sottolineato dai pantajazz bianchi.
Sono una grande porca, mi faccio sbattere da uomini di tutte le età, e così capita che al lavoro, guardando qualche sito Internet porno, ho voglia di smanettarmi in bagno.
Il pomeriggio arriva Elisa la segretaria con una leggerissima minigonna in cotone e una maglietta bianca.
Io mi stavo facendo degli impacchi di acqua fredda per alleviare la sofferenza del caldo.
Stava per venirmi un colpo.
“Se ha bisogno direttore sono di là”.
La fissai a lungo annuendo.
Che voglia mi aveva messo addosso.
Non avevo mai fatto sesso con una donna, ma questa mi metteva in testa certi pensieri…
Corsi in bagno a toccarmi la figa abbondantemente bagnata, mi sedetti sul bordo del wc a gambe aperte, feci scorrere l’acqua calda e cominciai a passarmi le dita calde sulla fregna.
Godevo, ero arrapata….
Ad un tratto sento:
“Tutto bene Direttore? ” e… ooops, avevo dimenticato di chiudere la porta.
Mi trovai Elisa allibita davanti a quella scena.
“Scusami, ma non ce la faccio più, torna pure di là” le dissi.
Ma lei non ubbidì.
Mi si mise a cavalcioni e cominciò a baciarmi piano piano; non resistetti più.
L’attirai a me slinguazzandola di brutto, palpandola dappertutto.
Poi le accarezzai la fighetta coperta da minuscole mutandine nere. Le scostai e toccai con mano la sua figa bagnata.
Poi la privai della maglietta, del reggiseno, e cominciai a palparle le tette dure, succhiare i suoi capezzoli, mentre la troietta ansimava e mugolava come una cagna..
Mi sporsi ancora di più nel bordo del water e le spinsi la testa contro la mia figa bagnata.
“Leccamela, è un ordine”, le dissi. Ubbidì.
Aveva una lingua così calda e ci metteva una foga nell’usarla che venni proprio mentre le stavo strizzando le tette.
“Aaah, porca, troia, mi hai fatto godere”, le dissi.
La feci sdraiare per terra e mi avventai addosso.
La slinguazzavo, poi leccavo le sue tette dure, poi… la figa stretta.
“sei vergine? ” le chiesi.
“Sì”, rispose, “io mi faccio solo leccare”.
Estrassi così dall’armadietto il mio vibratore e, leccata dopo leccata tentai di infilarglielo in figa.
“No, no” mi disse, “ho paura”.
Le tappai la bocca con la lingua, e cominciai a farlo entrare.
Dopo un po’ godeva anche lei, così le detti il colpo di grazia sfondandogliela.
Urlò, ma non si ritrasse.
Continuavo a far scorrere su e giù il cazzo finto mentre lei godeva.
“Dimmi quando vieni” le dissi,
“dillo se godi amore”.
“Si, godo, tanto” rispose.
Mi avvicinai con la bocca alla sua figa e mentre la “penetravo” le leccavo il clitoride.
Sborrò come una matta e dovetti tapparle la bocca perché qualcuno poteva sentire.
Era tutta fradicia di sangue e sborra, ma contenta.
La strinsi a me e giocherellai un po’ con le sue tette fantastiche.
Da quel giorno è la mia amante fissa. FINE
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