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Il medico

Ho 33 anni ho due magnifici occhi azzurri, un bel, ed un apparato genitale di tutto rispetto, sempre eccitato e pronto a fare il suo… dovere.
Da qualche tempo, forse perché mangio troppo ho dei problemi, soffro di doloretti al ventre, fitte alla pancia che si manifestano con frequenza specialmente la notte. Ecco perché ho deciso qualche giorno fa di farmi visitare da un medico specialista, per vedere di alleviarmi un po’ questi fastidi; ho chiesto indicazioni al mio amico Angelo il quale, sorridendo , mi ha consigliato un giovane professore, medico e chirurgo, definendolo: “bravissimo, competente, e poi…. beh, dicono che sia dei nostri………! “. Francamente di quest’ultima qualità di un medico (almeno fino all’altro giorno) non mi importava granché: cercavo veramente una persona che fosse in grado di diagnosticarmi i disturbi di cui soffro e di consigliarmi una cura, e non mi sono mai divertito più di tanto ad immaginare visite mediche di tipo erotico. Perfino da bambino mi è capitato assai di rado di giocare al classico dottore. Per cui ho preso telefonicamente l’appuntamento da questo medico, con ambulatorio in centro, e sono andato da lui con l’unico scopo di risolvere i miei problemi, e senza secondi fini, nonostante le battute “mirate” del mio amico.
Pochi minuti di sala d’aspetto con un silenzioso infermiere giovane e il medico mi ha aperto la porta, dicendomi “S’accomodi! “. Assolutamente non male di aspetto: un quarantenne con due magnifici occhi verdi dietro due occhiali tondi cerchiati d’oro, il pizzetto biondiccio e brizzolato, un ciuffo di peli che fuoriusciva dal primo bottone del camice aperto, sovrastata da un lindo camice bianco. Anche un anello, presumibilmente matrimoniale, al dito, ed una fotografia incorniciata con una bella donna e due bambini di otto – nove anni sulla scrivania: non ho potuto fare a meno di pensare, sia pur solo per un attimo, guardando questi particolari, che il mio amico doveva veramente essersi sbagliato nel giudicare il giovane professore.
Mi chiede subito se soffro di sintomi particolari, glieli spiego brevemente e lui mi dice di spogliarmi, indicandomi un paravento, di restare solo con gli slip e di sdraiarmi sul lettino nel mezzo della stanza. Eseguo e, mentre mi spoglio, noto che lui abbassa le luci portanddole ad una penombra soffusa, salvo un maggior chiarore ad illuminare soltanto il lettino per la visita “Spero sia a suo agio” mi dice sorridente, e sorridendo mi accorgo che sbircia dietro il paravento.
Rimasto in slip, mi avvicino al letto e mi distendo. L’unica luce forte rimasta nella stanza focalizza il mio torace e in particolare il mio addome. Il dottore ha già alle orecchie lo stetoscopio, e appoggia la ventosa sotto la mia mammella sinistra; si sofferma sul petto per ascoltare il mio cuore, sposta l’oggetto e mi sfiora più volte il capezzolo che si indurisce di conseguenza. Spero che non se ne accorga o comunque non ci faccia caso.
“Il cuore va bene”, mi dice, “lei fuma? “; gli rispondo che non supero le sei o sette sigarette al giorno; “beve alcoolici? ” “no per niente” rispondo.
“Mangia molto? “. Ridacchio e gli dico che è lì il mio punto debole, se ne sarà accorto dalla mia stazza. “Sì, in effetti” mi dice “lei trae in inganno perché ha una bella muscolatura che la tiene sostenuto, ma mi accorgo che ha un bello strato adiposo! ” e così facendo porta la mano calda ed affusolata, una mano bellissima, nel centro del mio ventre, appoggiandomela sopra l’ombelico. E così inizia a visitarmi la pancia, indugiando prima sul fegato, sotto le costole a destra, poi spingendo sullo stomaco, sotto lo sterno, e quindi sulla mia milza, a sinistra. Ogni tanto pizzicotta leggero la mia ciccia. è una strana sensazione, non priva di piacevolezza.
Ma il bello comincia adesso. “Voglio esaminarle bene l’intestino”, mi dice, e per farlo mi abbassa l’elastico dello slip con entrambe le mani, facendolo scendere giù fino a metà del pube. E comincia a palparmi la pancia, con forza: preme forte con la mano a destra dell’ombelico, in direzione dell’inguine e la rilascia di scatto: “Le faccio male qui? “; in effetti un fastidio lo provo “La sua appendice è un po’ infiammata”, mi dice mentre riprova la manovra e io storco la bocca per la fitta che mi provoca. “Dovremo tenere controllata questa appendice, e se continuano questi doloretti, sarà opportuno rimuoverla; non s’allarmi, è ormai un piccolo intervento di routine… lo sa che al 10% dei maschi italiani dai 10 ai 60 anni è stata asportata l’appendice? “. Poi continua la palpazione del mio ventre: “Eh, le direi che deve un po’ dimagrire, anche se so bene il piacere delle mangiate con gli amici…. ! A proposito, lei chi l’ha mandata da me? come ha avuto il mio nominativo? da qualche amico? ” Gli dico il nome dell’amico che me lo ha consigliato, e noto un sorriso trattenuto “Ah… bene… benissimo! ricordo bene! “.
Sotto le sue mani la mia pancia tesa subisce un vero e proprio massaggio violento: non tralascia nessuna parte del mio intestino gorgogliante: segue con lentezza tutto l’andamento del mio colon fino giù giù giù all’inguine, appoggia lo stetoscopio più volte in tutte le parti della mia pancia ed ausculta i rumori delle mie viscere con attenzione.
Poi si sofferma sotto l’ombelico, all’attaccatura dell’osso pubico e preme “Le fa male qui? “. “Un po’” rispondo “ma cosa c’è lì, dottore? la vescica? “. “Certo, la vescica…. ma non solo, qui c’è anche la prostata, la glandola che presiede all’emissione del liquido che si mescola con lo sperma, prodotto dai testicoli. è giovane ma va tenuta sotto controllo, lo fa? “. Gli rispondo che veramente no, non mi ha mai dato fastidio, anche se in effetti quando lui schiaccia sento un pochino di dolore.
“Allora è opportuno darci un’occhiata; si tolga le mutande, per favore! “.
Sbalordito, eseguo quanto mi chiede: e mi accorgo che la manipolazione alla quale ha sottoposto la mia pancia mi ha prodotto una semierezione abbastanza evidente, particolarmente evidente anzi visto che da ragazzo sono stato circonciso e quindi il mio cazzo è perennemente scappellato; inoltre, come ho detto, ho un arnese di grosse dimensioni, lungo circa diciotto centimetri, che non passa inosservato. Trovo la situazione un po’ imbarazzante, ma il professore non fa una piega anche se intravedo nei suoi occhi un sorrisetto prima di infilarsi un guanto sottilissimo di vinile nella mano destra
“Ecco, così, in modo che la pancia sia più rilassata ma anche più distesa, per potere palpare meglio i suoi organi interni mentre eseguirò l’ispezione rettale della sua prostata… bravo! e per favore apra bene le cosce, anzi aspetti…. ! ” mi fa spostare, così completamente nudo come sono e disteso sul lettino, verso il fondo del lettino stesso, un cuscino sotto al culo che mi tende la parete del ventre, e attacca al fondo del lettino due cosciali, come quelli che usano i ginecologi per le viste all’apparato genitale femminile. “Apra le gambe molto bene e appoggi le cosce su questi due appoggi! ” Accidenti! se la cosa non avesse un suo irresistibile intrigo, sarei imbarazzatissimo, ma voglio ancora credere che il bel dottore sia un eterosessuale e che questo faccia solo parte del suo lavoro, non abbia secondi fini; eppure, il mio cazzo risponde a queste pratiche in modo inequivocabile: oramai è una mazza enorme, dura e con l’enorme cappella sguainata e violacea che sovrasta a 90 gradi il mio corpo nudo sdraiato con le gambe spalancate e il buchetto del culo ben visibile.
“A posto così? è pronto per l’ispezione? ” mi dice il dottore sorridendo e appoggiandomi una mano sul basso ventre “S-Sì… ehm.. sono pronto… farà male? ” “Ma no, lei stia rilassato e vedrà…. anzi… beh, a certuni dopo un po’… la cosa piace anche!!! ”
Si spalma dell’unguento, forse della vaselina profumata, sull’indice e sul medio della mano guantata, mi apre ulteriormente le chiappe con la mano sinistra e inizia a spingere con un solo dito, l’indice credo, su per il mio buchetto… io ce l’ho stretto, anche se sono stato passivo alcune volte e ho preso ben altro, per cui nei primi secondi la sensazione è un po’ dolorsa, ma lui, dolcemente mi dice “Stia rilassato! Farà meno male” ed io gli obbedisco… l’indice entra tutto, me lo sento dentro fino in fondo e respiro profondamente, mentre lui comincia a inserire anche l’altro dito, che entra con più facilità. Si ferma con le due dita dentro di me, poi coi polpastrelli comincia a cercare qualcosa, finché non trova una specie di nocciolina che preme sulla delicata parete del mio intestino.
“Questa è la prostata! è gonfia, sa? Lei è molto che non ha rapporti sessuali? ” Gli rispondo che non ne ho da qualche settimana, tre o quattro credo. “Ma non va bene, sa, lei è ancora un uomo giovane… siamo uomini giovani… ! bisogna averne più spesso, altrimenti le conseguenze sono queste… ipertrofia della prostata! “. “Cosa devo fare, professore? ” “Per adesso rimedio io, gliela massaggerò… poi se la sua astinenza dovesse continuare… vorrà dire che ci vedremo più spesso… ok? “.
E cominciò il massaggio alla prostata, i polpastrelli delle dita dentro al buco del culo; immaginabile la sensazione di erotismo che si prova ad essere toccati lì, nel punto G del maschio, che raramente viene toccato nei rapporti anche fra maschi, e al massimo sfregato da un pene che irrompe dentro. è un piacere immenso, invece, il mio cazzo si drizza quasi a diventare di acciaio, i miei capezzoli si gonfiano fin quasi a scoppiare, e la pancia… ah, la mia bella pancia pelosa comincia a desiderare di essere riempita da ben altro delle due dita del bel professore!!!!! Il professore deve essersi accorto che sto quasi per venire. Toglie la mano si toglie anche i guanti e mi dice “non le dispiace se mi metto più a mio agio? ” Io sono quasi in trans, non gli rispondo così il professore comincia a spogliarsi. Rimane anche lui nudo. è dotato anche lui.
“Si giri e divarichi le gambe” mi dice facendomi mettere a quattro zampe sul lettino. Mi metto in posizione ed un attimo dopo lo sento entrare. Questa volta non è il dito, è qualcosa di più grande, non ci sono dubbi.
Il professore comincia a mugolare e anch’io mi lascio andare. Mi mi penetra con forza e contemporaneamente mi prende il cazzo in mano e comincia a farmi una sega, con dei colpi potenti e ritmati. “AAAAhhhhh, dottore, lei mi sta facendo godere!!!!! ” Dopo nemmeno un minuto veniamo insieme lui dentro di me ed io schizzando sul lettino.
Ci siamo puliti con delle salviettine, ci siamo rivestiti e ricomposti.
“Dottore ma quei miei fastidi nella pancia? ” “Beh, certo questa era una causa… ma le prossime volte che ci vedremo, come spero, riesaminerò ancora più a fondo il suo ventre e…. le saprò dire! “. “Allora mi rifaccio vivo al più presto, professore! ” “Sì, mi raccomando! ”
E da quel giorno non vedo l’ora di tornare dal dottore a farmi visitare la pancia. FINE

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