Erano le cinque di pomeriggio e nel laboratorio c’era rimasta solo Clara, completamente dedita al buon fine di una analisi.
Clara è quella che normalmente si definisce una ragazza anonima, che veste fuori moda e che passa completamente inosservata.
Non che fosse brutta, anzi farebbe voltare più di qualcuno, se solo curasse un po’ più il suo aspetto e il suo look.
Ma per lei l’unico interesse era il lavoro: dopo aver guadagnato duramente la posizione che le consentiva il rispetto dei colleghi, aveva mantenuto, vuoi per abitudine vuoi per etichetta, lo stesso aspetto che tanto l’aveva aiutata a non farsi notare da giovanissima.
Il fatto è però che Clara aveva ormai trentadue anni, non aveva un uomo, era vergine e, ancor più incredibile, non aveva mai pensato, almeno fino ad oggi, ad una evenienza del genere.
Mentre terminava la sua analisi l’aprirsi di una porta la fece trasalire:
“Buonasera Dottoressa, ancora qui?”
Era la ragazza dell’agenzia di pulizie che tutte le sere alle 17,30 andava a pulire il laboratorio.
Tranquillizzata Clara disse che aveva ancora un po’ da fare e che si sarebbe trattenuta, ma che comunque la sua presenza non la infastidiva, anzi le avrebbe fatto un po’ di compagnia.
Bianca, cosi si chiamava la ragazza, trovava spesso Clara nel laboratorio dopo l’orario di chiusura, ma non le aveva mai rivolto la parola, escluse le solite frasi di rito.
Decise però che quella sera avrebbe fatto in modo di attaccare bottone: voleva capire che tipo era Clara e perché viveva come una reclusa li dentro.
Così, dopo alcuni minuti, si avvicinò e le chiese:
“Scusi dottoressa se sono indiscreta, ma come mai lei è sempre qui dentro? Non ha nessuno che la aspetti fuori di qui?”.
Clara rimase per un momento incredula e quasi scioccata per la franchezza della domanda, poi però ci ripensò e come in un flash le ripassò davanti la sua vita e senza rendersene conto cominciò a raccontarla a Bianca, la quale rimase in silenzio per quasi un’ora ad ascoltare quel fiume in piena che aspettava solo di essere sollecitato per aprire tutte le dighe.
Anche Clara si stupiva di quello che stava succedendo, ma allo stesso tempo era incredula e felice di potersi confrontare con qualcuno.
Alla fine del racconto si sentì spossata, svuotata ma incredibilmente leggera. Bianca allora le chiese:
“Ma in tutto questo non c’è traccia di un uomo o comunque di un affetto?” e alla risposta negativa di Clara, scosse la testa incredula e sorpresa; poi Clara aggiunse:
“E poi non mi fido per istinto degli uomini, sempre pronti a farti le scarpe al minimo passo falso. Di contro, almeno per quello che mi riguarda, non vedo nessuno che si interessi a me!”.
Ormai le due erano entrate in confidenza e Bianca disse:
“Per forza, ma non vedi come vai in giro? Sembri una zitella invecchiata anzitempo, invece che una giovane donna! Vieni con me”, e la portò nello spogliatoio dove c’era un grande specchio in fondo alla stanza.
Vi fece mettere Clara davanti e cominciò a sistemarla come pensava stesse meglio: le sciolse la cipolla che le tratteneva i capelli facendoglieli cadere sulle spalle, le tolse la giacca, le aprì i primi due bottoni della camicetta alzandole il collo e cominciò ad arrotolare la gonna, che le arrivava a metà polpaccio, fino a metà coscia.
Il risultato era sconvolgente: l’anonima Clara di prima era irriconoscibile, ora davanti allo specchio c’era un’altra Clara, una mai vista, bella, alta, slanciata e affascinante.
Bianca disse che era anche molto sexi e questo fece arrossire Clara, che voltandosi incrociò il suo sguardo che aveva un non so che di strano.
Tornò a guardarsi allo specchio e Bianca le si avvicinò da dietro appoggiandole le mani sulle spalle iniziando un massaggio leggero.
Clara si sentì rabbrividire e percepì in se qualcosa di nuovo, di diverso, di mai provato, e decise che avrebbe voluto capire di cosa si trattava, fino in fondo.
Il massaggio era piacevole, le mani esperte ruotavano sulle spalle fino a scendere sulle scapole e sull’attaccatura dei seni.
Lentamente però le mani scendevano, sempre di più, e quando se ne rese conto erano arrivate a carezzare tutto il seno: si voltò di scatto, quasi per reagire, ma il viso di Bianca vicinissimo la fece ammutolire.
Le tramavano le labbra quando Bianca avvicinando le sue iniziò a baciarla, dapprima sfiorandola delicatamente, poi vellicandola con la lingua fino ad entrarle in bocca intrecciandola con la sua.
Una scarica elettrica percorse la schiena di Clara e un lampo accecante le esplose nel cervello: per la prima volta nella sua vita baciava qualcuno, quel qualcuno era una donna e la cosa più incredibile era che quella donna le piaceva da morire.
Rimasero così a baciarsi ed abbracciarsi per un bel po’ e quando le bocche si staccarono si guardarono come in trance, ma col sorriso sulle labbra.
Bianca prese a sbottonare la camicetta di Clara, mentre questa apriva la lampo del vestito lasciando Bianca in slip e autoreggenti.
Senza fretta Bianca le tolse la camicia, le sfilò la gonna e le slacciò il reggiseno, liberando due seni grandi, perfettamente tondi e sostenuti con le areole brune e i capezzoli eretti per l’eccitazione.
Clara frastornata per tutto quello che stava succedendo disse:
“Stammi vicina, è la prima volta nella mia vita che provo certe sensazioni, e non so cosa fare”.
Bianca la tranquillizzò e riprese a baciarla accarezzandole i seni.
Poi scese con le labbra a vellicare i capezzoli strappando sospiri di piacere alla sua amante.
E poi giù, sempre più giù, fino a leccare il bordo delle mutandine, facendole accapponare la pelle per i brividi di piacere.
Fece sdraiare Clara su una panca e, dopo averle sfilato gli slip, prese a baciarle l’interno delle cosce fino ad infilare la lingua tra i peli del pube, folti e abbondanti come di chi non li ha mai tagliati.
Avendo notato questo, girandosi si mise a cavallo del viso di Clara, il un approccio di 69 che l’inesperta dottoressa non aveva previsto.
Questo però porto agli occhi di Clara la vagina di Bianca quasi completamente depilata, con un solo triangolino di peli che sovrastava le grandi labbra.
Clara rimase sorpresa dapprima per quella vagina liscia e lucida di umori, poi perché Bianca aveva iniziato ad affondare la lingua nella sua vagina, procurandole sensazioni inimmaginabili.
Bianca sentiva che in Clara cominciava a montare il primo godimento della sua vita e allora continuò a leccare sempre più in profondità e sempre più velocemente, entrando delicatamente con la punta dell’indice nella vagina, mentre col pollice le vellicava incessantemente la clitoride, fino a quando la sentì tremare prima lentamente, poi sempre con maggior forza fino a che dalla sua gola non eruppe un grido rauco e profondo, liberatorio, che segnava l’esplosione del primo devastante orgasmo.
Clara rimase immobile, semisvenuta, incapace di mettere a fuoco la situazione.
Bianca allora si girò e iniziò a baciarla lentamente, fino a che lei rispose al suo bacio.
Poi Clara sorridendo dolcemente alla sua amante disse:
“Mi hai aperto le porte di un mondo mai immaginato, ma io non ti ho dato niente in cambio”. Bianca appoggiò il viso sul seno di Clara e rispose:
“In cambio non voglio niente, se non quello che vorrai e saprai darmi”.
FINE