Era un venerdì e, come tutti i venerdì pomeriggio di ogni settimana mi recavo nel casale del principale per ritirare la paga settimanale.
Giunto al casale, entrai dalla porta posteriore ed entrai in cucina, li c’era la cuoca Concetta che lavorava presso quella famiglia da moltissimi anni.
Quando mi vide accennò un freddo saluto ” non gli erano simpatici i neri” mi disse che il principale mi aveva lasciato la settimana in una busta, andai verso la credenza, la aprii, e vidi che c’erano due buste e chiesi……. quale delle due è la mia? Lei rispose….. ambedue.
Le presi una più pesante, si capiva che c’erano i soldi, l’altra, più leggera, vidi Concetta che con la coda dell’occhio, incuriosita, cercava di capire cosa ci fosse nell’altra busta, io senza dire nulla le riposi nella tasca, gli chiesi un bicchiere d’acqua, lo bevvi e la salutai dicendogli che ci saremmo rivisti il lunedì 24 poichè avevo una settimana di ferie, lei accenno ad un saluto ancora più freddo del primo, girai le spalle e andai via.
Tornai verso il mio alloggio, aprii la busta più pesante e trovai le solite 400 mila più 100 mila ed un bigliettino con gli auguri di buon ferragosto da parte del capo.
Incuriosito, aprii la seconda busta, a questo punto non immaginavo proprio cosa potesse contenere, c’era una lettera del capo che mi chiedeva se non avessi avuto nulla in contrario e, se avevo voglia di guadagnarmi qualche liretta in più di andare dal fratello il quale aveva bisogno di qualcuno in grado di potergli sistemare il giardino.
Ci pensai un po’ , certo avrei dovuto rinunciare a qualche giorno di riposo però qualche soldo in più mi avrebbe fatto comodo, così decisi di andare.
L’indomani mi alzai presto e presi l’autobus, visto che il fratello del principale risiedeva in un paese a qualche km. di distanza.
Dopo circa 40 minuti arrivai, l’autobus fermò al centro della piazza, andai al bar e chiesi informazioni sul luogo dove si trovava la villa, il barista mi disse che sarei dovuto tornare indietro per circa 4 km. e poi imboccare una stradina in terra battuta, fare ancora qualche centinaio di metri e li avrei trovato la villa.
Presi lo zainetto e mi avviai.
Faceva abbastanza caldo dopo circa 20 min. vidi a distanza la stradina, l’imboccai e dopo qualche istante vidi la villa, era grandissima in mezzo ad un parco con alberi e un grande prato all’inglese, suonai al cancello, subito sentii dei cani abbaiare e, un attimo dopo una voce chiedere….. chi è?
Abdul risposi io e, ad un tratto si aprì il cancello, entrai facendo attenzione ai cani che, mi annusavano e mi seguirono fino alla porta di ingresso che ad un tratto si aprì e mi apparì una signora, la salutai, dicendo io sono…. si si lascia perdere entra adesso arriva subito il padrone.
Entrai rimasi qualche istante nell’ingresso in piedi quando ad un tratto entrò un signore abbastanza grasso e con una faccia da mastino, prego accomodati, mi fece sedere su di una sedia lui, rimase in piedi dicendomi…. ti ha detto mio fratello di cosa si tratta? ed io no signore, bene dovrai sistemare le siepi mettere in ordine qualche albero da frutta potare il prato e rimettere un po ‘in ordine la rimessa, ci vorranno almeno tre giorni e, pensavo di darti intorno alle 500 mila che ne dici? risposi che andava benissimo, bene rispose lui vieni che ti indico l’alloggio.
Andammo nel retro della casa dove c’era una piccolissima dependance, ecco mi disse indicandola starai li, vedrai starai benissimo ci sono tutti i comfort, mise una mano in tasca e mi porse una busta, prendi, ci sono i soldi, te li do ora perchè io parto e starò fuori tutta la settimana vado a raggiungere mia moglie, quì in villa resteranno la donna di servizio che penserà a prepararti il pranzo, e mio figlio Giulio.
(Giulio? ….. mi venne in mente la scena del capanno quando lo sorpresi con il cugino vi ricordate Giuseppe? ) penso di aver detto tutto poi, se hai bisogno di qualunque cosa rivolgiti alla donna, girò i tacchi e andò via.
Entrai nel mio alloggio, devo dire che c’era lo stretto necessario ma per me andava più che bene, ad un angolo un letto comodo, più in la un bagno con doccia.
Sistemai tutte le mie cose dentro un armadio e uscii per farmi un giro per il parco giusto per rendermi conto del lavoro che c’era da fare.
Mi aggiravo tra gli alberi quando ad un tratto mi sentii come osservato, diedi un’occhiata in giro, poi, alzai gli occhi verso le finestre della villa e vidi affacciato ad una delle finestre Giulio, feci un cenno di saluto con la mano lui fece altrettanto, dopo qualche minuto scese e mi venne incontro, ciao Giulio dissi è tanto che non ci si vede, e lui…… si da quella volta del capanno ricordi? si si dissi sorvolando e guardando tra i rami di un pesco.
Sai… continuò lui, quel giorno ho avuto tanta paura per questo sono scappato via, ed io… si si no c’è problema, ancora lui…. sai mio cugino mi ha raccontato quello che poi è successo fra te e lui e devo dirti che la cosa mi ha incuriosito un po’.
Ma come dissi io pensavo che tu fossi scappato perchè la cosa non ti allettava affatto, e lui….. no io volevo ma nel vederti mi sono vergognato.
Io gli dissi che non c’era niente per cui vergognarsi e lui di seguito allora posso contare sulla tua amicizia? certo dissi, e lui posso… venirti a trovare? quando vuoi risposi.
E andò via. la sere ci incontrammo ancora infatti andai in villa per mangiare e lui stava già alla fine della cena. mi sedetti e iniziai a mangiare. lui mi guardava in silenzio.
Finito di mangiare salutai e mi avviai verso il mio alloggio.
Aprii la porta mi spogliai, feci una doccia poi indossati un paio di calzoncini mi sedetti sotto il patio a prendere il fresco quando ad un tratto arrivò Giulio…… come va? bene dissi io lui prese una sedia e si mise seduto accanto a me.
C’era pochissima luce e riuscivo appena a vedere il suo viso un po’ tirato, mi dava l’impressione come di una persona che non sa cosa dire e cosa fare. allora? dissi io lui prese coraggio e senza proferire parola mi appoggiò la mano sulla patta dei pantaloni.
Che fai? dissi e lui…. sai sono curioso di vedere il tuo cazzo, mio cugino Giuseppe m’ha detto che è enorme è vero?
Si risposi, e allora…. ti va di farmelo vedere? si risposi io ma non quì entriamo dentro.
Io mi alzai ed entrai in casa, lui dietro di me. chiusi la porta rimanendo in piedi e lui di fronte senza proferire parola tirai giù i pantaloni poi gli slip e di colpo uscì fuori quel mio enorme cazzo, eccolo qui dissi io, e lui è buio non si vede bene e poi sto cazzo è così nero, andai verso il comodino e accesi la luce piccola, girandomi vidi l’espressione del suo volto, allora che ne dici di questo cazzone? lui…… è enorme, vieni quì dissi, lui si avvicinò prendilo in mano vedrai quando sarà dritto.
Lui lo prese con una mano e lo tirò su portandolo a livello orizzontale e cominciò a menarlo senza mai togliere gli occhi dal cazzo e mentre lo menava diceva…… quant’è grosso non avevo mai visto qualcosa del genere e poi così nero…… io cominciavo ad eccitarmi e senza dir nulla gli misi le mani sulla spalla e lo spinsi verso il basso lui prima si inchinò poi lo costrinsi a mettersi in ginocchio.
Faceva tutti questi movimenti in silenzio, ad un tratto lo presi per la nuca e lo spinsi verso il mio cazzo, lui capì aprì la bocca e lo infilò dentro, all’inizio con prudenza forse per sentire se il sapore fosse di suo gradimento, dopo qualche attimo di incertezza cominciò a succhiare con avidità, lo ripresi per la testa e gli sfilai il cazzo di bocca invitandolo a leccarlo lui obbedì.
Cominciò a leccare la cappella tutta in tondo sul filetto e poi ogni tanto riprendeva a spompinare, questo giochino durò 15 min. quando ad un tratto sentii che era prossimo l’orgasmo, gli misi ancora la mano dietro la nuca per dargli un ritmo più veloce quando ad un tratto dissi……. sborrooooooooooooo lui cominciò a succhiare con una ingordigia mai vista prima, poi si tirò su e disse…. mio cugino aveva proprio ragione.
Poi mi chiese se fosse vero che il cugino aveva preso quel bastone anche nel culo, ed io dissi che era vero, lui rispose che non era possibile una cosa del genere e che non sognava neanche lontanamente di provare anche perchè disse…. io sono un amante di sborra mi piace solo spompinare e bere più sborra possibile, io dissi che quando lui lo desiderava io ero ben lieto di dissetarlo.
Detto questo mi salutò mi augurò la buona notte ed andò via.
Io andai a letto e mi addormentai.
Non so quanto tempo passò quando ad un tratto mi svegliai capii che era entrato qualcuno nella stanza ma era troppo buio, prima che riuscissi a dire qualcosa sentii una mano poggiarsi sul mio cazzo e pensai…… sarà il golosone per un’altra bevuta.
Stetti zitto facendo finta di dormire.
Intanto la mano mi scappellò completamente il cazzo e subito dopo sentii la lingua girare intorno alla cappella e poi in bocca fino in gola, il giochino durò qualche istante fin quando non raggiunsi una erezione bestiale, infatti mi rivenne una gran voglia di sborrare, ad un tratto sentii lasciare la presa e mi sentii prendere per mano. la sensazione era quella come di qualcuno che ti tira per farti alzare.
Senza pensarci su due volte mi alzai e pensai dentro di me….. vuoi vedere che il piccolo lo vuole nel culo?
Infatti appena in piedi sbattei con le gambe contro due chiappe belle sode, poggiai la mano sulla schiena e spinsi per far si che si piegasse a pecorina non trovai alcuna resistenza ne sentii una parola presi a tastare quel culo e cominciai a passare il dito nel solco fino ad arrivare al tanto desiderato buco, quando ci fui sentii che era ben lubrificato si vede che ci aveva pensato prima, portai il dito al naso sapeva di olio d’oliva.
A quel punto presi il mio cazzone ormai allo spasmo puntai la cappella sul buco e diedi una leggera spinta con la certezza che avrei sentito il solito urlo di dolore e invece nulla.
Continuai a spingere un altro po’ e ancora nulla, presi a fare su e giù su e giù nessun gemito nessun lamento ad un tratto preso da una libidine cieca assestai un colpo fino a raggiungere la massima profondità, a quel punto sentii un ahi ahi……. rimasi interdetto, non era il culo di Giulio ma riconobbi dalla voce che era la donna di servizio a quel punto non ebbi esitazione alcuna cominciai a stantuffare come una bestia e lei cercava di divincolarsi dicendomi basta basta mi fai troppo male ed io ignaro delle sue parole continuavo a fottere quel culo, lo pompavo con una violenza inaudita fino a quando non giunsi in un orgasmo bellissimo, dato anche dal fatto di quella sorpresa.
Gli inondai il culo di sborra e, continuai a stantuffare ancora per qualche secondo poi, tirai fuori il mio tizzo, presi la donna per le spalle la girai la feci inginocchiare e lei mi ripulì sapientemente la cappella.
Poi si rialzò un po’ acciaccata e mi sussurrò che gli sarebbe piaciuto prenderlo in fica. la invitai a sedersi, preparai un caffè e ci rilassammo, dopo circa un’ora “cominciava ad albeggiare” lei disse….. allora hai ripreso un po’ le forze?
Ed io si certo e tu? e lei sono pronta.
Mi alzai andai verso di lei ancora seduta scappellai il mio cazzone e lo ficcai in quella bocca, lei cominciò a succhiare e poi ancora a leccare, devo dire che era fantastica praticamente una professionista.
Quando il cazzo fu in tiro la feci alzare e l’accompagnai verso il tavolo, la feci sedere sul tavolo, gli feci appoggiare la schiena, il culo a bordo tavolo e i talloni allineati al culo.
Ormai la stanza era invasa dalla luce e potevo notare “vista la posizione in cui l’avevo messa” una fregna ben larga e bagnata circondata da un foltissimo pelo castano, vieni mi disse ma questa volta fai piano potresti sfondarmi.
Presi il cazzo ormai rovente dalla voglia lo scappellai e appoggiai la cappella sul clitoride facendole un bel massaggio, lei mugulava come una troia, ad un tratto sempre col cazzo scappellato puntai il cappellone rosso fuoco sul suo buco e spinsi dentro con un sol colpo poco più della metà lei emise un mugolio lunghissimo, poi, lo tirai completamente fuori e ripetei l’operazione altre due o tre volte, lei era praticamente impazzita, ad un certo punto disse……. ora stantuffami a mestiere.
Iniziai un su e giù e mentre trombavo mi piaceva vedere il mio cazzone che entrava e usciva da quella fica che sembrava essere senza fine.
E pensare che pochissime donne mi avevano fatto scopare.
Continuavo a stantuffare quando mi andarono gli occhi alla finestra e vidi che Giulio stava li seminascosto e guardava, la mia libidine a quel punto andò a mille e cominciai a stantuffare a più non posso mentre lei ripeteva…. attento stai attento fai piano, a quel punto non ne potei più e dopo qualche istanti urlai godoooooooooooooooo, le riemtii la fica di sborra bollente e continuai a sguazzare dentro ancora un po’, poi giratomi verso la finestra vidi Giulio gli feci l’occhietto e con la mano gli feci cenno che più tardi l’avrei fatto bere, lui sorrise e
andò via.
Nel frattempo la donna si alzò dicendomi ……. sei un fenomeno nella mia vecchia vita da mignotta non avevo mai visto un randello simile, ora vado però mi piacerebbe prenderlo ancora nel culo e mi strappò la promessa che non l’avrei sfondata come la prima volta.
Non vi nascondo che passai tutti i miei giorni di ferie in villa dando da bere agli assetati e da mangiare agli affamati ….. di cazzo chiaramente. FINE
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