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Il bagno…

Non sono un romantico d’altri tempi né uno con la puzza sotto il naso ma l’ultimo posto dove mi sarei immaginato di conoscere una persona speciale è
un settore dedicato agli assi dei gabinetti e agli arnesi da bagno di un grande centro commerciale.
Stavo cercando proprio un asse per il mio water. L’ha rotto Salvatore, un camionista parecchio in carne…ma questa è un’altra storia. Insomma erano due settimane che dicevo devo comprarlo devo comprarlo e alla fine mi sono deciso. Ero lì con in mano un asse color crema del quale controllavo le dimensioni e pensavo ai fatti miei quando ho visto con la coda dell’occhio un uomo vestito in modo elegante, sui 35 anni forse o più giovane, che guardava dalla mia parte. Ho fatto finta di nulla e ho posato il copriwater incelofanato. è stato lui a rivolgermi per primo la parola “Temo che per te non ci sia niente di adatto qui” L’ho guardato meglio negli occhi e non capivo cosa volesse dire “E lei come lo sa? ” Sorridendo e togliendosi gli occhiali da sole che gli davano ‘più carisma e sintomatico misterò anche nel chiuso di un supermarket, mi ha detto “Questa roba non è fatta per te ed il tuo sedere…” “Che ne sa lei di cosa si adatta al mio sedere? ” e dovevo ancora concludere la frase con la voce un po’ stizzita che l’uomo di fronte a me aveva alzato le sopracciglia e fatto un sorriso ancora più malizioso. Mi calmai e dato che lui non diceva nulla stavo per voltarmi e andarmene quando mi ha detto “L’asse del water deve non deve essere duro e di un materiale industriale di second’ordine, altrimenti rovina il sedere e con delle natiche come le tue sarebbe un vero peccato, mmm? ” Lì per lì rimasi interdetto e mi guardai istintivamente in giro per vedere se qualcun altro stesse ascoltando. Per fortuna i pochi presenti non erano vicini e sembravano immersi nella lettura di etichette ed istruzioni per l’uso.
Riprendendomi un po’ ho fatto un sorriso di cortesia e l’ho salutato velocemente “La ringrazio ma non ho voglia di cercare ancora e ne prenderò uno a caso” e voltandomi ne ho scelto uno bianco dal prezzo basso e sono andato a pagare alla cassa. Ero rimasto un po’ indispettito dal modo di fare di
quell’estraneo ma non avevo potuto rimanere indifferente ai suoi sguardi carezzevoli ed alla sua voce calma e profonda. “Scusami se ti ho dato fastidio
ma non volevo disturbarti” mi sono sentito dire da dietro mentre mettevo l’acquisto incauto nel portabagagli della mia Ka nel parcheggio sul retro. Mi sono voltato e lui era a poca distanza da me. I capelli biondicci corti, gli occhi chiari e la pelle del volto leggermente abbronzata e liscia brillavano quasi al sole. Aveva gli occhiali ancora in mano ed il Corriere sotto braccio. Mi guardava dritto negli occhi aspettando una mia reazione.
“No, scusa, … scusi ma ero un po’ incasinato con quelle dimensioni TAZZA MEDIA, TAZZA LARGA…” “Io mio chiamo Alberto e dammi del tu perché mi fai sentire vecchio” mi allungò la mano per presentarsi e io la strinsi un po’ incerto perché mi sentivo le mani un po’ bagnate… e lui mi ha detto “Non devi emozionarti se ti ho detto che hai un bel sedere… forse sono stato un po’ invadente ma…” “No” lo interruppi ma poi non sapevo che dire. Guardavo un po’ a terra e poi Alberto ha rotto di nuovo il silenzio “Cercavo solo un pretesto per sentire la tua voce…” mi sussurrò quasi e sollevò la mano a sfiorare la mia guancia vicino all’orecchio. Lo fece inaspettatamente, con dolcezza e continuando a fissarmi negli occhi. Io ho socchiuso i miei e ho preso respiro, rimanendo senza fiato. Quando li ho riaperti l’ho trovato a mezzo centimetro da me che già mi baciava in quel parcheggio. Non c’era nessun altro ma anche se ci fosse stato non avrei potuto sottrarmi a quell’abbraccio delicato ma insuperabile.
Non capivo più nulla e non mi ricordo neppure come ho chiuso il portellone , come sono salito sulla sua Honda. Non credo che fra noi due ci fosse stata una parola da quel bacio. In macchina il cuore mi batteva forte e quasi quasi tremavo come mi succede quando ho paura delle cose nuove. Alberto guidava con sicurezza e sembrava sorvolare l’asfalto e lasciare che la strada sotto di noi corresse da sola. Guardavo la sua mano sul cambio, le sue dita grandi e ricoperte da qualche pelo biondo. Aveva mani possenti ma non da lavoratore. Forse accorgendosi dei miei sguardi ha allungato la sua mano per prendere la mia sulla coscia e mentre già tenevo il respiro se l’è portata pian piano alla faccia appoggiandosela lentamente alle labbra. Mi sorrideva e io tremavo ancora di più, cercando di trattenermi.
Dopo poco siamo arrivati davanti al cancello di casa sua, una villetta con giardino poco fuori dal centro e mi ha detto prima di entrare “Preferisci andare a bere qualcosa da qualche parte? ” Come avesse intuito i miei pensieri, però ho vinto la mia timidezza e ho scosso la testa in segno negativo.
Parcheggiata l’auto siamo entrati da un portone dietro il quale lo aspettava un cane che ci ha fatto un sacco di feste “Questo è Magnum, è lui il padrone di casa e attento a quello che fai… vado a prendere qualcosa da bere e se vuoi accomodati nella veranda” “Grazie” Mi sono sistemato in una poltroncina nel giardinetto ed ero un po’ più tranquillo. La casa era bellissima, grande, con un giardino ricco di piante e con anfore grandissime.
Alberto è tornato con un vassoio e senza giacca né cravatta. “Ho portato della sangria, non so se ti piace…” “Molto” Abbiamo un po’ parlato e se da un
lato avrei voluto sentirlo più vicino avrei voluto conoscerlo meglio, ascoltarlo parlare del suo lavoro, della sua famiglia…Era molto interessante e non era certo una persona stupida ma la conversazione fu interrotta da Magnum che mi è saltato sopra facendomi versare il bicchiere sui vestiti. “Ti giuro che non gliel’ho insegnato io ma se ti vuoi togliere la maglietta o metterti più comodo ti do qualcosa di mio” Era così gentile e lo guardai sorridendo… “Togliti tu la camicia…” e mi avvicinai alla sua sedia cominciando a sbottonargli la camicia azzurrina…Lui sembrò gradire e si è sbottonato i polsi. Il suo petto un po’ peloso è emerso dal tessuto quasi come un esplosione rosata e ho voluto subito baciarlo sui pettorali per sentire il suo profumo. Sapeva di buono, di uomo inebriante.
Mi ha preso per una mano e mi ha trascinato con gentilezza all’interno della casa. Vedevo solo lui ma abbiamo percorso il salone, l’entrata e siamo saliti per le scale a chiocciola verso la sua stanza da letto, lasciandoci dietro le scarpe, la camicia e la maglietta. Prima di entrare nella stanza mi ha abbracciato forte ed ho sentito il suo petto nudo contro il mio. I suoi peli ruvidi contro il mio petto glabro. Ho provato un forte desiderio di sentirlo di più. Ho respirato profondamente e lui mi ha accarezzato la schiena. Ero percorso da brividi sulla superficie del corpo e avevo vampate di caldo e desiderio da dentro. Mi ha baciato il collo mentre eravamo ancora sullo stipite della porta e io gli sono scivolato via entrando e buttandomi supino sul letto matrimoniale. Lui mi ha seguito con passo lento e mi è venuto sopra… si è messo a cavalcioni sul mio corpo. Le nostre virilità si sfioravano e già le sentivo fremere…Mentre mi guardava negli occhi mi ha sbottonato i jeans e me li ha sfilati lasciandomi in boxer dai quali si mostrava un’erezione già notevole. Guardandola senza toccarla fece una smorfia “mmmm…” con occhi maliziosi come per dire ‘che bocconcino…’. Poi è alzato e si è tolto prima i pantaloni blu e gli slip che ha fatto volare in un angolo del letto. Rimasto nudo ed in erezione di fronte a me per un po’ ho avuto il tempo di ammirarlo per bene. Un fisico non palestrato ma veramente ben fatto. Aveva arti lunghi e ricoperti da peli biondi. Le spalle larghe, il ventre senza pancetta e un cazzo la cui vista non mi colpì particolarmente ma grazie al quale avrei passato momenti di fuoco.
Dolcemente mi ha abbracciato e baciato intensamente così che potevo sentire l’odore buono del suo dopobarba, la pelle del viso liscia ed invitante. Mi ha sfiorato con le labbra calde e umide il collo e questa volta non ho potuto sottrarmi quando scese verso i capezzoli mordicchiando prima l’uno e poi l’altro. Ha fatto scorrere la lingua verso il centro del petto e poi giù verso l’ombelico. Intanto con le mani mi sfilava i boxer e fuoriuscito da questi il mio uccello fu subito nelle sue mani possenti. “Ahhhmmm” non riuscii a trattenere dei lamenti mentre mi massaggiava per tutta la lunghezza dell’asta… “Sei bellissimo” mi disse. Ho sorriso senza rispondere. L’ho invitato a risalire e mi ha abbracciato di nuovo ma con maggiore intensità lasciando che i nostri membri si avvicinassero, strusciassero e si conoscessero. Non avrei mai voluto lasciarlo, era bellissima quella sensazione di sentire un cazzo robusto anche se non lunghissimo a contatto con il mio più lungo ma più stretto. “Mi piacerebbe che lo prendessi in bocca” mi sussurrò gentilmente e quasi con timidezza. Io non aspettavo altro che riempirmi la bocca di quel cazzo così duro, sembrava un muscolo allenatissimo. Sono sceso con la testa aggrappandomi alle sue chiappe sode e l’ho avuto subito a contatto con la lingua, il palato, lo succhiavo come un frutto strizzandogli le natiche e lui spingeva in avanti quasi a soffocarmi…Sentivo le sue vene ed i nervi alla base del cazzo. Sentivo la cappella calda e tesissima. Poi si è staccato dalla morsa e quasi lasciandomi interdetto mi è passato sopra. Io ero a pancia sotto e sentii le sue mani massaggiarmi la schiena e poi il suo uccello ancora bagnato della mia saliva che stava posato sulle mie natiche contratte e dure… “Siiii, vieni…” gli dissi per invitarlo a mettermelo dentro. Lui invece cominciò a baciarmi tra le chiappe e a infilarmi la lingua in culo. Credevo di venire dal piacere e dovetti trattenermi a stento.
Stringevo un cuscino e con una mano ho afferrato i suoi slip e li ho annusati riconoscendo il sapore del cazzo che fino a poco prima tenevo stretto tra le mie labbra… gli accarezzavo le cosce…lui mi si è sdraiato completamente sopra e ho sentito ancora una volta il suo cazzo massiccio sulle natiche ed il suo peso sulla schiena. Questa volta ho tirato il bacino indietro e il suo cazzo si è sistemato tra le natiche indurite. Lui in quella posizione ha allungato la mano e dal comodino ha preso un profilattico che ha scartato velocemente. Dopo avermi dato un bacio sul collo si è scostato per un secondo da me per tornare subito dopo a penetrarmi con tutta la sua forza. Avevo le gambe divaricatissime e lui con le mani possenti mi teneva per il bacino seguendo un ritmo continuo e sempre in accelerazione. Il letto ballava tutto e io ero senza fiato ad ogni colpo che sentivo dentro emettevo un gemito di piacere.
Adesso che lo avevo dentro sentivo tutta la forza e la durezza del suo arnese. Istintivamente ho preso a mastrurbarmi per il piacere ma i movimenti della mia mano sono stati interrotti dalla sua con la quale me lo ha preso e con indice medio e pollice ha cominciato a stimolarmi in modo paradisiaco.
Ho goduto quasi all’istante mentre lui continuava a cavalcarmi senza fermare la sua corsa. Quando ho sentito che le sue spinte si facevano più lente e profonde ho stretto le natiche è lui è venuto.
Ero distrutto e completamente sudato, per questo rimasi a pancia sotto senza muovermi. Lui mi rimase sopra solo per poco e dopo che si tolse il preservativo mi è scivolato accanto e mi ha accarezzato. Gli ho dato un bacio da togliergli il respiro e lui mi ha detto che mi voleva ancora. “Con calma, mi devo ancora riprendere…” “Ti desidero troppo, sei magnifico…” “Anche tu non sei male…” E mi sono accovacciato sul suo petto accarezzandogli i capezzoli, le braccia e sotto l’ombelico dove gli faceva il solletico. Ci siamo addormentati tutti e due e solo alla sera tardi lui ha potuto avere il bis. E non è stata l’ultima delle sue cavalcate quel giorno… FINE

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