L’inverno precedente nel palazzo di Fausto c’erano state delle infiltrazioni di pioggia dal tetto e finalmente a metà giugno erano iniziati i lavori.
Un gruppo di cinque operai doveva fare delle riparazioni in soffitta e Fausto che abitava all’ultimo piano era molto infastidito dai rumori, ma era anche quello che era più disturbato dalla pioggia, perciò faceva buon viso.
Fausto aveva 20 anni e viveva da solo nel piccolo bilocale al 4° piano da quando aveva iniziato a frequentare l’università due anni prima. Era un ragazzo alto, biondo, di carnagione chiara con gli occhi verdi e un fisico asciutto, anche se non molto muscoloso, infatti non dedicava molto tempo allo sport e alla palestra anche se invidiava i ragazzi più atletici.
Complessivamente era un gran bel ragazzo e prima le sue compagne di scuola, e poi le sue colleghe di università, se ne erano accorte cercando di affascinarlo, ma lui era rimasto sempre insensibile. Diceva che era troppo preso dagli studi in cui eccelleva, per distrarsi con le donne e che si sarebbe rifatto una volta laureato.
Fausto sapeva che in realtà le cose erano molto diverse e che non gli interessavano le donne punto e basta.
Proprio non voleva confessare a se stesso di essere omosessuale.
A dire il vero non pensava neanche ai ragazzi, anche se qualche volta il suo uccello aveva dato segni di vita alla vista di qualche culo o pacco ben fornito.
Fausto veniva da una famiglia molto religiosa e non si masturbava mai (tranne qualche esperimento con la propria sessualità fatto in adolescenza).
In poche parole aveva vent’anni ed era vergine sotto ogni punto di vista.
Le cose cambiarono in modo burrascoso proprio durante quei lavori al tetto.
Già all’arrivo degli operai per la prima volta aveva notato la loro prestanza fisica e bellezza. Era una cooperativa di giovani muratori di età compresa tra i 25 e i 30 anni, tutti dal fisico palestrato e in generale di bell’aspetto.
Quel primo incontro era avvenuto in ascensore, Fausto era già entrato nella piccola cabina, quando arrivò uno dei muratori che gli chiese gentilmente di bloccare le porte perché dovevano salire anche loro. Già loro, perché il ragazzo di nome Valerio, il più giovane del gruppo era accompagnato dai suoi quattro colleghi.
Salirono tutti e l’ascensore era pieno a tal punto che gli occupanti erano a contatto l’un l’altro. In particolare dietro a Fausto c’era un operaio sulla trentina dai capelli mori e folti, piuttosto alto e muscoloso, che indossava solo una maglietta e dei pantaloncini corti. In realtà quella era per così dire la divisa del gruppo, visto che avrebbero dovuto lavorare in estate in un afoso sottotetto. Fausto sentiva un oggetto che gli premeva da dietro contro il culo, ma non capiva se si trattasse di un metro, di un martello o di qualche altro arnese da lavoro, ma quando il gruppo uscì al suo stesso piano, si accorse che il tizio dietro di lui non aveva nessun oggetto in tasca ma bensì un vistoso cazzo in erezione che sembrava voler sfuggire alla stoffa degli shorts.
Fausto allontanò subito imbarazzato lo sguardo, ma il proprietario del grosso ‘arnesè capì che era stato visto e uscito dall’ascensore, salì le scale che portavano al sottotetto senza dire una parola, visibilmente imbarazzato.
Neanche gli altri del gruppo fecero commenti, salutarono e se ne andarono.
Fausto restò da solo sul pianerottolo, arrossendo , non per l’erezione del muratore ma bensì per la sua!
Infatti il suo uccello era diventato duro come il marmo e premeva sulla patta dei suoi jeans.
Entrò in casa in fretta e furia temendo di essere visto, si tolse i pantaloni e la maglietta e si guardò allo specchio del bagno: i suoi slip azzurri non erano riusciti a contenere la sua grossa erezione e la cappella del cazzo usciva vistosamente dalle mutande.
Infatti anche se era ancora nuovo di zecca il cazzo di Fausto era decisamente grosso; ben 20 cm e le palle morbide e lunghe erano all’altezza.
Per la prima volta dopo anni decise di farsi una sega dal momento che l’erezione non accennava a diminuire. Si tolse gli slip e prese in mano l’uccello, il contatto con la mano gli diede una sensazione che non ricordava di aver mai provato prima. Iniziò a far salire e scendere la mano attorno al grosso cazzo, soffermandosi qualche istante di più sulla cappella lucida e calda. Dopo poco tempo fu invaso da un crescente senso di piacere e venne,
eruttando una quantità enorme di sborra e imbrattando lo specchio del bagno. Del resto non veniva da almeno sei anni!
Ripulì tutto con molta cura, si fece una doccia interminabile e quando finalmente credeva che tutto fosse finito, senti dei pesanti passe scendere le scale e quasi automaticamente accostò l’occhio allo spioncino appena in tempo per veder passare il pacco grosso e invitante che stava all’ inguine di uno degli operai. Nonostante l’uccello del muratore fosse moscio, la vista di quel grosso pezzo di carne fece trasalire Fausto che pensò: Se ha un cazzo così a riposo, figuriamoci come deve essere quando è arrapato! Poi abbassò lo sguardo sul proprio pacco e vide che era di nuovo gonfio e pulsante. Per Fausto si aprivano degli orizzonti nuovi, dai quali era sempre stato spaventato e che aveva sempre cercato di ignorare, ma ormai tutto era chiaro e non poteva più negarlo: Lui era gay.
Passarono i giorni e i lavori continuavano. Fausto con varie scuse saliva e scendeva con l’ascensore quando c’era uno o più muratori dentro. In particolare cercava di restare solo con Luca, dal momento che era il suo preferito. Era un ragazzo di statura media, sui 25 anni, moro, con il pizzetto e una carnagione scura come i suoi occhi. Aveva un fisico perfetto, un culo da far paura e un pacco di dimensioni esagerate, una di quelle ‘rotondità’ che non si possono ignorare, anche gli altri uomini facevano cadere furtivamente lo sguardo sul suo pube, la maggiorparte dei quali con una certa invidia. E tutte le volte che Fausto rimaneva chiuso nell’ascensore con i prorompenti attributi di Luca a pochi centimetri da lui sentiva un impulso ad allungare la mano e dare una bella palpata, ma non aveva mai osato farlo.
Dopo innumerevoli ‘viaggì in ascensore, Luca e Fausto avevano iniziato a simpatizzare, a bere qualcosa al bar, a parlare di sport e ragazze, insomma le solite cose che si fanno tra ‘uomini verì. In particolare una volta, mentre stavano parlando di una delle ex di Luca, durante la pausa pranzo, davanti a una tazza di caffè, Fausto fece in modo di far cadere il discorso, apparentemente per caso, sull’evidente virilità di Luca, dicendo che era convinto che per lui non fosse difficile rimorchiare vista la grandezza dei suoi attributi. A quel punto Luca iniziò a parlare dell’argomento con grande disinvoltura, come se stesse chiacchierando con un vecchio amico e gli disse che effettivamente le donne erano molto attratte dal suo pacco che era molto vistoso, soprattutto se indossava i jeans, che si sa accentuano le forme di cazzo e palle, ma che quando lui si eccitava, il suo cazzo cresceva tanto da spaventare molte ragazze, infatti in piena erezione era ben 32 cm e molto grosso. Gli disse che erano ben poche le donne che erano disposte a farsi sfondare da lui e che poi di rapporti anali non se ne parlava proprio. Quindi a conti fatti per lui avere un cazzo extra large era più uno svantaggio che altro.
Luca raccontò anche che quando andava a scuola, si sentiva diverso dagli altri, perché lui a riposo aveva l’uccello molto più lungo dei suoi amici arrapati.
Questo lo aveva in un certo modo isolato, perché gli altri ragazzi si sentivano inferiori a lui e perciò lo escludevano dai loro ‘giochì alla scoperta della sessualità.
Quando facevano ginnastica per esempio la sua tuta era sempre rigonfia in modo vistoso e aveva dovuto spogliarsi di fronte a diversi compagni che avevano insinuato che si mettesse una imbottitura nelle mutande.
La prima volta che aveva fatto sesso aveva 16 anni e solo una prostituta ben allenata, non si era fatta spaventare dalla sua mazza. Ma andare sempre con le puttane non era il massimo, ma si era dovuto abituare perché le ragazze, figuriamoci poi se vergini, se la filavano quando si toglieva gli slip.
Dopo questo lungo e sincero sfogo, Luca tolse il disturbo, perché i suoi colleghi lo stavano aspettando, ma Fausto non lo accompagnò alla porta, dicendo che ormai sapeva la strada. In realtà non si poteva alzare perché il cuscino che teneva sulle ginocchia, nascondeva una erezione che era iniziata non appena Luca aveva cominciato a lamentarsi del suo cazzo gigante. Per l’ennesima volta Luca si chiuse in bagno e si fece una pippa, questa volta però se la sarebbe ricordata, perché fu una delle più piacevoli della sua vita.
Erano passate due settimane da quel giorno e Luca, Valerio e gli altri muratori non erano più venuti, perché erano andati in ferie.
Il giorno del rientro, Fausto fu molto felice di rivedere i suoi ‘boys’ e fu colpito in particolare dall’umore ottimo un po’ di tutti e in particolare di Luca, che era davvero raggiante. Fausto pensò che fossero state le ferie a tirarlo su e gli chiese dove fosse andato, lui gli rispose che erano andati tutti assieme in Spagna e che avevano fatto delle esperienza nuove e molto eccitanti… Fausto avrebbe voluto saperne di più ma non gli dissero altro.
Ormai era Ferragosto e il condominio di Fausto era letteralmente vuoto, perché molti erano andati in vacanza e gli altri al concerto di un famoso cantante.
Perciò quando Fausto sentì delle voci e rumori dentro al palazzo fu molto sorpreso, pensò che qualcuno fosse rientrato, ma le luci delle scale erano spente, l’ascensore fermo al piano terra e nessuno in vista. Pensò di aver sentito male ma quando la cosa si ripeté ebbe paura dei ladri, che colpiscono
spesso a Ferragosto, perciò uscì, prese una torcia elettrica e salì in direzione dei rumori che provenivano dal sottotetto.
Spense la torcia e senza fare rumore diede un’occhiata. Ciò che vide lo fece trasalire, alla luce di un paio di candele si stava consumando un’orgia incredibile. Tre dei cinque muratori: Luca, Valerio e quello dall’erezione in ascensore che si chiamava Mauro, si stavano inculando e spompinando l’un l’altro con una tale forza che sembrava fossero degli animali assetati di sborra.
Luca stava fottendo Mauro che aveva un culo talmente sfondato da anni di sesso omo, da riuscire a contenere comodamente i 32 cm della mazza di Luca, che finalmente aveva trovato qualcuno in grado di soddisfare il suo grande sogno erotico: fare in culo. A sua volta Mauro Stava spompinando il giovane cazzo di Valerio che si lasciava scappare dei gemiti di piacere e a sua volta ricambiava il favore, masturbando il tozzo cazzo di Mauro.
L’emozione era tale che Fausto fece un rumore e si accorsero di lui. Quel toro di Mauro, si sfilò Luca e Valerio da culo e bocca e corse ancora col cazzo semiduro verso Fausto che scappava giù per le scale, gli arrivo dietro, con un braccio gli cinse il collo e con l’altra strinse le palle di Fausto in una morsa terribile, che cadde a terra stravolto dal dolore. Mauro lo trascinò dagli altri e lo minacciò di castralo se lui avesse detto a qualcuno ciò che aveva visto.
A questo punto intervenne Luca e rimproverò Mauro: Se mi avessi lasciato parlare ti avrei detto che non era la violenza il modo giusto per convincere Fausto. Poi si avvicinò a Fausto impaurito, gli sbottonò i jeans, gli infilò le mani nelle mutande e tirò fuori i genitali di Fausto, che temeva che gli avrebbero strappato le palle.
Invece Luca prese in mano il suo enorme cazzo, lo massaggiò per alcuni istanti fino a quando non tornò duro e gigantesco, scappello il cazzo di Fausto e fece strusciare la sua cappella grande come una mela, contro quella di Fausto e nonostante la paura il cazzo del ragazzo iniziò a gonfiarsi e divenne duro.
Tutti nella stanza si rilassarono, Mauro si scusò con Fausto e gli disse che non sapeva che anche lui fosse ‘uno di lorò. Fausto si guardò bene dal dire che prima del loro arrivo nel palazzo credeva di essere etero e che non era mai stato con un uomo.
Allora Luca gli rivelò che durante le vacanze in Spagna aveva scoperto che Valerio e Mauro erano amanti e si era unito a loro nel vero senso della parola e che quella volta che Fausto aveva visto Mauro in ascensore con il cazzo duro era perché quello stronzo di Valerio gli aveva fatto uno scherzo e gli aveva accarezzato il pacco, sapendo che l’altro non avrebbe resistito, del resto gli altri due muratori sapevano tutto e se ne fregavano. Gli disse anche che quel giorno in casa sua si era accorto che aveva il cazzo duro sotto il cuscino e aveva capito tutto.
Dopo quella pausa i tre ripresero dove avevano sospeso, con la sola variante che questa volta c’erano un cazzo, una bocca e un culo in più con cui ‘giocarè.
Fausto provò quella notte tutti insieme i piaceri del sesso, dal momento che fece e ricevette pompini, seghe e inculate. Naturalmente Luca non glielo mise in culo per quella volta, doveva aspettare che il buchetto vergine di Fausto fosse abbastanza allenato per prendere dentro il suo uccello gigante.
Dopo quella sera la vita di Fausto cambiò radicalmente, infatti lasciò l’università e andò a lavorare come sesto muratore di quella cooperativa. FINE