Agosto in città era una pacchia e io non avevo niente di meglio da fare che andare in palestra.
Laura, la mia ragazza, era appena partita per lavoro, e Milano senza di lei mi sembrava un cimitero.
Già, Laura, che ricordi, che donna meravigliosa lei si che sapeva come fare godere un uomo, come farlo urlare di godere durante un amplesso, mi mancava molto, come mi mancava la sua calda figa sempre bagnata; avrei voluto esplorarla con la mia lingua, frullarla con il mio cazzo, che al sol pensiero di sbattermi quella bestia da sesso, era diventato un pezzo di marmo.
Già avrei voluto farla urlare dalla goduria, si, vivere insieme un orgasmo dopo l’altro, scopare finchè avevamo fiato, come due dannati, avrei voluto prenderla con quel fare da animale che eccita tanto le donne… ma ero solo, così quel pomeriggio decisi di andare in palestra a fare un po’ di ginnastica.
Ormai erano passate due ore, ed io ero un bagno di sudore, decisi di tornare a casa, anche perchè dopo 45 minuti la palestra avrebbe chiuso, così mi avviai verso lo spogliatoio.
Una volta arrivato là mi tolsi la maglietta, i pantaloncini, feci scivolare gli slip e mi infilai nella doccia.
Ad un certo punto sentii un rumore, notai che la porta dello spogliatoio si era aperta, ed era entrato un ragazzo, di bell’aspetto: 180 cm circa, snello, abbastanza muscoloso, occhi chiari, capelli castano sul chiaro, labbra carnose, e un culo così sodo da far paura, veramente bello.
Non ero solo come pensavo in palestra.
Anche lui si denudò e si infilò nella doccia accanto la mia.
Notai che ogni tanto mi fissava con lo sguardo perduto, i nostri occhi si incrociavano qualche volta; non so che mi sia preso, ma a guardare quel bellissimo maschio mi vennero delle strane voglie; il mio cazzo sembrava indurirsi, le pulsazioni del cuore aumentavano, mi stavo eccitando come non mai.
è bastato uno sguardo, languido, un po’ selvaggio, voglioso, e io mi sono avvicinato a lui ad un cm di distanza, i nostri cazzi bagnati si sono sfiorati, ed il nostro respiro si faceva sempre più forte, più caldo, continuavo a fissarlo.
Eravamo lì nudi, bagnati, neanche ci conoscevamo, eravamo due uomini eccitati, improvvisamente mi lasciai andare e lo baciai, ci baciammo appassionatamente, lo sbattei contro il muro, i nostri cazzi erano l’uno contro l’altro e si facevano sempre più grossi, più caldi, più bagnati, mentre l’acqua delle doccie continuava a scendere.
Mi prese il cazzo in mano, ma continuammo lo stesso a baciarci; gli cacciai la lingua in bocca, poi, poi basta la tolsi, stetti lì 5 minuti a farmi masturbare da quel bellissimo cazzone eccitato, ansimavo, e lui era bravissimo.
Ad un certo punto lo presi, lo sbattei contro il muro con il volto, mi abbassai e comincia a leccargli la schiena, fino ad arrivare al culo, lo morsi, dio se era eccitante!
Ad un certo punto si girò di scatto e me lo mise in bocca, caldo, bagnato, maschio, vorrei averlo in bocca ancora adesso quel pezzo di carne.
Lo sponpinavo velocemente, mentre muovevo la lingua orizzontalmente sulla cappella, lo sentivo tutto, mentre con le mani sulla mia testa mi passava le dita tra i capelli bagnati.
Mi rialzai, e riprendemmo a baciarci, all’improvviso sentimmo un rumore, allora lui uscì dalla doccia e si avvicinò agli armadietti degli spogliatoi per controllare: non c’era nessuno, allora chiuse la porta con la chiave.
Avevo voglio di possederlo, e non resistevo più allora gli arrivai dal dietro, improvvisamente lo presi e lo sbattei sull’armadietto, piegato.
Gli leccavo le orecchie, mentre con le ginocchia gli aprivo le gambe.
Gli facevo sentire il mio cazzo voglioso nel culo, caldo, e lui gemeva, perchè poteva immaginare quello che stavo per fare.
Lo appoggiai al buco, poi.. mi fermai 10 secondi, finchè gemette, allora con un colpo improvviso, feroce, animalesco gli e lo caccia nel culo, con tutta la forza che avevo, non ricordo nulla di più eccitante; lui gemeva, gemeva, era un misto di dolore e goduria.
Iniziai a stantuffare, sentivo le mie palle contro le sue, gemere, sempre più forte ansimavo, urlai quasi, ansimavamo
Insieme, e lui sentiva il mio respiro sul suo collo.
Nudi, caldi, bagnati, sudavamo come due porci, ansimavamo, e godevamo come mai avevamo fatto, mentre lo fottevo ho toccato il cielo con un dito, anzi con il cazzo.
Durò circa mezz’ora, poi venni, restai un po’ dentro di lui, finimmo di lavarci, e poi la sera stessa, venne a casa mia….
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Scritto bene. Molto intenso ma… con qualche errore grammaticale. Da correggere