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Benvenuto Daniele (bisex)

Capitolo 1
“Hai visto quel nuovo ragazzo?” mi ha domandato Stefano quando siamo entrati nel cortile della scuola.
Era il lunedì mattina subito dopo le vacanze di Pasqua e c’era un ragazzo che non conoscevo che si stava dirigendo verso la scuola. Era alto, forse più di un metro e ottanta, e ben fatto, portava una stretta T-shirt nera, jeans e sandali, a piedi nudi. I capelli erano biondo sporco, non sporchi ma, sapete, non proprio biondi, erano divisi a metà da una scriminatura, di lunghezza normale sino alle orecchie e più corti sulla nuca. Era tinto? Da quella distanza non potevo giudicarlo, probabilmente era naturale, ho pensato, perché il colore non era uniforme.
Sorrideva a qualche cosa che Cinzia gli stava dicendo. Cinzia, a proposito, era la “puledra” della scuola, quasi tutti nella nostra classe, l’ultima del liceo, l’aveva cavalcata, anche i secchioni; Cinzia diceva che erano interessanti perché conoscevano tutti i trucchi per riuscire a navigare sui siti porno in Internet. Aveva un sistema di catalogazione dei ragazzi ed era rapidissima ad assumere notizie se scopriva qualcuno degno di un 10 o 10+. Stefano ed io eravamo ambedue catalogati come 9, che era abbastanza buono. Io penso di non avere mai trovato un vero 10 o 10+, ma non avevamo maneggiato tanti cazzi quanto lei.
“Sì, lo vedo” ho detto. “Chi è?”
“Non so, ma scommetto che riuscirò a succhiargli il cazzo prima di te.”
Era tipico di Stefano, tutto era una gara, da quando eravamo diventati amici di seghe tre anni prima, tutto era una gara. Vediamo chi sborra più velocemente, vediamo chi resiste di più, vediamo chi spara la sborra più in alto, vediamo chi sborra di più… È chiaro il quadro? E proseguendo chi aveva il cazzo più lungo (io) e che aveva il cazzo più grosso (lui) e aveva le palle più grandi (pari abbiamo deciso, troppo difficile misurarle.)
“Pensi che ce lo permetterà?” Ho domandato.
Voglio dire che dopo tutto lo vedevamo quel giorno per la prima volta, chi poteva sapere quali erano le sue preferenze sessuali? Ma questo non era un problema: Stefano ed io avevamo molto partner sessuali, ovviamente le checche erano le conquiste più facili, praticamente ci imploravano. Se volevamo una sveltina nei gabinetti della scuola, erano ben contenti di assecondarci. E poi c’erano i membri della squadra di calcio che giuravano su tutto di essere eterosessuali ma che diventavano affamati quando li masturbavamo o li succhiavamo e gli fottevamo i culi.
La squadra di nuoto aveva i corpi migliori, ma erano i ragazzi della squadra di pallacanestro quelli che avevano cazzi più lunghi. Era facile convincerli, avevano bisogno di rilassarsi dopo una partita ed i muri delle docce della scuola erano sempre schizzati di sperma. Più difficile era conquistare i ragazzi intelligenti, i secchioni del computer, avevamo dovuto parlare di tecnologia per una settimana prima di poter portare la conversazione sui nostri siti porno favoriti, ma una volta assicuratici, per il loro arrossire e per gli inguini che si gonfiavano, che anche loro li guardavano e si sparavano seghe da soli, potevamo entrare nei loro pantaloni e dare un amichevole sollievo manuale. Cazzo, un giorno abbiamo organizzato un circolo masturbatorio nel laboratorio d’informatica dopo la scuola! Una volta iniziati al sesso, non lo mollavano più!
Ma non ci limitavamo al sesso uomo – uomo. Mi sento imbarazzato a dirlo, ma Stefano ed io eravamo ben considerati dall’altro sesso; ok potete sogghignare, ma lo eravamo. Ero alto più di un metro ed ottanta, neanche un grammo di grasso di troppo e frequentavo la palestra per cominciare a sviluppare i muscoli della parte superiori del corpo. Il mio viso era pulito, senza acne o roba del genere, e mi abbronzavo facilmente anche d’inverno. Stefano era attraente, più piccolo di me, vestito aveva un bell’aspetto, ma ancora migliore senza, potrei aggiungere; aveva bei capelli scuri come i peli che aveva sul corpo; spesso portava camicie aperte per far vedere quanto era peloso. Comunque la prova di quanto dico era che eravamo molto popolari tra le ragazze.
Cinzia ci aveva dato una valutazione piuttosto alta nella sua agenda, io avevo un nove per la lunghezza del mio cazzo, e Stefano un nove anche a causa di quello che riusciva a fare col suo, la sua capacità di resistenza era fenomenale! Così ci faceva pubblicità, aveva detto a tutte le ragazze come ci aveva classificato e tutto quello che dovevamo fare era domandare ad una di loro di aiutarci a fare un compito di scuola ed eravamo nelle loro camere da letto e nelle loro mutandine. La maggior parte volevano farci una sega o succhiarci i cazzi, ma qualcuna voleva i nostri cazzi nella sua fica ed eravamo troppo contenti di accontentarle. Ad ogni modo eravamo popolari e non c’era fine settimana in cui non facessimo sesso con qualcuno.
“Parte la sfida” ha detto Stefano. “È giovane e ciò significa che è facile ad eccitarsi, proprio come noi. Cinquantamila? Scommetto che avrò il suo cazzo in bocca prima di te. Cosa ne dici?”
Stavo guardando il nuovo ragazzo da un po’ ed improvvisamente mi sono accorto che mi guardava; i nostri occhi si sono incontrati e lui ha sorriso. Aveva un pallido sorriso e non ha voltato gli occhi altrove come fa la maggior parte della gente quando si accorge di essere guardata. Ho deciso che lo volevo ed ero quasi sicuro di riuscirci. Cazzo, era un ragazzo come me, non è vero? Quindi facciamo sesso ogniqualvolta e dovunque possiamo.
“Vada per cinquantamila”.
“Andata! È come se avessi i soldi in banca” ha detto Stefano cominciando ad attraversare il prato all’inseguimento della nostra nuova conquista, io lo seguivo a pochi passi.
“Ciao Cinzia” ha gridato Stefano avvicinandosi. “C’è della carne nuova in gioco? Anch’io voglio partecipare.”
Cinzia ha riso ed il nuovo ragazzo ha guardato Stefano confuso. Non penso capisse cosa stava succedendo.
“Guarda questo tizio” ha detto Cinzia dando una stretta al braccio dello sconosciuto. “Potrebbe cercare di tirarti fuori dai pantaloni prima che lo faccia io!” E poi ha ridacchiato di nuovo stringendogli ancora il braccio.
“Cosa dici! Dopo tutto so di essere al top nel tuo libro, non è vero? Cosa sono? Un nove? Sono deluso di non aver ottenuto un dieci, sai, dopo quel pomeriggio allo stagno. Te lo ricordi? Ho soddisfatto più di una voglia quel giorno, non è vero? e ti è piaciuto!”
Cinzia ha riso e ha detto di ricordarselo, ma che dandogli un nove era stata più generosa di quanto potesse essere. “Dopo tutto la dimensione fa la differenza! Ma Daniele” ha continuato. “so che potrà essere un dieci, non è vero Daniele? Vieni da un’altra regione e devi conoscere trucchi diversi per dar piacere ad una ragazza, eh?”
Si è appoggiata al suo braccio e praticamente gli respirato nell’orecchio mentre gli parlava. Lui è arrossito un po’.
“Così, non ci presenti?” ha domandato Stefano.
“Sì, dunque, questo è Daniele, è nuovo di qui, ma questo lo sapete già, e questi sono Stefano e Franco” ha detto indicandoci. “Come ti ho detto, guardati da loro o avranno le tue palle per colazione!” E ha riso di nuovo.
“Non siamo così cattivi” ha detto Stefano “ma abbiamo questa reputazione ed è lo scopo della nostra vita giustificare la reputazione, giusto Franco?”
Io ho solo sorriso e non ho detto nulla. Ancora una volta gli occhi di Daniele si sono incontrati coi miei e non li ha distolti.
Daniele ha sorriso ed ha porto la mano, Stefano gliel’ha stretta e poi anch’io l’ho fatto. È stata una stretta di mano forte ed era stata una mia impressione o aveva trattenuto la mia un po’ più a lungo di quanto avesse fatto con Stefano?
“Ho visto che mi guardavi prima, quando stavi venendo a scuola,” ha detto Daniele. “e ho pensato che forse si trattava di qualcuno che mi conosceva.”
“Non fissavo te, più probabilmente fissavo attraverso te. Stefano aveva fatto una considerazione ed io ci stavo pensando; poi mi sono accorto di guardare nella tua direzione e che tu mi guardavi. Mi dispiace.”
“Nessun problema” ha detto Daniele. “Ero lusingato dal fatto.” Mi ha sorriso ancora, un sorriso che avrebbe fuso un iceberg. Mi si stava donando? E noi volevamo cercare di sedurlo!
Proprio allora la campana è suonata e ci siamo diretti verso la scuola.
“Quanti anni hai?” ha domandato Stefano.
“Diciannove, mi sono trasferito qui. Vengo dal nord, penso mi piacerà qui, da quando sono arrivato ho già ricevuto due proposte; dove stavo prima nessuno ha mai parlato molto di sesso. Al massimo in privato, mai in pubblico.”
“Oh, solo due volte?” ha scherzato Stefano. “Considera anche tre, quattro, e forse cinque volte, perché tu sei l’uomo numero uno sui nostri elenchi. Non è vero ragazzi?”
Niente di meglio dell’approccio diretto, eh? Stefano non andava mai per sottintesi, diceva le cose come stavano. Cinzia ha solo riso ed io non ho detto nulla.
“La mia prima lezione è di biologia. Puoi dirmi dov’è la classe?”
“È anche la mia prima lezione” ho detto. “Ti accompagno.”
Primo punto per me; questo fatto mi mette quasi al sicuro, ho pensato, e Stefano lo sa. Avrei avuto Daniele con me per la maggior parte della mattina e Stefano avrebbe dovuto darsi sa fare più tardi.
“Ci vediamo a pranzo,” ha detto Stefano mentre lui e Cinzia salivano i gradini.
Ho condotto Daniele attraverso il corridoio sotterraneo al laboratorio di biologia ed abbiamo trovato due sedili vicini addossati al muro. Potevamo parlare senza che il professore ci udisse.
“Il tuo amico diceva il vero?” ha domandato Daniele una volta che ci siamo seduti. “Ci stava tentando o scherzava?”
Ho pensato che Stefano non lo avrebbe negato così ho detto. “Davvero, sei la sua ultima conquista e deve farlo con te prima di chiunque altro o perde cinquantamila.”
“Santo diavolo!” ha detto Daniele un po’ sbalordito. “Con chi perderebbe i soldi?” Ha fatto una pausa e mi ha guardato di nuovo negli occhi. “Con te?”
“Sì.”
“Dividili con me e sono tuo” i suoi occhi erano fissi nei miei ed un largo sogghigno gli attraversava il viso.

Capitolo 2
Per il pranzo ci siamo incontrati con Stefano a mensa ed abbiamo concordato di andare a casa mia dopo la scuola. I miei genitori lavoravano ambedue e la mamma aveva iniziato quando ero andato al liceo; precedentemente lei lavorava da casa come redattrice di una rivista per donne, aveva accettato una promozione ed un ufficio ed io avevo la casa per me fino a dopo le 18 ogni giorno della settimana e la maggior parte del fine settimana.
Una volta, quando avevo forse otto o nove anni, aveva sottoposto alcune mie fotografie alla sua rivista ed ero stato scelto per essere un modello di bambini vestiti per il ritorno a scuola; come vedete già d’allora avevo un bell’aspetto! Mia mamma mi veste ancora bene, tutta roba all’ultima moda, sai, roba sexy. Le piace comprarmi i vestiti e quando sono così agghindato cerca sempre di mostrarmi alle sue clienti. Ho avuto un paio di episodi interessanti con alcune di loro, ma queste storie le racconterò un’altra volta, ora debbo tornare a parlarvi di Daniele.
Avevo una stanza tutta mia sopra il garage, con Tv, stereo, computer… Avevo anche un grande letto matrimoniale e Stefano veniva a dormire da me da non mi ricordo nemmeno quando. Mi aveva insegnato a masturbarmi non appena l’aveva imparato ad un campeggio e mi aveva portato il primo video porno che avessi mai visto. L’avevamo guardato per ore ed avevamo cercato di copiare quello che avevamo visto nel film così siamo diventati esperti ad un’età molto giovane. Avevamo condiviso la nostra nuova conoscenza con più ragazzi che potevamo ed uno di loro aveva portato il nostro primo video bisex che ci ha aperto un mondo di sesso tutto nuovo.
Da allora avevamo avuto con noi anche delle ragazze qualche volta, durante i fine settimana, quando mamma e papà erano via per giocare a golf o viaggiare coi loro amici o clienti di lavoro. Cinzia era stata la nostra prima ragazza, ma ce n’erano molte altre. Penso che mio padre lo sapesse, ma non ha mai detto niente. Era un furbo, solo guardandomi negli occhi mi diceva ‘so quello che fai’. Penso fosse orgoglioso delle mie prodezze sessuali. Mia madre pensava, e lo pensa ancora, che fossi il suo caro piccolo ragazzo.
Quando ho cominciato a farmi lavare da solo i vestiti, lei ha pensato che fossi diventato adulto e se ne vantava con le amiche. Naturalmente la vera ragione era che dovevo coprire le piste, le gocce di sperma che segnavano lenzuola ed asciugamani dopo i nostri accoppiamenti vari, per non parlare del liquido pre seminale essiccato che sembrava raccogliersi quotidianamente sulla mia biancheria intima.
Ad ogni modo il pomeriggio era passato rapidamente e quando mi sono incontrato con Daniele davanti all’ingresso dopo l’ultima lezione, non abbiamo aspettato molto prima che Stefano e Cinzia si unissero a noi.
“Ho portato compagnia” ha detto Stefano e Cinzia ha riso.
“Per me va benissimo” ho detto. Così chiunque si fosse messo con Daniele, per l’altro ci sarebbe stato un compagno di gioco.
Stefano aveva la macchina di suo padre e ha detto a Daniele di mettersi davanti con lui. Così Cinzia è salita dietro con me e quando si è chinata spingendo le tette contro di me ed io non ho risposto, si è fatta l’idea che non ero interessato e si è seduta, sporgendo un po’ le labbra. Ho osservato che Stefano aveva alzato il ginocchio a toccare quello di Daniele, e lui non l’ha tirato via anche quando l’altro ha cominciato a far scivolare la gamba pelosa avanti ed indietro contro la sua. ‘Punto per Stefano’ ho pensato.
In meno di dieci minuti siamo arrivati a casa mia e Cinzia ha cercato di catturare Daniele che l’ha evitata. Allora lei ha messo un braccio intorno a Stefano.
Ci siamo fermati al frigorifero ed abbiamo preso delle coca cola, poi siamo saliti nella mia stanza sopra il garage.
“Hai dei bei ricordi di questo posto, vero Cinzia?” ha stuzzicato Stefano.
Cinzia a ridacchiato. “Voi ragazzi eravate così birichini, non ci crederai se ti dicessi cosa volevano che facessi” ha detto girandosi verso Daniele e mettendogli una mano sul braccio.
“Niente di più di quello che vogliamo che tu faccia ora” ha detto Stefano tirando fuori una scatola di preservativi dalla tasca dei jeans, e Cinzia ha riso di nuovo. Quel ridere così scioccamente quasi mi faceva impazzire. Le cose che si devono sopportare per una chiavata, eh?
Stefano si è seduto sull’orlo del letto e ha tirato Cinzia a sedere accanto a lui; io mi sono seduto davanti allo stereo e ho cominciato a cercare un CD appropriato mentre Daniele si è seduto al computer. Ha mosso il mouse e lo schermo si è illuminato. Era già collegato ad internet e Daniele ha cliccato sul bottone della cronologia per vedere i siti che avevo visitato recentemente. La maggior parte erano evidentemente siti porno. Ne ha visto un bisex, ci ha cliccato sopra ed entro pochi secondi il sito era caricato mostrando significative inquadrature di uomini e ragazze che si fottevano ed anche di uomini con uomini.
Cinzia riusciva a vedere lo schermo dall’orlo del letto e ha riso. “Voi ragazzi siete tremendi, tutto quello a cui pensate è il sesso!”
“Sì, tu sei continuamente nei nostri pensieri” ha detto Stefano, e la cosa aveva fatto ridere ancora di più Cinzia. Lui l’aveva circondata con un braccio e le aveva preso un seno scatenando sempre più il riso di Cinzia.
“Sei tremendo” ha detto schiaffeggiandogli leggermente la mano, ma senza fare alcun tentativo per togliergliela. Stefano gli ha dato una piccola strizzata e lei si è girata. Sembrava non si volessero arrestare ora; mi sono domandato se questo faceva parte del piano di Stefano o se la sua tempesta ormonale aveva preso il sopravvento e gli aveva fatto abbandonare per il momento le mire su Daniele.
Mi sono spostato vicino a Daniele che stava guardando la pagina del sito che, essendo bisex, mostrava tette e fiche ed anche molti cazzi. Ha cliccato su di un thumbnail e sull’immagine ingrandita è apparso un gioco a tre, un uomo arava da dietro la fica di una ragazza mentre questa succhiava il secondo tizio.
“Sembra si divertano” ha detto girando la testa e trovando il mio inguine a livello dei suoi occhi; difficilmente avrebbe potuto ignorare la protuberanza nei miei jeans, poi ha alzato lo sguardo verso di me. Per la terza volta in quel giorno i nostri occhi sono rimasti incollati gli uni agli altri. Era come se avesse preso una decisione, ha sorriso di nuovo e poi ha messo una mano sulla parte anteriore dei miei jeans. Il mio cazzo già era semi duro ed il suo tocco era sufficiente per farlo irrigidire completamente. Ho messo una mano dentro la sua camicia per sentirgli i capezzoli che si sono induriti sotto il mio tocco. Daniele ha abbassato la mano, ha trovato le mie palle e gli ha dato una strizzata.
“Meriti un dieci nel mio libro” ha detto, poi si è alzato forzandomi ad estrarre la mano dalla sua camicia.
“Mettiamoci più comodi” ho detto e ho cominciato a tirar fuori le falde della sua camicia dai jeans. Non mi ha fermato così sono sceso alla cintura e l’ho aperta, quindi ho aperto il bottone sopra la lampo cominciando poi a farla scendere. Potevo sentire il suo calore arrivare attraverso la stoffa. Continuava a non fermarmi, così ho allargato le falde e le sue mutande di cotone bianco si sono insinuate nell’apertura che ho prodotto. Il cazzo stava eretto dentro le mutande e l’ho sentito per tutta la lunghezza dalla grossa testa giù sino alle palle appese sotto. Daniele ha emesso un gemito e poi ha spostato la testa di fronte a me e mi ha baciato sulle labbra.
Quando abbiamo interrotto il bacio, eravamo ambedue ansiosi di sentirci pelle contro pelle e dopo che gli io ho fatto passare la t-shirt sopra la testa, ha sbottonato la mia. Eravamo ambedue abbastanza senza peli, con toraci lisci e capezzoli duri che puntavano verso l’esterno. Daniele mi ha baciato di nuovo ed il contatto della sua pelle spinta contro la mia ha spedito un brivido al retro del mio collo. Poi le nostre mani hanno cominciato a penetrare ciascuna nel corpo dell’altro, esplorare, spremere, massaggiare ed evitare un punto che ciascuno di noi disperatamente voleva toccare ma da cui ci trattenevamo mentre la tensione tra di noi si elevava. Avevo le mani intorno a lui, gli avevo afferrato le chiappe e spingevo il suo bacino contro di me, i nostri cazzi duri erano dritti tra di noi, fianco a fianco e palpitanti, il suo nelle mutande bianche, il mio ancora confinato dietro alla stoffa dei jeans.
Quando ho lasciato che mi abbassasse la chiusura lampo e facesse uscire il cazzo duro come roccia, un altro paio di mani hanno cominciato il lavoro. Ho guardato in basso sorpreso e ho compreso che erano quelle di Cinzia e Daniele mi era stato sottratto da Stefano che l’aveva fatto girare ed aveva spinto una mano dentro le sue mutande per sentire l’oggetto di tutti i nostri desideri.
Prima che potessi protestare, tuttavia, Cinzia mi aveva abbassato i jeans alle ginocchia. Non potevo fare nulla mentre Stefano conduceva Daniele al letto e ce lo spingeva sopra sdraiandosi su di lui e succhiandogli la lingua nella sua bocca.
Cinzia, nel frattempo, aveva liberato il mio venti centimetri roccioso e lo succhiava, lavorandolo con la lingua, leccando il liquido pre seminale dentro la pelle che ne incappucciava la testa e facendolo emetteva rumori da affamata.
In un altro momento avrei lasciato volentieri che mi succhiasse il cazzo, ma non quel giorno. Stavo per perdere Daniele e cinquantamila. Ho tirato fuori il cazzo dalla bocca di Cinzia e l’ho spinta di lato, togliendomi il resto dei miei vestiti, e volando verso il letto ed i due ragazzi che ci si dibattevano sopra.

Capitolo 3
Daniele e Stefano erano abbracciati tanto strettamente che era difficile per me separarli ed avere Cinzia che mi tirava il cazzo come distrazione non era di aiuto. Stefano aveva succhiato la lingua del ragazzo nella sua bocca e dopo aver lottato per un momento, Daniele aveva ceduto e gli aveva reso la succhiata. Stefano era un grande baciatore, come ben sapevo, ma la scommessa riguardava il succhiare il cazzo di Daniele per primo, ed il bacio non era sufficiente. Il cazzo di Daniele era allungato con forza sul suo stomaco piatto ed era quello che volevo; in un secondo l’avevo in bocca mentre Cinzia aveva il mio nella sua, e la festa è iniziata.
Penso sia stata l’eccitazione crescente di Daniele a mettere in allarme Stefano e quando ha interrotto il bacio per vedere cosa succedeva, quello che ha visto ero io col massiccio venti centimetri di Daniele in bocca. Ha compreso che avevo vinto la scommessa? Nessuno di noi stava pensando alle cinquantamila, tutto quello che volevamo era sborrare e farci sborrare l’un l’altro.
Insieme abbiamo lavorato il corpo del ragazzo; Stefano lo leccava scendendo dal collo e fermandosi a solleticargli i capezzoli con la lingua, poi è sceso sullo stomaco a mordicchiare i peli pubici chiari sotto l’ombelico. Daniele si dibatteva ma non tentava di scappare; gli piaceva tutta l’attenzione che prodigavamo su lui. Quando la bocca affamata di Stefano finalmente ha raggiunto la mia, ha cominciato a competere con me per il cazzo del ragazzo, cercava di cacciarmi via e prenderlo per se, ma io ero deciso a portarlo all’orgasmo.
Ciò a cui non pensavamo era Cinzia, come ho detto mi succhiava il cazzo come se dovesse durare tutto il giorno, ma non era così; infatti ho raggiunto rapidamente il punto di non ritorno. Preso dal mio momento di gloria, ho lasciato che il cazzo di Daniele mi scivolasse fuori dalla bocca e Stefano non ha perso tempo a chiedere il permesso. Non c’era nulla che potessi fare, Cinzia mi ha portato oltre il limite ed io ho sparato il mio sperma caldo in fondo alla sua gola. Spruzzo dopo spruzzo l’ho sparato fuori dal mio cazzo duro e tutto il mio corpo è rabbrividito per la passione del momento, poi ha cominciato a rilassarsi ed il mio cazzo ha cominciato ad ammorbidirsi mentre Cinzia ne succhiava fuori le ultime gocce di sborra. Io ero sazio e contento.
Il rumore di Stefano che succhiava mi ha riportato alla realtà e mi sono ricordato della nostra scommessa. Era indubbio che avevo avuto per primo in bocca il cazzo di Daniele e perciò, tecnicamente, avevo vinto la scommessa, ma non era quello che aveva importanza; quello che importava ora era portarlo all’orgasmo e sembrava che Stefano lo stesse facendo.
Di nuovo non abbiamo fatto rientrare Cinzia nell’equazione, e lei non voleva essere dimenticata. Era eccitata e cercava un cazzo duro che la penetrasse. Il mio era diventato molle, così ha dovuto scegliere tra Stefano e Daniele. Non c’erano dubbi! Aveva avuto spesso il grosso amichetto di Stefano nella fica prima di allora e, pur pensando con piacere a quello che avrebbe potuto farci, i suoi occhi erano sul premio più lungo, i venti centimetri di Daniele!
Quando ha cominciato a spingersi nel cumulo di corpi eccitati buttati sul mio letto, ho deciso di aiutarla. Ho preso in mano il cazzo di Stefano e ho cominciato a tirare; non a masturbarlo ma a tirarlo davvero, quasi ad alzarlo dal letto e dai suoi maneggi amorosi! Alla fine ho ottenuto il risultato sperato e lui ha sputato fuori il cazzo di Daniele lanciando un grido di protesta.
Era quello di cui Cinzia aveva bisogno, ha fatto girare Daniele sulla schiena e prima che potesse aprir bocca, si era messa a cavalcioni su di lui e si era abbattuta sull’albero rigido. Il cazzo bagnato è scivolato nella sua fica e lei ha cominciato a ballargli in grembo. Daniele le ha afferrato le tette e ha cominciato a massaggiarle, tirandole verso la sua bocca per succhiarle ogni volta che Cinzia scendeva sul cazzo.
Io continuavo a tenere il cazzo di Stefano e lui cercava di forzarmi a lasciarlo; quando l’ho fatto e si è voltato per provare a recuperare il suo premio, ha visto Cinzia cavalcargli sopra e Daniele che veniva con un brivido ed un grido che avrebbe fatto accorrere i miei genitori se fossero stati in casa. Daniele ha afferrato Cinzia per la vita e l’ha fatta rimbalzare molte altre volte, il cazzo sparava spruzzo dopo spruzzo di sperma caldo nella fica ed il bianco elisir cremoso ne debordava fuori e correva giù lungo l’asta fino agli aggrovigliati ricci biondi che gli coprivano lo stomaco. Anche Cinzia, alla fine ha raggiunto l’orgasmo e si è abbattuta sul corpo di Daniele, il cazzo molle ancora dentro di lei.
Stefano mi ha guardato, io ho ripreso in mano il suo cazzo e l’ho masturbato sino all’orgasmo. La sua calda crema bianca è spruzzata sopra noi tre, spruzzo dopo spruzzo, e Cinzia si è avvicinata al mio torace e ha cominciato a leccarlo. Finalmente Stefano ha smesso di sborrare ed io ho sentito il suo cazzo diventare molle mentre raggiungevo le sue labbra con le mie, poi siamo rimasti là sdraiati, tutti e quattro, esausti.
È stato Daniele a parlare per primo. “Voi ragazzi sapete veramente come dare il benvenuto a qualcuno al suo primo giorno a scuola!”
Gli ho preso in mano le palle e gliele ho strette delicatamente, Stefano gli ha baciato l’interno della coscia e Cinzia l’ha raggiunto con le labbra e l’ha baciato.
“Ti abbiamo mostrato parte della nostra ospitalità” ha detto Stefano “E non siamo che all’inizio!”

FINE

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Luce bassa, notte fonda, qualche rumore in strada, sono davanti al pc pronto a scrivere il mio racconto erotico. L'immaginazione parte e così anche le dita sulla tastiera. Digita, digita e così viene fuori il racconto, erotico, sexy e colorato dalla tua mente.

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