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Beccato dalla polizia

Sentii delle voci fuori dall’appartamento.
“Dove cazzo sono queste maledette chiavi!!” Non avevo finito di sentire queste parole, che lui era già dentro l’appartamento. Io stavo ispezionando un cassetto alla ricerca di soldi, o un orologio o qualcos’altro che valesse qualche lira.
Era molto che non scassinavo un appartamento così pulcioso. Prima che me ne rendessi conto, mi sembra, fui scagliato contro il muro vicino, e un ragazzo con la mano sulla mia mascella mi premeva la testa contro la parete, e mi guardava dritto negli occhi.
“Rubi della roba qui, piccolo stronzo? Mmm? Questo non è il tuo appartamento, e dei cassetti degli altri non te ne deve fottere niente!”   Il ragazzo sembrava veramente incazzato. Forse aveva avuto una gran brutta giornata, e perciò sembrava che la dovessi scontare io in qualche modo. Mi sputò in faccia e mi chiamò fottuto succhiacazzi. “Ma chi diavolo è lei ” dissi io al tizio. “Mi lasci semplicemente andare, ok? Tanto per lei è lo stesso se vado via da qui con un paio di cosette, o no? Stronzo, non vive mica qui!!”.
Gli comparve in viso un ghigno diabolico, e io capii, che mi ero ficcato in grossi guai. Aprì la sua giacca, e sulla fibbia della cintura brillava un distintivo della polizia.
“Merda”, dissi ” fottuta merda schifosa.”
“Vuoi vedere il distintivo un pochino più vicino, piccolo pezzo di merda, si? Non sei più così arrogante ora, certo? Ti sei ficcato in grossi guai, e io ti darò una bella lezione, unache non scorderai presto.” Mi spinse giù sulle mie ginocchia, mi afferrò per la nuca e tirò la mia faccia contro la fibbia della cintura. “Lo vedi questo, stronzetto? Lo vedi il distintivo? E che ti dice questo? Sai cosa ti accadrà ora, si? Il poliziotto si incazzava sempre di più. La rabbia aumentava ad ogni parola che pronunciava. Sembrava stressato, sembrava quasi che gli fumasse la testa. Io ero il suo sacrificio del giorno, e non si sarebbe accontentato di poco con me.
Mentre la mia faccia era premuta contro il suo distintivo, intravidi un’enorme rigonfiamento nei suoi jeans: mai avevo visto prima un pacco così grosso. E mi fu subito chiaro che godeva nel avere lui il controllo. “Ti diverte tanto avere un ragazzo giovane ai tuoi piedi, vero? Dissi. “Ho avuto una giornata lunga e dura, pompinaro”, disse,” e tu mi devi aiutare a dimenticarla. MI premette la testa sulla destra, per schiacciarla contro il rigonfiamento nei suoi pantaloni. Mi muoveva la testa avanti e indietro, e il suo cazzo iniziava ad indurirsi. Io avvertivo il suo grosso pacco sulla bocca, e ad ogni strusciata delle mie labbra diventava più grosso e più caldo.
“Merda, un poliziotto frocio… vai a fatti fottere, non dovresti comportarti così con me.”
“A certo?” disse lui ” sono sicuro, che tu sapresti apprezzare una bella gitarella in carcere con l’accusa di furto con scasso? Sarai certo in cella con grossi omoni pelosi, si? “Merda, pensai inon so che farmene. “Alla prima occasione ti ritroverai il culo in fiamme”. Il mese prima mi avevano liberato con la condizionale. Ma ero stato ammonito che se mi ripescavano mi sbattevano dentro e buttavano via la chiave.
La prego signore, io non pensavo certo. io non pensavo certo così. La prego mi lasci andare, io non ne parlerò con nessuno, io non dirò a nessuno che cosa le mi ha fatto. Non ruberò mai più nulla” dissi. Ma questo era proprio quello che lui voleva sentire. “Che tu sia dannato, non racconterai nulla, di quello che io ti ho fatto, piccolo succhiacazzi. non crederai davvero che si fideranno di un ladruncolo teppistello come te, o no?
Con un colpo spinse via da se la mia testa e mi scaraventò per terra. Avrei potuto tentare di difendermi, ma sapevo, che avrei peggiorato solo la situazione. Per la prima volta nella mia vita, avevo veramente paura per quello che mi sarebbe potuto succedere.
Io giacevo con la schiena sul pavimento del soggiorno. Si chinò giù, si sedette sopra di me e mi posò un ginocchio sulle spalle, in modo che io non mi potessi più rialzare. Mi sputò di nuovo in faccia e disse” Dovrai pagare un conto veramente salato, faccia da culo”. Continuò a sputarmi in faccia, poi si tolse la giacca e la cintura. E’ un paio di giorni che non mi faccio fare, quindi questo sarà il tuo lavoretto, tu sarai il mio piccolo schiavo succhiacazzo.”
Cazzo, non sono frocio, stammi alla larga, non sono finocchio! Dissi, ma mi sembrava che le mie parole, lo eccitassero ancora di più. Prese la sua cinghia, unì le mie mani insieme sopra la testa, e le legò brutalmente. Mi fece davvero male, ma quasi subito io non sentii più gran dolore. I suoi jeans erano slacciati e la cerniera era tirata giù, così potei vedere un pezzo delle mutande, e quello che c’ era ficcato dentro. Cazzo, sembrava grosso, e non era ancora del tutto duro. Gli unici altri cazzi, che avevo visto erano quelli di alcuni miei compagni di lavoro alle docce, ma nessuno di loro era così grosso, neanche vagamente. Tirò giù ancora un poco i pantaloni, e liberò il suo enorme pacco. Potei vedere chiaramente il contorno del cazzo attraverso i boxer, e sebbene la sua minchia non fosse ancora completamente rizzata toccava già i diciotto centimetri.
Si piegò in avanti e premette la sua nerchia contro la mia bocca. Mi ordinò di aprirla e di tirare fuori la lingua, mentre sfregava il suo bastone sulla mia faccia, e bagnava i boxer con la mia saliva.
“Tu sarai già un esperto mio piccolo succhiacazzi. ti ameranno per questo in prigione” disse, mentre procedeva con il suo cazzo sulla mia faccia. “Oh si così fallo diventare bello bagnato e caldo, siii.” Io percepivo, come la sua minchia si riempiva di sangue, come diventava più spessa e più lunga. “Mi lasci no le faccio nessuna pompa. Io non sono frocio come lei”. dissi. Alcuni giovani sono come le ragazze, gli piace avere un cazzo in bocca, proprio come le ragazze., Ad essere proprio esatti, a qualcuno piace anche di più che alle ragazze. Per alcuni ragazzi non c’è niente di meglio che servire un altro uomo.
Detto questo, si alzò e si abbassò i boxer, guardando giù nei miei occhi con un sorriso maligno. Sprizzarono fuori dai boxer 25 centimetri di grossa carne calda. Mai avevo visto qualcosa di paragonabile a quello. Non era solo duro era anche enorme. Era completamente scappellato e la punta minacciosa assomigliava ad un barracuda proto ad azzannare. S’inginocchiò nuovamente, mi puntò la grossa minchia direttamente in faccia: “Allora credi di essere uno di quei pompinari cui piace i cazzi più che alle donne?
“Non sia mai, in tutta la mia vita. Io sono etero, la mia ragazza me lo succhia, poi la fotto e gli schizzo la sborra tutta fino in fondo, io non sono finocchio, te l’ho già detto”, risposi, Ma lui s’inclinò in avanti verso la mia faccia, e ci sfregò sopra il cazzo.
“Forse ti dovrei costringere, a pomparmi il cazzo, così impareresti, a desiderarlo, troietta!”, urlò lui. Con una mano teneva ferme le mie mani e con l’altra, mi accarezzava tutto il viso con il cazzo sbrodolante. Io giravo la testa a destra e a sinistra per impedirgli di ficcarmi la nerchiona dritta in bocca, ma alla fine mi bloccò la testa con la mano. Mi fregò le labbra con il glande rosato, lasciandovi sopra una traccia di liquido prespermatico. Io implorai “Ti prego, non lo fare, farò tutto quello che vuoi” Tutto, per impedirgli di fare quello che sapevo bene avrebbe fatto. Lui sapeva, che con me poteva fa re tutto quello che voleva, e questo lo eccitava. il potere, il controllo.
Le mie grida d’aiuto furono subito soffocate dal grosso pezzo di cazzo che mi forzò le labbra, le separò; poi introdusse nella mia bocca l’asta, che mi spalancò le labbra e mi scese dieci centimetri in gola. Per un minuto rimase in quella posizione, godeva della mia bocca, e dei tratti sconvolti del mio viso. Poi iniziò a pompare con la sua trivella dentro e fuori, si fermava solo quando il glande arrivava a fior di labbra, per poi riaffondarla con tutta la forza giù.
“Cazzo come sono eccitato, mio bel bocchinaro”, gemette. Con ogni movimento sembrava spingere sempre più in fondo, io iniziavo a strozzarmi, e mi cadevano calde lacrime giù per le guance. La sua violenza era sempre più forte, e diceva: “Niente paura, quando ti avrò preparato per benino, riuscirai a prenderti l’intera asta giù per la gola. Tutti i miei venticinque centimetri di carne di cazzo arrapata saranno piantati nella tua boccuccia calda come una fica. Scuoterò le mie palle contro il tuo mento, e sfregherò i peli del mio cazzo sul tuo naso. Ora ingoia la mia minchia, pigliatela tutta in bocca, teppistello”. Accelerò i colpi, e gemette forte e subito urlò “Vengooo. vengo nella tua bocca da pompinaro!” Subito dopo sentii che riversava nella mi bocca e in gola il suo caldo seme. Uno schizzo dietro l’altro, e io fu costretto ad ingoiare tutto quello che scaricò. Il sapore era nauseabondo, ma fui contento che tutto fosse passato. Il giorno dopo avrei potuto dimenticare e ritornare alla mia solita vita.

FINE

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