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Una passeggiata nel bosco

Era ormai estate, mia moglie e mio figlio erano in vacanza al mare e io ero rimasto solo in città per lavorare.
Era un pomeriggio molto caldo e, appena finito il lavoro, ero tornato a casa e mi ero bevuto più di una birra per calmare il caldo: avevo una gran voglia di chiavare, ma ero desolatamente solo.
Per cercare di placare il caldo, e la voglia di sesso, me ne andai a fare un giro in bici vicino a casa mia, entrai in un bel boschetto e, ad un tratto, vidi una macchina parcheggiata in un luogo appartato, mi avvicinai ma non vidi nessuno dentro; allora abbandonai la bici e mi mossi a piedi e ben presto, nascosti da alti cespugli, vidi un uomo e una donna, completamente nudi, che stavano scopando con molta foga.
La donna aveva circa quarant’anni e l’uomo ne aveva un po’ di più, da ciò pensai che si dovesse trattare di una coppia clandestina (e la cosa mi arrapava ancor di più).
I due si stavano esibendo in un ottimo 69 e la donna mi proponeva in primo piano la fica e il buco del culo: l’uomo le stava leccando la fica e contemporaneamente le metteva il pollice nel buco del culo e lei dimostrava il suo apprezzamento succhiando in maniera rumorosa il suo cazzo: il mio cazzo, naturalmente, era già diventato durissimo, mi tolsi i pantaloni e le mutande e, appoggiato ad un albero, cominciai a farmi una sega socchiudendo gli occhi.
Sentii un rumore e riaprii gli occhi e vidi i due amanti davanti a me che mi guardavano con un’aria molto strana: l’uomo aveva ancora il cazzo duro e, notai compiaciuto, era un po’ più corto del mio e molto meno grosso, la donna mi guardava il cazzo che avevo tra le mani con una certa ingordigia.
L’uomo mi disse
< Ti piace guardarci chiavare, ma adesso devi pagare il pegno, la mia donna dice che hai un bel cazzo e che vorrebbe provarlo, che ne dici ? >
Io non dissi niente, ma lasciai che la donna mi si avvicinasse e cominciasse a leccarmi i coglioni, per poi succhiarmi il cazzo, nel frattempo il suo uomo le si era posto di dietro e glielo aveva messo nel culo dicendo
< Ti piace troia quasto cazzo che abbiamo trovato ? ? ? >
Lei non rispondeva, ma da come mi succhiava il cazzo sembrava che non le dispiacesse.
Dopo qualche minuto l’uomo sborrò nel culo della sua amante e la lasciò libera di togliersi il mio cazzo dalla bocca e di sedervici sopra, riempiendosi una fica calda e bagnata come non avevo mai sentito.
La donna, cavalcandomi come un’ossessa, cominciò a dirmi una serie di sconcerie del tipo
< Ti piace farti chiavare da una donna, brutto guardone di merda, adesso voglio vederti mentre ti fai chiavare da un uomo ! > che io pensavo facessero parte dell’eccitazione del momento … , ad un certo punto venne urlando
< Mangiami lo sborro, che ho voglia di leccarti il cazzo fino a farti venire nella mia bocca> Io non me lo feci ripetere due volte e, messa la donna supina cominciai a leccarle la figa piena di umori, mettendole il mio cazzo in bocca.
Lei leccava e succhiava benissimo, passando dal cazzo ai coglioni e al buco del culo. ad un certo punto infilò un dito nel mio buco del culo, poi due e, infine, sentii spingere qualcosa di più grosso e capii, non vedendolo, che il suo compagno mi stava inculando, ma ormai preso dalla foga del momento non capivo più niente e mi sono lasciato inculare, aumentando i colpi di lingua sulla fica della donna e mettendole, a mia volta, un dito nel culo. La donna venne in breve tempo e volle godersi, come mi aveva del resto anticipato, lo spettacolo del mio inculamento, guardandolo dal di sotto, leccando alternativamente le mie palle e quelle del suo compagno che, alla fine, sborrò sulla sua faccia. Io avevo ancora il cazzo duro, e mi bruciava anche il culo, e avevo bisogno di sborrare, la donna fortunatamente mi capì subito e mi disse
< Adesso che hai pagato il pegno ti aiuto a fare quello che stavi facendo prima> e si inginocchiò davanti al mio cazzo, cominciando a menarmelo con foga: dopo qualche secondo le spruzzai in faccia e sulle tette tutta la mia libidine e la mia rabbia e mi abbandonai, spossato, sull’erba.
Da quel giorno, appena ho un momento libero, faccio sempre un giro nel boschetto ma, purtroppo, non ho più rivisto la loro macchina. FINE

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