Ho abitato per un certo periodo a Londra, a Brixton.
Vivevo a casa di una ragazza, che era una villetta a tre piani: al piano terra stava lei, al primo io, al secondo una coppia.
Loro si vedevano raramente: quando c’erano o scopavano o comunque si facevano i fatti loro, per conto loro.
Una sera abbiamo cenato insieme io, Emma (la padrona di casa) e il suo amico Nigel.
Cena e bevi scherza e ridi, abbiamo fatto tardi.
Verso le due abbiamo pensato di uscire per accompagnare Nigel e sulla porta loro due (Emma e Nigel) hanno iniziato a baciarsi.
Io avevo già il cappotto ed ero fuori della porta: Emma mi piaceva.
A volte mi portava anche il caffè a letto, e sul mio letto aveva messo una sua foto (faceva la modella quando era a corto di soldi) nuda, di spalle, e ogni giorno mi godevo il suo bel culo in fotografia.
Avevo la sensazione che qualcuno se lo godesse come si deve. Io fuori della porta e sospiri e sospiri dentro casa.
Busso e chiedo se si può.
-“Andiamo o no? ” dico sorridente.
Emma è appoggiata alla parete accanto alla porta, dietro Nigel se la lavora ben bene.
Se non sbaglio, la sta inculando. Io sono imbarazzato, sospiri, vini, discorsi, mi fanno pensare.
Esco, Emma chiama…
Chiama Nigel, gli dice “gorgeous” e altre cose, che non capisco.
Non si curano di me.
Potrei esserci o non esserci e decido di esserci.
Ho un’illuminazione.
Chiudo la porta alle mie spalle.
Accanto a me loro mi ignorano, ma mi pare convenienza.
Nigel stringe i fianchi di Emma mentre la infila da dietro.
Vedo bene la scena coi dettagli. Penso “e ora? ”
Emma è appoggiata al muro accanto alla porta, si tiene con le mani mentre Nigel la incula a fondo. Io mi metto vicino a Emma.
Le accarezzo i capelli e mi struscio ai fianchi.
Nigel mi guarda e sorride.
“Fucking sporting man”.
Abbasso lo sguardo sul suo cazzo che infila lei dietro: un attimo, si sfila e si inginocchia davanti a me, mi sbottona i pantaloni e lo tira fuori.
Sono nella sua bocca.
Emma è in ginocchio che mi spompina.
è frettolosa e avida ma è brava: la cappella e l’asta tutto un su e giù.
Nigel è rimasto cazzo all’aria e si fa una sega, sostenuta.
Da qualche scappellotto alla ragazza che le porge il didietro.
La infila, non so se in potta o in culo e inizia a godersela, Emma mi succhia vogliosa, sempre più veloce,
Ogni tanto fa pausa per respirare.
Io lo prendo in mano e la ri infilo in bocca subito e mi pare di stare per venire. In piedi così sto scomodo e lancio l’idea
“andiamo a letto”.
Ci spingiamo imbarazzati verso la camera di Emma.
Imbarazzati ma arrapati tutti e tre finché siamo sul letto e ci spogliamo baciando la ragazza, io e il tipo, ben convinti.
Sulla bocca, sulle spalle, sulle cosce.
A un certo punto siamo sulla sua potta: io e lui, lecca io che lecca lui.
Emma allarga le cosce, le alza. Io la bacio come una bocca, lingua dentro.
Nigel si dedica alle tette della ragazza, belle sode.
Guardo in alto e lo vedo mordicchiare i capezzoli, titillarli con le dita, tutto insieme.
Credo che lei sia venuta un paio di volte mentre ce la godevamo di bocca e di mano.
Emma si tiene le labbra (della potta) mentre la lecco e scalcia come una cavalla.
Dice di più, di più e altre frasi sconnesse.
La sua potta ha un sapore strano, secondo me Nigel se l’è fatta a pecorina.
Salgo sul buchetto e punto poi la verga sul bocciolo.
Emma dice che li non resiste e che ha un olio apposta.
Si stacca da entrambi (me e il suo amico) e torna un attimo dopo con l’olio.
Si sdraia su Nigel e lo prende dentro, nella figa. Io le vado dietro e la penetro nel buchino.
Veniamo insieme, tutti e tre.
Durante la notte si dorme si finge di dormire.
Io e lui chiaviamo la puttana “amica” sua a turno.
Mentre fingo di dormire la sento godere e via così.
All’alba siamo ancora tutti e tre eccitati e ripetiamo la performance di qualche ora prima, sempre insultando la ragazza io e lui.
Questa volta io la chiavo e Nigel la incula.
Sopra di me Nigel le parla piano all’orecchio:
“Troia, sei sempre stata troia… t’inculo, t’inculo, t’inculo… ”
Il giorno dopo ci svegliamo a mezzogiorno.
Siamo io e Emma in cucina.
Lei sorride, Nigel è già uscito, beviamo un caffé. FINE
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