Mi chiamo Marco e vorrei raccontare quanto mi è successo alcuni anni fa.
A quel tempo avevo circa 19 anni e stavo con una ragazza di 16 di nome Maria. Era una rossa tutto pepe e non perdevamo occasione per fare l’amore.
In verità la cosa non era così semplice, la mia famiglia e la sua erano numerose e così avere un vero letto a disposizione era cosa ardua.
Ci arrangiavamo in macchina o a casa di amici studenti fuori sede, comunque sempre in situazioni di fortuna.
I fratelli maggiori di Maria erano sposati ed uno conduceva un ristorante insieme a sua moglie.
Una estate, durante le vacanze, la cognata di Maria mi propose di dare una mano al ristorante per una settimana.
Lei ed il fratello di Maria abitavano in una villa in campagna e non avrebbero avuto problemi ad ospitarmi, anche Maria aveva accettato la proposta e così avremmo potuto stare insieme quasi tutto il giorno.
Arrivò quindi il primo giorno di lavoro: una fatica tremenda, caldo fuori, caldo in cucina ma io già mi pregustavo la serata con Maria.
Non potete immaginare la mia sorpresa quando, a sera, mi venne mostrata la mia stanza: il letto era matrimoniale e, ulteriore sorpresa, avrei diviso la camera con Maria.
Devo riconoscere che ero abbastanza imbarazzato, come a letto insieme a casa di suo fratello?
Maria si accorse del mio imbarazzo e mi spiegò che suo fratello e sua cognata Francesca “non erano all’antica”.
Quella notte fu indimenticabile.
Maria si presentò a letto vestita con una leggerissima camicia da notte e.. . niente sotto.
Rimasi basito nel vederla così bella, i capelli sciolti sulle spalle, la pelle bianca tipica delle rosse, la camicia da notte che evidenziava i suoi piccoli seni sodi ed i rigonfiamenti dei capezzoli già turgidi.
Lei salì in ginocchio sul letto guardandomi dritto negli occhi, poi prese ad accarezzarmi il viso.
“Sei molto simpatico a mio fratello ed a Francesca, anzi lei mi ha detto che ti trova molto bello”.
Dicendo questo era salita a cavalcioni delle mie gambe e lentamente aveva cominciato ad accarezzarmi il petto indulgendo sui capezzoli.
Mi lasciai fare il suo massaggio diventava sempre più sensuale finchè si chinò a baciarmi i capezzoli, a quel punto il mio cazzo era già in tiro, lei scivolò giù e, prendendolo in mano, cominciò a succhiarlo.
Era bravissima: le sue labbra lo avvolgevano mentre la sua lingua scorreva lungo il bordo della cappella. Il suo lavoro ed il vederla china su di me, i rossi capelli arruffati, mi faceva impazzire, ero immobile, completamente nelle sue mani, anzi nella sua bocca.. .
Non volevo però venirle in bocca, non quando avevamo finalmente a disposizione un vero letto, la girai ed iniziai a leccarle la passera.
Era già bagnata e dal ciuffo di peli rossi che la contornava veniva un odore agrodolce che mi inebriava.
Iniziai a leccarla con più impeto, le presi il clitoride tra le labbra, a lei uscì un gemito.
Cercai di zittirla con una mano, avevo paura che ci sentissero ma lei ansimando mi disse:
“Stai tranquillo, sanno tutto.. . “.
Non me lo feci ripetere, la portai sulla soglia dell’orgasmo quindi la tirai a me ed iniziai a penetrarla.
Lei godeva e si dimenava come una pazza io ero sull’orlo di venire e, come al solito, uscii per non venirle dentro.
Lo facevamo per paura che lei restasse incinta, quindi la feci girare alla pecorina dopo una buona lubrificazione iniziai ad affondare nel suo meno pericoloso buco del culo.
Non essendo la prima volta non le feci male, lei godeva come una pazza pronunciando mezze frasi incomprensibili.
Io stantuffavo come un forsennato e sentivo le mie palle sbattere contro la sua figa.
Fu in quel momento che mi accorsi che la porta era socchiusa e che qualcuno ci stava spiando. Mi fermai un attimo,
“Che fai, non fermarti” disse Maria. Io rimasi interdetto per un momento, certo se quel qualcuno, suo fratello o sua cognata, avesse avuto qualcosa da dire avrebbe già fatto irruzione nella stanza, quindi mi sforzai di ignorarlo e ripresi a stantuffare.
Fu un orgasmo tanto violento quello che ci colse che cademmo stravolti sul letto. Rimasi così, appoggiato alla schiena di Maria finchè il mio uccello non si sgonfiò ed uscì fuori da solo.
Ci addormentammo uno affianco all’altro e dormimmo fino al mattino. Il giorno dopo, mentre andavamo al ristorante, confidai a Maria quanto era successo la sera prima.
Lei non si mostrò sorpresa anzi, parlandomi di suo fratello e sua cognata mi disse:
“Mio fratello e Francesca hanno dei problemi, anzi mio fratello ha dei problemi. Stanno cercando di avere dei bambini attraverso l’inseminazione artificiale. Io e Francesca siamo molto amiche. Lei si è confidata con me, siamo molto amiche. Lei e mio fratello non hanno rapporti da un po’, avrà’ voluto godersi lo spettacolo”.
Devo dire che la naturalezza con cui lo disse mi lasciarono un po’ allibito.
Comunque le notti successive la scena si ripeté e noi continuammo a dare spettacolo.
Il giorno seguente, al ristorante, il fratello di Maria ci disse che avrebbe dovuto allontanarsi per qualche giorno per partecipare ad una manifestazione fieristica del settore, credo si chiamasse CIBUS.
Quella sera cenammo in tre: io Maria e Francesca. Maria e Francesca erano veramente molto amiche nonostante la differenza di età (Francesca aveva più di 30 anni) ed io mi immedesimai nel ruolo dell’uomo di casa.
Stappai il vino, versai da bere, mi offrii di lavare i piatti.
Dopo cena ci sistemammo tutti e tre sul divano per guardare un film.
La pellicola non era male e mi distrassi un attimo, quando posai nuovamente gli occhi su Maria vidi che si era seduta alle spalle di Francesca sulla spalliera del divano e le massaggiava le spalle.
Francesca indossava una leggerissima canottiera di lino a cui Maria aveva abbassato le spalline per massaggiarla meglio, così facendo però l’indumento si era abbassato fino a quasi scoprire il seno di Francesca.
Iniziai a sudare, le mani di Maria scendevano sulle spalle, poi risalivano, ad un tratto invece di salire sulla schiena passarono sul davanti e le sue mani cinsero il seno di Francesca.
Francesca aveva gli occhi chiusi, mugolò leggermente e reclinò la testa indietro per appoggiarla sul grembo di Maria.
Rimasi esterrefatto a guardarle mentre le attenzioni di Maria si erano decisamente spostate sul seno della cognata e le titilla va i capezzoli.
Il mio cervello scivolò tutto lungo la mia spina dorsale arrestandosi solo all’altezza dei coglioni, il mio cazzo si risvegliò impetuosamente, la sudorazione aumentava.
Incrociai gli occhi di Maria, aveva un’aria furbetta e maliziosa, pareva che mi provocasse.
Io ero al limite del controllo, il cazzo premeva contro la patta dei pantaloni.
Scesi carponi e mi avvicinai alle gambe di Francesca.
Iniziai ad accarezzale le gambe partendo dalle caviglie e lei per risposta alzò con le mani la sua ampia gonna fino a scoprire le mutande che mostravano già un evidente alone.
Non attendevo altro: presi a leccarle l’interno delle cosce avvicinandomi sempre più alla sua figa.
Quando iniziai a leccarla attraverso la stoffa lei in un attimo sfilò le mutande lasciandomi campo aperto.
Intanto Maria continuava ad accarezzarle i seni ed i capezzoli.
Succhiavo e leccavo, Francesca era bagnatissima e già’ i primi spasmi dell’orgasmo la sconvolgevano quando Maria passò a fianco a lei e prese a succhiarle i capezzoli.
Francesca godeva, aveva orgasmi a ripetizione, io avevo allungato la mano e con le dita avevo cominciato a sgrillettare Maria.
Non ce la facevo più, il cazzo mi doleva, mi sbottonai i pantaloni e in un attimo me li tolsi, guardai Maria che mi fece, con il capo, un cenno di assenso.
Iniziai a sfregare il cazzo sulla oramai fradicia figa di Francesca, ad ogni passaggio lei emetteva un piccolo grido di piacere poi lentamente accostai la cappella all’imbocco e spinsi dentro, lei rispose con una contrazione dell’addome. Il suo calore mi avvolse ed io cominciai a muovermi, dentro e fuori, dentro e fuori con lentezza e decisione.
Maria era scesa dal divano ed ora era dietro di me, il suo bacino contro le mie natiche e accompagnava le mie spinte.
Stavo per venire e volevo, come al solito, uscire per non sborrare dentro ma Maria me lo impedì.
Venni dentro Francesca.
Un litro di sperma a fiotti, Francesca gridava di piacere strizzandosi i seni.
Mi lasciai cadere sulla schiena e Maria si sedette sul mio viso, iniziai a leccarla con dovizia mentre lei mi ripuliva il cazzo, venne in pochi minuti.
Circa tre mesi dopo quella notte io e Maria ci lasciammo. Io andai a studiare in un’altra città e non la rividi più.
Un giorno, durante un breve periodo di vacanza, mi trovavo a camminare per strada quando incontrai Francesca con una evidente pancia.
“Sono incinta di circa tre mesi- disse facendomi l’occhiolino- sai la fecondazione artificiale.. .. . “. FINE