Mi chiamo Roberta, 19 anni, sono una ragazza carina, capelli biondi, alta 1. 77, magra ma con delle belle forme (a detta dei miei amici).
Amo molto andare a ballare e vorrei raccontarvi la vicenda più sconvolgente ma più bella della mia vita.
In una serata invernale non sapendo cosa fare decisi di chiamare alcune mie amiche e di programmare una serata in discoteca.
Organizzammo tutto e alle 23 di quel sabato ci ritrovammo davanti ad una famosa discoteca da truzzi di Torino. Posammo la giacca nel guardaroba e cominciammo a scendere la scalinata che ci portava nel locale.
Un ambiente bellissimo, in penombra, raggi laser che si intravedevano e fumo artificiale.
La scalinata era come una passerella dove decine di uomini ti osservavano da testa ai piedi sperando di riuscire a …. qualche ora dopo.
Io notai per la prima volta decine di ragazzi carini, ma io timida non avevo nemmeno il coraggio di guardarli negli occhi.
Ero tutti più grandi di me dato che avevo appena 18 anni ed ero vergine. Incominciai a ballare disinvolta con le mie amiche che in breve tempo riuscirono a trovare un compagno per la serata.
A me si avvicinarono in molti ma io non volendo storie semplici li respinsi tutti.
Ad uno in particolare, un ragazzo bellissimo, con fisico prestante e muscoloso, lo mandai a quel paese spingendolo.
Il pavimento era melmoso e lui cadde a terra come un sasso.
I suoi amici scoppiarono a ridere, umiliandolo, ma lui si alzò, mi si avvicinò e mi disse:
“dopo mi divertirò io ragazzina!! ” e scomparve tra la gente.
Poi non lo vidi più ma continuando impaurita a voltarmi qua e la per cercare di vederlo e di evitarlo, vidi che stava conversando con una delle mie amiche e con un dito indicava verso la mia direzione.
Non capii ovviamente cosa stavano dicendo ma capii che stavano parlando di me.
Li vidi ridere e vidi lui strofinarsi le mani come se stesse pregustando uno spettacolo.
La mia amica era molto invidiosa di me per una storia con un ragazzo e nonostante volesse passare per amica so che non lo era affatto e che avrebbe da tempo voluto vendicarsi.
Passò un po’ di tempo e io ansiosa ero sempre circondata da gente che ballava quando vidi un po’ di movimento al centro della pista.
Non capii cosa stessero facendo gli organizzatori della serata e vidi che al centro della sala avevano posto un’enorme gabbia di ferro, con una corda che dalla parte superiore della gabbia scendeva al centro, e altre ai lati.
Pensai ad uno spettacolo erotico e non avendone mai visto uno sentii nello stomaco un brivido di entusiasmo e curiosità.
Le luci si spensero e con loro anche la musica.
Il Dj disse alla folla che ci sarebbe stato un o spettacolo unico dopo qualche minuto: una ragazza sarebbe stata legata nella gabbia e gli spettatori avrebbero scritto su un pezzo di carta le loro fantasie e le più belle sarebbero state esaudite sul corpo di una fanciulla bionda alta circa 1. 77 magra……
Io pensai subito in che razza di locale mi avevano portato e presi la direzione della porta non volendo vedere lo spettacolo erotico.
Giunta quasi fuori dalla porta rividi il ragazzo che avevo respinto che mi correva dietro insieme a due buttafuori.
Non capii ma cercai comunque di scappare.
Non ce la feci e i tre mi presero dalle braccia e mi portarono vicino alla gabbia.
Ci fu un boato del pubblico, che probabilmente apprezzo. Io cercavo di liberarmi, tiravo calci, morsicavo, ma non cera nulla da fare e i tre bestioni mi portarono dentro la gabbia e insieme ad altri due mi legarono le mani un alto con la corda, il bacino ad una parete e le gambe divaricate parecchio sempre con corde dure.
Uscirono e mi lasciarono vestita li dentro.
Una vergogna assurda provavo, e cercavo do non guardare i ragazzi che mi guardavano e mi insultavano.
Passo un po’ di tempo in quell’umiliazione ma non sapevo che era solo l’inizio.
Infatti un uomo incitato dalla folla rientrò nella gabbia aprendola con le chiavi e lentamente iniziò a strapparmi il mio vestito, le mie calze aderenti, e tutto il resto.
Io urlavo, cercavo di liberarmi, ma non ce la facevo.
Centinaia di occhi mi guardavano e io rossa di vergogna imploravo quel tipo di smettere di svestirmi.
Neanche a parlarne lui continuò fin a lasciarmi completamente nuda alla vista di tantissimi ragazzi giovani vogliosi.
Riconobbi parecchi compagni di scuola, e addirittura compagni di classe che non vedevano l’ora di vedere la “secchiona” divertirsi e vergognarsi al centro della pista.
Vidi anche le mie amiche, se voglio chiamarle così, che ridevano di me con altri ragazzi vicino a loro raccontando probabilmente le mie intimità.
Infatti non l’avevo ancora fatto con nessuna e l’idea di essere nuda li mi faceva piangere e urlare.
Molti mi fotografavano e mi riprendevano con telecamere e io stavo impazzendo.
Ero li esposta a tutti spalancata come mai, avevo delle contrazioni nella figa che probabilmente si vedeva,
Tutti mi osservavano nei particolari e io gocciolavo.
Rimasi li più di un’ora mentre gli spettatori scrivevano le fantasie su carta e le consegnavano sulla consolle del dj.
Poi riconobbi il ragazzo maledetto respinto, che si avvicinò con il microfono e mi disse:
“Ora ti diverti? … questo e solo l’inizio ora vedrai, puttanella cosa ti faremo”.
Mi diresse il microfono vicino alla bocca e vennero amplificate le mie urla in tutta la discoteca.
Più di mille persone mi guardavano e mi ascoltavano ridendo ed eccitandosi.
Poi Marco, il ragazzo mi si presentò, incominciò a leggere le fantasie selezionate dicendo che avevano preso le più crude e massacranti per divertirsi di più e che una dopo l’altra ne avrebbero esaudite decine.
Arrivò un ragazzo con un vassoio con cinque palline da calcetto accompagnato da un altro assatanato.
Quest’ultimo prese le palline una alla volta e dopo aver fatto vedere le notevoli dimensioni delle palle, mi si avvicinò: incominciò a guardarmi negli occhi sempre sorridente e con la mano inserì velocemente la pallina nella mia figa bagnata. Io urlai, e lui mi si avvicinò e mi disse:
“voglio vederti godere sotto le mie voglie” e infilò un’altra pallina aggiungendola all’altra.
Nel frattempo il microfono continuava ad amplificare e le mie urla erano sempre più forti.
Lo implorai di smettere ma lui ne infilò un’altra, …. poi un’altra …. e poi l’ultima. Io stavo morendo di dolore e di vergogna.
Mi derisero per 5 minuti e poi con la stessa lentezza con cui le aveva inserite me le tolse una ad una accentuando il volume della mano penetrata allargandomi la mi figa fino ad allora vergine e facendomi strillare dal dolore.
Fini la prima tortura ed io ero già esausta.
Salii poi un altro spettatore questo armato con una bottiglia bevuta di birra.
Aiutato da altri due ragazzi presero le corde che mi legavano le caviglie e le tirarono facendomi fare la spaccata; nel frattempo l’altro aveva appoggiato la birra a terra e la indirizzava nella mia figa bollente.
Più tiravano più io scendevo.
Cercai di oppormi ma loro ebbero la meglio e dopo qualche minuto riuscirono a farmi penetrare meta botiglia.
Poi mi sembrarono soddisfatti ma mi sbagliai;
Infatti uno dei tre mi si appoggiò alle mie spalle.
Io non capivo cosa volesse fare e pensai che mi volesse impedire di risalire per non sottrarmi al dolore.
Poi sentii un oooooohh da stadio che durò a mio parere una vita e al termine un olè.
Il ragazzo si era seduto sulle mie spalle e la bottiglie era entrata tutta.
Non sapevo più cosa fare, ero senza respiro e vedevo i ragazzi che divertiti mi mostravano la lingua eccitandosi.
Mi rimisero poi nella posizione originaria e pronti con un terzo spettatore pronto a farmi godere come una troia.
Riconobbi tre miei compagni di scuola e mi sentii morire di vergogna e di paura.
I tre prima di incominciare raccontarono ghignando i miei ottimi risultati a scuola e la mia fama da santarellina, vergine e spaurita che avevo.
Poi aprirono un folio con i miei risultati del quadrimestre (non so come l’avessero ottenuto, ma sicuramente la mia amica invidiosa centrava) e con una gamba di una sedia rotta, di forma cilindrica incominciarono a infilarla con forza nella vagina dolorante e un po’ sanguinante e ad ogni colpo urlavano una materia e il mio voto.
Otto….. Sette…. Sette e mezzo, ….. lessero circa quaranta voti ma alla fine ne lasciarono uno e si interruppero proprio all’ultimo. Io non capii e vi una ragazzo con in mano una mattarello ancora più grosso della gamba della sedia.
Questo era uno speciale per il nove di fisica dello scorso mese e la punizione o il regalo come dissero loro furono altre trenta penetrazioni totali di quell’arnese.
Ero all’estasi, non ce la facevo più, urlavo, imploravo, pingevo ma continuavano a farmi godere senza lasciarmi tregua.
Erano già passate 2 ore e loro non intendevano smettere.
Continuarono altri giochi per un’altra ora e io me la sentivo infiammata e aperta come non mai.
Arrivo l’ultimo (Così lo annunciò il dj) che mi fece legare in una posizione ancora più imbarazzante piegata in avanti con il culo a 90°.
Incominciò a deridermi punzecchiandomi il mio grilletto e mostrandolo aperto a tutti.
Poi disse :
“E ora ce il divertimento di vederla lacrimare come un fiume….. la prenderemo per il culo? ”
…… siiiii rispose la folla. Io mi sentii mancare
Non sapevo cosa volessero in mente ma sapevo che mi avrebbero sadomizzata ancora per chissà quanto e con chissà cosa.
Infatti senza lubrificarmi ripresero il mattarello, senza incominciare con qualcosa di più piccolo e me lo infilarono nel culo. Il mio urlo fu talmente forte che mi si incastrò la gola.
Mi lasciò li con il palo nel culo, per 15 minuti interminabili.
I fotografi si sbizzarrirono e io tra un dolore e l’altro pensavo a quante umiliazioni stavo subendo e avrei subito successivamente.
Molti miei amici mi avevano vista in posizioni oscene, e le foto so che avrebbero girato per tutta la città.
Ma comunque pensavo a sopravvivere con quei 35cm nello sfintere che bruciava da impazzire.
Pensai che questo fosse l’ultimo gioco, ma una sorpresa mi arrivò: il dj richiamò sul palco tutti i miei compagni di scuola (Tra cui anche il ragazzo che mi piaceva) e diede le chiavi a uno di loro dicendogli:
“Fatela divertire e restituitele i dolori morali e le vostre invidie dei giudizi scolastici in qualsiasi modo. Fateci divertire…. “.
Incominciarono a infilarmi cazzi da tutte le parti, nel culo e nella figa, mi sborravano in faccia, sui capelli senza rispetto e con irruenza.
Fecero la gara a chi inculandomi più forte mi faceva scendere più lacrime e più saliva dalla bocca.
E io sempre li legata, a disposizione, ormai rossa di vergogna e dolorante da tutte le parti.
La violenza continuò per ore fino alle 6 del mattino.
Poi mi lasciarono nuda e distrutta per la strada dove i passanti non solo non mi aiutarono ma anche loro mi scoparono con rabbia e foga in tutte le posizioni.
Fu la mia prima volta che contemporaneamente la trecentesima, o quattrocentesima…… FINE
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