La varietà del supermercato mi ha sempre attratto.
Creature di ogni età e di ogni sesso che si muovono silenziose fra gli scaffali.
Un luogo di caccia dei miei preferiti, abitualmente mi apposto in prossimità dei banchi della gastronomia, per scegliere con tranquillità la mia preda, ne studio le movenze, ne odo la voce mentre ordina il prosciutto. Mi avvicino alle sue spalle fino a sentirne il profumo, profumo di donna.
Poi mi allontano, la seguo distante, riempiendo distrattamente il carrello.
Oggi la mia preda è una femmina bionda, un biondo platino, sicuramente un colore, di età intorno ai 50 anni a giudicare dalla pelle del viso che nascoste dal trucco nasconde i segni dell’età, sposata per la fede al dito.
Inizio a preparare l’esca alle acque minerali, correndo in suo aiuto di fronte alle pesanti confezioni da sei bottiglie.
Gesto galante da cavaliere, lei ringrazia, io posso nuovamente ascoltare il suono della sua voce, lei mi guarda, aspiro tutto il suo profumo.
Ripartiamo.
Al banco dei congelati siamo ancora vicini, le domando un consiglio su alcuni prodotti in offerta. Parliamo, siamo vicini, fianco a fianco, passa un carrello, ci spostiamo per fare spazio, il primo contatto, mi sorride. Mi consiglia un altro prodotto, mi domanda se cucino. Rispondo affermativamente.
Mi dice che sono un’eccezione per la sua esperienza un uomo bello è imbranato in cucina, e vale il viceversa. Ride, musica soave per i miei sensi.
Sono già eccitato, osservo i suoi fianchi, le sue labbra.
Afferma che devo essere gay, poi si scusa, dice che scherzava, che se è vero che cucino sono un’eccezione.
Ridendo e scherzando arriviamo alle casse, le cedo il poste, mi cede il posto, scherziamo ancora, e fatta.
Usciamo assieme verso il parcheggio, già mi domando quale è la sua posizione preferita.
La aiuto a caricare la spesa, la invito a pranzo a casa per dimostrare le mie doti, arrossisce, rifiuta, accetta, rifiuta, alla fine mi invita a cucinare da lei.
Salgo in macchina, la seguo.
Parcheggiamo sotto casa sua.
Saliamo in ascensore.
Entriamo in casa, chiacchieriamo e scherziamo, mi conduce in cucina, indosso un grembiule e domando cosa debbo preparare alla signora.
Mi dice che sono carino col grembiule, anche tu sei carina le rispondo, con il grembiule o senza mi domanda, anche senza nulla replico. Ride, potrei essere la tua mamma, esclama.
Mi avvicino e la cingo con un bracci attorno alla vita, con dolcezza, sorride avvicino le mie labbra alle sue, la bacio. Sento le sue labbra morbide schiudersi infilo la mia lingua, trovo la sua, calda vellutata.
Mi accarezza il volto, mi sorride. Posso contare tutte le sue rughe del contorno occhi. Mi sono sempre piaciute le donne mature.
Appoggio la mia erezione al suo bacino spingo, lei si struscia su di me. Ci baciamo.
Comincio a spogliarla, riesco a scoprile un seno, abbasso la testa a succhiare il suo capezzolo. Mi stringe a se.
Accarezzo il suo sedere.
Le sue mani mi slacciano i pantaloni.
Mi calano i boxer. La mia erezione svetta, la stringe fra le sue mani. Continuo a succhiare i suoi capezzoli.
Si inginocchia ai miei piedi e comincia a succhiarmi.
Appoggio le mani sulla sua testa e ritmo il suo movimento. È abile, lenta, inesorabilmente regolare.
Lentamente scendo anche io sul pavimento, continua a succhiarmi, le sfilo i pantaloni, le calze, gli slip oramai fradici ed infilo la mia testa fra le sue gambe, la mia lingua nella sua fica.
Mi impongo un ritmo di leccata regolare, non voglio essere da meno di lei.
Di colpo la sento irrigidirsi, viene, mi inonda di umori.
Ma non stacca mai le sue labbra dal mio uccello, non parla, non ha più detto una parola, succhia solo.
Mi faccio più audace con un dito provo a violare il suo culo.
Porco, l’unica parola che mi rivolge prima di continuare la sua opera, porco mi ha detto, ma ha anche rilassano l’ano, il mio medio si immerge tutto.
Il suo ritmo cambia si fa più rapido, diventa quasi incontrollato.
Cedo, riempio la sua bocca, non riesce ad ingoiare tutto, tossisce.
Ci stacciamo mi sorride, la bacio. Con la lingua le ripulisco il viso dalle tracce del mio sperma.
Si sdraia sopra di me, mi fa entrare, sono piccolo, moscio. Comincia a muoversi, sento la sua fica che mi avvolge, lentamente torno duro.
Adoro questa donna.
Come ti chiami tesoro, le domando.
Sara. FINE