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Il mio primo campeggio

Alla fine dell’ultimo anno di ragioneria io ed il mio amico Franco, con il quale avevo condiviso cinque anni di studio ma anche di corse sfrenate dietro ogni sottana che ci capitava a tiro, decidemmo do trascorrere le nostre ultime vacanze insieme in un campeggio in Toscana.
All’inizio l’idea non mi entusiasmò più di quel tanto dato che il campeggio, proprio per sua natura, è scomodo e non mi ha mai dato l’idea che si potessero fare grandi conquiste.
La sera prima di partire Franco mi telefonò affermandomi che c’era un problema a proposito del viaggio, decisi allora di andare a casa sua per saperne di più.
Giunto da lui mi fece accomodare in salotto e prima che gli chiedessi spiegazioni mi disse che in campeggio sarebbe venuta anche sua madre.
Per un attimo rimasi senza parole, poi, senza far notare il mio ovvio disappunto, chiesi il motivo di questa decisione.
Franco mi affermò che la madre, vedova da molti anni, non aveva mai visto la Toscana e che le sarebbe piaciuto andarci insieme al figlio per trascorrere un mese in sua compagnia dato che lavorava per il resto dell’anno e non avevano mai il tempo di stare un po’ insieme.
Rassegnati all’idea restammo d’accordo che sarei passato l’indomani mattina all’alba con la mia macchina.
Il giorno seguente arrivai sotto casa sua e citofonai per farmi aprire il cancello, dopo qualche minuto vidi Franco scendere le scale carico di valigie e dietro di lui sua madre.
Non era certamente la mamma che mi aspettavo di trovare.
Una donna sui quarant’anni fisico asciutto e ben proporzionato, capelli neri lunghi e ricci, occhi azzurri viso dolce ma nello stesso tempo malizioso da donna matura, una pelle ancora liscia ed abbronzata.
Non potei fare a meno di fargli i miei complimenti quando Franco ci presentò.
Passati i convenevoli ci mettemmo in viaggio, io alla guida Franco seduto sul sedile posteriore e sua mamma Anna accanto a me.
A circa metà strada il mio amico si addormentò, io e sua madre cominciammo a parlare del più e del meno per smorzare la monotonia del viaggio quando improvvisamente lei cominciò a comportarsi in modo molto strano.
Si sbottonò la sottile camicetta bianca quasi trasparente, ed il mio sguardo si diresse ovviamente su quel seno che sembrava quasi traboccare dal reggiseno in pizzo.
Accortasi molto probabilmente del mio interesse nei suoi confronti iniziò ad accavallare le lunghe gambe chiedendomi se mi sembravano troppo grosse.
Io ingrifato come pochi risposi che aveva due gambe favolose che avrebbero sicuramente fatto impazzire qualsiasi uomo.
Il viaggio continuò più a meno sullo stesso piano.
Non vedevo l’ora di arrivare a destinazione e buttarmi sotto una doccia gelata per raffreddare i miei bollenti spiriti.
Giunti al campeggio svegliai Franco e montammo insieme la tenda per la notte visto che ormai la giornata stava per concludersi. Il mio amico, avendo dormito per metà del viaggio non si sentiva assolutamente stanco, decise di aggregarsi ad una festa che si svolgeva poco distante dalla nostra tenda lasciandomi solo con sua madre.
Ormai spossato dalla guida andai verso le docce deciso a dimenticare quello che era accaduto un auto. Insaponato per bene, improvvisamente sentii dietro di me una mano che mi accarezzava la schiena, stupito ma anche curioso mi voltai di scatto e vidi Anna completamente nuda e non certo con la sola intenzione di lavarmi.
Preso da un raptus improvviso la girai di schiena e cominciai con una mano a palparle i seni già duri dall’eccitazione con l’altra ad accarezzarle la pancia fino alla figa completamente depilata.
Il mio pene completamente in tiro poggiava tra i glutei sodi in cerca di soddisfazione.
Entrambi presi dalla frenesia del momento ed incuranti di chi potesse vederci corremmo ancora bagnati e coperti solo da due asciugamani verso la nostra tenda.
Giunti la, scaraventai letteralmente la mamma di Franco sul sacco a pelo, le afferrai le caviglie e le poggiai sulle mie spalle gettandomi su di lei in pratica piegata in due.
Affondai violentemente il mio uccello nella sua intimità strappandole gemiti di dolore ed eccitazione.
Continuai così per qualche minuto quando mi disse che voleva essere presa anche da dietro.
Senza farmelo ripetere due volte la girai e la misi a pecorina, allargai le sue chiappe scoprendo il suo buchetto ancora vergine, e raccogliendo un po’ del sapone rimasto sui nostri corpi iniziai a lubrificarle il culo e a prepararlo per un’esperienza che non avrebbe certo dimenticato troppo presto.
Poggiai il mio trapano all’imboccatura del suo orifizio e, senza altri indugi affondai in un solo colpo dentro di lei fino alle palle.
Anna lanciò un urlo di dolore ma dopo qualche affondo mi stimolava a continuare appoggiando la faccia sul cuscino ed inarcando la schiena a dismisura.
Raggiunse l’orgasmo dopo circa venti minuti di penetrazione, i suoi umori colavano mischiati al sangue causato dall’inevitabile lacerazione dell’ano, lungo le cosce fino a macchiare completamente il sacco a pelo.
Anch’io ormai all’apice dell’eccitazione stavo per venire, feci appena in tempo a togliere l’uccello dal sedere quando Anna si girò di scatto e se lo mise in bocca succhiando come un aspirapolvere.
Le inondai completamente la bocca di sperma che golosamente ingoiò senza sciuparne neanche una goccia.
Entrambi esausti ci coricammo senza proferire alcuna parola, consapevoli del fatto che quella vacanza non sarebbe certamente stata come le altre.
Sembrerà strano ma ora il campeggio mi piace di più. FINE

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