Poco prima di fare l’amore con Giovanna le chiesi se avesse mai pensato di farlo con un altro, ovviamente la sua risposta fu dura e non mancò di farmi “notare” che essendo mia moglie ed essendo una donna onesta non l’avrebbe mai fatto. Incassai a malincuore il colpo ma il suo bel corpo nudo mi rimise al mondo. I suoi piccoli e aguzzi seni trattennero le mie labbra per molto tempo, poi fu la volta del castano taglio a sottostare ai colpetti della mia lingua. Giovanna fece l’amore in modo superbo, quasi animalesco in preda ad una passione all’altezza dei primi tempi del nostro matrimonio.
Riprovai con maggiore chiarezza a convincerla ad abbandonarsi in una nuova esperienza, le portai come esempi tutti i passi da lei fatti con me, dalla verginità e pudicizia alla sfrontatezza delle sue richieste e agli ammiccamenti fatti ad altri uomini. Non ci fu verso di convincerla ma qualcosa era cambiato in lei visto che fingendo ribrezzo s’informava via Internet sulle abitudini e sui modi d’incontro degli scambisti.
Una sera la convinsi a chattare su un canale erotico e ben presto la vidi impegnatissima nel fare cybersex con quattro o cinque uomini. Ne approfittai scivolando in ginocchio tra le sue gambe e m’accorsi del suo abbondante languore che ovviamente feci mio. A quel punto non poteva più nascondersi ed ammise di essersi immediatamente eccitata all’idea di essere posseduta da altri e di averci pensato in continuazione. Ero felicissimo perché sebbene geloso non ho mai creduto che il corpo di Giovanna fosse di mia esclusiva proprietà. Ero geloso di che temevo potesse portarmela via.
Iniziò così un vero e proprio interrogatorio limitato dai soli sensi di colpa che le affioravano, più verso l’idea di sé che aveva che nei miei riguardi, anche perché glielo avevo chiesto io. Riesco ad avere tramite la Rete una serie di numeri telefonici di privèe ai quali però nessuno rispondeva. Che fossero fasulli? Poi invece degli amici di chat mi scrissero che bisognava presentarsi direttamente ma preceduti dalla presentazione di un frequentatore per motivi di sicurezza.
Insomma ero messo male perché nel paesino in cui abito non posso certo andare a chiedere in giro di presentarmi in un locale del genere, avrei rovinato famiglia e reputazione in un attimo. Per fortuna le vie di Internet sono infinite e grazie ai motori di ricerca sono riuscito a contattare persone che avevano messo in linea un sito Web proprio per cercare… anime gemelle. Prima una scambio di e-mail, poi di telefonate ed infine l’agognato incontro al quale Giovanna si presentò con un castigatissimo vestito e rossa in volto ma al quale non aveva voluto mancare.
“Non ti preoccupare – disse Matilde alla mia mogliettina – anch’io all’inizio ero combattuta tra la vergogna e il desiderio, è normale ma poi vedi che ti sciogli, vieni con me che ti spiego un po’ di cose… “. Così restai solo con Alfredo che mi mise al corrente di tutto ciò che era necessario per ottenere i favori della casa. Ci lasciammo con l’impegno di vederci nello stesso luogo ben preparati all’evento ma “senza isterismi” disse guardando Giovanna. Era veramente sempre la stessa storia.
Finalmente giunse la sera dell’iniziazione e questa volta il nervoso ero io mentre mia moglie si preparò con la stessa tranquillità con la quale si trascorrono le ultime ore prima di partecipare ad un noioso e tragico pranzo di battesimo. Ci trovammo di fronte ad un cancello che serrava una meravigliosa villa con un altrettanto meraviglioso giardino.
“Sono Alfredo, sto con una coppia di amici”. Le porte si aprirono ed ebbi un tuffo al cuore e sentii la mano di Giovanna ritrarsi nervosamente per poi lasciarsi cadere.
Un piccolo atrio fu il luogo dell’incontro con i proprietari che c’illustrarono cortesemente le regole della casa. Appena mettemmo piede nel salone vedemmo coppie ballare dei lenti con mani furtive che si facevano strada tra i vestiti. Una donna stretta ad un uomo che le alzava la gonna lasciando scoperto il sedere era toccata dall’attenzione di un vicino di ballo che le sfiorava il sesso con dolcezza.
I nostri ciceroni scomparvero chissà dove lasciandoci al terribile compito di “socializzare”. Bevemmo qualcosa per farci forza poi iniziammo a ballare anche noi ma il fatto che Giovanna fosse l’unica ad indossare gli slip ci faceva immediatamente indicare come novelli. Piuttosto imbarazzante. La baciai appassionatamente e lei parve sciogliersi più di me che ostentavo sicurezza. Falsa. Per fortuna si avvicinò un uomo il quale prese ad accarezzare le gambe di Giovanna che ebbe un sussulto ma poi chiuse gli occhi prendendo parte al gioco. Le carezze si facevano sempre più intime fino al punto di permettergli di calarle gli slip. Lei si fermò e alzò lentamente un piede, poi l’altro per agevolare lo sconosciuto che ottenuto lo scopo strofinò il proprio corpo dietro mia moglie.
La minigonna cadde mentre una donna bionda particolarmente formosa le sfilò il top lasciandola completamente nuda al centro della stanza. Un uomo fissò Giovanna che si sentì rabbrividire per la sua bellezza. Era alto e la possenza del corpo nudo lo rendeva simile ad un guerriero greco. Scivolò con le sue labbra dietro il collo di mia moglie ormai completamente assente prima di inginocchiarla e di assaporare la sua femminilità. Nel frattempo presi la bionda e la chinai fra le mie gambe ma una persona si avvicinò per ricordarci che per quel tipo d’intimità c’erano delle apposite stanze e che lì era tassativamente vietato dare certi spettacoli.
Non sindacai perché ero troppo preso, mi limitai a trasferire il gruppo verso una delle stanze indicatemi. Entrai nella prima che capitò così come molti altri visto che era colma di persone intente a fare l’amore. Quasi tutto il pavimento era coperto da una specie di letto poco alto dove tutti, ma proprio tutti gemevano circondati da innumerevoli specchi. Finalmente riuscii a riempire la bocca della magnifica bionda col mio pene turgido come non mai. Lei prese a lambirlo con la lingua, a baciarlo sulla punta rossa mentre vedevo la mia ex-pudica farsi leccare il sesso e stringerne un altro in bocca gustandosi la scena dallo specchio che ci sovrastava.
Mi spogliai e sdraiai la mia nuova amica su quella specie di letto e contrariamente alle mie abitudini la penetrai subito e con forza ma lei si spostò lasciandomi per il momento insoddisfatto. Mi fece stendere e salì sul mio pene baciandomi e alzando e abbassando il bacino con estenuante lentezza. Fremevo, avrei voluto possederla subito ma non lasciava scampo. Cercai con lo sguardo mia moglie e la vidi presa in un sandwich violentissimo mentre gridava come un’ossessa di continuare a sfondarla. L’uomo che la possedeva da dietro venne e fu scansato da un altro che prese il suo posto con lo stesso vigore regalando a mia moglie altri orgasmi.
Io mi trovavo ancora tra le grinfie della bionda che col suo ritmo mi stava facendo impazzire dal piacere e dall’odio con la sua indolenza. Stavo scoppiando, non resistevo più le dissi di smetterla perché stavo per godere ma lei mi zittì senza mutare il suo ritmo. Le grida di mia moglie e la bravura di quella donna ruppero le mie resistenze e quando il primo schizzo partì la donna che mi aveva martoriato continuò la sua lenta opera alzandosi fino a far uscire il mio pene per poi riabbassarsi per continuare l’opera con le natiche lasciando che gli zampilli le irrorassero la schiena.
Nel frattempo vidi Giovanna ancora tra due uomini ma ora aveva il viso, le labbra e i capelli coperti degli umori di un uomo particolarmente vigoroso o di più uomini. Un ultimo grido spense mia moglie che restò distesa sorridente e solitaria sul letto con il fluido maschile che le colava fra le gambe. FINE
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