Voglio raccontarvi la mia prima ma convulsa volta.
Frequentavo il V ginnasio del Liceo Classico della mia mia città e avevo una fidanzata che era nella mia stessa classe: si chiamava Elena.
Elena aveva un bel viso: occhi azzurri, capelli castani e lunghi, due labbra non carnose ma molto belle. Ma il suo punto forte era il fisico: due belle tette e un culo stupendo, il più bello che avessi mai visto.
Io ero un normale ragazzo, molto timido, ma molto più romantico rispetto ai miei compagni.
Durante l’anno precedente, il nostro primo anno di fidanzamento, avevamo preso il rapporto molto come un gioco, ma col passare del tempo ci eravamamo legati tanto da non poter stare più di un giorno senza vederci e ci eravamo innamorati da morire.
All’ inizio ci incontravamo soltanto all’uscita da scuola e andavamo in determinati posti per appartarci: infatti volevamo pomiciare senza dare spettacolo. Col passare del tempo ogni momento era buono per baciarci.
Per molto tempo il nostro rapporto andò avanti solo di baci, qualche toccata ma niente di più.
Qualche mese dopo l’inizio della scuola, capimmo che il nostro rapporto non aveva niente da invidiare a quello di persone più grandi e ci aprimmo di più.
La sorte volle che i miei genitori partissero per una settimana per fare un tour, una mini vacanza in Toscana. Li convinsi a farmi lasciare a casa. Essendo figlio unico, la casa sarebbe stata solo mia e la cosa mi entusiasmava molto.
Durante il primo di questi sette giorni non accadde nulla: passai una normale giornata. Ma la sera, parlando con Elena al telefono, le spiegai la mia situazione e decidemmo che l’indomani ci saremmo giocati la scuola e l’avremmo passato interamente insieme, magari a casa mia. Il giorno dopo la andai a prendere all’entrata: aveva un giubbotto leggerissimo, poichè eravamo a fine maggio, una camicia blu, un paio di pantaloni aderenti e degli scarponcini. Io avevo un paio di jeans e una maglietta. Durante il tragitto, sul motorino, mi disse che saremmo potuti stare insieme tutta la giornata poichè aveva detto alla madre che sarebbe andata a studiare da una nostra compagna e sarebbe rientrata in serata.
La portai a casa mia: prima andammo in cucina e prendemmo qualcosa da bere, poi entrammo nella mia camera, abbastanza disordinata, ci sedemmo su na sedia che si trovava lì e cominciammo a baciarci: ad un certo punto lei allungò una una mano dentro i miei pantaloni toccando il cazzo. Io allora, con un po’ di stupore, mi fermai per qualche secondo, mi resi conto di ciò che era accaduto e allungai la mano nella sua camicia, sentii il suo reggiseno. Cacciata la camicetta, le tolsi il reggiseno e cominciai a leccarle i capezzoli. Non credevo a ciò che stava succedendo: io che facevo del petting: solo a pensarlo ai miei amici sarebbe venuto da ridere. La feci stendere sul letto e ci spogliammo completamente: lei mi tolse la maglietta e i pantaloni; io le tolsi le scarpe, i pantaloni e le calze: in quell’ occasione ebbi modo anche di toccare le sue lisce, lunghe e spledide gambe.
Ebbi un’idea: si trovava sul mio comodino una bottiglia di birra appena aperto da noi due. Eravamo tutti e due alla prima esperienza, inesperti e piuttosto giovani. Le nostre uniche esperienze nel campo del sesso erano state la visione di qualche film hard. Forse proprio per questo presi quella bottiglia e comincia a buttare la birra sul corpo della mia bellissima Elena. Prima ne gettai un poco sulle gambe e, iniziando dalle caviglie, leccai tutta la gamba la coscia, compreso il suo interno. Con la lingua toccai gli slip e la feci passare di sotto. In quel momento li sentii umidi, tirai fuori la lingua e passai sopra. Bagnai il collo e tutto ciò che da lì arriva agli slip e comincia a leccare: arrivato alle tette mi soffermai un bel po’, leccando e morsicando i rosei capezzoli. Indugiai un poco prima di andare perchè prima avevo notato, inserendo la lingua sotto gli slip, che questi erano bagnati, e quindi che Elena era eccitata dal mio lavoro.
Mi staccai, mio malgrado, dai suoi fantastici capezzoli e, dopo aver leccato adeguatamente l’ombellico, col cazzo che mi scoppiava, mi fermai e dissi:
“Amore, un’ occasione come questa non ci capiterà per molto tempo, io ti amo da morire e sono pronto ma se non te la senti, rimandiamo e……… ” in questo momento lei mi zittì e disse: “Non sai da quanto aspettavo questo momento: io mi fido ciecamente di te, per questo è da due settimane che prendo la pillola: fammi quello che vuoi, ti amo da morire”.
Senza perdere tempo le tolsi gli slip, lei con un balzo si alzò e li tolse a me e si coricò di nuovo. Le aprii le gambe e mi immersi tra le sue cosce: comicia i leccare la sua fichetta, ancora vergine. Era bellissimo, io ingerivo i suoi umori e la facevo godere come una buttana. Dopo averle leccato ben bene la passera, la girai a pancia in sotto e le leccai il buco del culo, che faceva un profumo delizioso. La rigirai, la presi dal culo e, mentre la avvicinavo in modo da poterle infilare il mio cazzo, lei mi disse con un sorriso dolcissimo: “Tu hai lavorato, adesso fai lavorare un po’ me! “. Detto questo prese il mio cazzo, lo aprì – ed io provai un certo dolore – e se lo introdusse in bocca succhiando e pompando. Dopo qualche pompata le dissi che stavo arrivando e lei, per tutta risposta, aumentò la velocità, bevendosi tutta la mia calda sborra. Dopo avermi pulito il cazzo con la lingua, mi disse: ” Ora puoi continuare quello che stavi per farmi prima……. ” non le diedi il tempo di finire che mi alzai, le salii di sopra e, dopo averle divaricato le gambe, presi il mio cazzo, lo aprii e lo infilai nella caldissima e lubrificata fichetta. Cominciai a dare spinte, andai avanti così per circa cinque minuti, durante i quali la mia amata non faceva altro che gemere dal piacere. Ad un certo punto io dissi: ” Sto venendo! ” ed ebbi come risposta un: ” Anch’io!!!! “.
Le sborrai nella fica proprio mentre anche lei aveva il suo orgasmo e fu la più bella cosa che fosse capitato nella mia vita fino ad ora. Tolto il cazzo, lei diedi un bacio appassionato, il bacio più bello della mia vita e, tutti nudi, ci coricammo sul mio letto stremati. Io mi misi accanto a lei ma non parlammo: eravamo sommersi dai pensieri: io non sapevo se ero stato bravo ma ero sicuro di una cosa: Elena era la cosa più bella che avessi mai visto. Le diedi un’ occhiata per poterla ammirare un’altra volta nuda e notai che si era addormentata: erano le 9, 35. Dopo poco tempo mi addormentai anch’io, quindi all’incirca alle 10, 40.
Erano le 11, 30 quando ebbi il più bel risveglio della mia vita: mi svegliai con, sopra di me, Elena, più bella del sole, con le tette penzolanti, che mi baciava. Il bacio, peraltro dolcissimo, durò circa trenta secondi. Staccatasi dalla mia bocca, mi disse: ” Amore, ho voglia di rifarlo”: detto questo, non ebbi il tempo di acconsentire che mi prese il cazzo, se lo mise in bocca e me lo cominciò a leccare. Il mio cazzo, rizzatissimo, buttò fuori la sborra che un po’ finì sulle sue labbra e un po’ fu ingerito da lei. Fatto questo lavorai la sua fica fino a sdillabrarla per bene.
A questo punto le dissi: ” Prima ti ho trombato io, adesso trombami tu!!! fammi vedere che sai fare!!! ”
Mi stese, mi prese il cazzo, se lo inserì nella fica ormai completamente lavata e cominciò ad andare su e giù sul mio cazzo. Mentre faceva questo, si piegava con la faccia rivolta a me e mi baciava mentre io le toccavo le tette. Dopo un poco si stacco dato che aveva raggiunto l’orgasmo e mi disse: ” Non sono ancora del tutto sazia. Una volta mi hai detto che la prima cosa che ti ha attratto di me è stato il culo: allora prendilo, ti sta aspettando!!! ” Io, che non avevo raggiunto l’orgasmo, non aspettavo altro. Le aprii il culo e cominciai a lavorarmi il suo buco: alternavo il dito alla lingua e, mentre vedevo dilatarsi lo sfintere, lei godeva, godeva e godeva. Arrivò il momento: presi il cazzo, lo “scoppolo” e pian piano lo metto nel culo della mia divina Elena. Tutti e due emettiamo un grido di goduria e, sempre col cazzo in culo, cerchiamo la posizione migliore. Ci mettiamo di fianco e comincio a dare spinte: il mio cazzo continua a fare avanti e indietro nel suo culo. Continuo così per circa dieci minuti: arrivo all’ orgasmo, caccio fuori il cazzo e sborro sui peli della fica e tra le tette della mia amata.
Quel giorno per me fu indimenticabile: Elena passò la notte a casa mia dicendo al padre che avrebbe dormito a casa di una compagna e non vi dico cosa successe in quella notte.
Oggi io ed Elena frequentiamo il II Liceo, ci amiamo più di prima e del nostro fidanzamento sanno sia i professori che i nostri genitori, i quali non si sono mai opposti perchè non capita tutti i giorni che due bravi ragazzi di buona famiglia stiano insieme così e programmino seriamente il loro futuro. FINE