Ciao, sono A. voglio raccontarvi quello che mi è successo qualche anno fa. All’epoca mia zia G. una gran gnocca di trentacinque anni, con un corpo stupendo e due seni non molto grandi ma ben sodi, sposata da molti anni, non riusciva ad aveva col marito quanti rapporti volesse lei, ed era già da un po’ che mostrava volentieri le sue gambe, in mia presenza.
Ricordo una sera dove era seduta davanti al camino acceso a casa sua, io e mia madre eravamo andati a trovarla, ella era vestita in modo sobrio, con una gonna lunga, ma questo non le impedì un po’ alla volta di farsela salire quasi fino alle mutandine mostrando le sue gambe coperte solo da collant neri. Io feci di tutto per distogliere lo sguardo ma non ci riuscivo e nei miei pantaloni qualcosa era diventato durissimo, non riuscì a lungo a resistere e con una scusa corsi un bagno, dove ad accrescere la mia eccitazione trovai la sua biancheria intima usata, era sporca di qualcosa che non era di certo pipì (ma solo ora capisco cosa fosse, erano i suoi umori), non so perché ma quella visione scatenò in me una voglia pazzesca di masturbarmi, lo tirai fuori e non passo molto che venni nel lavandino (immaginando che la mattina seguente in quel lavandino si sarebbe lavata il viso). Dopo essermi ripreso pulì il tutto e ritornai da loro, dove a completare il turbamento vidi mia zia che mentre parlava con mia madre si accarezzava le gambe, facendo rinascere in me l’animale che avevo appena scacciato, poco dopo tornammo a casa.
Andò avanti cosi per un bel po’ fino a quando in estate potei conoscere mia zia in modo più approfondito.
La mia famiglia possiede una casa di due piani in campagna del tipo antico, di quelle con i solai di legno, a causa d’alcuni lavori avvenuti nell’unico bagno della casa che si trovava a piano terra, nel suo soffitto c’erano delle crepe, da cui dal piano superiore si poteva spiare gli occupanti dello stesso. Quel giorno nella casa in campagna eravamo riuniti la mia famiglia e quella di mia zia G. , nel pomeriggio dopo pranzo io mi recai al piano superiore per la masturbata quotidiana, stavo per iniziare quando udii mia zia chiedere a mia madre dove fosse il bagno, allora io mi recai in silenzio nella stanza sovrastante il bagno e aspettai che mia zia entrasse per poterla spiare. Essa non tardo molto ad arrivare, accese la luce del bagno si alzo la gonna e abbasso le mutande fino ai piedi sedendosi sul water, io per la prima volta vidi la peluria della sua fica, iniziai a masturbarmi e prima che essa fini io venni in un orgasmo mai raggiunto cosi fino allora, per mia sfortuna buttai il tutto a terra e un po’ cadde giù andando a finire sulla gamba di mia zia, la quale prima lo osservo e poi lo prese con un dito e lo porto alla bocca succhiandolo, io in preda al panico scappai e mi rifugiai in un’altra stanza.
Poco dopo udii qualcuno salire per le scale, era mia zia la quale entro dove mi ero rifugiato e mi disse :
G : “Ciao A. , cosa fai”;
A: “Niente zia, dormivo”;
G: “Se volevi vedermi la f.. potevi dirmelo”;
A: “Ma zia cosa dici”;
G: “Non dire cretinate, pensi che non lo sappia cosa stavi facendo, mentre io facevo pipì”;
A: “Ma non capisco”;
Nel frattempo la zia si era seduta sul letto.
G: “Non eri tu che mi spiavi in bagno? “;
A: “Io non ti spiavo”;
G: “Vedremo se non eri tu”;
Detto ciò m’indico di avvicinarmi a lei, cosa che io feci subito, avvicinandomi vidi che era si seduta, ma aveva allargato le gambe e la gonna tirata su, da dove mi ero seduto vedevo anche le sue mutande nere trasparenti sul davanti, e l’erezione fu inevitabile con quello che vedevo.
G: “Ora voglio vedere se eri tu a spiarmi”;
Allungo una mano sul mio pantalone, apri la cerniera ed estrasse dalle mie mutande il mio uccello, che ora si mostrava eretto e duro come una mazza, lo prese in mano e comincio a masturbarmi con una mano mentre con l’altra si toccava la fica da sopra le mutande, io avevo il cuore che batteva a mille, il cervello annebbiato dall’eccitazione che stavo provando, non impiegai molto a venire nella sua mano, che la zia prontamente si porto alla bocca per gustare il mio nettare.
G: “Vedi A. eri proprio tu che mi spiavi, non ho dubbi”;
La zia poi mi ripulì con un fazzoletto, richiuse i miei pantaloni e disse:
G: “Oggi sei venuto tu, ma la prossima volta voglio venire io, ti dovrò insegnare un bel po’ di cose”;
G: “Dai scendiamo, che e da parecchio che stiamo qua”
Da allora con mia zia ho avuto molte altre storia, ma come ho detto sono altre storie. FINE
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