Avevamo incontrato quella simpaticissima coppia svedese al mare, in Grecia, durante le vacanze estive. Era una spiaggia dove tutti erano nudi e, sia pure con una certa titubanza, ci spogliammo anche noi.
Ingrid e Per, i due svedesi, erano una bellissima coppia: lei, di circa trentacinque anni, alta, bionda, prosperosa senza essere grassa, con un magnifico seno ed un sedere alto e pronunciato; lui, circa quarantacinque, robusto e muscoloso, dall’aspetto mite, simpaticissimo.
Facemmo subito amicizia, perché mia moglie è un tipo molto socievole, ed attacca subito bottone con chiunque le capiti a tiro; ma anche loro non chiedevano di meglio che di conoscere qualcuno.
Nuotate, soliti giochi nell’acqua, serate nelle locande greche con la loro bellissima musica: le solite cose, insomma.
Sulla spiaggia, un pomeriggio, io mi sdraiai vicinissimo all’acqua, mentre Ingrid stava poco sopra di me; Adriana era vicina ad Ingrid e parlottava con lei a bassa voce, mentre Per, poco discosto, sembrava dormire. Io ero bocconi, con il capo appoggiato sugli avambracci, e sonnecchiavo. Mi svegliai ed alzai lo sguardo: a meno di un metro Ingrid stava a gambe allargate e mi mostrava la sua fica coperta da una peluria bionda. Si accorse che la guardavo, ma non fece nulla per nascondere la sua intimità, anzi, allargò ancor più le gambe. Doveva essere eccitata, perché il sesso era aperto e si vedeva benissimo la rosa mucosa madreperlacea della vagina.
Tornati in albergo, chiesi a Adriana (fra noi c’è totale confidenza) se si fosse accorta di qualcosa; lei rispose che, sì, si era accorta che guardavo Ingrid fra le gambe, ma la cosa non l’aveva disturbata ma, anzi s’era sentita eccitata, come eccitata doveva essere Ingrid, perché stavano parlando di cosa succede nella sauna al loro paese. Mi raccontò che nella sauna, dove si radunano gli amici il sabato, stanno tutti nudi, e nessuno si sente imbarazzato. Il racconto mi eccitò, e quella sera l’amore con Adriana fu più piacevole del solito.
Al termine della vacanza ci fu il solito scambio d’indirizzi, baci, abbracci, e promesse di tenersi in contatto; promesse che non si mantengono mai.
Quella volta, invece, le promesse furono mantenute: Adriana scrisse ad Ingrid e questa scrisse a Adriana.
Con l’approssimarsi dell’inverno Ingrid c’invitò in Svezia. Abitavano in una località dove si poteva sciare, e noi fummo stimolati dalla possibilità di vedere quel paese con tanta neve, in compagnia di persone del luogo. Io, in particolare, ero eccitato al pensiero della sauna con Ingrid e le sue amiche. Anche Adriana era incuriosita, e mi confessò di essere desiderosa di fare quell’esperienza. Da come ne parlava, era abbastanza evidente, per me che la conoscevo bene, che era attratta da Ingrid e, durante la vacanza in Grecia, m’era parso di notare che anche Ingrid non fosse insensibile al fascino della mia mogliettina come, del resto, non era insensibile Per.
Partimmo il 20 dicembre, con l’intenzione di rimanere in Svezia fino al 10 gennaio.
L’accoglienza all’aeroporto fu calorosa; caricammo i bagagli sulla macchina e, dopo un viaggio di un paio d’ore arrivammo al loro villaggio.
La casa era di legno e pareva la casetta dei nani di Biancaneve.
Fummo fatti accomodare in una camera piccola ma molto confortevole e, poiché era ormai sera, dopo esserci sistemati scendemmo per la cena. A tavola si parlò della vacanza in Grecia, quindi passammo ai progetti per il nostro soggiorno. Per era libero dal lavoro fino al 2 gennaio, quindi avremmo potuto andare un po’ di giorni sulle vicine montagne, dove i loro amici avevano una grande casa per le vacanze invernali.
La casa era bellissima! Costruita con tronchi d’albero, aveva un grande soggiorno, unito alla cucina da un varco senza porta. Al centro della parete più lunga del soggiorno, c’era un camino in cui il fuoco ardeva perennemente.
Quando arrivammo c’erano già tre coppie, compresi i padroni di casa, a cui se n’aggiunse un’altra, che arrivò un paio d’ore dopo di noi: in tutto eravamo dieci persone, tutti fra i trentacinque ed i sessant’anni.
Erano persone allegre e ci fecero subito sentire a nostro agio.
La sera festeggiammo l’inizio della vacanza con grandi bevute, approfittando anche del vino che avevamo portato dall’Italia. La serata fu piacevolissima e Ingrid si dedicò a noi, specialmente a Adriana, per farci fare amicizia con gli altri; ma non ce ne fu bisogno, perché tutti si mostrarono più che cordiali.
Andammo a letto un po’ brilli, ma il mattino dopo ci svegliammo ben riposati e pronti ad una giornata sulla neve.
Ci prestarono gli sci da fondo, e tutti insieme andammo a fare una lunga camminata sulla pista, che si snodava in un bosco di abeti: un paesaggio da favola. Ci fermammo per uno spuntino al sacco, con le provviste che avevamo portato da casa, riparandoci dal freddo in una capanna abbandonata.
Tornammo a casa stanchi, ma soddisfatti. Appena entrati in soggiorno, la padrona di casa, che non era venuta con noi, ma era rimasta a casa, ci comunicò che era arrivata anche Elisabetta, una sua vecchia amica nubile, che conoscemmo subito perché era seduta in poltrona accanto al camino. Elisabetta era una donna di circa quarantacinque anni, di una bellezza mozzafiato: come Ingrid era prosperosa, ma non grassa, con capelli biondissimi, occhi color del cielo, una bocca grande e carnosa sempre atteggiata al sorriso, un seno magnifico e delle gambe lunghe e snelle.
Fu deciso di andare a fare la doccia e la sauna tutti assieme, prima della cena, che la padrona di casa aveva preparato con l’aiuto d’Elisabetta.
La sauna era situata in un piccolo edificio, anch’esso di legno, vicino alla casa. Tutti si spogliarono nelle loro camere, e si precipitarono nudi nella sauna, correndo nella neve con grandi risate e gridi d’allegria. Il piccolo edificio aveva tre vani: nel più grande c’erano delle panche addossate alle pareti; in un altro più piccolo c’erano tre docce; infine, nel terzo vano, c’era la sauna, che poteva contenere una dozzina di persone. In previsione del nostro ritorno, era stato acceso il riscaldamento, perciò era tutto caldo a dovere.
Le donne si precipitarono nel locale delle docce; erano sei, ma si arrangiarono a due a due, poi entrarono nella sauna; noi uomini facemmo lo stesso e le raggiungemmo nella sauna. La temperatura era altissima, ma la bassa umidità ci permetteva di sopportarla per almeno sette od otto minuti. Nel piccolo locale eravamo piuttosto stretti, ma nessuno pareva fare caso al contatto con la nudità degli altri. Tutti chiacchieravano allegramente, raccontando le avventure della giornata. Gli uomini scherzavano amichevolmente, prendendo in giro una delle donne per il suo seno prorompente. Uno di loro ebbe un’erezione, suscitando l’ilarità degli altri; nessuno si scandalizzò. Elisabetta era accanto a Adriana, e si dedicava quasi totalmente a lei, mentre io ero accanto ad Ingrid, timoroso di avere un’erezione per il contatto con quella stupenda femmina. Fortunatamente non successe niente, sia per l’eccessivo caldo, sia per la situazione abbastanza imbarazzante, per me non abituato a stare con tante persone nude. Adriana, invece, sembrava sentirsi perfettamente a suo agio, e rideva alle parole che Elisabetta le sussurrava all’orecchio. Dopo una diecina di minuti uscimmo dalla sauna ed andammo all’aperto, a rotolarci nella neve ridendo come matti. Rimanemmo solo pochi secondi, poi rientrammo e ci sedemmo sulle panche del locale grande. Anche qui continuarono gli scherzi e le risate; Ingrid si lasciò baciare da uno degli uomini, che le accarezzò il sedere, portando poi la mano sul seno. Anche gli altri si abbandonarono a carezze sempre più spinte; una delle donne venne vicino a me, e mi diede un bacio sulla bocca, toccandomi, quasi casualmente, il cazzo che, a questo punto, cominciava a diventare duro. Dopo circa un quarto d’ora tornammo nella sauna per una seconda seduta. Ora si sudava copiosamente e mi pareva di sopportare meglio il gran calore, finché uno non gettò alcuni mestoli d’acqua sui carboni ardenti che riscaldavano il locale, e subito la temperatura sembrò alzarsi. Tutti gli furono addosso e, ridendo, gli diedero delle grandi pacche sul sedere. Elisabetta non abbandonò Adriana un solo momento, e le due sembravano amiche di vecchia data. Dopo tre saune ed altrettanti tuffi nella neve fresca, ritornammo in casa per rivestirci. Adriana rimase con Ingrid nel locale di riposo, dicendomi che mi avrebbe raggiunto entro pochi minuti. Arrivò allegra e sorridente quando io ero già quasi vestito. Subito mi disse meraviglie di Elisabetta, ed io notai che, parlando di lei, aveva una luce particolare nello sguardo, cosa che le accade quando è stimolata sessualmente. Le chiesi se fosse successo qualche cosa di particolare mentre erano sole, e lei rispose, che c’era stato solo un piccolo bacio: era stata Elisabetta a baciarla, e lei non si era sottratta, per non offenderla. Io conosco bene mia moglie e so che, per passate esperienze, è abbastanza sensibile alla bellezza femminile. La cosa mi eccitava, anche perché l’atmosfera erotica che s’era instaurata nella casa mi stimolava. Non era successo niente di particolare, ma certe confidenze, certe carezze, certe allusioni, i baci dati in libertà, erano un indizio abbastanza evidente che fra, i membri della compagnia, non c’erano inibizioni, il che non poteva che essere il frutto di una notevole intimità.
La sera a cena le libagioni abbondanti resero l’atmosfera ancor più allegra e disinvolta. Ora uomini e donne si baciavano apertamente, e nessuno stava con la propria moglie. Una delle donne, una stupenda ragazza, n’aveva addosso due, di cui uno era Per, che la palpavano dappertutto con suo evidente piacere. Io mi trovai accanto a Ingrid, piuttosto brilla, che mi si strinse addosso, e presi a baciarla e ad accarezzarla sempre più intimamente. Dopo un po’ m’accorsi che nel soggiorno eravamo rimasti solo noi due. Preso com’ero da Ingrid, senza pensare a Adriana, la presi per mano e la portai nella mia camera. Solo quando stavamo per entrare pensai che forse Adriana era dentro, ma ormai avevo aperto la porta: la camera era vuota. Entrammo, ed in pochi secondi fummo entrambi nudi. Fu una scopata meravigliosa, anche se forse un po’ affrettata. Subito dopo ci addormentammo.
Mi svegliai nel cuore della notte e, vedendo accanto a me il corpo nudo di quella stupenda donna che non era Adriana, mi preoccupai un po’; la svegliai e lei, ancora assonnata, senza parlare prese i suoi indumenti, uscì dalla camera e si avviò verso la sua. Io la seguii e, arrivati sulla porta, lei si voltò, mi diede un rapido bacio, ed entrò richiudendo la porta dietro di sé. Io pensavo ad Adriana: dove sarà? Con chi? La gelosia cominciò a farsi strada dentro di me, quando la vidi uscire dalla camera di Elisabetta: non mi aveva visto, e si diresse verso la nostra camera. Io la raggiunsi subito e lei:
-Dov’eri? – ed io, mentendo, – Ti stavo cercando, e tu, dov’eri? -, lei, senza imbarazzo rispose: – Io ero ubriaca, ed Elisabetta mi ha portata nella sua camera, dove mi sono addormentata. –
Andammo a letto e dormimmo fino al mattino inoltrato.
Il giorno successivo ci trovammo tutti in soggiorno per la colazione; nessuno pareva provare imbarazzo per quello che era successo la sera prima. Per era, come sempre, affettuosissimo con Ingrid, ed anche le altre coppie si erano riformate normalmente. Solo Elisabetta sembrava ricordare la serata, e non si staccava un istante da Adriana, guardandola con occhi adoranti. Io sentivo un certo imbarazzo in quella situazione, ma tutto finì quando uscimmo per un’altra giornata di sci.
Nel tardo pomeriggio, dopo il ritorno a casa, andammo di nuovo tutti nella sauna. Ora vedevo tutto con occhi diversi, non provavo più imbarazzo ed il contatto con la nudità delle donne che mi stavano vicine, mi eccitò al punto che ebbi un’erezione. Nel locale di riposo le affettuosità ripresero come il giorno prima, ma questa volta tutto era molto più esplicito, e le coppie non erano più le stesse. Poiché Ingrid stava con uno degli altri uomini, ed Adriana faceva ormai coppia fissa con Elisabetta, io ero rimasto solo e fui avvicinato da Per. – Ti stai divertendo, – mi chiese, – Molto, – risposi. – Forse ti stupirai per la libertà che c’è fra le coppie-, continuò lui, – Ma siamo molto affiatati, e ci conosciamo da tanti anni. Ti sei divertito con Ingrid ieri sera? – Io mi sentii sprofondare ed arrossii. Lui rise, e subito aggiunse. – Ingrid mi ha detto che sei un amante favoloso e non mi stupisco, ora che vedo come sei dotato-. Io mi sentivo tremendamente a disagio; lui se n’accorse e, per rassicurarmi, mi disse che loro non conoscevano la gelosia e che potevo liberamente fare quello che volevo, senza sentirmi in imbarazzo. Mentre parlava la sua mano si appoggiò sulla mia coscia. Io non ci feci caso: il locale era piuttosto stretto ed era naturale che i corpi venissero a contatto. Una delle donne si avvicinò a noi e si mise in mezzo dicendo: – Che fate da soli voi due? Non avrete mica idea di lasciare sola una ragazza. – Così dicendo, allungò le mani e impugnò i nostri membri, che subito si rizzarono. Fummo i primi a decidere di lasciare la sauna. Mentre facevamo la doccia, io accarezzai la donna sul sedere, mentre Per le strizzava le mammelle. Uscimmo di corsa e ci precipitammo nella mia camera, ancora nudi. Ci sdraiammo sul letto ed io mi avventai sulla fica della donna, leccandola con voluttà. Per prese il mio cazzo e lo menò un po’, poi lo prese in bocca: ero tanto eccitato da quella situazione, che se non lo avessi allontanato avrei goduto. La donna, intanto, godeva con dei gemiti di piacere. Ad un certo punto disse: – Prendetemi tutti e due insieme-. Era un invito allettante: le alzai le gambe e le leccai il forellino per lubrificarlo; poi, dopo averlo allargato con le dita, la feci mettere su un fianco e la sodomizzai, invitando Per a metterglielo davanti. Eravamo così impegnati quando la porta si aprì ed entrò Adriana: non si scompose, ma venne vicino a noi ed osservò la scena interessata ed evidentemente eccitata. La presenza di Adriana eccitò tutti quanti, ma specialmente me, che subito eiaculai nel culo che stavo penetrando. Anche Per godette e, come me, si voltò supino soddisfatto. Adriana eccitata dalla scena a cui aveva appena assistito, si precipitò sulla fica grondante di sperma, e la leccò avidamente, come un’assetata. La donna, che non aveva smesso di godere, emise un grido di piacere e si premette il capo di Adriana sulla fica. Fu un’orgia memorabile, ma Per non pareva soddisfatto e, del resto, anch’io sentivo che qualche cosa era rimasto incompiuto.
Il giorno dopo, durante la solita sauna, Per mi disse che gli sarebbe piaciuto se la sera io avessi raggiunto lui ed Ingrid nella loro camera. Acconsentii e, dopo cena, quando tutti si stavano scatenando in un’orgia collettiva, Ingrid, Per ed io ci dirigemmo verso la loro camera. Mentre stavamo allontanandoci, Ingrid strizzò l’occhio ad Adriana, che stava limonando con Elisabetta, in un chiaro invito ad unirsi a noi. L’invito fu raccolto e le due donne ci raggiunsero. Sul letto successe di tutto, Per si impossessò del mio cazzo e mi fece un favoloso pompino. Le tre donne non si scomposero e cominciarono a leccarsi fra di loro. Ad un certo punto Per si mise su un fianco, voltandomi la schiena e mi invitò a metterglielo nel culo: non l’avevo mai fatto, ma la situazione era talmente eccitante che glielo puntai e cominciai a spingere. Evidentemente lui era abituato e si era lubrificato, perché entrai senza difficoltà. Mentre l’orgia era in pieno svolgimento, si aprì la porta ed entrarono tutti gli altri. Non riuscivo più e rendermi conto di quello che succedeva. I gemiti e gli urli di uomini e donne si sovrapponevano; io mi sentii penetrare da un piccolo cazzo, e la cosa non mi disturbò, mentre vedevo Adriana che, a sua volta, era presa da due uomini contemporaneamente.
Fu un’orgia memorabile, come mai avrei pensato che fosse possibile.
Il giorno che la vacanza terminò, tutti promisero che ci saremmo rivisti durante l’estate al mare, in Italia. Non vedo l’ora! FINE