Quella volta che sono entrata in quel sexy shop, ho incontrato per caso uno degli articoli più strani che avessi mai visto. Dentro una scatola di plastica, c’erano sei tubi trasparenti di vetro solido, allungati ed affusolati, ciascuno lungo venti centimetri, con diametri crescenti. Il loro utilizzo era ovvio, aumentare gradatamente la dimensione di penetrazione anale o vaginale. Quello più sottile era appena più piccolo di un normale indice; quello più grosso aveva almeno venti centimetri di circonferenza. Non mi sembrava probabile che potesse mai entrare nella mia fica, men che meno nel mio buco più piccolo, posteriore. Ma valeva la pena di fare una prova, e questi tubi sembravano qualcosa di veramente diverso dalle solite cose.
La commessa ha riso e poi è arrossita quando le ho domandato se potevo averli in confezione regalo, sapeva a cosa servivano ma sembrava troppo riservata per farlo capire. Così col mio pacco regalo mi sono diretta verso casa, non ne potevo più di arrivare per darli a Danielle. “Cos’è?” ha domandato dalla sua posizione prona sul divano, quando sono entrata nella stanza e le ho dato il pacco avvolto nella carta colorata. Ho sorriso “Aprilo.” Mi sono seduta all’altro lato del sofà, vicino ai suoi piedi. Non appena mi sono seduta, Danielle ha spostato le gambe da me. Ha alzato le ginocchia e le ha aperte leggermente, potevo vedere sotto la gonna l’inguine coperto da stoffa satinata che contrastava col color crema delle sue gambe. Sapeva della bella visione che mi dava, le piaceva e perciò non faceva nulla per evitare che potessi studiare la stoffa che copriva la sua bella micia. Con attenzione ha tolto la carta al dono con un largo sorriso sul viso, mentre io tenevo gli occhi incollati alle sue mutandine. Quando, finalmente, ha scoperto i sei tubi, ha rantolato forte. “Laura! Non ci credo! Sono le cose più sexy che abbia mai visto. Dove li hai trovati?” “Al sexy shop. Ti piacciono veramente?” “Ragazza, li sento già dentro di me!” Ho sorriso. “Sono soprattutto per metterli nel tuo… uh, sai, il tuo didietro.” Danielle è arrossita, coprendosi la bocca con la mano libera tenendo sempre il pacco nell’altra. “Cosa avrai pensato due secondi dopo aver aperto la confezione: come potrà quello più grosso entrare nel mio piccolo buco?” Ho riso. “Debbono entrare in sequenza, dal più piccolo al più grande; dopo di che il tuo piccolo buco attraente sarà espanso a sufficienza, sarà pronto probabilmente per un palo del telefono.” La bocca di Danielle si è allargata per la sorpresa alle mie parole volgari, si è seduta improvvisamente, dondolando le gambe e, sempre tenendo il regalo, mi ha avvolto un braccio intorno al collo e ha portato le labbra al mio orecchio sinistro. “Scommetto che stasera non riuscirò a prendere il più grosso” ha bisbigliato sensualmente, evidentemente mi stava stuzzicando, quasi mi stava implorando di farlo. Ha sottolineato le parole con un colpetto della punta della lingua dentro il mio orecchio super sensibile. Sono rabbrividita al tocco della sua lingua, come facevo sempre. “Sicuramente mi piacerebbe provare,” ho detto chiudendo gli occhi e godendo la sensazione della sua grossa tetta contro il mio braccio. “Saresti sorpresa se sapessi cosa ho pensato quando li ho visti.” “Farà molto male?” ha domandato, la sua espressione era melensa. “Forse” ho risposto. “Lo voglio, Laura.” “Allora proviamo” “E me lo farai ora?” ha chiesto a voce più alta. Era ovvio che già pregustava quello che le avrei fatto. “Se lo vuoi lo voglio anch’io” ho risposto con una calma, in maniera quasi fredda, fingendo che la cosa non mi interessasse, ma la mia mente correva alla meravigliosa possibilità di vedere allargarsi lentamente, per gradi, il del buco del culo del mio amore. “Sai che lo voglio, non prendermi in giro!” è sbottata. “Dove lo vuoi fare? Qui?” “Se vuoi” ho continuato, nascondendo un sorriso dietro le labbra. “Nella camera da letto?” ha continuato. “Non importa” ho risposto e la mia voce sembrava di ghiaccio. Alla fine sono scoppiata a ridere e lei ha capito che la prendevo in giro. “Piccola puzzolente! Dovrei spingerti dentro subito il più grande! Meriteresti che lo facessi.” “Non voglio rovinare il tuo divertimento” ho detto girando il viso verso il suo e portando una mano dietro la sua testa. Lentamente ho avvicinato la sua testa alla mia, fino a che le nostre labbra non si sono strofinate le une contro le altre. Il momento era elettrico. Ho sentito la sua mano mettersi sotto il mio seno destro, prenderlo delicatamente. “Sarà divertente anche per te” ha bisbigliato, le sue labbra si muovevano sulle mie mentre parlava riempiendo la mia bocca col suo respiro. Il nostro bacio, allora, è diventato caldo ed appassionato, pieno di amore ed emozione. Ho tirato il suo viso contro il mio, guidando le mie labbra contro le sue, scagliando la mia lingua tra le sue labbra ed i suoi denti. Lei ha cercato la mia lingua dolcemente.
Il bacio è continuato per un tempo infinito, abbiamo sfruttato l’atmosfera elettrica per far correre le nostre mani sopra il corpo dell’altra. Quando il bacio è finito, le nostre camicie erano mezze aperte e le nostre gonne erano alzate sulle anche. Ero completamente sudata e ho lasciato la mano intrappolata tra le sue gambe, spingendo contro il suo inguine, afferrando le labbra della micia. “Voglio farlo qui” ha detto. “E ora!” Il suo tono non ammetteva repliche. “Prendi la vaselina.” Abbiamo interrotto l’abbraccio. Mi sono alzata e ho fatto cadere la gonna guardando Danielle. Era in completo disordine, i capelli arruffati, la gonna intorno alla vita, la camicia parzialmente aperta. Tra le gambe aperte il cavallo delle mutandine era spinto in fondo e mostrava l’intera lunghezza della fessura della fica; la testa appoggiata allo schienale del divano, la bocca semi aperta. Avrei voluto tuffarmi tra le sue gambe aperte, abbassarle le mutandine e succhiarle la micia fino alla fine dei tempi, ma ho chiamato a raccolta sufficiente forza di volontà per girarmi ed andare in camera da letto a prendere la vaselina. Con il vasetto in mano sono tornata nella stanza, con mia sorpresa Danielle aveva cambiato posizioni, ora era inginocchiava in mezzo al divano, il corpo piegato, stava appoggiata agli avambracci per sostenere il torso, la testa sulle braccia. Si era tirata la gonna sulle anche, le mutandine non avevano mai avuto un aspetto più invitante mentre abbracciavano la metà inferiore del suo culo splendido. La fessura del suo culo ha attirato il mio sguardo, senza dire una parola sono sgattaiolata sul sofà dietro di lei. Tra le ginocchia si era messa premurosamente il pacco aperto di dildo anali, luccicanti, riflettenti varie sfaccettature di luce. Ho posato il vaso di vaselina dietro il pacco e ho messo le mani sul suo culo, sopra l’elastico delle mutandine. Mi sono chinata in avanti, ho messo le labbra sulle mutandine, in mezzo alla fessura, e l’ho baciata delicatamente. Si è lamentata sottovoce, quasi in un ronzio, quando ho piantato dozzine di piccoli baci sulla sua biancheria intima lungo l’intera fessura che divideva i magnifici globi. “Che bello, Laura,” ha sospirato. “Non fermarti, baby.” Non avevo alcuna intenzione di fermarmi, ho continuato a baciare la parte posteriore delle morbide mutandine e Danielle ruotava le natiche con un lento movimento circolare. Quando le mie labbra hanno deviato verso la parte superiore degli slip, dove la fessura del culo era nuda ed esposta, ho lasciato che la mia lingua vagasse nella fessura e leccasse. È sembrato che le piacesse di più ed i lamenti ed i gemiti di “Ohh!” e “Ahhs! sono aumentati ogni volta che la mia lingua cercava la fessura scoperta. Ho continuato a lungo il mio assalto di baci al suo culo, più di venti minuti penso, portando la povera ragazza ad una frenesia di eccitazione sessuale. Le mutandine erano bagnato della mia saliva, soprattutto sulla fessura, quindi ho abbassato le mani e ho infilato gli indici nell’elastico ai lati delle anche. “Cosa stai facendo?” ha domandato, fingendo di non sapere la risposta. “Ti tolgo le mutandine” ho bisbigliato raucamente alzando la testa per vedere la fragile stoffa scivolare lentamente sui globi di alabastro, rivelando centimetro dopo centimetro la bellezza squisita del didietro perfetto di Danielle. Quando la parte superiore degli slip ha raggiunto la regione anale, già leggermente aperta per la posizione inginocchiata, curva su di lei ho fissato l’area color seppia che fiancheggiava la parte bassa della fessura. Trascinandole ancora ho tirato la stoffa oltre la “V” invertita delle sue gambe, esponendo i dolci ricci, color rame della micia che tanto amavo. Questa donna faceva uscire l’animale che c’è in me, e lo sapeva. “Hai un culo tanto splendido, Danielle,” ho detto raucamente, ma invece di concentrarmi sui bei globi, ho fissato le appiccicose ben inumidite labbra della micia che si intravedevano. Sentivo il pungente odore femminile, non c’è odore più dolce al mondo; la fragranza della sua fica era al miele. Istintivamente ho portato le labbra ai peli della parte posteriore della micia e l’ho baciata leggermente, provocando un forte lamento proveniente dal profondo della sua gola. I peli erano così morbidi, il profumo così meraviglioso. Ho portato le mani alla parte superiore della “V” delle sue gambe poi, usando i pollici, ho separato le labbra circostanti l’ingresso vaginale, con ciò esponendo la superficie molle, rosa, luccicante dell’interno della fessura. Ho strisciato le labbra contro la porta aperta, suscitando ancora un altro lamento prolungato del mio amore. L’ho stuzzicata permettendo solo all’orlo delle mie labbra di toccare i tessuti molli delicatamente. Imbaldanzita dai suoi sospiri, ho mosso le labbra verso l’alto e ho depositato morbidi baci sulla parte bassa del culo, proprio all’interno della fessura di divisione, ponendo attenzione a non toccare, non ancora, il delicato bocciolo di rosa che presto avrei violato. Quando le ho posato là le labbra, ha espirato rapidamente e ha detto qualche cosa di completamente inintelligibile. Ho spostato i pollici dagli orli esterni della sua vagina all’interno del culo e ho diviso le pareti della sua apertura inferiore. Ora il suo ano era dischiuso completamente e mi faceva l’occhiolino. Come sembrava piccolo ed innocente! Una morbida, rugosa apertura anale mi eccitava più di qualsiasi altra parte del corpo di una donna, e Danielle non faceva eccezione.
Il piccolo buco non sembrava in grado di ricevere niente più di un indice, ma avevamo visto che tutto ciò che di fallico eravamo riuscite a trovare, candele, banane, cetrioli, carote, manici della frusta, dildo di ogni forma e taglia, poteva trovare la sua strada nel buco del culo di Danielle. Ho fissato a lungo l’ano color rosa, circondato da un’area seppia, poi mi sono chinata in avanti e l’ho baciato leggermente. “Ahhh! Che bello, Laura! Fallo con la lingua, baby.” “Mi dispiace, bambola” ho bisbigliato alzando leggermente la testa “Voglio prima provare i nuovi dildo.” “Solo una piccola leccata…” “Shush! Forse come un regalo se riuscirai a prendere quello grande, ammesso che tu riesca ancora a sentire qualche cosa!” Ho riso pensando se sarebbe riuscita veramente a prendere il più grosso; ne il culo di Danielle ne il mio avevano mai assaggiato qualcosa di così grosso. Ho spostato le mani dal suo culo e ho preso il vaso di vaselina che si trovava ancora dietro i dildo luccicanti. “Bene, bambolina, ti ungo per la nostra piccola sessione. Sei pronta?” “Mm mm…” “Apriti bene così mamma potrà lubrificare l’ano della ragazzina.” Danielle ha spostato le mani al suo culo ed obbedientemente ha allargato le chiappe esponendo l’ano. “Molto bene, è una piccola apertura talmente attraente” ho detto con un ghigno spalmando il lubrificante con l’indice destro. “Qui ora, tieni stretto!” Ho detto muovendo la punta del dito al centro dell’ano gommoso. “Ahh!” ha gridato sentendo la rigidità del mio dito toccarle la porta delicata. “Tranquilla, amore” ho bisbigliato concentrando i miei sforzi a muovere il dito lentamente nei tessuti flessibili. Col mio dito così unto non c’era alcuna resistenza, entrava facilmente tra una serie di bassi lamenti. “Oh, è dentro!” ha esclamato, allargando un po’ di più le natiche per permettere al dito di entrare. “Mm” ho detto sottovoce. “È così caldo lì dentro, e così morbido!” Ho mosso il dito sui vellutati muri rettali, suscitando una serie di lamenti gutturali. Ho tenuto il dito dentro di lei a sufficienza per dare un buon rivestimento di lubrificante al suo tubo, dentro e fuori. Quando l’ho tolto il buco del culo brillava. Eravamo pronte per il grande momento, mi sono spostata sul sofà, appoggiata alle natiche così da sedermi direttamente dietro a lei, curva sopra la bionda, le mie gambe aperte ai suoi fianchi, il mio vestito oltre la metà delle mie gambe. Ho guardato giù tra le mie gambe per vedere il mio inguine coperto dalle bianche mutandine; la stoffa sottile era evidentemente bagnata dai miei copiosi umori vaginali. Mi sentivo attaccaticcia tra le gambe, per una momento ho pensato di spostare le mutandine, ma ho deciso che lo sforzo che avrei dovuto fare non valeva la fatica. Danielle continuava a tenere aperto il portale per me. Ho preso il primo dildo di vetro dalla scatola. Era lungo venti centimetri e molto sottile, estremamente duro e rigido, piuttosto freddo al tocco. Tuttavia c’era qualche cosa di sexy in lui, forse il pensiero che dovesse entrare in lei, forse la novità. Qualunque cosa fosse, ambedue cercavamo la stessa cosa, che il suo culo fosse violato dall’aggeggio. Ho preso il cilindro tra pollice e indice a 45 gradi, la punta affusolato giusto a meno di un centimetro dietro il buco brillante. “Questo è una sciocchezza” ho detto mettendo la mano libera all’inizio delle sue natiche per sostenerla. “Fallo lentamente” ha bisbigliato anticipando il mio movimento successivo. “Baby” ho detto mettendo la dura punta al centro della piccola apertura. “Rilassati, lascialo entrare. Non opporti. Là, ha già attraversato la porta.” Ho guardato in estasi come il tubo di vetro attraversava lo sfintere. “È così bello!” ha sospirato contorcendo il culo per accogliere il duro invasore. Usando solo due dita riuscivo piuttosto facilmente a penetrare il buco del culo con il cilindro. Quando ho fatto girare il tubo tra pollice ed indice, facendolo ruotare leggermente nel suo culo, Danielle ha inspirato profondamente tre volte tra i denti, godendo della sensazione. “È così duro!” ha esclamato. I muri flessibili del retto hanno ceduto facilmente al primo e più piccolo dei nuovi dildo. Ci ho giocherellato lasciandoglielo nel culo solo per qualche momento prima di toglierlo e nel farlo ho visto uscire, insieme a lui, della vaselina. L’ho riposto nella scatola e ho preso il cilindro di vetro seguente più grosso, della stessa lunghezza del primo, ma con un diametro maggiore di un centimetro e mezzo, il gioco continuava…
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