Ultimi racconti erotici pubblicati

Verso la totale sottomissione

“Vammi a comprare un bel completo di biancheria provocante, che stasera devo vedere un “amico. ” Corsi in un negozio e comprai, consigliato da una giovane commessa un bellissimo completo bianco con tanga, reggiseno a balconcino e reggicalze e tornai immediatamente a casa. Lei mi fece mettere come al solito in ginocchio, pantaloni e boxer abbassati ed aprì la scatola. Io pregustavo intanto di poterLa ammirare nel nuovo completo e magari anche di poterlo “inaugurare” con una scopata. Ma mi sbagliavo di grosso. Rimase contenta, prendendo in mano il completo e mi disse:
“beh almeno servi a qualcosa, hai soldi e buon gusto. Credo che sarò irresistibile stasera. Ho proprio voglia di fare la troia. Adesso abbassa la testa fino a terra che me lo provo e non voglio che tu veda niente. Visto che come al solito hai già quell’inutile cazzo duro. ” Obbedii immediatamente mi abbassai fino a toccare con la fronte il pavimento così Lei poté provarsi il completo. Avevo le mani dietro la schiena e le ginocchia allargate come da precise istruzioni. Ascoltai il frusciare dei Suoi vestiti.
“Bene, merda, sto proprio bene con questo. Visto che sei stato bravo ti concedo un piccolo premio. ” Mi azzardai, sempre immobile nella mia posizione, a chiedere se mi avrebbe concesso di guardarLa e magari toccarLa. La sua risposta fu secca e negativa.
“Nemmeno per sogno, bavoso, al massimo ti posso far annusare le mutandine che ho tolto. ” Me le gettò vicino al viso. Mi mise un piede sopra la mia testa tenendomela schiacciata a terra. Io con una mano avvicinai le Sue mutandine odorando i suoi umori eccitatissimo.
“Dai, cretino, fatti una sega. Che se no scoppi. Io voglio tenermi pronta per stasera. ” La situazione fece sì che con soli quattro colpi venni abbondantemente tra le Sue risa di scherno e lo sperma colò a terra.
“Adesso pulisci il pavimento con la lingua e poi vai via, io vado a vestirmi. Sono stata anche troppo buona e paziente con te a sorbirmi i tuoi penosi spettacolini. Le mutandine puoi tenerle, lavale e riportamele. Prima di uscire apparecchiami la tavola che ho in programma una cenetta a lume di candela. ” Ringraziai e leccai da terra tutto lo sperma che avevo spanto. Lei controllava divertita indicandomi tutti i punti dove dovevo leccare. Aspettai che fosse uscita dalla stanza per rialzarmi. Feci quello che mi aveva ordinato. Questo fu il Primo segnale di un nuovo regime di “castità” ed umiliazioni che mi stava preparando. Intanto metteva, alla prova la mia obbedienza e la mia pazienza nei modi più assurdi per eccitarmi e tormentarmi, ma almeno ciò si concludeva spesso in qualche modo con una soddisfacente scopata. Seppur condita di divieti ed umiliazioni. Dovevo immancabilmente ringraziare in ogni fase del rapporto, dovevo subire offese e risa di scherno, quando non ceffoni, per presunte insufficienze erettive o di resistenza, dovevo sempre pulire con la lingua ogni tipo di residuo, ma comunque tutto sommato avevo qualche soddisfazione finale per le mie fatiche. Le cose iniziarono a complicarsi seriamente quando iniziò a pensare che non fossi alla sua altezza e non meritassi nessun tipo di soddisfazione sessuale. Iniziò interrompendo bruscamente una scopata apostrofandomi così:
“sono proprio stufa del tuo inutile cazzo, non capisco perché ti concedo ancora di mettermelo dentro di tanto in tanto, bisogna che riprendiamo le distanze, una merda come te non dovrebbe avere simili soddisfazioni. E che tu in qualche modo raggiunga i tuoi penosi orgasmi maschili mi ha proprio stufato. Sarà meglio che ti dia nuove regole e ti rimetta al tuo posto. ” Non avrei tardato a capire cosa intendesse e soprattutto non avrei tardato ad adattarmi perfettamente alle nuove regole.
“tutto sommato ho uomini senz’altro migliori di te da cui farmi sbattere quando ne ho voglia, non mi sembra giusto che tu nella tua posizione abbia certi onori. ” Il cazzo mi era diventato letteralmente di marmo, Lei lo guardò e mi ordinò di mettermi immediatamente a finire il “lavoro” facendola godere con la mia bocca. Si distese allargando le cosce ed aprendosi il sesso con le dita disse
“vieni a leccare cretino e metti via quel coso inutile, dovrai imparare a controllarti. Ti garantisco che non vedrà la mia fica mai più, e nemmeno quella di nessun’altra. ” Pochi giorni dopo arrivò una Sua telefonata, dovevo tenermi libero, per una serata con Lei. Non sapevo se essere lusingato o preoccupato. Dall’ultima volta non mi aveva più chiamato e temevo di dover essere messo ancora alla prova. Arrivai, ovviamente puntuale per le 19. 00. Mi aveva ordinato una cassa di champagne, ma di speranze che mi si prospettasse una serata tranquilla, ne avevo ben poche. Ed ovviamente non mi sbagliavo.
“Come stai, tesoro. ” Mi accolse, bellissima in accappatoio, appena uscita dalla doccia. Si accomodò sul divano ed io, senza che nemmeno dovesse dire nulla, ero già in ginocchio. Poiché solitamente dovevo mettermi in quella posizione con i pantaloni calati, iniziai a slacciarmeli.
“Fermo, fermo non voglio vedere niente dei tuoi miseri “spettacoli”, piuttosto abbassa lo sguardo. ” Si era lentamente alzata il bordo dell’accappatoio fino a pochi centimetri dall’inguine e la sua mano indugiava, sopra la stoffa, accarezzandosi il monte di venere.
“Devo dire che l’ultima volta mi hai fatto quasi pena. Vederti in ginocchio a masturbarti annusando le mie mutandine. Ma poi nel corso della serata, quando ero con il mio amico, mi bagnavo ogni volta che ripensavo a quella scena. Se ne è accorto anche il mio amico del mio stato di eccitazione. E bisogna dire che ne ha approfittato, complice anche quel completo sexy che mi hai regalato. ” Il Suo piede intanto aveva risalito la mia gamba, ed ora si strusciava sul mio cazzo durissimo, imprigionato dolorosamente nei jeans.
“L’idea che ho avuto di negarti qualsiasi soddisfazione sessuale mi sembra eccezionale. Non trovi? ” Mi limitai ad annuire con al testa. mentre il suo piede ora schiacciava forte, costringendomi ad arretrare sedendomi sui miei talloni.
“Ho provato a parlare, in modo generale della cosa con lui, ma mi è sembrato non capisse. Mi piacerebbe farti assistere ad una mia scopata: a quello che tu vorresti tanto ma che non puoi più avere. Forse però è troppo presto. Ma prima o poi…. ” Si spostò sul bordo del divano per poter esercitare meglio la pressione del piede. Ormai mi faceva proprio male mi stava schiacciando e mi sorrideva eccitata. Muovendosi però l’accappatoio si scostò ed il mio sguardo fu meccanicamente attratto dall’ombra del Suo pube. Lei se ne accorse ed uno schiaffo mi fece riabassare immediatamente lo sguardo.
“Che cazzo guardi, stupido, non è roba per te questa. Stasera lui ed un paio di amici verranno qui dopo cena. Tu dovrai preparare tutto, poi ti chiuderò da qualche parte, potrai uscire quando saranno andati via. E farai le pulizie. ” Un calcio ben assestato fu il segnale che aveva finito con le disposizioni.
“Io vado a prepararmi, tu mettiti al lavoro. ” Ovviamente eseguii gli ordini, fortunatamente conoscevo bene la casa. Quando ebbi finito arrivò Lei, in minigonna ed una maglia aderente che esaltava le sue splendide tette.
“Come sto? ” Sfilò davanti a me lisciandosi la gonna ed accarezzandosi con le due mani il seno. Mi tastò in mezzo alle gambe sorridendo. Poi mi disse:
“guarda qui, mi sono vestita come una volta tu mi chiedevi di fare. ” Alzò un poco la gonna: aveva le calze autoreggenti e delle mutandine nere piccolissime.
“Mi sento proprio in forma. Dì la verità cosa daresti per potermi anche solo toccare, merda. ”
“Inginocchiati. ” Mi prese la testa per i capelli dietro la nuca. Con l’altra mano teneva sempre alzata la gonna. Mi spinse la faccia a pochi millimetri dal triangolino di pizzo nero che coprivano appena il cespuglio del suo pube.
“Ti piacerebbe vero? Annusa, ho una voglia che non puoi avere nemmeno un idea. ” Annusai cercando di avvicinarmi ma la sua mano mi teneva ferma la testa.
“Dai tira fuori la lingua, cretino. ” Cercai di avvicinarmi con la lingua, ma lei tenendomi per i capelli non mi permetteva di avvicinarmi troppo. Riuscii appena a sfiorare il pizzo con la punta della lingua. Lei rideva:
“Ti piacerebbe…. ” Poi strattonandomi indietro:
“leccami le scarpe. ” Obbedii e scesi a leccarle le scarpe mentre Lei continuava a parlarmi. la dolcezza del suo tono non coincideva però con la durezza delle parole:
“Vedrai che un po’ alla volta imparerai che tu non puoi più avere queste cose, rimpiangerai i vecchi tempi, e potrai al massimo masturbarti qualche volta quando te lo concederò. ” Poi voltandosi a controllare il lavoro, mi carezzò la testa complimentandosi per come avevo preparato il soggiorno per l’arrivo dei Suoi amici.
“Andiamo tra poco saranno qui e non voglio che ti vedano. ” Mi portò nel magazzino interrato dove mi fece spogliare. Mi guardò con il Suo usuale sguardo beffardo.
“Che palle! hai ancora il cazzo duro. Ma allora ti ecciti anche ad essere trattato da sguattero? ” Da uno scaffale prese una scatola, dentro c’era una catena. Mi fece inginocchiare e mi legò con la catena il collo ad un termosifone. Fece per andarsene, poi tornando sui suoi passi, prese dalla scatola anche un paio di manette e mi legò le mani dietro la schiena.
“Così non ti sfinisci di seghe tutta la sera, porco. Bene, ora stai fermo e buono. Buon divertimento. ” Spense la luce e chiuse la porta a chiave dietro di sé. Sentii musica e risa per tutta la sera. Poi con angoscia mi accorsi che stavano uscendo, tutti. Per ore la casa rimase in silenzio. lei era uscita lasciandomi in quello stato. Solo a notte inoltrata, anche se non sapevo che ora fosse, la sento rientrare. Ma non è sola. Dalle voci sembra essere in compagnia di un’altra donna. Dopo poco viene ad aprirmi. Ero in ginocchio con la testa trattenuta quasi a terra dalla catena, ma cercai lo stesso di alzare lo sguardo verso di Lei.
“Passata una bella serata? ” Mi domanda ironica, mentre con un piede calzato in una bellissima scarpa nera con il tacco si era insinuata sotto di me tra le mie gambe.
“Ho una sorpresa per te. Una mia amica dorme a casa mia questa notte. Le ho confidato qualcosa del nostro segreto. Sembra interessata a vederti. ” Cerco di dirLe che non voglio che nessuno mi veda in quelle condizioni. Ho un nome ed una immagine, la mia foto e spesso sui giornali sulla pagina della politica. Ma Lei ride.
“Tu fai quello che dico io e basta. Cerca piuttosto di comportarti bene. non vorrei doverti picchiare davanti a lei. ” Mi slega, Ma tiene la catena legata al collo. Con quella mi trascina al piano di sopra nudo. Mi sbatte in ginocchio davanti ad una splendida creatura. Federica si chiama. Ha solo diciotto anni. Potrebbe quasi essere mia figlia. Bellissima occhi scuri, capelli a caschetto ed un fisico magro ma con tutte le curve a posto. Rimane a bocca aperta nel vedere un uomo nudo ed incatenato proveniente dalla cantina dove è rimasto per ore. Lei mi fa abbassare la testa fino agli anfibi di Federica ordinandomi di leccarglieli. Intanto racconta alla sua amica, con dovizia di crudi particolari il mio stato di schiavitù. Federica si sporge incredula a guardarmi mentre le lecco le scarpe, mormorando a Lei un
“no dai lascia stare, cosa fai? “.
“No Fede è bene che tu lo veda all’opera. Questa notte lo teniamo con noi poi se vuoi posso anche prestartelo qualche volta. ” Mi mette un piede sulla nuca e continua a parlare mentre io ho ormai lucidato gli anfibi della Sua nuova amica.
“E’ comodo ti fa da autista e da cameriere, ti copre di regali e tu non devi fare nulla in cambio. Io non gliela do nemmeno più e lui è contento lo stesso. Può servirti per sfogarti quando sei incazzata o eccitata. Quando vuoi giocare. Lui è sempre a disposizione. ” Poi disse una cosa che mi fece letteralmente gelare.
“E poi un uomo nella sua posizione ridotto in questo stato è ricattabilissimo. Conviene approfittarne. ” Sgocciolii Non ebbi il tempo di riflettere su questa minaccia. Lei mi ordinò di risistemare il salotto mentre loro si preparavano per la notte. Quando ebbi finito Lei mi chiamò in camera.
“Fede è sconvolta, non crede che tu sia divenuto mio schiavo per libera scelta. Diglielo tu. ” Confermai. Erano tutte due in reggiseno e mutandine sul letto. Bellissime. In un primo momento credevo avessero intenzione di fare sesso tra di loro, ma poi capii che in realtà, per ora, volevano solo scherzare e giocare. Mi ordinarono di portare da bere e mi fecero mettere, al solito, in ginocchio ai piedi dl letto le gambe larghe, le mani dietro la schiena e lo sguardo a terra.
“Dai Fede, lasciati andare. Non ti capiteranno altre occasioni di avere un uomo a tua completa disposizione. Divertiti un po’ con lui. ” Io rimanevo fermo in attesa di ordini. Federica evidentemente anche per la sua giovane età si vergognava, ma sembrava anche molto intrigata dalla situazione. Lei invece non aveva nessuna intenzione di desistere. Voleva provare per la prima volta a cedermi a qualcuno.
“Facciamo così, Fede, io scendo un’oretta a guardare la tv, tanto non ho sonno. Tu rimani qui con lui. L’importante è che tu ne faccia quello che vuoi. Senza limiti. ” Federica scuoteva la testa. Era impaurita, ma non riusciva a dire di no.
“Dai facciamo così. Te lo chiederà lui. ” E rivolta a me con tono sprezzante:

About Esperienze erotiche

Mi piace partecipare al progetto dei racconti erotici, perché la letteratura erotica da vita alle fantasie erotiche del lettore, rispolverando ricordi impressi nella mente. Un racconto erotico è più di una lettura, è un viaggio nella mente che lascia il segno. Aiuta il sito chattando con le ragazze cliccando QUI. Iscrizione gratuita!

Leggi anche

Dominatrix

Finalmente anche quel lunghissimo venerdì di quella devastante settimana stava per finire. Erano le undici …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

LINGUAGGIO ESPLICITO

Ciao. ERZULIA è un sito di racconti erotici per adulti.

Hai meno di 18 anni? Gentilmente lascia questo sito.

Il linguaggio è esplicito e sono presenti fotografie sexy.

Se chiudi quest'avviso, accetti di leggere i nostri racconti.

Questo si chiuderà in 21 secondi