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Lisa e la tratta delle slave

NOTA DELL’AUTORE
Quella che segue è una delle avventure che vede protagonista Lisa, mia sorella, diventata una brava e famosa giornalista di un quotidiano romano.

“Pronto? … Lisa? ”
“Si.. chi è? … ah Direttore… ”
“Senti, … ti ho telefonato per affidarti un pezzo per il numero di… ”
Era il Direttore del quotidiano per cui lavorava da diversi anni ormai, Lisa aveva 25 anni allora, e la professione di giornalista le piaceva, le dava modo di viaggiare per il mondo e conoscere nuova gente con la quale spesso condivideva qualche ora di sesso… il pezzo che le era stato affidato era roba delicata, un caso di cronaca, forse una specie di tratta di giovani ragazze slave portate in Italia con la promessa del lavoro e finite poi in chissà quali mani… le indagini avevano portato a poco e Lisa aveva bisogno di maggior informazioni, il suo pezzo avrebbe dovuto far luce sul caso…

“ok signorina… hai carta bianca, ma sta attenta quella è gente che non scherza! ”
“… non si preoccupi Direttore… ”

Aveva avuto l’idea di infiltrarsi all’interno dell’organizzazione, fingendosi una turista ingenua in vacanza a Roma.
Iniziò col frequentare i locali in cui sapeva frequentati da malavitosi dell’Est e a fingersi interessata alle loro proposte.
Una di queste sere un certo Vikuljc la invita ad una festa, Lisa accetta consapevole del rischio che corre se questi scopre le sue vere intenzioni, e sale a bordo della Mercedes dello slavo.
L’auto si dirige in periferia, nella campagna romana, qui viene fatta scendere ed entrare in un grosso casolare ottocentesco circondato di verde.
L’uomo che le sta di fronte è alto e forte, sulla quarantina, elegante e dai modi affabili tanto che aveva provato a farla bere… ma Lisa non è certo una sprovveduta…
“su vieni cara… ”
“dove siamo? ”
“…. ohh… è la casa dei miei”
Entrarono in una sala, qui vi erano altri due uomini eleganti ad attenderli…
“Bene dolcezza, ora spogliati e non fare storie”
Uno dei due aveva estratto una pistola e la minacciava… Lisa guardò il suo accompagnatore e questi fece segno di rassegnazione con sarcasmo…
“spiacente.. ma è il mio lavoro… ”
Lisa iniziò col sbottonarsi la camicetta da sera sotto gli sguardi indiscreti dei tre uomini, si sfilò la gonna rivelando alla vista le sue belle gambe fasciate da autoreggenti nere e reggicalze che aveva messo proprio per l’occasione, i tre fecero qualche apprezzamento e le intimarono di muoversi… così tolse il reggiseno, le calze e infine le sottili mutandine di pizzo… questi si avvicinarono, e qui la nostra amica pensò al peggio, invece la bendarono e le legarono i polsi dietro la schiena e così nuda la spinsero dentro un’altra stanza.
Ora Lisa non poteva vedere nulla, ritta nello stanzone sentiva però delle voci femminili ma non capiva quel che dicevano..
“c’è qualcuno qui? … chi siete? ”
Non ebbe risposta.
A un tratto una porta si aprì e dalle voci capì che erano gli uomini di prima.
“Che ne facciamo di quella? ”
“Dobbiamo aspettare il capo… deciderà lui… ”
“Già, lui sceglie sempre le migliori! ”
E scoppiarono in una grassa risata.
“Intanto possiamo provarle noi”
“Buona idea! ”
Venne poi a sapere che in quella stanza erano in 7 ragazze, tutte slave tranne lei, la più giovane aveva sui 20 anni, le altre 27, 30, 29, tutte fornite di un bel corpo causa del loro mal.
Adesso una mano le accarezzava la schiena facendola rabbrividire, mentre la stanza si riempiva di sospiri e fruscii di carni calde.
“mmmhhh… mmh”
“ti piace eh, troietta? Ci divertiremo vedrai! Ahhhh! ” la mano si era insinuata nello spacco del culo e lo sforzava aprendole le natiche, mentre un’altra mano le stringeva a turno i seni ambrati, non grossi ma duri, facendole male.
La stavano usando, lei e le altre sventurate, ma non provava odio per quegli uomini anzi… incominciava a piacergli… a Lisa è sempre piaciuto fare sesso anche in occasioni spiacevoli….
Ora l’uomo le teneva le gambe aperte e si dedicava a penetrarla con le dita nella fichetta, fradicia ormai,
“venite a vedere come gode questa troia” disse rivolto agli altri
“è tutta bagnata!! ”
Lisa sentì aumentare le mani sul suo corpo… la palpavano dappertutto… tette e culo erano i più gettonati… la pizzicavano, le tiravano le labbra della vagina facendola urlare dal dolore… poi venne spinta a terra in ginocchio…
“vediamo come fa i pompini la nostra amica italiana! ”
Un grosso cazzo le venne spinto in bocca e lei iniziò a succhiarlo come una bambina.
Si sentivano soddisfatti i tre di avere una giovane ragazza italiana ai loro piedi…
“lecca interno ed esterno! ” intimò;
Poco dopo l’uomo venne schizzandole in viso un getto caldo di sborra mentre gli altri commentavano divertiti e si preparavano a darle lo stesso trattamento… questi le fecero invece ingoiare la loro crema.
Lisa si sentì mancare le forze, finché sdraiata a terra si sentì poggiare qualcosa sulla fica… era il cazzo di uno di loro che in un colpo fu dentro di lei mentre qualcosa premeva sullo sfintere… era enorme!
L’uomo la sbatteva con forza, l’ano cedette e un grosso fallo di gomma la invase guidato con destrezza dalla mano dell’amico che con le dita le teneva dilatato al massimo il buchino quasi lacerandolo… l’uomo venne in lei mandandola in estasi… gli altri la possedettero più volte a turno riservandosi il piacere di farsi tenere in caldo il cazzo nelle sua bocca nel frattempo.

La misero poi a carponi, come una cagna, due la tenevano ferma con le gambe divaricate e le natiche schiuse, le tolsero il fallo di gomma, si avvicinarono a lei e le tolsero finalmente la benda –
“guarda troia, voglio che lo guardi prima che ti apra il culo… ”
In mezzo a uno stanzone quasi buio un uomo davanti a lei teneva per le mani un palo di legno pareva, del diametro di circa 10 cm, dalla punta a cuneo… poi sparì con l’arnese alle sue spalle, l’avrebbero ammazzata così… lo poggiò all’ano ancora aperto ma non tanto per ricevere un fallo del genere… e pensare che il suo culetto era la parte di cui andava più fiera – glielo avrebbero sfondato…

D’un tratto si spalancò una porta –
“Bé? che fate con le mie ragazze? Mi pareva di avervi detto che le volevo vergini! AHHH! ”
Doveva essere il loro capo.
“Ci scusi… noi.. si volevamo solo… ”
“Zitti! Vestitele e caricatele in macchina. ”
Era salva. FINE

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