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L’asta di beneficienza

“Milleduecento e uno, milleduecento e due milleduecento e tre! Aggiudicata ad Allen per milleduecento dollari! ” urlò il banditore. Dalla sala partì uno scrosciante applauso.
“Congratulazioni Vicki! Hai stabilito un nuovo record per questa asta. Compresa la vendita dei tuoi indumenti hai totalizzato ben millequattrocentosettantacinque dollari per le opere di beneficenza del
Circolo di Glen Creek. ” Un altro applauso.
“Signore e signori, si conclude così la vendita di questo mese. Ricordate che il mese prossimo ci saranno delle ghiotte novità. Oltre alle quattro mogli che metteranno all’asta i loro servizi, sarà disponibile anche uno dei mariti. Questa è una novità assoluta e sappiamo che molte di voi signore sono interessate a cogliere l’occasione. E voi signori? Quale opportunità migliore per fare un regalo alle vostre mogliettine? Se la cosa avrà il successo che prevediamo, diventerà parte regolare delle nostre aste mensili. Tra un paio di minuti avremo il sorteggio per vedere quali saranno le donne e l’uomo che saranno offerti in vendita il prossimo mese. ”
A sentire i commenti del banditore, Vicki Holman, rossa di capelli, era diventata anche rossa di imbarazzo. E poiché in quel momento era nuda davanti a tutta la sala, il pubblico poteva vedere come il rossore si rifletteva su tutto il corpo. Era completamente nuda da quando John le aveva sfilato le mutandine circa 10 minuti prima, dopo aver pagato 100 dollari per avere questo privilegio. Appena prima Don aveva pagato 75 dollari per toglierle il reggiseno e Dave 50 per levarle le calze e il reggicalze. Prima ancora Don ne aveva sborsati 15 per toglierle il vestito.
Al di la dell’imbarazzo, comunque, vedevo benissimo che Vicki era molto eccitata, dato che le labbra della figa sporgevano in fuori in modo evidente (conosco bene quelle labbra. Sono Bill Holman, il marito di Vicki). Sarebbero state ben visibili anche attraverso il leggero pelo rossiccio che di solito le circondava, ma qualche ora prima io stesso avevo completamente rasato il pube di mia moglie. Le avevo detto che probabilmente avrebbero pagato qualche dollaro in più per giocare con una figa depilata. La nostra vicina Janet diceva che finora nessuna donna si era mai offerta all’asta con il pelo rasato.
Appena Vicki scese dal palco, Don le restituì il vestito che lei subito si rimise addosso. Gli altri indumenti e accessori invece sarebbero rimasti ai vincitori delle offerte. Se non altro non sarebbe stata arrestata per oltraggio al pudore nel tornare a casa. Si stava allacciando i bottoni quando la raggiunsi e l’abbracciai baciandola. “Congratulazioni, tesoro. Sapevo che avresti avuto un gran successo. Sono orgoglioso di te e credo di essere anche eccitato come te. ”
“Oh, Bill, meno male che è finita. Ero così nervosa. Ero sicura che nessuno avrebbe offerto nemmeno un dollaro per me. Pensa che imbarazzo! Ma… è vero, sono anche piuttosto eccitata, adesso. Si vede? ”
“Beh, hai la figa più… in fuori del solito. ”
“è anche colpa di John, che me l’ha palpata mentre mi toglieva le mutande. Il bastardo! Avrebbe dovuto pagare un’extra per questo! ” disse Vicki con un gesto di stizza. “Meno male che non ho mutande da mettere. Le avrei fradiciate per quanto sono bagnata. Però così macchierò la gonna, temo. ”
Proprio in quel momento si avvicinò Allen Spencer, colui che l’aveva vinta all’asta. “Vicki, ti chiamo domani, così ci mettiamo d’accordo, OK? ”
“Ok, Allen. Siamo a casa tutto il giorno” rispose Vicki.
La nostra conversazione con Allen fu interrotta dal banditore. “Prima di tutto, signore e signori, il comitato ed io siamo lieti di annunciarvi che grazie a Helen Spencer, Bonnie Wilson, Jan Grimes e Vicki Holman, stasera abbiamo ricavato 5110 dollari. Dovete inoltre sapere che saranno Janet Quentin, Holly Barnes, Barb Dahlquist, Bec Thomas ed Henry Johnson ad essere offerti all’asta il mese prossimo. ” Mi fece piacere vedere il nome di Bec in lista. Non la conoscevo bene di persona, ma era sicuramente una delle più fighe del circolo. “Dovrò cercare di mettere da parte qualche spicciolo per vincere l’asta, ” pensai.
Credo che dovrei spiegare un attimo cosa sono queste aste del Circolo di Glen Creek. è cominciato tutto in maniera molto innocente un paio di anni fa quando diverse donne del distretto di Glen Creek decisero di formare un Circolo di Beneficenza. Nel tentativo di raccogliere fondi al di fuori degli autofinanziamenti, pensarono ad una sorta di “asta degli schiavi” analoga a quella che facevano alcuni dei loro figli nei gruppi di boy-scout. Le donne offrivano a chi faceva l’offerta più alta la loro disponibilità a svolgere tipiche mansioni domestiche come pulire i gabinetti, lavare i vetri delle finestre, fare da babysitter, ecc.
Avevano preventivato un ricavo di duemila dollari per la prima asta, calcolando che trenta donne potevano ottenere circa 65 dollari l’una per i loro servizi. Purtroppo, per una serie di assenze e per scarsa promozione dell’iniziativa, si fermarono a 1500. Il banditore fece presente il fatto ad asta finita, e suggerì allusivamente che gli acquirenti potevano forse accordarsi con le “schiave” ed offrire qualcosa di aggiuntivo, se erano interessati a qualche servizietto “extra”.
Dale Egan, un vedovo che viveva a Glen Creek, aveva comprarto i servizi di Bonnie Wilson per farle dare una bella ripulita a tutto il suo appartamento. Ma tutti sospettarono che Dale comprò proprio Bonnie perché aveva la reputazione di una che ci stava. Il giorno delle pulizie faceva molto caldo e Bonnie si presentò con un top scollato e pantaloncini molto corti. Nessuno sa per certo come avvenne che le cose degenerarono. Bonnie racconta che ad un certo punto Dale si offrì di aiutare il Circolo a recuperare i soldi mancanti, a patto che lei avesse continuato a lavorare a seno scoperto. Bonnie accettò subito, e accettò ancora quando, qualche minuto dopo, Dale le offrì un altro centone per lavorare completamente nuda.
Non è difficile immaginare che effetto può aver fatto su Dale vedersi girare per casa completamente nuda un pezzo di donna come Bonnie, che si dava da fare con la ramazza sui pavimenti, che si arrampicava sulla scala per spolverare gli scaffali, o che si accucciava per spazzare lo sporco da sotto il letto. Dale non riusciva a nascondere il rigonfiamento sul davanti dei propri pantaloncini estivi, e Bonnie si divertiva a provocarlo sempre di più, enfatizzando maliziosamente gli atteggiamenti servili (“Cosa faccio ora, padrone? “, “Serve altro, padrone? “), ed assumendo, con la scusa delle pulizie, le posizioni più adatte a mettere in mostra le sue parti intime. Nel giro di mezz’ora Bonnie si era ritrovata in ginocchio tra le cosce di Dale a lavorarsi di bocca il cazzo del suo “padrone” seduto in poltrona, e prima di sera si era fatta scopare diverse volte. Il tutto, ovviamente, in cambio del pagamento dell’intera somma mancante. Dale fu così soddisfatto che aggiunse altri duecento dollari.
Naturalmente l’accordo era che tutta la faccenda rimanesse segreta. Ma Bonnie era così fiera di aver ottenuto ulteriori fondi che se ne vantò addirittura col marito. Non aveva pensato, però, a mettere in piedi una storia sufficientemente credibile, e, quando Jerry la mise sotto pressione con le sue domande, alla fine confessò. Jerry la prese abbastanza bene tutto sommato. Probabilmente perché aveva la coscienza sporca dato anche lui ultimamente si era sbattuto la sua nuova segretaria.
Bonnie non aveva neanche pensato a come avrebbe potuto spiegare alle altre socie la ragione di questa offerta aggiuntiva da parte di Dale. Alla fine decise di confidarsi con Janet Quentin che era la vicina della porta accanto. Si diceva in giro che Janet era solita dare mance “particolari” al ragazzo dei giornali, al fattorino della pizzeria, al postino e a qualunque persona di sesso maschile che capitava alla porta di casa Quentin. Janet ascoltò il racconto di Bonnie con molto interesse e alla fine lo riferì alle consigliere del circolo, che a loro volta dopo qualche giorno decisero di convocare una riunione straordinaria.
“Signore, abbiamo delle notizie interessanti” cominciò Denise Longwood, la presidentessa del circolo. “Prima di tutto, sono felice di riferirvi che abbiamo raggiunto e superato la quota prefissata di finanziamenti. ” Dopo un brusio di meraviglia Denise continuò, “e devo anche dirvi che… è proprio vero quello che tutti dicono: il sesso vende. ” Nella sala piombò un silenzio stupito.
“Cosa vuoi dire” chiese Sue Johnson. “Sono certa che nessuna di noi… ”
“… e invece credo proprio di sì” l’interruppe Janet. “Bonnie vi racconterà cosa le è successo. ”
Bonnie non si aspettava di dover raccontare in pubblico tutti i dettagli piccanti della sua scappatella con Dale, ma non aveva più scelta. “Beh… Dale Egan mi ha pagato per ottenere… da me.. ehm… certi servizi” cominciò balbettando.
“Dio sia lodato” esclamò Sue. “pensavo che ci fosse di mezzo il mio Henry. ” Suo marito, Henry, aveva vinto i servizi di Janet. Sue temeva che qualcosa poteva esser successo tra Janet e suo marito e, dopo aver sentito il discorso della presidentessa le sue preoccupazioni erano cresciute ancora di più.
“No, Sue. Non si tratta di Henry. ” replicò Janet, che aggiunse, con un pizzico di vanità, “Non che non ci abbia provato… voglio dire. Sono io che non ci sono stata. ”
“Se è per questo”, ribatté Sue, “Anche Joe ci ha provato con me, ma non l’ho preso sul serio. ” Riferendosi al marito di Denise.
Seguì una franca discussione, dalla quale presto emerse che quasi tutte loro avevano ricevuto allusioni, più o meno velate, relativamente ad “altri servizi” che i rispettivi acquirenti avrebbero gradito. Alcuni di loro, come Jerry, il marito di Bonnie, erano anche stati abbastanza espliciti nelle richieste, ma nessuna di loro aveva accettato le avances, o almeno nessuna lo ammise. D’altra parte nessuna sembrava scandalizzata o disturbata da tali proposte.
“Signore, l’unica conclusione che si può trarre è quello che ho detto prima. Il sesso vende. ” Ripeté la presidentessa Denise. “Voglio ringraziare Bonnie per aver rotto il ghiaccio su questo argomento. Credo che adesso sia abbastanza chiaro come ottenere i finanziamenti per le nostre attività”.
Dopo un’ulteriore ora di discussione, talvolta anche aspra, il circolo giunse alla decisione di cambiare la natura dell'”asta delle schiave”. Per l’asta successiva, programmata tre mesi più tardi, fu annunciato che non c’erano limiti ai servizi che l’acquirente poteva richiedere. Nessuno ammise esplicitamente che ciò poteva includere prestazioni di natura sessuale, ma tutti capirono. Dieci delle socie originali lasciarono il club, ma quindici altre (compresa mia moglie Vicki) si aggiunsero nel frattempo. E successivamente quattro delle socie dimissionarie tornarono. Probabilmente avevano qualche problema da risolvere a casa prima di poter provare qualcosa di così poco ortodosso.
Le due vendite successive furono un successo eccezionale rispetto alla prima. Ci fu un incasso di oltre diecimila dollari per le opere di carità, e nessuno si lamentò, nè tra gli acquirenti, nè tra le donne. Un tacito accordo impose a tutte le socie di mantenere la massima discrezione su quello che succedeva tra loro ed i compratori.
Alla seconda vendita il numero delle donne a disposizione e il numero dei compratori erano così cresciuti che l’asta durò molto di più del previsto. Al punto che quando arrivò il turno delle ultime cinque donne in vendita, la platea dei compratori si era sensibilmente ridotta. Fu allora che si decise di aumentare la frequenza delle aste e di ridurre la vendita a sole quattro donne. Si pensò anche che si sarebbe ottenuto più denaro vendendo prima la biancheria intima delle donne e offrendo i servizi delle stesse mentre erano nude sul palco.
Poiché la chiave per guadagni maggiori era incrementare il numero dei compratori, Jennifer e Jack Doyle si offrirono di reclutare un certo numero di uomini singoli (o che sarebbero venuti senza le mogli). Scoprimmo poi che la loro abilità nel trovare uomini derivava dalla consumata pratica di Jack che adorava trovare dei maschi da far scopare a Jennifer. I sei che portarono come membri ausiliari del club erano stati tutti nel letto di Jennifer.
Vicki ed io ci siamo trasferiti a Glen Creek circa quattro mesi fa e un mese fa ci unimmo al club. Furono Janet e Denise a fermarci un giorno e ad offrirci di far parte del circolo, raccontando a Vicki tutti i dettagli delle attività. Vicki era sconvolta. Discutemmo della cosa diverse volte. All’inizio finiva sempre in litigio, ma pian piano digerimmo l’idea. Io ero molto allettato dall’idea di vedere nude le altre mogli, e magari scoparmene qualcuna. Mentre non avevo ben focalizzato la possibilità che Vicki finisse a letto con altri uomini.
Dopo le sue contrarietà iniziali, Vicki piano piano ammise che anche lei trovava stuzzicante l’idea di andare a letto con qualcuno dei mariti del Circolo. E mentre ne parlavamo mi accorsi di essere eccitato anche io al pensiero che Vicki potesse essere vista completamente nuda da una platea di uomini, e poi andare a letto con uno di loro. Alla fine decidemmo entrambi di accettare il consiglio di Janet di partecipare all’asta successiva come semplici osservatori.
A quell’incontro Vicki ricevette non solo pressanti incoraggiamenti dalle altre signore a partecipare alle aste, ma fu anche lusingata dai numerosi uomini che si dichiaravano pronti a fare grandi offerte per lei. Questi commenti furono un ulteriore motivo di eccitazione per il sottoscritto, che nel frattempo fu deliziato dallo spettacolo di Molly Jackson, Sandy Ireland, Chris Lorenzo e Jennifer Doyle che venivano via via denudate dai vari acquirenti fino a mostrarsi completamente nude mentre venivano offerti i loro “servizi”.
Io stesso vinsi il diritto di togliere il reggiseno di Jennifer per la cifra sorprendentemente modesta di trenta dollari. Seppi poi che Jennifer era un’amante dell’esibizionismo, e il seno che andavo a scoprire (così come il resto) erano uno spettacolo tutt’altro che inconsueto per la maggior parte dei presenti.
Alla fine Vicki si lasciò convincere ad unirsi al club. Il suo nome fu subito messo nella scatola dell’estrazione, insieme a quello di tutte le altre donne che non erano state offerte all’asta in questa occasione. Ne estrassero quattro e il destino volle che una delle quattro fu proprio Vicki. Quando sentii il suo nome mi mancò il fiato.
Non vedevo l’ora di tornare a casa con Vicki. Tutti e due eravamo in preda all’eccitazione per effetto dell’asta, e passammo una notte di fuoco a letto. Invece della solita scelta tra un pompino ed una bella scopata ottenni entrambi. Vicki me lo sbocchinò con una passione inedita e sembrò addirittura entusiasta di inghiottire la sborra. è una cosa che non fa quasi mai, tranne quando è un po’ brilla. Fui ancora più sorpreso, mentre la scopavo, quando mi chiese più e più volte di cambiare posizione. Sembrava volerlo prendere da tutte le angolazioni possibili e in ognuna se lo gustava con una foga da vera assatanata.
Il mio sospetto è che stava già facendo mente locale alla sua futura notte con Allen, tanto che quando tutto fu finito mi chiese: “Pensi che sarò in grado di soddisfare Allen? Penserà che sono valsa tutti i soldi che ha speso per me? “.
“Vicki, quando avrai finito con lui vedrai se non penserà di aver fatto un grande affare! ” La rassicurai, cingendole le spalle con un braccio e stringendola a me, mentre cercavo di riprendere fiato dall’orgasmo. “Sei una bomba, lo sai. ”
“Invece ho una paura da matti! ” rispose. “Sai, non mi sono mai dovuta preoccupare di questo… Voglio dire, tu sei mio marito… lui invece mi giudicherà solo per come me la so cavare a letto! ”
“Bene, allora possiamo allenarci insieme, no? ” La stuzzicai. “Se vuoi posso prendermi un giorno di permesso domani… ”
“Piantala, dai. Parlo sul serio. Quel tizio ha pagato oltre mille dollari per avermi un giorno a sua disposizione. Milleduecento dollari! Scommetto che neanche le squillo d’alto bordo prendono tanto. Non vorrei proprio deluderlo. ”
“Vicki, ascoltami. Tu hai un grande vantaggio su qualsiasi ragazza squillo. Tu godrai di quello che farai con Allen, loro invece sono lì solo per i soldi e al massimo fanno finta di divertirsi. Non vedi l’ora di andare a letto con Allen, non è vero? Non vedi l’ora di prendergli il cazzo in bocca e succhiarglielo, e di sentirtelo scivolare nella fighetta, no? ”
“Oh sì! Non vedo l’ora! Sarà la prima volta, da quando siamo sposati, che vedo un altro cazzo… che lo tocco… lo lecco… lo assaggio… me lo sento dentro… mmmhhh! Sarà divertente. Chissà come ce l’ha… sono tutti diversi, lo sai? ”
“Se lo dici tu, amore. Non sono un grande esperto di cazzi. Anche se devo ammettere che l’idea di guardare mentre un cazzo grosso e duro ti scivola dentro la figa e comincia a pompare è molto stuzzicante. ”
“… E guardare mentre gli faccio un gran bel bocchino? ” chiese leccandosi le labbra voluttuosamente. “Confessa, ti piacerebbe, non è vero? ” e cominciò a scivolare con la testa verso il mio cazzo, che nel frattempo per effetto dei discorsi stava rapidamente riprendendo quota. “Ti piacerebbe vedere che mi avvicino lentamente con le labbra e comincio a leccargli la cappella… così… “. “Oh, Allen… mmmhh… che bel cazzo che hai… così grosso… e duro… e che buon sapore… ” Cominciò a far finta di stare con Allen, prima con malizia per provocarmi, poi prendendoci sempre più gusto. “Oooooh… ti prego Allen… fatti succhiare dalla tua schiava… mmmhhh… mi riempie tutta la bocca… mmmhh… sono la tua schiava, Allen, la tua troia… mmmhhh… puoi farmi tutto quello che vuoi… mmmhh… ma adesso vienimi in bocca, Allen… mmmhh… fammi bere il tuo sperma… “. Nel giro di qualche minuto Vicki si bevve così il mio terzo orgasmo della serata. Anche lei venne contemporaneamente, aiutata dai miei delicati diteggiamenti sulla sua figa depilata e probabilmente soprattutto dalla messa in scena che lei stessa aveva messo su. L’idea di fare la troia con Allen la stuzzicava, si vedeva da lontano un miglio.
Come promesso, Allen si fece vivo il giorno dopo e fissò l’appuntamento alle 6 di sera del venerdì successivo. Avrebbe riaccompagnato Vicki a casa alle 3 di pomeriggio di sabato. I termini dell’accordo delle vendite di Glen Creek parlavano di 24 ore, ma spesso le donne si limitavano a passare la notte dall’acquirente per poi tornare a casa la mattina successiva. In questo caso però anche la moglie di Allen, Helen, era stata venduta e avrebbe passato lo stesso periodo di tempo con il suo “padrone”. Gli Spencer avevano anche pensato ad affidare i bambini ai nonni. L’intera famiglia, pare, avrebbe passato un grande week-end.
Vicki sembrò scossa quando si rese conto di quanto tempo avrebbe dovuto passare con il primo uomo con cui avrebbe fatto sesso, tranne me, da quando era sposata. “Cosa mi vorrà far fare per tutte queste ore? ”
“Magari ti farà pulire le finestre” scherzai. “In fondo non sta scritto da nessuna parte che deve essere per forza solo sesso, no? Forse addirittura niente sesso del tutto. ”
“Già! Ma a te dispiace che starò via per tutto questo tempo? ”
“In effetti sarà duro… ehm, scusa il doppio senso… ma resisterò. Ma tieniti pronta perché mi aspetto un rapporto completo… ehm, scusa ancora… quando torni. Voglio sapere tutti i dettagli scabrosi, e poi ti darò un altro carico di sborra nella figa. ”
“è una minaccia o una promessa? ”
Mai settimana passò tanto lentamente. Eravamo come due bambini in attesa delle vacanze estive. Ogni giorno durava un’eternità. E Vicki ebbe anche qualche ripensamento. Il martedì, ritornando dal lavoro, la trovai sulla porta di casa. “Non ci vado” annunciò. “Non me la sento di fare una cosa del genere. Sono una donna sposata… “.
Ne parlammo a lungo. Sembrava veramente decisa a rinunciare. A niente valsero i discorsi sulla fedeltà agli impegni presi, sull’importanza delle opere di carità del circolo, sulla pessima figura che avrebbe fatto con le sue amiche. Quando invece portai il discorso sulla delusione di Allen, che aveva offerto una cifra così impegnativa, e che sicuramente aveva molto apprezzato le sue fattezze, Vicki sembrò ammorbidirsi. Allora spostai abilmente il discorso su quello che avrebbe fatto con Allen, fingendo di minimizzare.
“In fondo non credo che Allen voglia niente di più che un semplice amplesso. Dieci minuti e tutto è finito. Quasi una sveltina. ”
“Ah, non credo proprio! ” rispose. “Milleduecento dollari per una sveltina? Scherziamo? Vorrà fare ben altro, sono sicura! ”
“Per esempio? ”
E Vicki cominciò a snocciolare tutta una serie di “prestazioni” che immaginava (o desiderava? ) che Allen le avrebbe richiesto. Man mano che parlava il tono della voce cominciò a diventare un sussurro mentre con gli occhi fissi nel vuoto viveva con l’immaginazione le situazioni che descriveva. Si stava eccitando, e parecchio. I sensi di colpa avevano avuto per un attimo il sopravvento, ma la voglia di provare un nuovo cazzo era alla fine preponderante. Terminammo la conversazione con l’ennesima sessione di sesso infuocato.
Il giovedì successivo Vicki ed Allen si sentirono di nuovo per riconfermare l’appuntamento. Allen le chiese di indossare un abitino sexy come quello che portava la sera dell’asta. E chiese anche simile biancheria intima. “Vado pazzo per calze e reggicalze e l’altra sera ti stavano alla grande! ” Infine le consigliò di portarsi qualcosa di casual, ma comunque abbastanza sexy, per il sabato. “Non credo che sabato staremo molto tempo vestiti. Ma ti servirà comunque qualcosa da mettere per tornare a casa. ”
Venerdì pomeriggio aiutai Vicki a prepararsi. Eravamo tesi come due cavi dell’alta tensione. Si mise un vestitino da sera molto trasparente, che era pensato da portare sopra degli slip. Invece degli slip però lei indossò un completo di pizzo nero, reggiseno, reggicalze e mutandine, che io stesso le avevo scelto per l’occasione. Alla luce del sole, o anche in una stanza ben illuminata, era ben facile vedere il profilo della biancheria che portava sotto la stoffa del vestito. L’effetto era stupefacente: molto provacante ma con eleganza. Il parrucchiere le aveva fatto un’acconciatura che raccoglieva graziosamente i suoi lunghi capelli rossi in cima alla testa.
“Sei troppo meravigliosa per passare la notte con un’altro. Io non ti ci mando! ” Esclamai, scherzando solo in parte. “Guarda che effetto che mi fai” aggiunsi tirando fuori il cazzo durissimo dai pantaloni.
“Credo di poter fare qualcosa per te” rispose con comprensione. Mi fece stendere sul letto e mi gratificò con il miglior pompino della mia vita. Non ci misi molto a schizzarle in bocca il mio carico caldo e abbondante. Lei mandò giù tutto con attenzione, per evitare di macchiarsi il vestito. “Eccoti servito, cow-boy! ” disse pulendosi le labbra con un fazzolettino. “Mi chiedo quante altre sborrate avrò in me quando tornerò. ”
“Beh, ricordati di non pulirti. Voglio essere io a lavarti con la lingua appena torni. E poi voglio concludere la tua giornata da schiava con un altra sborrata ancora nella tua figa sgocciolante. ”
Quando arrivò Allen avevo il cuore in gola. Appena vide Vicki fece un lungo fischio di approvazione e poi disse qualcosa che al momento mi sembrò strano. “Sei fantastica! Avrai un grande successo stasera, Vicki! Veramente un grande successo! ”
“Un successo con chi? ” mi chiesi mentre partivano in macchina. “Cosa cazzo vuol fare Allen con mia moglie? ”
Cercai di tenermi occupato quella sera, per distrarmi, e alla fine andai a letto all’una e mezza passata. Ma non riuscii a dormire bene. Nella mia mente continuavano a rincorrersi immagini di Vicki che si faceva scopare da Allen. Alle sette della mattina dopo mi alzai, e di una settimana di giorni interminabili cominciò per me il pià lungo, mentre aspettavo con ansia il ritorno di Vicki e il suo racconto di quello che era successo con Allen.
Arrivò con qualche minuto di anticipo. Le andai incontro sulla strada e aprii la portiera della macchina di Allen. Vicki era vestita con una camicetta di cotone bianca ed una minigonna jeans che aveva portato con se secondo le istruzioni. Si girò a salutare con un bacio Allen, sussurrandogli amorevolmente “è stata una stupenda esperienza, Allen. Grazie di tutto. ” Quindi si girò per uscire dall’auto. Nel farlo allargò le cosce, dandomi una perfetta visuale della sua figa scoperta. Si vedeva perfino lo sperma che colava. La gonna, sotto, aveva una grossa chiazza appiccicosa.
“Non mi sono preoccupata di mettermi le mutandine. E comunque loro me le avrebbero certamente levate. ” Poi mi baciò e mi disse “Ti amo. ”
“Ti amo anche io, ma chi sarebbero ‘sti ‘lorò? ”
“Ho avuto una bella sorpresina ieri sera, ” cominciò mentre si incamminava verso casa. Sull’uscio si girò e mi guardo seria negli occhi. “Bill, sono stata veramente una porca in queste ultime ventiquattro ore. ” Mi continuò a fissare un attimo, poi sorrise dolcemente, mentre io continuavo a fissarla a bocca aperta.
La sua frase rimase sospesa nell’aria. Si girò e cominciò a salire lentamente verso la camera da letto. Io la seguii muto, tremante, con il cuore a mille. Si adagiò mollemente sul letto, attese ancora, mentre io seduto su una sedia trattenevo il fiato. Poi mi sorrise ancora e cominciò a raccontare.
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Quando arrivammo a casa, Helen era ancora lì ad aspettare che il suo “acquirente” la venisse a prendere. Portava un vestitino bianco, da cocktail, molto succinto. Mi spiegò che Herb Wagner aveva avuto un contrattempo e sarebbe arrivato alle sette. Allen mi offrì un bicchiere di spumante, che tesa come ero mi scolai subito, e poi un altro ancora.
Alle sette il campanello suonò. Dietro la porta c’erano quattro uomini, compreso Herb. Quando li vidi entrare tutti chiesi cosa stava succedendo. Allen allora mi accompagnò in cucina.
“Quando ho fissato il nostro incontro mi ero dimenticato del poker” Mi spiegò. “Vedi, Io, Herb, Jim, Ben e Hal ci vediamo una sera al mese per farci una partita. Capita proprio oggi ed è il mio turno di ospitare. Ne ho parlato con Helen e lei ha pensato che voi due potreste fare le brave donne di casa e portarci da bere durante la partita. Poi alla fine Herb se ne va a casa con mia moglie e tu ed io rimaniamo qui. Va bene per te? ”
“Oddio, Allen” risposi. “Non ho il vestito adatto a farmi vedere da un gruppo di uomini che non conosco. Non vedi quanto è trasparente? E poi si chiederanno cosa ci faccio qui. Sanno forse qualcosa del nostro ‘accordò? ”
“Non ti preoccupare, Vicki. Sono tipi a posto. E sono sicuro che saranno deliziati da come sei vestita. Comunque, Ben e Jim sono già venuti un paio di volte alle aste. Hal non dirà niente a nessuno, stai tranquilla. ”
Allen mi aveva tranquillizzato abbastanza, e così decisi di fare buon viso a cattivo gioco. Dopo tutto devo ammettere che i ragazzi erano tutti dei bei fusti, e pensandoci cominciai ad essere stuzzicata dall’idea di farmi vedere in quella tenuta così sexy. E poi, tutto quello che vedevano non era che i miei indumenti intimi.
Così andai insieme ad Allen nel salotto dove si erano riuniti quegli uomini, e fui presentata. Helen li conosceva già tutti. Mi veniva la pelle d’oca mentre passavo dall’uno all’altro a stringere le mani. Ognuno di loro mi squadrò attentamente dalla testa ai piedi, complimentandosi. “Bel vestitino, Vicki. è proprio un gran bel vestitino. ”
Quando Helen ed io andammo in cucina per preparare i rinfreschi, Helen mi disse che aveva notato l’effetto che avevo fatto sugli uomini con quel vestito trasparente senza slip. “Se mi scusi un attimo, vado anche io a togliermeli, così non sei così appariscente. ” Dopo un minuto tornò. Il suo abito bianco era trasparente quanto il mio. Ma lei non portava più assolutamente niente sotto. L’areola dei capezzoli e il triangolo del pube erano visibili come la luce giorno.
“Helen, ” le dissi. “Con che coraggio hai intenzione di farti vedere cosi? ! ”
“Perché, Vicki, pensi che sia troppo sfacciato? Perché non chiediamo ai ragazzi cosa ne pensano. Se hanno qualcosa da obiettare ci metto un attimo a mettermi qualcosa. ” Non credevo alle mie orecchie. Questa donna aveva intenzione di girare per una stanza piena di uomini praticamente nuda. Era un esplicito invito ad essere scopata da tutti loro, e sarebbero stati ciechi a non coglierlo. E sinceramente non mi sembravano proprio ciechi, anzi.
La seguii nel salotto e lei, appena entrata, domandò ad alta voce “Ragazzi, pensate che il mio abbigliamento sia adeguato per l’occasione? ” Tutti manifestarono rumorosamente il loro consenso. “Promettete di fare i bravi se me ne sto vestita così? ” Ci fu un coro di “Certamente! ” “Ci mancherebbe! ” “Vedrai come saremo bravi! “.
Come si calmò il tumulto, Allen mi chiese di portare un primo giro di birre a salatini per tutti. Fui lieta di poter uscire dalla stanza. La situazione era molto confusa, non era quello per cui ero preparata. Dovetti riconoscere però che mi stavo scaldando all’idea di un gruppo di uomini che mi vedevano vestita così. Mi chiedevo cosa sarebbe successo. Sicuramente Helen non sembrava intenzionata a servire a quei tizi solo birra e snacks.
La prima volta che portammo da bere andò tutto bene. Ci diedero delle lunghe occhiate, mentre passavamo, ma nessuno disse niente e tutti tennero le mani a posto. La seconda volta andai da sola e Ben mi chiese come mai io portavo le mutandine ed Helen no. “Stai cercando di nasconderci qualcosa, Vicki? ”
“è vero, Vicki, non è mica giusto così… ” rincarò Jim.
Io arrossii e dissi “Beh, non c’è molto altro da vedere. E comunque non vi piace la mia biancheria? Io la trovo molto sexy. ”
“Da quello che si vede sembra proprio di si. ” disse Ben. “Forse, però, se ti togli il vestito possiamo essere più sicuri. ”
“Ci penserò” dissi ed uscii. Non sapevo proprio cosa fare.
Raccontai l’episodio ad Helen, e lei rise di cuore. “Oh, i ragazzi stanno cominciando a fare i birbantelli. Non te la prendere. Io trovo divertente quando gli uomini mi guardano e mostrano di apprezzare quello che vedono. Stai al gioco e divertiti. ”
“Forse hai ragione. ” risposi “è divertente. però è anche un po’ imbarazzante. ” Tornai al piano di sopra e, sorseggiando un bicchierino di whisky, decisi, piuttosto che levarmi il vestito, di togliermi mutandine e reggiseno. Con le sole calze e reggicalze sotto il vestito, che mi sembrava sempre più trasparente, probabilmente avrebbero visto di più, ma in quel modo mi sembrava di essere meno vulnerabile. Guardandomi allo specchio di Helen, mi accorsi che i capezzoli erano molto ben visibili, ma sotto non si vedeva niente, visto che ero depilata. Alla fine scolai l’ultimo sorso e tornai dai ragazzi. “Beh, che vi sembra? ” li provocai mentre camminavo ancheggiando intorno al tavolo. “Va molto meglio così, Vicki. Molto molto meglio” esclamò Hal. Ben non riuscì a spiccicare altro che “Belle tette, Vicki”. Sentivo il viso in fiamme e la figa sempre più umida. Cominciavo a rendermi conto di dove tutto questo sarebbe andato a parare, e fui sorpresa di quanto questo pensiero mi stava eccitando.
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A questo punto interruppi Vicki per la prima volta, con la voce roca. “Ma credi che tutto ciò fosse preparato? ”
“Certamente” rispose Vicki “Ma, ci arriverò più tardi. ”
“Fantastico! Ma adesso sono troppo eccitato per ascoltare ancora. Ce l’ho duro come il marmo! Voglio leccarti la figa piena di sperma, e poi voglio aggiungerci un’altra sborrata. ”
Mi alzai e mi avvicinai al letto mentre lei mi guardava sorridendo. Mi inginocchiai sul letto davanti a lei mentre allargava le ginocchia facendo automaticamente scivolare indietro l’orlo della gonna. Cominciai a passare la lingua sull’interno delle cosce, leccando via tutti i rivoletti di sperma che erano colati dalla fica. Era stata riempita fino a strabordare. Poi passai la lingua su e giù per lo spacco mentre continuava ad uscire roba. Alla fine spinsi tutta la lingua dentro. Il sapore mischiato dello sperma e dei suoi succhi vaginal FINE

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