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Il compleanno del mio padrone

Il giorno del suo compleanno stava arrivando e da tempo speravo di festeggiarlo a modo nostro, ma lui non si faceva vivo da 2 settimane.
Decisi di prendere io l’iniziativa e chiamarlo:
“Ciao hai progetti per stasera? “.
Era andata aveva accettato intanto, dovevo organizzare tutto affinché fosse di suo gradimento.

Passai a prenderlo alle 9 , 00 e come al solito dovetti aspettare un po’, la meta era la mia villa in campagna; tutto era ancora immerso nell’oscurità, arrivati sulla porta gli chiesi di aspettare un po’ prima di entrare; dopo dieci minuti lui cominciò a spazientirsi e mi chiamò, d’improvviso una soffusa luce invase le stanze ed io lo accolsi vestita con un abito stile greco.
Il salone era arredato con triclini e tavoli imbanditi di ogni leccornia, intanto un gruppo di musici e ballerini vestiti di leggeri pepli e chitoni cortissimi allietavano la serata con della musica di sottofondo.

La cena ebbe inizio e sei ballerine poco vestite danzavano davanti a noi che comodamente sdraiati sui nostri triclini bevevamo champagne, la musica dapprima soave si faceva sempre più incalzante e tra un volteggio e l’altro le ballerine cominciavano a denudarsi dei loro già leggeri abiti.
Invitai il mio padrone a mettersi comodo e lasciarsi andare al suono di quella musica; le ballerine gli si avvicinarono e cominciarono a spogliarlo lentamente fino a mettere in bella mostra il suo sensualissimo torace e la possente asta della quale avevo già goduto più volte.
Le loro mani si insinuarono dappertutto prima con leggere carezze poi con più audaci affondi su tutto il suo corpo una di loro prese a spompinarlo mentre le altre si offrivano a lui porgendogli in bocca fiche divaricate dal piacere e tette enormi da succhiare come grappoli di uva matura.

Io intanto eccitata dalla scena presi a sditalarmi sempre più velocemente finché uno degli aitanti musici non intervenne con il tocco delle sue delicate mani a stroppicciarmi i capezzoli e a strusciare il suo cazzo su di me.

La musica era ormai rimpiazzata da un concerto di gemiti, lui prese allora il controllo della situazione e come suo solito con fare deciso intimò alle ballerine di lesbicare tra loro poi avvicinandosi a me prese a scoparmi divinamente, mi colpiva sempre più decisamente ed io persa nell’estasi gemetti fino a gridare:
“Due ne voglio due, ti prego padrone ne voglio due.. ancora… ancora”
“Dimmi che sei la mia troia altrimenti niente, dimmelo che sei troia.. ” – ansimava ed intanto mi colpiva ancora con la sua enorme asta.
Uno dei musicisti che non era impegnato a fare altro mi si avvicinò e mi baciò con violenza mettendomi poi subito il cazzo in bocca, lo leccavo come fosse un buon gelato alla crema ma tutto questo non mi bastava.
Lui allora preso dalla situazione o forse per dare sfogo ad una sua personalissima perversione attirò un altro dei musicisti ed una delle ballerine così, uno di loro mi avrebbe scopata davanti, uno in bocca e lui perché non volevo diversamente si sarebbe preso il mio culo che già da tempo bramava, la ballerina invece si offriva alla bocca o alle mani di chi capitava a tiro.
Sempre più forte sentivo il calore di quei corpi su di me ed ancora il mio padrone continuava a scoparmi nel culo dio era fenomenale, non riuscivo a trattenere i gemiti e le grida, poi prese a schiaffeggiarmi il sedere con forza e fu allora che venni come una fontana e così anche il mio padrone e gli altri due; il loro sperma mi colava su tutto il corpo e non feci altro che raccoglierne e leccarne più che potevo.

Gli altri partecipanti all’orgia erano ancora in attività e quei suoni e alla vista di quei corpi ansimanti il desiderio non tardò molto a tornare, il magnifico cazzo del padrone era già li che svettava pronto ad impartire nuovi ordini.

Questa volta io divenni totalmente oggetto delle sue perversioni, chiese a due delle ballerine di immobilizzarmi le gambe e le braccia e di occuparsi ognuna di una delle mie tette, loro senza farselo ripetere presero a succhiarmi i capezzoli con una maestria incredibile, lui intanto se lo menava sdraiato sul tricline di fronte a me mentre a turno o due per volta i musici si occupavano della mia fica o della mia bocca, mi scopavano tutti con ritrovato vigore intanto lui aveva preso ad occuparsi delle altre ballerine poi quasi allo stremo gli sussurrai
“Padrone voglio il tuo” e sotto gli occhi degli altri partecipanti lui “mi finì” a colpi d’asta nella fica e nel culo facendomi poi bere il suo sperma bollente…

Dopo aver gustato così tante leccornie non ci fu neanche bisogno della torta e l’unica candela spenta per i suoi festeggiamenti fu quella che aveva usato per sciogliermi la cera addosso… ora stanchi e sazi di piacere avremmo anche potuto rilassarci con una partita a scacchi. FINE

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