Ultimi racconti erotici pubblicati

Cena a sorpresa

E fu forse proprio per rimuovere il vibratore che una delle tre fece per afferrarmi per una gamba, evidentemente per rigirarmi. Quel fugace tocco fu peggio di un centinaio di frustate! Il formicolìo si trasformò nuovamente in tormento e non riuscii a trattenere un nuovo grido disperato, lanciato a pieni polmoni. Fui mollato subito, ma ricevetti quasi subito un sonoro ceffone che mi fece rigirare il capo su una guancia, e subito udii la voce di Gatta:
-Ma brutto stronzo! Vuoi far svegliare tutto il quartiere?
-Forse, – azzardò Pamela, -soffre davvero e non si trattiene. Gli dobbiamo rimettere il bavaglio.
Gatta tacque per un istante, poi esclamò:
-Ma sai, Pamy, che mi hai dato un’idea? Avvicinati un po’.
Le sentii sussurrare qualcosa e poi ridacchiare, poi di nuovo Gatta decretò:
-Dunque facciamo così! Avanti, Pamy, togliti le mutandine.
Ma non vorrete mica.. ?
E infatti era così e le mie gentili ospiti provvidero a liberarmi di ogni dubbio circa le loro intenzioni: con una spinta decisa, le mutandine in questione, appallottolate, riempirono debitamente e repentinamente la mia bocca che era rimasta stupidamente aperta dopo quel doloroso schiaffone applicato a tutta mano.
-Così potrai gridare a tuo piacimento, – commentò beffarda Gatta.
-Con cosa gliele fermi dentro? – s’informò Pamela.
-Con questo, – rispose Gatta, e quasi subito sentii nuovamente le sue mani che mi premevano qualcosa su bocca e guance. La “cosa” venne applicata e sistemata con una ferma e precisa pressione delle mani. Quando le mani di Gatta mi abbandonarono avvertii una inconfondibile sensazione di tensione sulla pelle. Provai a muovere le labbra ed ebbi la conferma: mi avevano incerottato la bocca con un cerotto di buone dimensioni. La sua trazione costante andava dal mento fino appena sotto il naso, quasi da un orecchio all’altro. Un bavaglio semplice, efficace, applicato con precisione e soprattutto sopportabile anche per lunghissimo tempo.
Una volta ridottomi al mutismo, le mie torturatrici potevano procedere nel loro lavoro. Venni infatti fatto girare, o meglio rigirato, in posizione prona. Questo provocò altri forti dolori agli arti in cui il sangue non aveva ancora ripreso a defluire normalmente. Ma le mie grida questa volta vennero efficacemente soffocate dalle mutandine di Pamela. Strinsi i denti per il dolore e fu così che percepii distintamente il sapore che le stesse portavano: erano state indossate presumibilmente tutta la giornata, ed avevano recepito senza dubbio sudore, dovuto anche alla fatica di sottomettermi, ma quasi certamente recavano anche un altro genere di umore, dovuto alla eccitazione.
Un sapore strano, ma non sgradevole… ma spero che la Pamela non sia anche incontinente! Non dovrebbe, ma… ! E poi non ho scelta! Mi trovavo dunque prono; due mani allargarono le mie natiche per esaminare la situazione. Avevo ormai riacquistato del tutto o quasi l’udito, pertanto le sentii chiaramente discutere sul come rimuovere il vibratore.
-Glielo strappiamo via di colpo?
No! Pietà!
-Ma no, rischi di fare danni! Meglio estrarlo lentamente.
Stavolta me ne sto buono! Anche se l’idea di una estrazione fulminea mi terrorizza… ma di certo non voglio dar loro modo di divertirsi ancora con le mie sofferenze! Decisero evidentemente di estrarre l’apparecchio gradualmente: provvidero dunque a sfilarlo un poco alla volta dal mio sfintere. Fu comunque un’esperienza dolorosa: il vibratore si era veramente come incollato, incastrato nel mio retto e l’estrazione mi causò grandi
bruciori.
Alla fine anche questa ultima tortura ebbe fine; rimasi alcuni minuti sul letto, nella posizione in cui mi trovavo, mentre sentivo che le ragazze si preparavano ad andare a dormire. Ripensandoci oggi posso dire con una certa sicurezza che fui salvato dalla loro stanchezza… non dalla pietà.
Mentre pensavo se non fosse il caso di tentare di riaprire gli occhi, le mie carceriere tornarono per portare a termine la mia svestizione. Questo mi causò altro dolore visto che, anche se ormai quasi tornati alla normalità circolatoria, i miei arti erano rimasti molto doloranti: ancora non riuscivo a muovermi. Non sarebbe nemmeno stato indispensabile legarmi le mani per impedirmi di togliermi il bavaglio: almeno per il momento non sarei certo riuscito a staccarmi quel cerotto con le dita così dolenti e formicolanti.
Ad ogni buon conto, sentii che, appena fui ormai nudo, mi venivano ammanettati nuovamente i polsi dietro la schiena.
-Sai, caro, non è per cattiveria, – disse suadente Desideria, -ma è che vogliamo essere certe di trovarti qui domattina. E poi non le ho strette come prima.
-E dai, lascialo rilassare, – ribattè Pamela.
-Dài, voi due, che siamo tutte stanche, non solo lui!
Sentii ancora un buffetto sulla guancia, attraverso il cerotto, un interruttore della luce scattò, e Desideria concluse:
-E ora riposati, che domani ne avrai bisogno.
Cullato da questa promessa troppo simile ad una minaccia, finalmente caddi in un sonno profondo e denso come il piombo. Non avevo nemmeno tentato di riaprire gli occhi. FINE

About Storie erotiche

Luce bassa, notte fonda, qualche rumore in strada, sono davanti al pc pronto a scrivere il mio racconto erotico. L'immaginazione parte e così anche le dita sulla tastiera. Digita, digita e così viene fuori il racconto, erotico, sexy e colorato dalla tua mente.

Leggi anche

Dominatrix

Finalmente anche quel lunghissimo venerdì di quella devastante settimana stava per finire. Erano le undici …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

LINGUAGGIO ESPLICITO

Ciao. ERZULIA è un sito di racconti erotici per adulti.

Hai meno di 18 anni? Gentilmente lascia questo sito.

Il linguaggio è esplicito e sono presenti fotografie sexy.

Se chiudi quest'avviso, accetti di leggere i nostri racconti.

Questo si chiuderà in 21 secondi