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Ai suoi piedi

Entrai nella sua camera di nascosto cercare la sua biancheria intima la troverai in un sacchetto in fondo al letto presi un paio di sue mutandine per sentire l’odore.
Pensare che quella stoffa era stata a contatto con le sue parti intime mi eccitava.
Toccai la dove l’indumento era un po’ umido, poi mi portai le dita alla bocca. La amava e sognavo di amarla.
Mi vergognato per quello che stavo facendo. sentivo il sapore di lei; avrei voluto accarezzare e baciarli; averla tra le mie mani; a un tratto la porta si spalancò: era lei.
Quando mi vide in quel modo, con il viso pieno di disprezzo, mi disse:
“sei un porco, esci subito di qui”.
Restai a guardarla senza parole: era splendida.
Indossava una minigonna bianca cortissima e una canottiera tanto scollata che si vedeva il segno del seno bianco.
Mi sentivo umiliatissimo continuò a guardarmi poi mi disse:
“fai schifo! “
La pregai di non dire nulla a nessuno; lei mi rispose:
“tra vedremo; ora vattenene. anzi no, resta qui come mio cameriere personale. Comincia a riordinare la stanza. “
Sempre più umiliato obbedii. Lucy restò a guardarmi con sempre più disprezzo.
“Prendimi questo prendimi quest’altro, pulisci qui. “
A un certo punto si misero a ridere divertita mutando il suo tono fino ad ora severo
“Se vuoi che non racconti a tutti che sei un maniaco, devi diventare il mio schiavo”.
La pregai di non dire nulla a nessuno; lei mi rispose: “tra vedremo; ora vattenene.
Anzi no, resta qui come mio cameriere personale
“Comincia a riordinare la stanza. “
Sempre più umiliato obbedii. Lucy restò a guardarmi con sempre più disprezzo.
“Prendimi questo, prendimi quest’altro, pulisci qui. “
A un certo punto si misero a ridere divertita mutando il suo tono fino ad ora severo
“Se vuoi che non racconti a tutti che sei un maniaco, devi diventare il mio schiavo”;
accettai, lei mi sorrise, poi con tono nuovamente severo e contemporaneamente maliziosa:
“Bene inginocchiati” obbedii,
“sfilami le scarpe”
si sedette sul divano io mi avvicinai restando in ginocchio, le slacciai la scarpa, poi gliela tolsi.
Lei mi avvicinò il piede con il calzino alle labbra, io lo baciai eccitatissimo, lei mi diede un calcio in faccia poi mi disse
“se avessi voluto un bacio ti avrei ordinato di baciarmi. Toglimi il calzino bene adesso annusami il piede”
e così dicendo mi appoggiò il piede al naso.
“ok ora leccalo, schiavo e intanto vai giù con la schiena e tocca terra. “.
Così dicendo mi premette il piede sul viso e alla fine mi schiacciò il la schiena sul pavimento facendomi un male terribile alle gambe che erano restate sotto in una posizione di stretching dolorosissima si sedette sulla mia pancia, mi ordinò di toglierle l’altra scarpa e l’altro calzino e mi mise i due piedi in faccia.
Mi ordinò di leccarli tra le dita io obbedivo malgrado il dolore vergognandomi di quello che stavo facendo, ma anche forse suo malgrado inaspettatamente molto eccitato.

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Un commento

  1. IL TIRALATTE

    Mal scritto e non conclusivo!
    C’è materiale per un romanzo e si riduce il tutto ad un pensiero
    Bocciato!

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